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lunedì 5 maggio 2014

THE FOLLOWING, LA SERIE COMEDY PIÙ SPASSOSA IN CIRCOLAZIONE




The Following
(stagione 2)

Io adoro The Following. Non ci posso fare niente. Un sacco di gente la considera una serie pessima, unammerda, ma secondo me sbagliano il modo di vederla. Gente, non guardate The Following come un thriller serio. Guardatelo come una serie comedy. Mentre lo vedo, io sento persino il suono delle risate registrate in sottofondo ad accompagnare le scene più divertenti, e sento gli applausi e le grida quando entra in scena un personaggio a sorpresa. Come Emma (Valorie Curry), la groupie numero 1 del social serial killer Joe Carroll. Una che, anziché seguire i One Direction o i 5 Seconds of Summer come le sue coetanee, si diverte ad ammazzare le persone per far contenta il suo beniamino. Nonché una che, dopo i drammatici eventi della prima stagione, è ricercata dalla polizia di tutto il mondo più di quanto capitato nelle scorse settimane a Dell’Utri e, per passare inosservata, ha scelto questo look poco appariscente.
Vai Emma, così non ti nota nessuno!


ATTENZIONE SPOILER
Sul fatto che Emma tornasse in scena non avevamo molti dubbi. Chi invece forse non ci aspettavamo di rivedere era un altro: Joe Carroll (James Purefoy).

"Io non sono cattivo, è che mi disegnano così."

Ma non era morto, Joe Carroll?
Ah, beata innocenza. Secondo voi lo facevano davvero morire? Siamo mica in Game of Thrones. Qui col cavolo che la morte è reale.
E la bella del paese Claire (Natalie Zea), morta anche lei tragicamente al termine della prima stagione?
Ah, beata innocenza – Volume 2. Pure lei è più viva e figa che mai.


E a proposito di figa – che una serie trash senza figa se no chi la vede? – in questa seconda stagione c’è anche Jessica Stroup, in arrivo da 90210, la versione trash del mitico Beverly Hills degli anni ’90, nei panni della nipotina di Ryan Hardy (Kevin Crispy McBacon).


Non è finita qui, perché quel genio sadico di Kevin Williamson, già creatore di Dawson’s Creek e Scream e ora al timone di The Following, per questa seconda stagione c’ha regalato tanti nuovi personaggi, più malati di mente che mai, come la MILF Connie Nielsen e i suoi figli, due gemelli psicopatici che sembrano usciti da Dexter e infatti a interpretarli c’è Sam Underwood, il volto da pazzo rivelazione dell’ultima teribbile stagione proprio di Dexter.


La MILF e gli Psycho Twins fanno parte della nouvelle vague di seguaci di Joe Carroll, uno che ormai su Twitter ha più seguaci di Katy Perry, Lady Gaga e Barack Obama messi insieme, i suoi post sono più ritwittati di quelli di Beppe Grillo, e i suoi Selfie su Facebook ottengono più like delle foto dei gattini.


Non pago di avere così tanti followers, in questa seconda stagione il nostro cattivissimo Joe Carroll entra persino nel magico mondo delle sette religiose. È qui che il trash di The Following raggiunge nuove sublimi vette, grazie a un ridicolo cattivone interpretato da Jake Weber (attore visto nelle serie Medium e American Gothic), uno che sembra la parodia di un santone parodiato in una parodia di South Park. Come si fa a non amare una serie del genere, come si fa?


Il colpo di scena più grande non è rappresentato però dalla risurrezione di un qualche personaggio a caso. Il colpo di scena più inaspettato è stato l’episodio finale. Tanto la prima stagione si era chiusa in maniera pessima e inverosimile, quanto il season finale della seconda si è rivelato del tutto a sorpresa sensato e logico, una perfetta conclusione per i due protagonisti Ryan Hardy e Joe Carroll, che è stato un piacere vedere per una volta insieme, a lottare dalla stessa parte della barricata per amore di Claire. Dopo un’intera stagione all’insegna del trash e dell’assurdo, chi si attendeva una fine del genere?
La fine, per ora. Perché The Following tornerà il prossimo anno con una terza stagione che ci regalarà un’altra sana dose di risate, più che di brividi thriller. Ma va bene così. Non sarà una serie di qualità, non sarà una serie bella nel senso classico del termine, però è un guilty pleasure irresistibile, a tratti ridicolo, in ogni caso spassoso. E chissà chi ritornerà in vita la prossima stagione?
Io punto tutto su Emma.
(voto alla seconda stagione 6+/10)

SCOOP DI PENSIERI CANNIBALI
Ecco la prima immagine dalla terza stagione di The Following

martedì 17 dicembre 2013

LE MEGLIO SERIE TV 2013, DALLA 40 ALLA 31



Pensieri Cannibali ha appena incoronato il suo Man of the Year e la sua Cotta adolescenziale of the Year, e presto arriveranno anche le liste per ricapitolare tutte e due le top 20. Ma intanto è già ora di guardare oltre, a una nuova classifica, quella dedicata alle serie tv preferite quest’anno sempre secondo il personale, soggettivo e modesto parere dell'autore di Pensieri Cannibali, Marco Goi aka Cannibal Kid.
Nel 2009 l'avevano spuntata i Mad Men, nel 2010 a sorpresa avevano vinto i Misfits, nel 2011 e nel 2012 aveva trionfato Homeland. Nel 2013 quest'ultima conquisterà uno storico triplete o ci saranno novità?

Oggi apertura in bilico tra trash e serial killer, con un gruppetto di serie carine, guardabili, con un buon potenziale non sempre sfruttato in pieno, che vanno ad occupare le posizioni dalla 40 alla 31. Giusto per scaldare i motori, in attesa dei grossi calibri in arrivo nei prossimi giorni…

40. Under the Dome
Sotto la cupola la serie campa, sopra la cupola la serie crepa
(stagione 1)

Trama semiseria
Una cittadina di sfigati finisce rinchiusa sotto una cupola trasparente che li isola dal resto del mondo. Esatto, come nel film dei Simpson, solo che dietro questa serie ci sono un romanzo di Stephen King e la produzione di Steven Spielberg. E si vede. Perché è sbucata fuori questa cupola?
Questo è il grande mistero della serie anche se io un motivo in mente ce l’ho: per risparmiare al mondo un gruppetto di personaggi mediocri e ancor di più scarso interesse di quelli di The Walking Dead.

Pregi
- Britt Robertson di Life Unexpected e The Secret Circle e Dean Norris di Breaking Bad è sempre un piacere rivederli.
- È una serie di scemo puro intrattenimento, perfetta per una visione disimpegnata, senza stare a farsi troppi problemi circa incongruenze e assurdità nella vicenda. Dopo tutto, già lo spunto di partenza è inverosimile. Quando mai si è vista una cupola calarsi sopra una cittadin…
Hey, cos'è quella cosa lì fuori?
Oh cazzo, sono bloccato a Casale Monferrato!

