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mercoledì 6 marzo 2013

ED E’ SUBITO SERIAL (KILLER)

Nuovo numero nelle edicole online di Ed è subito serial Magazine, la rivista su serie tv e telefilm più mitica che ci sia. Sarà perché ci collaboro pure io, o sarà che è mitica e basta, fatto sta che quello di marzo è un numero davvero super. Lo so che sono le solite frasi promozionali fatte, però questo numero è davvero una bomba.
Cosa c’è al suo interno?
Di tutto un po’.
Tra gli articoli da me preparati, vi consiglio di non perdervi quello monografico sulla carriera di Kevin Williamson, autore della nuova serie The Following, ma ancor prima paparino di Dawson’s Creek, Scream e non solo…
Pure i miei altri pezzi non sono da sottovalutare. Vi parlo di Les Revenants, serie capolavoro francese, del sottovalutato divertentissimo House of Lies, della sorprendente serie inglese Utopia e non manca poi l’appunto immancabile appunto con la rubrica Gossip Goi.

Finita la parte da egotomane che celebra se stesso, vi dico anche che pure i pezzi firmati dai colleghi sono molto interessanti. Giusto per dirvene alcuni, vi segnalo quelli su: The Following, The Americans, Claire Danes, The Wire, Firefly, Spartacus, Suits, Suburgatory, House of Cards, Buffy, Romanzo Criminale, Once Upon a Time, più la nuova rubrica sulle uscite cinematografiche in cui si parla anche di Hitchcock.
E poi?
Molto altro...


E seguite la rivista anche su Facebook e Twitter.
(il titolo di questo post è stato gentilmente preso in prestito da Federico Vascotto, un altro dei collaboratori del magazine)

lunedì 13 giugno 2011

The Montecarlo Chronicles

Stato a Montecarlo per 3 giorni. Ufficialmente per lavoro. C’è della brava gente che sgobba in miniera e delle teste di cazzo come me che se ne vanno a Montecarlo. Il bello è che poi ho anche il coraggio di lamentarmi: eh non c’è lavoro, eh il mondo è ingiusto, eh Berlusconi…
Motivo visita: il Television Festival di Monte Carlo 2011. Pronti, via: alla mia prima intervista live e alla mia prima domanda faccio subito una gaffe. D’altra parte gaffe è una parola francese (almeno se le mie limitatissime conoscenze di francese non mi ingannano) e poi io sono famigerato per questo genere di cose. Sono con Jason Priestley, l’ex Brandon di Beverly Hills 90210 ora protagonista della nuova interessante serie Call Me Fitz, e gli chiedo quali siano gli attori che l’hanno ispirato a intraprendere la professione; lui mi risponde Daniel Day-Lewis, poi va nel panico e non gli viene in mente nessun altro nome, così io per aiutarlo lo invito a pensare a “when you were young”. Quindi in un colpo solo ho citato i Killers e mi sono anche reso conto di avergli dato del vecchio. Un lapsus comprensibile visto che io con Beverly Hills ci sono cresciuto e quindi per me è cose se lui fosse sempre esistito, una sorta di fratellone maggiore.

Questa è un'immagine da quello
scassone del mio cellulare. E si vede...
Continuando tra gli idoli adolescenziali ho avuto modo di intervistare anche Melissa Joan Hart, meglio conosciuta come Sabrina vita da strega (che ho scoperto andare in onda ancora adesso la sera su Raitre) e ora nella nuova sitcom americana Melissa & Joey. È lei la più diva di tutte/tutti quelli che ho incontrato, visto che arriva in ritardo e sembra tirarsela un po’. È super magra, super bionda platinata splendente e super gnocca. In realtà poi si scioglie e non se la tira nemmeno molto, anzi si dimostra parecchio alla mano e mi mostra la foto dei figlioletti usata come salvaschermo del suo iPhone.Carini eh, però io avrei preferito mi mostrasse qualcos’altro, magari le tette. Sarà per la prossima volta…
Altro teen idol incontrato è stato Gregory Smith, l’Ephram Brown di Everwood ora nel poliziesco Rookie Blue, il più simpatico e friendly e quello con cui mi sono trovato meglio, sarà che è un mio quasi coetaneo. Se in Everwood era un bravo ragazzo, nella realtà lo è ancora di più. Io ho provato a tirar fuori il suo lato malvagio, parlando della sua interpretazione da super-cattivo in Hobo with a Shotgun - è rimasto stupito che l’abbia visto! - ma lui dice che quello è un ruolo del tutto lontano da com’è fatto lui. Un po’ di cattiveria in più non gli guasterebbe, comunque è un grande.
Meno famous ma splendida è la british indie (nel senso di origini indiane) Archie Panjabi, detective bisex cazzutissima nella serie The Good Wife, un ruolo molto distante da com’è lei visto che parla con un filo di voce e mi è apparsa molto fragile e delicata.
Il titolo di Miss Montecarlo personale lo consegno però - nonostante la concorrenza altissima, visto che la città pullula di fighe & Ferrari - a Emilia Clarke della nuova grandiosa serie fantasy Game of Thrones. Se sul piccolo schermo è bionda, live è in versione mora quasi irriconoscibile, ma comunque ha un paio di occhi davvero magnetici (e anche un paio di qualcos’altro davvero magnetico…). Purtroppo lei ho avuto modo di seguirla solo in conference e non sono riuscito a intervistarla di persona. Con altri due membri del cast di Game of Thrones ho comunque avuto il mio momento da “almost famous” scambiando due chiacchiere insieme a Sean Bean (uno che ha fatto anche Boromir ne Il Signore degli anelli!) e Mark Addy (il re nella serie nonché cicciobombo di Full Monty): il primo si fumava una sigaretta normale, il secondo si è rollato del tabacco in una cartina (solo tabacco, ho notato, anche perché erano ancora tipo le 11 del mattino).

