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martedì 2 settembre 2014

LE MIE CANZONI PREFERITE - 80/71





La classifica delle 100 canzoni preferite da Pensieri Cannibali prosegue inesorabile e senza soste.
Dopo la sfilata di canzoni dalla 100 alla 91 e dalla 90 all'81, oggi vanno di scena le posizioni dalla 80 alla 71.
L'unica regola di questa lista, ricordo, è la seguente: lo stesso artista/gruppo non può essere presente con più di un unico brano. Cosa che significa 100 canzoni per 100 artisti/band differenti.

"Hey, ma gli Skunk Anansie sono troppo anni '90 persino per me!"


80. Skunk Anansie “All I Want”
All I want is destruction.
Un tempo poteva sembrare solo una frase adolescenziale da scrivere sulla Smemo, ma per me è ancora valida. Ora più che mai.



79. Violent Femmes “Blister in the Sun”
Parte questa canzone e scatta il delirio. Almeno nella mia testa.



78. Aaliyah feat. Timbaland “We Need a Resolution”
La compianta Aaliyah insieme al producer guru Timbaland con questo brano ipnotico ha inventato il pop del nuovo millennio. Decidete voi se è una cosa positiva o meno. Per me in fin dei conti lo è, dai.



77. Kate Bush “Babooshka”
Basta poco per farmi ridere. La parola babooshka ad esempio mi fa piegare dalle risate. Non so perché. E questo pezzo serve sempre a darmi l'allegria.



76. Johnny Cash “Hurt”
Non proprio una canzone allegra, dopo tutto l'ha scritta Trent Reznor dei Nine Inch Nails nel suo periodo più buio, ma quando ci si vuole fare del male è perfetta. Soprattutto nell'immortale, toccante versione di Johnny Cash.



75. Gillian Hills “Zou bisou bisou”
Lasciata da parte la malinconica tristezza di "Hurt", ritorna il sorriso con questo gioiello pop anni '60, reso indimenticabile dall'interpretazione di Jessica Paré nella serie tv Mad Men.



74. Keane “Somewhere Only We Know”
Se fossi un autore di canzoni e fossi un cantante e fossi pure un pianista, questa è la ballatona che avrei voluto scrivere.
Mi mancano solo tre su tre di queste abilità, però prima o poi ce la posso fare, ne sono convinto!



73. Teenage Fanclub “The Concept”
La canzone preferita da tutti noi young adult.
Oooh yeah.



72. Velvet Underground “Pale Blue Eyes”
Dal repertorio di Lou Reed e dei suoi amichetti warholiani, la classica song da pelle d'oca.
Odio l'espressione "da pelle d'oca", però questo è uno di quei rari casi in cui merita di essere usata.



71. R.E.M. “Drive”
Ci sono canzoni in cui il cantante sembra rivolgersi dritto a te, proprio a te che ascolti.
Quando Michael Stipe in questa canzone chiede "Hey kids, where are you?", a me viene da rispondere: "Hey Michael, io sono qui. E tu, dove ca**o sei?".


mercoledì 21 marzo 2012

Charlize Theron è una Young Adult Figon

Young Adult
(USA 2011)
Regia: Jason Reitman
Cast: Charlize Theron, Patton Oswalt, Patrick Wilson, Elizabeth Reaser, Collette Wolfe, Jill Eikenberry, Kate Nowlin, Rebecca Hart, Louisa Krouse
Genere: forever young (adult)
Se ti piace guarda anche: La mia vita a Garden State, Elizabethtown, United States of Tara, Juno, GCB

Quello che è fatto è fatto.
Non puoi vivere nel passato.