Difetti
- Alcuni attori come Natalie Martinez e il ridicolo giovane psycho Alexander Koch non sono proprio il massimo.
- Personaggi poco approfonditi e molto stereotipati.
- Alcuni episodi girano talmente a vuoto che alla fine ti chiedi: “Ma cosa ho appena visto?” e non riesce a trovare una risposta.

Attore cult
Dean Norris

39. Hannibal
Il silenzio degli innocenti - Masterchef Edition
(stagione 1)

Trama semiseria
Hannibal si diverte a dare delle allegre cenette per gli amichetti dell’FBI. Sarebbe lo spunto per una nuova trasmissione culinaria di successo, non fosse che serve loro in tavola dei manicaretti fatti con carne umana e Sky per questo l'ha rifiutata.
I primi due episodi con ospiti Tessa Gelisio e Benedetta Parodi erano però già stati girati. Cotte e ammazzate.

Pregi
- Hugh Dancy nei panni del profiler schizofrenico dell’FBI Will Graham è fenomenale. È lui il vero grande protagonista, peccato che una serie intitolata “Will Graham” avrebbe tirato meno di una chiamata“Hannibal”.
- Con un po’ di pazienza, la serie finalmente cresce. Diciamo che i primi 4 episodi sono delle lagne totali, poi si comincia a vedere qualcosa di interessante. Grazie ad Hannibal? Ma va, grazie all’apparizione dell’ottimo Eddie Izzard nei panni del killer Dr. Abel Gideon. Lui sì davvero convincente come assassino psicopatico.

Difetti
- Van bene i ritmi lenti, ma in vari episodi si sfiora il soporifero. Che Hannibal voglia ucciderci nel sonno come Nightmare?
- Il personaggio di Hannibal, interpretato dal di solito bravo ma qui un po’ spaesato Mads Mikkelsen, non riesce mai a raggiungere manco lontanamente i livelli di inquietudine dell’Anthony Hopkins de Il silenzio degli innocenti e (quasi) nemmeno del Dexter orsacchiotto innamorato dell’ultima stagione. È sempre troppo impegnato a stare dietro ai fornelli. Ma è Hannibal o Antonella Clerici?
Mi sa che quest'ultima è più inquietante...

Attore cult
Hugh Dancy


38. The Following
Come ammazzare una serie episodio dopo episodio
(stagione 1)

Trama semiseria
L’agente Ryan Hardy è richiamato in servizio per indagare sui misteriosi omicidi legati al serial killer Joe Carroll, che dalla prigione è riuscito a mettere su una rete di contatti di aspiranti omicidi. In pratica ha inventato un Facebook per serial killer, che ormai sta diventando più popolare di Instagram e Twitter.

Pregi
- L’episodio pilota è accattivante e molto ben architettato.
- Kevin Bacon come protagonista regge alla grande e il rivale James Purefoy, pur caricando eccessivamente la sua interpretazione, è un cattivone esagerato coi fiocchi.
- L’attrice emergente Valorie Curry riesce a essere inquietante forte.
- I patiti del genere thriller possono trovare pane per i loro denti, con una storia tradizionale ma un serial killer nuovo, molto social e al passo con i tempi.
- Natalie Zea è proprio gnocca.

Difetti
- Dopo i primi due episodi, comincia a emergere qualche crepa nell’architettura narrativa della storia, quindi la situazione peggiora sempre di più fino ad arrivare a un finale banale e parecchio ridicolo.

Attrice cult
Valorie Curry

37. The Fall
Anche i serial killer tengono famiglia
(stagione 1)

Trama semiseria
Un insospettabile trentenne con moglie e figli ha un passatempo inquietante.
Colleziona vecchi film action anni '80 in VHS?
No, peggio.
Segue in tour i One Direction?
No, beh, adesso non esageriamo! È più semplicemente un serial killer che si diverte a uccidere donzelle in quel di Belfast. Perché?
Perché lui vive a Belfast.
Ah, volevate sapere perché uccide?
Non si sa, ma tranquilli che a indagare sul caso c’è una che di misteri se ne intende: l’agente Scully di X-Files.

Pregi
- Jamie Dornan nei panni del pazzo omicida è una vera rivelazione. Nei prossimi mesi sarà sulla bocca di tutti e soprattutto di tutte e diventerà il nuovo sex-symbol mondiale, visto che è l’attore chiamato a interpretare il protagonista della versione cinematografica di 50 sfumature di grigio, ma prima di sputtanarsi la carriera con questo rischioso ruolo, beccatevelo qui che è davvero bravo.
- Alcune scene di tensione sono costruite in maniera così magistrale che la fanno fare sotto.

Difetti
- Gillian Anderson è sempre un bel donnino. Anzi, meglio adesso che una volta. Qualcuno però potrebbe regalarle una seconda espressione facciale che non sia imbambolata, pardon pensierosa?
- Il finale non è molto soddisfacente e lascia tutto aperto alla seconda stagione, già confermata.

Attore cult
Jamie Dornan

36. Reign
Il regno del trash
(stagione 1)

Trama semiseria
Maria Stuarda era una regina bruttarella che nessuno si filava. Questo nella realtà. Secondo il canale cool The CW, Maria Stuarda è invece un pezzo di figa che tutti si vogliono ciulare e che finisce al centro di un immancabile triangolo sentimentale che manco Bella di Twilight e Katniss di Hunger Games si sognano. Ah, naturalmente anche tutte le sue damigelle sono delle bonazze e pure re e regine anziché vecchini decrepiti sono in splendida forma. Ma hey, it’s not History, it’s The CW.


Pregi
- La protagonista Adelaide Kane. Non sarà una fenomena della recitazione, però possiede un fascino magnetico in grado di far dimenticare le assurdità della serie.
- Le trame da teen-soap-drama mischiate all’ambientazione storica, o pseudo-storica che sia, rappresentano una variante rispetto al solito noioso period-drama tradizionale.
- Una buona colonna sonora in tipico stile The CW, con i brani pop cool del momento e un piacevole tocco folk regalato dai Lumineers, con la loro “Scotland” usata come tema musicale ufficiale.
- La serie è talmente trash da toccare il sublime.

Difetti
- L’adesione alla Storia, per coloro a cui importasse, è molto relativa.
- Livelli di recitazione non proprio regali.
- È persino troooppo trash.