Poi ho incrociato Felicity Huffman che mi ha sorriso e dal vivo è molto più MILF che in Desperate Housewives: molto glamour e tirata, non sarà Eva Longoria ma è un gran bel donnino!
Di passaggio ho beccato anche Thomas Gibson, quello che una volta era Greg in Dharma e Greg e ora fa Criminal Minds: a vederlo sembra uno zombie. Che è successo a quest’uomo? È davvero pallido e inquietante, ma spero solo abbia avuto una brutta nottata.
Per le ladies in ascolto ho anche incrociato Matthew Grey Gubler, molto acclamato dalle fans nonostante (o forse proprio per quello) in Criminal Minds sia un nerd ai limiti dell’autismo, e Jesse Williams, il Dottor Begliocchi tra gli ultimi ingressi di Grey’s Anatomy, che ha rivelato un passato da prof. di liceo che sembra gli manchi molto starà meditando di lasciare la recitazione per tornare a insegnare?
Ci sono poi state altre cose, altri volti, altri incontri, altri personaggi fantastici non solo tra gli attori ma anche all’interno del gruppo molto variegato di giornalisti internazionali e poi l’ho già detto che era pieno di figa?

colonna sonora: Yelle

lunedì 3 gennaio 2011

Le meglio serie tv 2010 - La classifica e gli Awards

Le mie magnifiche 20 serie tv del 2010, raccolte tutte insieme con tanto di link alla relativa scheda:


10. Glee
3. Lost

Ma non è certo finita qui. Ecco una serie di premi vari à go go (assolutamente personali e discutibili, ci mancherebbe)

Miglior serie drammatica: Mad Men
Miglior serie comedy: Glee
Miglior serie fantasy: Misfits
Miglior serie teen: Skins
Miglior serie animata: South Park
Miglior serie action: Hawaii Five-O
Miglior sitcom: Big Bang Theory
Miglior serie nerd: Hard Times – Tempi duri per RJ Berger (ma la concorrenza quest’anno era agguerrita)
Miglior serie italiana: Le cose che restano

Miglior attore protagonista: Jon Hamm, Mad Men
Miglior attrice protagonista: Piper Perabo, Covert Affairs
Miglior attore non protagonista: Ian Somerhalder, The Vampire Diaries
Miglior attrice non protagonista: Elisabeth Moss, Mad Men
Miglior guest-star: Julia Stiles, Dexter
Miglior cattivo: Jonny Lee Miller alias Jordan Chase, Dexter
Attore rivelazione: Robert Sheehan, Misfits
Miglior personaggio: Don Draper, Mad Men
Personaggio cult: Brittany, Glee (un mito)

Miglior colonna sonora: Misfits
Miglior sigla: “Echoes” dei The Rapture, Misfits
Finale di stagione più geniale: Misfits, stagione 1
Finale più controverso: Lost
Miglior episodio: "The Suitcase", episodio 9 della stagione 4 di Mad Men
Miglior pilot: Pretty Little Liars (in una sola puntata contiene più roba che negli ultimi 5/6 anni delle altre serie teen americane)
Miglior nuova serie: Misfits
Serie più stilosa: Mad Men (con 1.000 punti di vantaggio su tutti gli altri)
Serie che mi mancheranno di più: Nip/Tuck, 24, Dollhouse, Life Unexpected (cancellata alla seconda stagione). Lost non lo conto perché la conclusione con la season 6 era già prevista da tempo
Serie più sexy: True Blood
Serie con più corpi da favola: Hellcats
Personaggio più insopportabile: Marti Perkins (interpretata da Aly Michalka) di Hellcats (è un’avvocato, una cheerleader, canta, balla e fa tutto alla grande, va pure in bici per non inquinare; insomma è talmente perfetta che non la si regge)