Riavvolgere la propria vita come il nastro di una musicassetta.
Sui titoli di testa c’è già tutto questo Young Adult, nuova collaborazione del duo più affiatata dai tempi d’oro di Lucio Battisti + Mogol o di Lennon + McCartney o di Romeo + Juliet o qualcosa del genere, ovvero il regista Jason Reitman + la sceneggiatrice stripper Diablo Cody, artefici di quella perla del cinema indie che risponde al nome di Juno.
E oops!… They did it again.
Young Adult non è un film accattivante come Juno. Negli Usa non ha minimamente riscosso lo stesso successo e in Italia è passato del tutto inosservato. Eppure questa è una nuova perla di cinema indipendente, una commedia più amara che dolce. ‘Na chicca, in parole povere.

Va precisato che io parto subito molto ben predisposto nei confronti della coppia Diabloman.
Jason Reitman non è un virtuoso della macchina da presa. Nelle sue pellicole si limita a raccontarci delle storie di personaggi piuttosto singolari, ma nel farlo non usa chissà quali stratagemmi visivi. Eppure non sbaglia un colpo e riesce a farsi narratore perfetto grazia a un uso sapiente della colonna sonora e uno sguardo mai invadente.
Ci ha raccontato con ironia del lobbista del tabacco cinico e senza scrupoli di Thank you for smoking, ci ha presentato la fantastica 16 and pregnant Juno, nuova idola suprema del mondo indie e oltre, ci ha accompagnato nei viaggi aerei Tra le nuvole dello spietato tagliatore di teste George Clooney e ora ci consegna un altro personaggio crudele. Per cui comunque alla fine facciamo per fare il tifo. Almeno un po’.
Paradossalmente, ma nemmeno troppo, in questa carrellata di characters l’unica matura e in grado di relazionarsi davvero con i suoi sentimenti è la più giovane del gruppo, la teen mom Juno. Laddove lei adolescente si ritrova ad affrontare con consapevolezza una situazione da adulti, gli altri sono invece adulti incapaci di crescere. Eterni adolescenti bloccati in un corpo adulto.

A letto con Oscar
Jason Reitman è la prima metà di questa coppia. Coppia lavorativa non dolce coppia, visto che, almeno a quanto ne so, i due non stanno insieme.
L’altra metà è Diablo Cody.
Ah mama mia, el Diablo!
Diablo di una Cody.
Parli del Diablo, e spuntano le Cody.
Ok. Ok. La pianto, per tutte le Diablo dell’universo.
Diablo Cody è una sceneggiatrice che adoro senza riserve e tutto quello che scrive per me è ora colato. Al di là della già citata Juno che l’ha subito scaraventata nell’olimpo hollywoodiano e le ha fatto vincere un (meritato) Oscar così pam! all’esordio, ho trovato parecchio spassoso persino Jennifer’s Body, film massacrato dalla critica che però, se non viene preso troppo sul serio e complici il Megan's Body e la tematica cannibale, è in grado di regalare un sano divertimento come fosse un disimpegnato horror trash primi anni ’90. Per chi non lo sapesse: Diablo Cody sta infatti agli anni ’90 come Drew Barrymore sta agli anni ’80. Dio benedica entrambe.
La Diablo non Lamborghini ha poi firmato anche una delle serie tv più originali e schizzate degli ultimi anni, United States of Tara con una sdoppiatissima triplicatissima quadruplicatissima e fuorissima Toni Collette, un telefilm che si andava a incartare nella seconda e terza stagione, ma con una season 1 assolutamente geniale.

"Charlize, dobbiamo girare. Smettila di leggere Pensieri Cannibali..."
"Ma non ce la faccio. Ahahah, è troppo divertente!"
Fatto il punto della situazione sulla coppia cinematografica, va detto che questa loro nuova jam session regala un risultato più targato Cody che non Reitman, regista che ancora una volta mette la sua mdp a semplice disposizione della storia e della protagonista.
Charlize Theron offre qui la performance più notevole e insensa della sua carriera (non menzionatemi nemmeno il mediocre Monster!) nei panni di un’ex reginetta del liceo che ritorna nella cittadina in cui è cresciuta.
Perché vi fa ritorno?
Perché su una e-m@il legge l’invito di un suo ex boyfriend per il battesimo del figlioletto e decide di andare in città per riconquistarlo, l’ex boyfriend non il figlioletto, incurante del fatto che possa essere felicemente sposato nonché felicemente neo-papà.
Una vera stronza rovinafamiglie, avete capito bene.
Così infila valigia e cagnolino Paris Hilton-style sulla sua MINI Cooper e attacca una vecchia musicassetta su un ancora più vecchio mangianastri. Parte il pezzo cult “The Concept” dei Teenage Fanclub.
E se dopo aver visto questo film non adorerete questa canzone, potrei non rivolgervi mai più la parola. Sul serio.