Attrice cult
Adelaide Kane

35. In the Flesh
Zombie e buoi dei paesi tuoi
(stagione 1)

Trama semiseria
Gli zombie vivono (si fa per dire) in mezzo a noi. Sì ok, lo sapevamo già. Lo guardiamo tutti The Walking Dead. In questo caso, la novità è che i morti viventi dopo un periodo di “rehab” sono rimandati nella società insieme agli umani. Ma non è un po’ quello che succede in Warm Bodies?
Sì, in effetti di nuovo in questa serie britannica non c’è poi molto, però riesce a dare una valida caratterizzazione ai suoi personaggi e i suoi 3 episodi sono un buon antipasto per una seconda stagione già prevista nel 2014.

Pregi
- La vicenda prende una intrigante piega socio-politica.
- Una storia d’amore gay tra due zombie non è una cosa che si vede tutti i giorni, almeno dalle mie parti, ed è molto… spaventosa?
No, poetica.

Difetti
- Ancora storie di zombie? Tra un po’ rischiano di diventare più onnipresenti e insopportabili dei vampirli.
- Tre episodi, per altro in crescendo, sono troppo pochi e lasciano con la fame addosso.

Personaggio cult
La zombie idola Amy Dyer interpretata da Emily Bevan

34. The Carrie Diaries
Prima del sesso, prima della città, prima del mondo intero c’era lei, Carrie Bradshaw
(stagioni 1 e 2)

Trama semiseria
Riuscite a immaginare Carrie Bradshaw di Sex & the City che cagacazzo doveva essere da ragazzina?
Bene, adesso non dovrete più immaginarlo, perché la serie The Carrie Diaries vi racconta proprio le vicende da bimbiminkia della giovane Carrie. Prima di suicidarvi, tenete presente che il tutto ha una fighissima ambientazione anni ’80 e questa è la serie più cariiina e teeenera dell'anno.

Pregi
- L’ambientazione anni ’80.
- Le canzoni anni ’80.
- Il sapore di commedia teen anni '80, tra John Hughes e una versione soft, molto soft di Bret Easton Ellis.
- La serie è godibile anche per quelli che, come me, Sex & the City non l'hanno mai retto. E poi l'ho già detto che è ambientata negli anni '80?

Difetti
- Carrie Bradshaw, interpretata da una AnnaSophia Robb molto più brava e caruccia di Sarah Jessica Parker, è troppo precisina e odiosetta. E pure puritana.
- Nella seconda stagione arriva una giovane e già ninfomane Samantha Jones (qui interpretata da Lindsey Gort), ma la sua fissa per il sesso è talmente esagerata che invece di risultare sexy lo fa ammosciare.
- Alcuni personaggi minori sviluppati in maniera troppo stereotipata: ci sono il gay che non sa di essere gay, la asiatica secchiona e il ricco figlio di papà infelice perché il papà non lo caga... non il massimo dell'originalità.

Personaggio cult
Dorrit Bradshaw, interpretata da Stefania Owen, la sorellina alternative di Carrie che indossa t-shirts dei Joy Division e prende sempre (giustamente) per i fondelli la sister.

33. Brooklyn Nine-Nine
911 - Emergenza risate
(stagione 1)

Trama semiseria
Un distretto di polizia tutto da ridere.
Hey, non è la trama semiseria ma è l'idea di base vera della serie. D’altra parte è difficile ironizzare sulle comedy. Maledette serie poco serie!

Pregi
- Il protagonista Andy Samberg spadroneggia. Esilarante al solo vederlo, è fantastico nella parte dell’agente di polizia super bravo nel suo lavoro ma anche parecchio immaturo e – massì diciamolo che lui tanto mica si offende – deficiente da un punto di vista umano.
- Anche i personaggi minori sono tutti, chi più chi meno, degli idoli: fantastici in particolare la cattivissima detective Rosa Diaz (Stephanie Beatriz), il nerd Boyle (Joe Lo Truglio) e la segretaria fulminata Gina (Chelsea Peretti).
- L’agente Amy Santiago (Melissa Fumero) es muy caliente.

Difetti
Le trame a volte sono troppo minimal. Va bene che la carta vincente della serie sono i personaggi e le situazioni comiche, però qualche vicenda crime un pochetto più avvincente non farebbe schifo.

Personaggio cult
Il detective Jake Peralta (Andy Samberg)

32. Ray Donovan
L’amichetto delle celebrità (no, non Lele Mora)
(stagione 1)

Trama semiseria
Ray Donovan si occupa del lavoro sporco per le celebrità. Sgonfia gli scandali che scoppiano sul loro conto, elimina le tracce quando combinano dei casini, provvede a pagare le Olgettine. Cose di questo tipo. La sua vita personale però è ancora più incasinata di quella dei VIP che aiuta. A parte forse la vita di Fabrizio Corona.

Pregi
- Jon Voight nei panni del padre di Ray Donovan è MI-TI-CO.
- La scena finale della prima stagione è qualcosa di splendido.
- Liev Schreiber con la freddezza del suo sguardo è perfetto per la parte dell'insensibile Ray.

Difetti
- A un certo punto ci si dimentica del lavoro che Ray fa e le storie dei VIP spariscono quasi del tutto, ed è un peccato perché contribuivano a rendere più leggera e godibile la serie.
- La costruzione della trama stagionale generale è un po' macchinosa e la serie nonostante la sua alta qualità di scrittura e interpretazioni fa fatica a conquistare del tutto.

Personaggio cult
Mickey Donovan (Jon Voight)

31. Revenge
La vendetta era un piatto che andava servito freddo
(stagioni 2 e 3)

Trama semiseria
Emily Thorne (quella gnocca di Emily VanCamp) per la terza stagione cerca vendetta nei confronti dei Grayson, coinvolti 40mila anni prima nella morte del padre.
Ma prendere un mitra e farli fuori tutti in un colpo solo è troppo semplice?

Pregi
- Giunta al terzo anno, è ancora la soap-drama più goduriosa in circolazione. E per essere un guilty pleasure sul trash andante è anche realizzata con una buona cura ed è ben recitata, soprattutto dalle due primedonne Emily VanCamp e la sempre fenomenale Madeleine Stowe.
- La new-entry Karine Vanasse, splendida attrice di Polytechnique e della serie Pan Am, riesce a convincere nonostante il suo personaggio non sia un granché.
- Finalmente hanno sfoltito qualche personaggio inutile come Declan (Connor Paolo) e Ashley (Ashley Madekwe).
- Il midseason finale lascia ancora una volta con la voglia di sapere cosa succederà...

Difetti
- Purtroppo non hanno sfoltito anche qualche altro personaggio inutile come l’odioso Aiden Mathis (Barry Sloane).
- I trighi e gli intrighi di Emily cominciano a diventare ripetitivi, ma per fortuna non troppo.