Peggior serie tv: One Tree Hill, stagione 8 (atroce)
Serie tv più noiosa: Boardwalk Empire (come film magari funzionerebbe, ma non ha i tempi televisivi)
Serie tv più sopravvalutata: The Walking Dead (prima stagione deludente, mi aspettavo di più)
Serie tv più sottovalutata: Party Down
Peggior nuova serie tv: The Gates (un pasticciaccio tra drama, fantasy e crime)
Peggior attore: Joseph Fiennes, FlashForward (poteva diventare il nuovo Lost, ma scegliendo lui come protagonista si sono dati la zappa sui piedi)
Peggior attrice: Kay Panabaker, No ordinary family (già vista in Summerland, odiosa)
Miglior reality-show: My life as Liz
Peggior reality-show: Avetrana

domenica 19 dicembre 2010

Le meglio serie tv 2010 - n. 20 Flight of the Conchords

Altro giro, altra corsa. Ovvero una nuova classifica, questa volta dedicata alle mie serie televisive preferite degli ultimi 12 mesi. Parlo di tv, quindi, sebbene perlopiù le abbia viste quasi tutte su pc. Per la serie: i metodi di fruizione cambiano, i telefilm restano.
Prima però potete dare un'occhiata alla CLASSIFICA 2009

Flight of the Conchords
(stagione 1)
Rete americana: HBO
Rete italiana: Mtv
Creato da: James Bobin, Jemaine Clement, Bret McKenzie
Cast: Jemaine Clement, Bret McKenzie, Rhys Darby, Kristen Schaal

Genere: indie musical
Perché è in classifica: perché a due indie nerd è facile affezionarsi, ma soprattutto perché le loro canzoni sono folli e irresistibili
Se ti piace guarda anche: The It Crowd, The Big Bang Theory, Beavis & Butthead, Bored to Death, Scott Pilgrim vs. The World

In pillole: i due stralunati cantanti neozelandesi della band Flight of the Conchords alle prese con la vita a New York, tra concerti, lavoro precario e una vita a metà strada tra il neorealismo e il videoclip

Pregi: le esilaranti (ma anche orecchiabili) canzoni in stile Elio e le Storie Tese sull’emisfero australe
Difetti: dal punto di vista narrativo non tutte le puntate sono così riuscite

Personaggio cult: Mel (Kristen Schaal), la loro unica fan/groupie maniaca che li segue ovunque

Guardalo su Mtv On Demand


martedì 14 dicembre 2010

réclame

Dopo la pubblicità con Manuela Arcuri, mi butto anch’io su un po’ di promozione. Se lo fa lei... Purtroppo non posso contare su una interprete del suo calibro e così mi limito a segnalarvi (e consigliarvi) di persone il numero di dicembre di Telefilm Magazine, nelle edicole di tutto il mondo.
Pezzo forte delle 100 pagine della rivista modestamente parlando è il mio articolo sulla nuova ottima serie famigliare “Parenthood” confrontata con “Una mamma per amica”, visto che la protagonista di entrambi i telefilm è la sempre valida Lauren Graham, stavolta però alle prese con dei figli più problematici e ribelli di Lorelai. In più c’è anche un mio giudizio “flash” sulla zombie-serie “The Walking Dead” e la mia rubrica fissa “L’antipatico”, in cui stavolta prendo di mira ovvero massacro “One Tree Hill”, una volta serie adolescenziale indie molto ben sceneggiata ma che oggi, arrivata all’ottava stanca stagione, sta veramente dando il peggio di sé in versione soap-opera. E poi ci sono un sacco di altri articoli interessanti!

