Una canzone per Marion
(UK, Germania 2012)
Titolo originale: Song for Marion
Anche noto come: Unfinished Song
Regia: Paul Andrew Williams
Sceneggiatura: Paul Andew Williams
Cast: Terence Stamp, Vanessa Redgrave, Gemma Arterton, Christopher Eccleston, Barry Martin, Anne Reid, Taru Devani, Orla Hill
Genere: strappalacrime
Se ti piace guarda anche: 50 e 50, Paradiso amaro,
Broken
In quest’ultimo periodo mi stanno arrivando lettere di protesta da lettori preoccupati che si lamentano di come stanno andando le cose di recente su Pensieri Cannibali. Una volta era tutto un parlare ed esaltare pellicole teen, serie teen, puttanelle teen, stronzate teen. Sembrava di essere dentro un numero di Cioè. Adesso si criticano eventi da bimbiminkia come gli
Mtv Video Music Awards 2013 e si dà invece spazio a film con protagonisti dei vecchietti come
Barbra Streisand, a robe come
Uomini di parola,
Amour,
Paulette e ora pure questo Una canzone per Marion. Insomma, che diavolo sta capitando? Cannibal Kid è pronto per un ricovero d’urgenza allo stesso pensionato in cui vive, da ormai parecchio tempo, il suo eterno rivale, il blogger
Mr. James AmpliFord?
Forse sì. Il fatto che parli di se stesso in terza persona, come in questo post, è un ulteriore segno di precoce rincoglionimento.
|
"Hey Cannibal, siamo più ggiovani noi di te!" |
Qual è il motivo di questa recente passione del Cannibal non più Kid che d’ora in avanti chiameremo Cannibal Old?
La verità è che old is the new young. I film con i vecchietti sono ormai parecchio più imprevedibili di quelli adolescenziali. Sono un po’ come Game of Thrones: non sai mai quando può morire uno dei personaggi principali. Questi film con i nonnini sanno quindi sorprendere e stupire, andare oltre le aspettative. Cosa che invece non capita più molto spesso con le pellicole teen, un genere negli ultimi tempi un po’ in crisi.
Detto questo, Una canzone per Marion è un film piuttosto classico. Non è una rivelazione assoluta. Non stupisce più di tanto, eppure sa colpire al cuore. Occhio, perché se siete particolarmente anziani potreste anche avere un attacco a vederlo. A una certa età, bisogna stare attenti.
La storia è la tipica storia strappacuore e strappalacrime di una donna in fin di vita, cui sono rimaste giusto poche settimane prima di schiattare tra atroci sofferenze e che ha un ultimo desiderio, un’ultima passione nella vita: la musica. La vecchia rimbambita povera vecchina moribonda (Vanessa Redgrave) fa parte di un coro di vecchini, un Glee club della terza età, capitanato non dall’ingellatissimo Matthew Morrison, bensì da quella sventolana di Gemma Arterton.
Nota a parte: Cannibal Old non si è nemmeno eccitato, vedendo Gemma Arterton in questa pellicola. Ha avuto bisogno di prendere il Viagra.
|
"GRRR, dobbiamo per forza cantare un pezzo di Justin Bieber?" |
La cosa fica di questi vecchini sprint è che hanno una forza vitale notevole e si gasano con una serie di brani apparentemente all’infuori del loro abituale contesto e della loro era geologica: dal sexy R&B delle Salt-n-Pepa con “Let’s Talk About Sex” al metal dei Motorhead con “Ace of Spades”. La pellicola regala quindi dei bei momenti a livello musicale, ma anche e soprattutto a livello emotivo. Se pensate a una roba giocata sui buoni sentimenti, sì, avete ragione. A rendere il tutto un po’ più amaro e meno buonista ci pensa però il protagonista, uno strepitoso Terence Stamp, attore caratterista visto in un sacco di film soprattutto nella parte del cattivo, che qui veste i panni dello scontroso e scorbutico marito della Redgrave in fin di vita. Attraverso il punto di vista di questo novello Mr. Scrooge, i toni sentimentaleggianti del film si fanno più tenui e ci si riesce ad emozionare senza sentirsi dei completi idioti. O delle complete mammolette.
Nota a parte: qualcuno sa spiegarmi perché, se scrivo “mammolette” su Google immagini, mi escono quasi solamente foto di Pierluigi Bersani?
|
"Ti vedo giù, Terence. Che posso fare per tirarti su?"
"Eh, tante cose Gemma. Son troppo vecchio per ricordare quali, però tante cose." |
Ok. Era una domanda retorica.
Film ricattatorio, buonista e ruffianotto fin che si vuole, però Una canzone per Marion risuona con quel tocco di bastardaggine e disillusione tipicamente britannico che rende la melodia più cattivella. Nota di merito poi, oltre che all’ottimo cast, alla variegata selezione musicale che riesce a evitare le banalità, fino quasi alla fine. Sul finale, il film purtroppo cede un po’ troppo ai sentimenti e soprattutto a canzoni scontate: si poteva scegliere qualcosa di meglio da far cantare a Terence Stamp nel suo grande momento di gloria, piuttosto che la deprimente “Lullaby (Goodnight) My Angel” di Billy Joel. Quando poi sui titoli di coda è risuonata la voce di - oh mio Dio! - Celine Dion, Cannibal Old si è sentito male. Ha avuto un grave attacco al cuore, un po' a tutto il corpo e soprattutto alle orecchie. Adesso si sta riprendendo, sta facendo fisioterapia e si sta guardando un sacco di film con vecchi che fanno cose da vecchi. Tipo morire.
(voto 7/10)