Personaggio cult
Conrad Grayson (Henry Czerny)


sabato 18 maggio 2013

SEASON FINALES - FANALI DI STAGIONE


Carrellata su alcune serie tv che si sono concluse nelle ultime settimane.
Stop alle introduzioni e spazio subito ai telefilms…

"Non bastava Joe Carroll? Mo' adesso dovete rompere pure voi
della Vodafone con le vostre offertone promozionali?"
The Following
(stagione 1)

Joe Carroll è il Beppe Grillo dei serial killer. L’aspetto più interessante di The Following è stato proprio quello di averci presentato una figura di serial killer nuova, attuale. Non più l’assassino isolato che agisce da solo, bensì quello che ha una vera e propria rete social ad aiutarlo. Grandissimo spunto e bella partenza, con due episodi al fulmicotone firmati da quel volpone di Kevin Williamson, già sceneggiatore di Scream e autore di Dawson’s Creek. Un'idea originale, per un raccontone thriller per il resto realizzato in maniera parecchio tradizionale, ma orchestrato almeno all’inizio con buona sapienza e conoscenza dei topoi classici del genere.
Nelle puntate successive, la qualità è progressivamente calata, il trash ha preso il sopravvento, per non parlare dell'assurdità delle situazioni, ma per una parte della stagione The Following si è fatto followare bene, come un piacevole intrattenimento crime. Poco a poco, la stagione ha preso sempre più una brutta piega, le buone intenzioni di Williamson sono precipitate, fino a un finale tanto deludente quanto brutto.

"Secondo Cannibal sono un'attrice promettente?
Oh no, la mia carriera è finita!"
Tra le note positive, oltre al buon spunto iniziale, c’è comunque il cast: Kevin Bacon come agente dell’FBI è perfetto, James Purefoy per quanto sempre sopra le righe e troppo forzato, con quel suo accento inglese è irresistibile e si è rivelato uno psyco inverosimile quanto efficace nella sua inverosimiglianza. E poi la donna contesa dai due duellanti, Natalie Zea, non sarà un’attriciona fenomenale però è una bella sventolona. Da segnalare inoltre la parte ggiovane del cast, con il nuovo potenziale idolo delle teenagers Nico Tortorella e soprattutto Valorie Curry, con quel suo sguardo ambiguo l'ideale per fare la cattivona.

Nel complesso, The Following si è rivelato meglio dei tipici procedural con episodi autoconclusivi alla CSI, però rimane un’occasione persa per riabilitare una volta per tutte il genere crime televisivo. Sempre più moribondo.
(voto alla stagione 6/10
voto al season finale 4/10)

Mario
(stagione 1)

Serie più geniale dell’anno.
Guardatela e basta. Altrimenti vi vengono a prendere gli zingari.
(voto alla stagione 8/10)
voto al season finale 8/10)


Vikings
(stagione 1)

Rivelazione assoluta.
"Adesso vado a cercare il mio nome su Vikingpedia."
Avete presente Game of Thrones dove ormai ci sono 3549 personaggi, di cui circa 3540 di scarso interesse?
Bene, dimenticatelo. Perché in Vikings lo stile a mezza strada tra genere storico e fantasy è simile, la differenza è che ci si concentra solo su una manciata di personaggi e sono tutti intriganti. La serie firmata da History Channel permette inoltre di penetrare in profondità nella cultura vichinga per cui per altro prima di questa visione io non provavo particolare curiosità. All’inizio ci si sente un po’ estranei e poi, proprio come il prete cristiano che entra nella cricca del vichingo Ragnar Lothbrok (il nuovo idolo delle teenagers e delle meno teenagers Travis Fimmel), ci sentiamo sempre più a nostro agio insieme a questo popolo selvaggio e affascinante.
L’episodio migliore della stagione è stato il penultimo, con il delirante trip del prete che fa i bagordi insieme ai nuovi amichetti vikinghi, ma anche il gran finale lascia aperte le porte per una seconda stagione ancora più coinvolgente. Alla faccia dei 3549 personaggi di Game of Thrones…
(voto alla stagione 8/10
voto al season finale 8-/10)

"Solo 7,5? Ora scrivo un bel commento di protesta in russo:
Ебать мальчик людоед!"
The Americans
(stagione 1)

La serie sulla coppia di spie russe infilitrate sul suolo americano per combattere la Guerra Fredda sa il fatto suo. Ha dei ritmi piuttosto lenti, non gioca sull’azione eccessiva, utilizza delle trame spionistiche classiche, ma senza tutta la comatosità tipica di film come La noia La Talpa. Questo perché, al di là della componente più spionistica, i The Americans che in realtà sono The Russians ci tirano anche dentro alla loro famiglia, dentro alle loro vicende personali, dentro alla loro complicata relazione. Si amano o non si amano? Sono sposati solo per convenienza, oppure ATTENZIONE SPOILER, ora che hanno deciso di vivere separati, si sono resi conto di non poter fare a meno l’uno dell’altra?
Chissà, chissà? Questa serie fino ad ora non si è rivelata per niente prevedibile, ci ha mostrato i suoi protagonisti, sia americani che russi, con tutti i loro pregi e i loro difetti (la loro facilità a torturare o ammazzare a sangue freddo, per dirne uno), non concedendo sconti a nessuno e allo stesso tempo riuscendo a farci affezionare a loro. Prevedere come continueranno le cose è una cosa dunque… imprevedibile.
Bella serie, ottima serie, perfetta la scelta di "Games without frontiers, war without tears" di Peter Gabriel per l'ultima scena, ma qualche episodio qua e là è stato leggermente sotto tono e io sono convinto che questi Americans possano dare ancora di più, come fare non so, non lo sai neanche tu, ma di certo si può, dare di più.
(voto alla stagione 7,5/10)
voto al season finale 7+/10)

"Mi ero sempre chiesta dove vivesse Brunetta. Grazie per avermelo mostrato."
Girls
(stagione 2)

Gli episodi della seconda stagione di Girls non sono stati solo degli episodi, sono state delle brevi lezioni di scrittura creativa. Il corso l’ha tenuto la signorina Lena Dunham, una di cui credo continueremo a sentire parlare ancora a lungo. O magari no, magari è solo la It girl del momento, una It girl molto particolare, grassottella, imbranata, fuori di testa e rigorosamente indie, e presto sarà superata da qualche nuovo talento. In attesa di scoprirlo, ci possiamo godere il suo presente, con Girls che è una serie in costante crescita. Dopo averci introdotto personaggi e situazioni con la già folgorante stagione 1, la Dunham in questa stagione 2 i personaggi li ha fatti vivere, ha dato loro una scossa, li ha spremuti, ha dato maggiore risalto ad alcune girls (su tutte quella topolona di Marnie/Allison Williams), ha sviluppato meglio anche i personaggi dei boys (Adam sempre più idolo), ci ha regalato un inatteso dolcissimo lieto fine e naturalmente ha raccontato di se stessa. Perché Girls parla di girls, parla di boys, ma parla soprattutto della sua protagonista incontrastata, Lena “Hannah” Dunham.
(voto alla stagione 7,5/10
voto al season finale 8/10)