Se invece siete appassionati di animazione, in edicola trovate anche il nuovo numero di “Cartoni” in cui ho scritto una intervista impossibile alla schizzata protagonista dell’anime Shugo Chara, più il mio eccezziunale test del mese “Che cartone anni ’80 sei?”, un articolo su “South Park” e un mio racconto per la serie “Appuntamento al buio” in cui Kyle di “South Park” incontra e si innamora di… Hannah Montana.

mercoledì 17 novembre 2010

Parenti perdenti

Parenthood
(serie tv)
Rete americana: NBC
Rete italiana: Mediaset Premium, da dicembre
Genere: famigliare
Creata da: Jason Katims (“Roswell”)
Cast: Peter Krause, Lauren Graham, Erika Christensen, Dax Shepard, Monica Potter, Mae Whitman, Sarah Ramos, Max Burkholder, Miles Heizer, Craig T. Nelson, Bonnie Bedelia, Joy Bryant, Minka Kelly
Se ti piace guarda anche: Life Unexpected, Una mamma per amica, Modern Family

In questi giorni ho cominciato a seguire una nuova serie tv, con la scusa di doverne scrivere un articolo per il prossimo numero di Telefilm Magazine. E, come con tutti i telefilm addictive che si rispettino, mi sono trovato a rimanerne assuefatto.
Mi sono avvicinato a “Parenthood” con un po’ di diffidenza, mi sembrava l’ennesima serie famigliare (e qui in Italia di storie famigliari ne abbiamo a basta) con un paio di attori validi ma comunque riciclati (Lauren Graham da “Una mamma per amica” e Peter Krause da “Six Feet Under” e “Dirty Sexy Money”) e una storia basata su un film del 1989 che nemmeno ho mai visto intitolato in originale “Parenthood” e da noi diventato “Parenti, amici e tanti guai”. Eppure, nonostante le premesse non eccelse, la serie tv-droga funziona.

In questo nuovo “Parenthood”, Lauren Graham ha finalmente mollato quella scassamaroni secchiona di una Rory Gilmore in mezzo alla strada e ha due nuovi figli, con cui non ha un rapporto altrettanto bello. E viva Dio, per quanto i dialoghi tra Lorelai e Rory in Una mamma per amica fossero spesso davvero brillanti, almeno qui abbiamo qualche bel conflitto. La nuova figlia che si ritrova, interpretata dalla promettente Mae Whitman, è infatti l’esatto opposto di Rory: va male a scuola, fuma, è una ribelle quasi tossica, quasi dark, quasi emo, con qualche chilo sopra la media delle attrici anoressiche e un volto incredibilmente da adulta. Ah, dimenticavo: in questa serie Lauren Graham oltre a due figli ha quasi 40 anni, nessun lavoro, zero soldi, un divorzio alle spalle ed è quindi costretta a tornare a vivere con i suoi genitori… Bella sfiga!

L’altro personaggio che rende la serie più interessante del solito è il figlioletto di Peter Krause, cui viene diagnosticata la sindrome di Asperger, una forma di autismo che lo fa vivere in un mondo tutto suo ma che lo rende anche estremamente intelligente e dotato in alcuni campi. La serie mostra le difficoltà di una famiglia nell’affrontare una “situazione” (come tutti la chiamano) del genere senza patetismi o menate varie.
Nel resto del cast oltre alle superstar tv Graham & Krause si segnalano anche la bionda glaciale Erika Christensen (era la figlia tossica di Michael Douglas in “Traffic”), con una bimbetta che non la caga minimamente e il fratello cazzone Dax Shepard (ha la stessa faccia di Zach Braff/J.D. di Scrubs), uno che si gode il suo stile di vita rock’n’roll e all’improvviso deve badare a un pargolo sbucato fuori da una vecchia relazione.

Quindi non è la solita serie famigliare? Non proprio, non esattamente, o forse sì. Forse ha dentro di sé il meglio delle buone serie famigliari: ovvero un intreccio di storie che toccano diverse generazioni e il difficile rapportarsi tra esse. Il punto di forza è proprio il complesso rapporto genitori-figli, trattato in maniera divertente, leggera a molto lontana dal catechismo di “Settimo cielo” . Ma la cosa che rende veramente riuscita questa serie tv è un’altra, quell’elemento che in un telefilm così come in un panino del McDonald’s o in una droga qualunque non deve mai mancare: creare dipendenza.
(voto 7)

sabato 13 novembre 2010

Telefilm Magazine

Piccolo spazio pubblicità personale.
Nel nuovo numero di Telefilm Magazine di novembre, che come potete vedere con i vostri occhi dedica l’esplosiva copertina a “The Big Bang Theory”, c’è qualche nuovo (stupendo) articolo da me realizzato.
Come al solito c’è la mia rubrica L’antipatico: questo mese me la sono presa ironicamente (ma pure sul serio) con la medical-soap Grey’s Anatomy e soprattutto con l’odiosa Meredith Grey, uno dei personaggi più da schiaffi della televisione americana. Dico tv americana perché in quella italiana non rientrerebbe nemmeno in top 10.
C’è poi una mia (magnifica) inchiesta panoramica sulle nuove sitcom e serie comiche in arrivo dagli Stati Uniti: i possibili eredi di Big Bang Theory e Friends, per intenderci. E quindi anche una sana abbuffata di sangue, con un servizio (strepitoso pure questo) sulla terza stagione di True Blood e le altre serie vampiresche in circolazione.
Lo trovate in edicola, sta poi a voi comprarlo o anche solo dargli una sfogliata a sbafo. In ogni caso, buona lettura.