"Cioè, tu ti sei sposato con un'attrice di Twilight e poi la young adult sono io?"
Non si esce vivi dal liceo. È difficile lasciarsi alle spalle chi si era allora, sia che si fosse popolari, sia che si fosse sfigati. In Young Adult vediamo entrambe le facce della medaglia.
Chalize Theron era popolare ai tempi dell'high-school e ora è divorziata, un tantino alcoooolizzata, e di mestiere fa la scrittrice. I suoi libri vendono un sacco. Bello, direte voi. Sì, bello. Peccato che lei sia solo la ghost writer di una catena di libri di successo per giovani adolescenti. Young Adult. Come Twilight o The Hunger Games (non sapete cos’è The Hunger Games? Presto non sentirete parlare d’altro…). Solo che ormai la catena per cui scrive è passata di moda e non se la fila più nessuno. Un po’ come Miley Cyrus negli ultimi tempi.
Miley Cyrus chiiiiiiiii?
Massì, Hannah Montana.
Hannah Montana chiiiiiiiiiiiiiiiiii?
La vita della Theron, che da brava young adult è sempre attaccata al cellulare o al laptop o alla tv a guardare i reality delle Kardashian e in più si ciba unicamente in fast-food mantenendo comunque una forma fisica invidiabile, non sembra andare da nessuna parte e così decide riconquistare il boyfriend del liceo, quello sposato e neo-papà, e di tornare al passato. Con un tuffo nella sua cittadina natale simile a quelli di Garden State ed Elizabethtown, ma senza lo stratagemma drammatico di un genitore morto.
Non è tutto: ATTENZIONE SPOILER!
Charlaiza Figon in questo film a poco poco si scopre un po’ come Glenn Close in Attrazione fatale, solo che questa volta vediamo la vicenda non dal punto di vista del marito stalkerato, ma dal suo. Da quello della pazza stalker. O stalkeratrice che dir si voglia. Una stalkeratrice alcolizzata che ruba battute romantiche che sembrano uscite da un romanzo di Moccia o della Stephenie Meyer - La vera ammazzavampri sentite da una ragazzina in un fast-food.
I suoi cambi di personalità quasi schizofrenici non sono troppo distanti dalla Tara di United States e vengono anche qui sottolineati dai cambi di look: da quello da insicura post-teenager o meglio post-tween con tanto di maglietta di Hello Kitty dell’inizio, alla felpa del suo ex boyfriend indossata per marchiare il territorio dopo essere uscita con lui, fino ad arrivare nella parte finale a presentarsi al battesimo del bambino vestita come una desperate casalinga anni ’50.

All’altro angolo abbiamo uno che dal liceo c’è uscito, vivo. Ma non con le sue gambe. Patton Oswalt, già visto nella più volte menzionata serie United States of Tara, intepreta un tizio a cui ai tempi del liceo dei bulletti hanno spaccato le gambe (e pure il pene) e che quindi, per forza di cose, non è mai riuscito ad andare avanti del tutto con la sua vita. Se non zoppicando.
Dall’incontro di queste due anime in pena che più diverse non si potrebbe ne vedremo delle belle, in una commedia più riflessiva che esilarante. Con una protagonista meravigliosa e così vera nel suo essere spietata, crudele ed egoista. Non un film perfetto, ma imperfettamente vivo. In più, è molto ma molto 90s.
E allora diavolo di un Jason Reitman e, soprattutto, Diablo di una Cody.
Oops!... They did it again.
(voto 8-/10)


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