"Mannaggia Henry, sei ancora vivo! Che dobbiamo fare per liberarci di te?
Chiamare Maga Magò?"
Once Upon a Time
(stagione 2)

C’era una volta. Non ce n’erano due.
Se la prima stagione di Once Upon a Time ha rappresentato una piacevolissima sorpresa, è riuscita a creare un mondo pieno di personaggi e storie intriganti a partire da personaggi e storie delle fiabe che tutti conoscevamo, riproponendole in veste nuova, la seconda l’ha fatto solo in parte. Ha messo dentro troppi personaggi, per poi buttarli via senza grande logica. Molti episodi sono apparsi inoltre come dei semplici riempitivi e l'insieme nel complesso non è riuscito a trovare una sua coerenza come nel primo ciclo di puntate.
Non tutto è comunque stato da buttare: tra le new-entry il Capitan Uncino si è guadagnato fin da subito un posto tra i più cool della serie, e qualche episodio, in particolare quelli con protagonista Regina, sono stati piuttosto validi. Però resta la delusione. Dopo una stagione 1 in grado di costruire tutto un universo, con la seconda gli autori hanno incasinato tutto, non sapendo sempre bene dove andare a parare e non sfruttando a dovere tutte le vicende; il tuffo a New York nel mondo “reale” avrebbe ad esempio potuto regalare spunti molto più ironici e intriganti.
In autunno, insieme alla terza stagione, arriverà anche lo spinoff Once Upon a Time in Wonderland, incentrato su Alice nel Paese delle Meraviglie, e la sensazione è che ormai la serie si stia trasformando in un franchise commerciale da sfruttare il più possibile, a scapito delle idee, come già capitato anche a Glee.
Once Upon a Time ormai ha perso la sua magia, o la vedremo tornare, insieme al promettente annunciato nuovo cattivone? Lo scopriremo prendendo la seconda stella a destra, e poi dritti fino al mattino…
(voto alla stagione 6,5
voto al season finale 6+)

"Che succede? Il capo dell'Initiative Berlusconi
vuole fare un comizio al posto nostro?"
Revenge
(stagione 2)

La vendetta è un piatto che va servito freddo, lo sappiamo, però se è troppo freddo rischia di risultare indigesto. Così come per Once Upon a Time, le stagioni da 22 episodi appaiono eccessivamente lunghe, le idee vengono diluite, ci sono un sacco di episodi inutili, si inseriscono dentro personaggi a casaccio giusto per allungare la brodaglia, mentre la tensione cala e noi spettatori perdiamo interesse. Non sarebbe il caso allora di fare stagioni più brevi, composte da 12/13 puntate come avviene per le serie via cavo? Pensateci, capoccia dei grandi network americani, pensateci.
Dopo una prima stagione parecchio accattivante e ricca di colpi di scena, la seconda di Revenge è apparsa una replica a tratti confusa, a tratti solo di poca presa, in altri tratti semplicemente troppo soapposa. Si sono intravisti personaggi dal buon potenziale, come la mamma di Emily (la sempre ottima Jennifer Jason Leigh), ma non sono stati sfruttati del tutto. Si è vista qualche story-line non male, però poi si è deciso di incasinare il tutto moltiplicando le trame in maniera random e casinista.
La doppia puntata finale, molto tesa e piena di sorprese, ci ha ricordato com’era il Revenge della prima stagione, come sarebbe dovuto essere anche nel corso di tutta la seconda e come spero sia nella terza. Una conclusione molto promettente, una vera V per Vendetta nei confronti delle troppe puntate riempitivo di una stagione così così.
(voto alla stagione 6,5
voto al season finale 7,5)

mercoledì 6 marzo 2013

ED E’ SUBITO SERIAL (KILLER)

Nuovo numero nelle edicole online di Ed è subito serial Magazine, la rivista su serie tv e telefilm più mitica che ci sia. Sarà perché ci collaboro pure io, o sarà che è mitica e basta, fatto sta che quello di marzo è un numero davvero super. Lo so che sono le solite frasi promozionali fatte, però questo numero è davvero una bomba.
Cosa c’è al suo interno?
Di tutto un po’.
Tra gli articoli da me preparati, vi consiglio di non perdervi quello monografico sulla carriera di Kevin Williamson, autore della nuova serie The Following, ma ancor prima paparino di Dawson’s Creek, Scream e non solo…
Pure i miei altri pezzi non sono da sottovalutare. Vi parlo di Les Revenants, serie capolavoro francese, del sottovalutato divertentissimo House of Lies, della sorprendente serie inglese Utopia e non manca poi l’appunto immancabile appunto con la rubrica Gossip Goi.

Finita la parte da egotomane che celebra se stesso, vi dico anche che pure i pezzi firmati dai colleghi sono molto interessanti. Giusto per dirvene alcuni, vi segnalo quelli su: The Following, The Americans, Claire Danes, The Wire, Firefly, Spartacus, Suits, Suburgatory, House of Cards, Buffy, Romanzo Criminale, Once Upon a Time, più la nuova rubrica sulle uscite cinematografiche in cui si parla anche di Hitchcock.
E poi?
Molto altro...


E seguite la rivista anche su Facebook e Twitter.
(il titolo di questo post è stato gentilmente preso in prestito da Federico Vascotto, un altro dei collaboratori del magazine)

sabato 26 gennaio 2013

THE FOLLOWING, ANCHE I SERIAL KILLER HANNO LE GROUPIE

The Following
(stagione 1, episodio pilota)
Rete americana: Fox
Rete italiana: dal 4 febbraio su Premium Crime e Sky Uno
Creata da: Kevin Williamson
Cast: Kevin Bacon, James Purefoy, Natalie Zea, Shawn Ashmore, Nico Tortorella, Annie Parisse, Kyle Catlett, Maggie Grace
Genere: serial thrilla
Se ti piace guarda anche: Il silenzio degli innocenti, Seven, Criminal Minds

Non ci sono solo i film d’autore. Ci sono anche le serie d’autore e The Following è una di queste.
Perché? Chi è che la firma?
Kevin Williamson.
Kevin Williamson in ambito televisivo è noto soprattutto per le sue amate (anche da me, naturalmente) bimbominkiate teen Dawson’s Creek, The Vampire Diaries e The Secret Circle. Chi è cresciuto negli anni ’90 ricorda però bene di come il genere thriller horror non gli sia materia affatto estranea, poiché la firma sulle sceneggiature di So cosa hai fatto e dei primi 2 (e pure del recente quarto) Scream è la sua. La sua specialità è quella di prendere le regole tradizionali del genere e stravolgerle, ironizzandoci su. Con questa sua nuova creatura televisiva Kevin Williamson cerca di dare prova di maturità, abbandonando al loro destino gli amichetti teen che finora tanta fortuna gli avevano portando e facendosi molto serio. Se vogliamo trovare un difetto a questo altrimenti impeccabile pilot di The Following è proprio la mancanza di umorismo, che si intravede appena giusto in un paio di momenti. Un tratto distintivo dello stile di Williamson qui poco presente. Probabilmente una scelta voluta per rendere il tutto più teso possibile.