martedì 14 settembre 2010

consiglipergliacquisti

Se capitate in un’edicola in questi giorni e per caso siete pure appassionati di serie tv, allora potrebbe capitarvi tra le mani il nuovo numero di settembre di Telefilm Magazine. Tra le 1.000 e più interessanti cose, dentro ci trovate anche alcuni strepitosi articoli a mia firma (Marco Goi, perché per usare il “nome d’arte” Cannibal Kid dovrei sborsare parecchi soldi alla Siae…) tra cui: un pezzo quasi (ho detto quasi) da premio Pulitzer su Ryan Murphy, l’autore di Glee e Nip/Tuck, un bell’articolone sull’ultima stagione di 24 (che potete anche leggere su Sentieri Selvaggi), più qualche mia recensione di nuovi telefilmsss.
Ok basta. Fine della reclame

mercoledì 21 luglio 2010

Death of a party

Party Down
(stagione 1)
Serie creata da: Rob Thomas, Paul Rudd, Dan Etheridge, John Enbom
Cast: Adam Scott, Ken Marino, Lizzy Caplan, Ryan Hansen, Jane Lynch, Martin Starr

Sono totalmente e irrimediabilmente intrippato per questa serie tv. Tra le cose più sottilmente divertenti e disperate viste negli ultimi tempi.
Protagonisti sono un gruppo di attori/sceneggiatori falliti o aspiranti tali che in attesa di sfondare a Hollywood lavorano in una ditta di catering. Ogni puntata (breve, da 25 minuti) è quindi ambientata in una festa (o una specie di festa), che poi regolarmente finisce in un disastro e vista dal punto di vista di chi ci lavora dietro: c’è la rimpatriata del liceo, il rinfresco dei piccolo borghesi che voglioni fare i fichi, il party dei Repubblicani che attendono l’arrivo di Arnold Schwarzenegger, i vecchietti singles arrapati che si fanno venire un infarto vedendo una spogliarellista, il ricevimento di un truffatore in cerca di investitori, un festino di pornostar, il compleanno sweet sixteen su una barca di una teenager, un ritiro aziendale per fare team-building, un matrimonio tra produttori gay, un’allegra festicciola di russi (assassini?). E tutto questo solo nella prima stagione da 10 episodi. Ne è stata prodotta anche una seconda (e purtroppo ultima) che mi devo ancora sparare al più presto.

L’umorismo di questa serie mi ricorda una versione americana di Boris, o anche del british The Office (vedi l’esaltazione del capo, alla fine un povero cristo più disperato di tutti): un gruppo di persone che si ritrova a fare un lavoro non certo dei propri sogni in situazioni spesso assurde e con dei colleghi allucinati. Una cosa prettamente tipica degli anni da crisi economica che stiamo vivendo, quindi è facile ritrovarsi e riderci (un poco amaramente) sopra.
Niente male il cast, con una Jane Lynch che poi ha fatto il grande salto in Glee, dove sta diventando una idola mondiale nei panni della cattivissima Sue Sylvester. C’è poi Lizzy Caplan, attrice assolutamente in ascesa già notata in un sacco di posti (True Blood, Mean Girls, Hot Tube Time Machine, Cloverfield…) e alcuni volti visti in Veronica Mars (non a caso tra i creatori della serie c’è proprio il “papà” di Veronica, serie con cui condivide il particolare umorismo), tra cui come special guest-star proprio Kristen Bell.
Party Down: un rimedio efficace contro lo scazzo del lavoro moderno.
(voto 7/8)

Da noi non è ovviamente ancora stata mai trasmessa, ma potete trovare gli episodi della serie sottotitolati in italiano QUI

giovedì 28 gennaio 2010

Anni 00 - Canzoni n. 42, Thrills

Thrills "Big Sur" (2003)

California dreamin', on such a winter's day, si sarebbe cantato in un'altro decennio.
California here we come, si è invece cantato in questo, grazie al telefilm The O.C. che ha avuto il merito di lanciare l'indie rock come moda tra i teenagers.
E sempre California sognano gli irlandesi Thrills, degli habitué nella colonna sonora di O.C., con un pezzo caldo dal gusto retrò.
E fanculo! la sogno pure io, mentre guardo fuori dalla finestra ed è tutto bianco (o grigio nebbia quando va di culo ed è una bella giornata...)






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