La trama di The Following, appena partita negli USA e in arrivo dal 4 febbraio pure in Italia, segue la più classica tradizione del thriller sui serial killer. Kevin Bacon, ben calato nella parte, più vicina a Mystic River che a Footloose, è un detective ormai non più operativo. Sarà però richiamato al suo dovere quando il pazzo serial killer che aveva catturato qualche anno prima è fuggito di prigione. Un classico, ve l’ho detto. Così come è da tradizione il serial killer cattivone, Joe Carroll (James Purefoy): un professore di letteratura affascinante, colto e… psicopatico, of course, e che inoltre ha una fissazione maniacale per le opere di Edgar Allan Poe. Un vero personaggio, che in prigione ha un seguito di groupie maggiore di quello che attende Fabrizio Corona.
Niente che non si sia mai visto prima, ma ciò che colpisce è la grande cura nella costruzione non solo nei personaggi principali (quelli secondari sono invece ancora tutti da verificare con i prossimi episodi), ma anche nelle atmosfere, molto da thriller anni ’90, e nei dettagli.

La serie si apre sulle note inquiete di Sweet Dreams versione Marilyn Manson. Non una scelta proprio originale, si tratta infatti di un pezzo già usato parecchio in passato, ma io voglio vederlo come un omaggio di Kevin Williamson a se stesso. In un episodio dalle tinte vagamente horror di Dawson’s Creek era la canzone che risuonava mentre Jen (Michelle Williams), in versione speaker radiofonica, veniva minacciata da uno stalker o qualcosa del genere. Inoltre, subito dopo viene utilizzato il vecchio pezzo dallo stesso titolo “Sweet Dreams” di Patsy Cline, pure questo un brano molto utilizzato, ad esempio in Buffy e Lost, giusto per nominare due serie poco conosciute. Dalla cura in cui sono collegati i pezzi della colonna sonora, si nota subito che il prodotto è ben studiato e niente sembra lasciato al caso.
"Avevo finito i fogli e mi sono scritta sul corpo. E allora?"
E questa è l’analisi soltanto del primo minuto della nuova serie. Forse è meglio se da adesso in poi faccio un’analisi meno specifica, altrimenti viene un post che ci vogliono 3 ore per leggerlo e parla di un pilot della durata di appena 40 minuti. Sto ancora perdendo tempo, il vostro prezioso tempo.
“Cannibal, ti dai una mossa, che c’abbiamo l’acqua sul fuoco e dobbiamo andare a magnà?”
Va bene.

Facciamola breve, o almeno proviamoci: The Following è una serie che i groupie e le groupie dei thriller e dei crime non si possono, non si devono perdere, ma anche i fan più occasionali del genere si possono godere un prodotto davvero ben fatto, perfettamente orchestrato. Se vogliamo proprio fare i pignoli, rispetto a Scream e al Williamson del passato come detto manca il senso dell’umorismo, mentre non manca il gusto di citare e giocare con i generi e con i suoi cliché.

"Oh, ma scrivere sulla carta non va davvero più di moda?"
ATTENZIONE SPOILER
Come in Scream, anche in The Following Kevin Williamson si diverte a prendere i cliché e a ribaltarli: ad esempio pure qui fa fuori la bella dolce fanciulla che pensavamo fosse destinata a essere la protagonista femminile della vicenda. Là era Drew Barrymore, durata appena una manciata di minuti, qua è Maggie Grace di Lost, cui dobbiamo fare ciao ciao prima della fine della puntata pilota.
FINE SPOILER

Se non ci troviamo di fronte quindi a un qualcosa di totalmente nuovo, Kevin Williamson sa però usare al meglio tutti gli elementi del crime e delle storie di serial killer tradizionali, per proporci una serie dagli sviluppi potenzialmente infiniti. Tutto funziona ottimamente, però voglio limitare l’entusiasmo iniziale in attesa di vedere i prossimi episodi. Non vorrei infatti che le ottime premesse fin qui mostrate si smontassero e il serial da visione killer si trasformasse nel solito crime con puntate autoconclusive come già troppi ne circolano in giro. Staremo a vedere.
Certo è che la parte finale dell’episodio pilota, che non sto a svelarvi, presenta un crescendo pauroso, di quelli che ti portano a voler vedere assolutamente cosa capita nella puntata successiva. Così si cattura lo spettatore. Così si fanno le serie. Così si costruisce un notevole seguito di groupie. Bravo Kevin Williamson, vecchio volpone.
(voto 7+/10)


martedì 18 settembre 2012

Guida galattica alle serie tv 2012/2013: le novità


Qualche giorno fa abbiamo visto quali saranno i ritorni più attesi, le serie che già conosciamo e amiamo e che non vediamo l’ora di veder tornare, da Homeland a Once Upon a Time, da The Walking Dead ad American Horror Story. Così come anche quelle che non vediamo l’ora di veder finire. Qualcuno ha detto Gossip Girl?
Vi siete persi il post? Recuperatelo subito QUI.
E dopo i grandi ritorni, è ora la volta delle novità assolute. Gli esordi totali. I telefilm mai visti.
Senza dilungarci oltre, andiamo a scoprire quali sono, a partire dalla top 10 dei telefilm che attendo con maggiore curiosità. Impressioni basate su cast, accenni di trama, immagini, trailer promozionali e qualche pilot visto in giro. Primissime impressioni che possono poi andare a scontrarsi con la realtà: l’anno scorso ad esempio avevo inserito Ringer, Enlightened e Awake tra le serie più attese, e poi queste si sono rivelate le più deludenti, mentre avevo lasciato fuori Homeland e Once Upon a Time, poi rivelatesi autentiche sorprese in positivo.
Da prendere quindi con le molle, ma comunque eccola qui, la top 10 delle novità telefilmiche USA più attese da Pensieri Cannibali.
(tra parentesi la data di inizio delle serie negli Stati Uniti)

10. CHICAGO FIRE (10 ottobre)
Una serie sui pompi… non pensate male. È una serie sui pompieri.
Promette di essere la solita esaltazione dei valori americani e potrebbe piacere sia al pubblico maschile, per il cameratismo e il rapporto bromantico tra i due protagonisti, che a quello femminile, per la presenza dell’ex House Jesse Spencer e soprattutto di Taylor Kinney, il boyfriend on/off di Lady Gaga già visto come lupo mannaro in The Vampire Diaries e pure qua costantemente a torso nudo. Indossare la divisa dei pompieri no, eh?


9. THE MOB DOCTOR (17 settembre)
Un altro medical?
Questi americani, che fantasiosi che sono!
The Mob Doctor propone però una nuova variante: la protagonista è la dottoressa della Mafia. Minghia!
Grey’s Anatomy meets The Sopranos?
Questi americani, troppo fantasiosi, davvero troppo!
Però, chissà?, potrebbe anche funzionare.


8. THE NEW NORMAL (partita il 10 settembre)
Già visto il pilot e… non mi ha convinto molto.
Considerando che è la nuova “creatura” di Ryan Murphy, qui alle prese per la prima volta con una comedy vera e propria, mi aspettavo di più. Invece sembra solo una specie di Modern Family parte seconda.
Già dal secondo episodio, la serie sembra però cominciare a guadagnarsi un’identità più sua e quindi una possibilità si può assolutamente dargliela. Basta solo diventi un po’ meno normal e un po' più new.


7. EMILY OWENS M.D. (16 ottobre)
La figlia di Meryl Streep protagonista di un erede di Grey’s Anatomy o presunto tale.
Mamie Gummer (questo il nome della figlia della Streep) nei panni di ‘sta Emily Owens si rivelerà un’attriciona come la madre (per cui io comunque non è che impazzisca) o sarà odiosa come Meredith Grey?
Mi sa che è più probabile la seconda…

6. BEAUTY AND THE BEAST (11 ottobre)
Sarà il nuovo Once Upon a Time?
Considerando che va su The CW, la rete young americana che negli ultimi tempi non è che ne stia azzeccando molte, non mi farei troppe illusioni perché potrebbe anche trasformarsi nel nuovo Ringer.
Un po’ fantasy, un po’ crime, non è altro che l’ennesima nuova versione della Bella (che è davvero bella anzi figa, Kristin Kreuk ex Lana Lang di Smallville) e la Bestia (che ovviamente è intepretato dal solito figo di turno, altroché Bestia).
Potrebbe rivelarsi una serie Bella, oppure una bestialità.


5. ANIMAL PRACTICE (26 settembre)
Già visto il pilot, super esilarante.
Il protagonista in pratica è una specie di Dr. House però in versione veterinario. E la serie promette di essere il nuovo Scrubs, però sempre in versione veterinaria.
Nella prima puntata, le scenette con gli animali risultano persino simpatiche, il è che è un piccolo miracolo.
Serie comedy più spassosa dell’anno?

4. LAST RESORT (27 settembre)
Una serie militare ambientata in un sottomarino (ma non solo) co-creata dall’autore di The Shield.
Tra complotti politici e una dose assicurata di tensione, Abc potrebbe tenerci incollati allo schermo con questa nuova serie. Oppure farci addormentare?
Ho già visto il pilot ed è bello teso, con un finale che lascia aperti sviluppi quasi lostiani e, se non altro, lascia con la curiosità di continuare a seguirla...


3. HUNTED (19 ottobre)
Spy-drama-action con protagonista la sempre valida Melissa George.
Potrebbe essere il nuovo Alias o il nuovo 24 o semplicemente Hunted e basta?
Ai nostri PC, appena arriveranno i sub ita, l’ardua sentenza…

2. NASHVILLE (10 ottobre)
Incentrata su una vecchia star della musica country alle prese con una nuova stellina alla Taylor Swift, è una serie americana, molto americana, pure troppo?
Potrebbe trasformarsi nella versione telefilmica della (ben poco esaltante) pellicola Country Strong con Gwyneth Paltrow e Leighton Meester. Però questa sembra più interessante e ben fatta e allora speriamo sia più vicina a Crazy Heart con Jeff Bridges, che pure presentava una storia simile. E poi qui ci sono Connie Britton e Hayden Panettiere e quindi almeno un po’ di gnocca per tutti i gusti e per tutte le età è garantita.


1. 666 PARK AVENUE (30 settembre)
Misteriosa serie ambientata in un inquietante condominio di lusso. Brividi horror, intrighi soap, un po’ di sesso, morti ‘mazzati, il numero del Diavolo... sembrano esserci tutte le carte in regola per un diabolico divertimento telefilmico.
In più, un cast molto variegato: Terry O’Quinn (il platà Locke di Lost), la sexy bionda Rachael Taylor (L’ora nera, Grey’s Anatomy), l’incognita Robert Buckley da One Tree Hill e Vanessa Williams (Ugly Betty, Desperate Housewives).
Difficile sia un capolavoro assoluto, nessuna delle nuove serie autunnali sembra avere le carte in regola per esserlo, ma spero di sbagliarmi, però potrebbe creare una notevole dipendenza.
Possibile cult trash dell’anno.

E POI ARRIVANO ANCHE…

VEGAS (25 settembre)
Il cast certo non mi sconvolge. Michael Chiklis non lo reggo molto e poi, dopo The Shield, è precipitato nella pessima No Ordinary Family, quindi la “Cosa” non è certo una garanzia di qualità. Dennis Quaid, poi, lui è proprio garanzia di schifezza, negli ultimi tempi. Quasi ai livelli di Nicolas Cage.
La presenza di Trinity, al secolo Carrie-Anne Moss, e l’ambientazione anni ’60 potrebbero però regalare qualche sorpresa in positivo.
Manco fosse una giocata rischiosa in un casinò, Vegas è la grande incognita dell’annata.


THE NEIGHBORS (26 settembre)
Una famiglia si trasferisce in un nuovo quartiere, sperando di avere dei vicini normali e trovandosi invece di fronte degli… alieni.Ma poteva andar loro ancora peggio, tipo avere come vicini dei fanatici religiosi o delle impiccione come le desperate housewives…
Una comedy che rischia di essere solo cariiina, o forse qualcosa di più?

MADE IN JERSEY (28 settembre)
Jersey Shore in versione serie televisiva?
Un’idea talmente stramba che potrebbe funzionare.
Purtroppo non è proprio così… la storia è infatti quella di una tizia che dal Jersey si trasferisce a New York per fare l’avvocato.
E allora potrebbe essere un Jersey Shore meets Ally McBeal, o qualcosa del genere, e la sua riuscita potrebbe dipendere molto dal carisma, tutto da verificare, della protagonista, l'emergente Jessica Blank.
Nel cast c’è anche Kyle MacLachlan, l’agente speciale Dale Cooper di Twin Peaks, qui alle prese con una giovane avvocatessa tamarra. Sarà anche sopravvissuto a Bob, ma contro di lei ce la farà?

COPPER (19 agosto)
Serie ambientata a fine ‘800 molto Gangs of New York prodotta da BBC America. Non mi intriga il genere, ma ho dato un’occhiata al pilot e non è niente male. Se vi piace l’idea di un'ambientazione retrò vagamente western inserita in un contesto crime, l’adorerete.


BEN AND KATE (25 settembre)
Comedy targata Fox. Ha un taglio indie alla New Girl che potrebbe renderla la rivelazione comica dell’anno. Oppure no.

THE MINDY PROJECT (25 settembre)
La protagonista è una dottoressa 30enne e qualcosa appassionata di pellicole romantiche. Niente di nuovo sotto il sole, è una solita comedy con qualche venatura di Grey's e Sex and the City, almeno stando al poco esaltante pilot. Se non altro, però, non ha niente a che vedere con The Blair Witch Project.

THE INBETWEENERS US (20 agosto)
Versione a stelle e strisce di The Inbetweeners, serie teen UK non eccezionale che è diventato pure un film, anch’esso non eccezionale, Finalmente maggiorenni. Se già l’adattamento ammerecano di Skins era fallito, le possibilità che questo riesca sono al lumicino.

GUYS WITH KIDS (10 settembre)
Ennesima sitcom old-style che avrebbe potuto funzionare negli anni ’90 però mo’ basta.
Ancora risate registrate? Come on, siamo nel 2012.

MALIBU COUNTRY (2 novembre)
Sitcom con protagonista la regina del country Reba McEntire. Considerando come questa possa essere la grande stagione del country (si veda anche Nashville), negli USA potrebbe persino funzionare. Qui in Italia ne possiamo fare anche a meno.

GO ON (11 settembre)
Il veterano tv Matthew Perry ci riprova: dopo il super successo Friends, dopo il sorkiniano Studio 60 on the Sunset Strip, dopo il fallimentare Mr. Sunshine, va avanti con Go On. Comedy esistenzialista su un uomo che deve superare la morte della moglie, dal fortissimo sapore di americanata in arrivo. Ho visto il pilot e, per quanto caruccio, non sembra certo presagire una serie di quelle imperdibili...

PARTNERS (24 settembre)
Sitcom tradizionalissima su due amici che vivono insieme: uno etero e l’altro gay. Se vi viene in mente Will & Grace misto a Friends, mi sa che ci siete vicini. Peccato che gli anni ’90 siano finiti da un bel pezzo e quindi questo tipo di show oggi possa risultare un filino superato.
Nel cast ci sono Sophia Bush (One Tree Hill), David Krumholtz (Numb3rs), Michael Urie (Ugly Betty) e Brandon Routh (di recente pessimo Superman e pessimo Dylan Dog).


POSSIBILI, anzi PROBABILI CIOFECHE

REVOLUTION (17 settembre)
Ho già visto il pilot. Vorrebbe essere il nuovo Lost, ma si accontenterebbe pure di essere il nuovo FlashForward.
Invece è il nuovo… Terra Nova. Leggasi: ciofeca assicurata al 99,9999999%.

ELEMENTARY (27 settembre)
Visto il pilot.
Jonny Lee Miller novello Sherlock Holmes che più che il vecchio Sherlock sembra il nuovo Dr. House.
Solo, molto meno divertente.
Lucy Liu novella Watson…
What???
Sì, avete capito bene. Lucy Liu qui ha la parte di Watson. Cosa c’entri una donna asiatica con un gentleman inglese, la CBS ce lo deve ancora spiegare. Praticamente, hanno preso il marchio di Sherlock e hanno fatto la tipica serie crime senza infamia e senza lode.
Se non siete proprio patiti ma patiti patiti del genere, sapete cosa potete fare?
Girare al largo. Elementare, Watson. O meglio: elementare, Lucy Liu.

ARROW (10 ottobre)
I supereroi ritornano sul canale giovane (seee, magari ‘na volta) The CW. Sarà mica il nuovo Smallville?
L’ho già detto comunque che a me i supereroi hanno strafracassato i maroni?
Almeno un milione di volte?
Bene, allora ormai mi sono stufato pure di ripetere che odio i supereroi e tutto ciò che ha a che fare con loro.


IN ARRIVO DALL’INGHILTERRA

GOOD COP (partita il 30 agosto)
Poliziottesco UK con Stephen Graham.
Promette di essere molto teso e perfido. Pay attention to this one.

ACCUSED (stagione 2, partita il 14 agosto)
Legal drama molto particolare, con una seconda stagione indipendente dalla prima (almeno credo) e un super cast: Sean Bean (Game of Thrones), Robert Sheehan (Misfits), Stephen Graham (This Is England), Joe Dempsie (Skins, The Fades) e Olivia Colman (Tyrannosaur).

THE SECRET OF CRICKLEY HALL (29 ottobre)
Una casa infestata dai fantasmi e ragazzini inquietanti, ovvero British Gothic.

CALL THE MIDWIFE (già andata in UK, arriva pure negli USA il 30 settembre)
Hanno fatto serie su tutte le professioni immaginabili e non. Ora è arrivato il turno pure di una serie dedicata alle ostetriche, perdipiù nella Londra anni ’50. Una produzione BBC One che potrebbe piacere sia ai patiti del made in UK vecchio stile, che ai patiti del vintage alla Mad Men. Maybe.

MOONE BOY (partita il 14 settembre)
Serie comedy semi-autobiografica creata e interpretata dal simpatico Chris O’Dowd di The IT Crowd. Protagonista: un ragazzino che parla con un amico immaginario. Potrebbe essere una sorta di Wilfred, solo con Chris O’Dowd al posto del cane…


HUNDERBY (partita il 27 agosto)
Per i fan dei period drama, ecco una sorta di risposta folle e comedy a Downton Abbey…

RIPPER STREET (autunno/inverno)
Serie crime ambientata a fine ‘800, a caccia di Jack lo squartatore.
In pratica, la versione serie tv britannica del film From Hell con Johnny Depp.

MR. SELFRIDGE (autunno/inverno)
Altro giro, altra serie retrò, ambientata nella Londra di inizio ‘900.

E NEL 2013 ARRIVERANNO ANCHE…

THE FOLLOWING
Kevin Bacon approda su Fox, con una serie creata dal grande Kevin Williamson, che dopo le esperienze di Dawson’s Creek, Scream, The Vampire Diaries e The Secret Circle fa il salto nel vuoto in una serie non teen e non fantasy, su un agente FBI a caccia di serial killer. Se non si rivelerà la solita minestra crime, sembra molto promettente.

THE CARRIE DIARIES
La serie prequel di Sex and the City.
Non ho mai amato Sex and the City, però questa versione teen ambientata negli anni ’80 potrebbe essere il degno erede trash del Gossip Girl dei primi tempi. Sperando non diventi l’erede del tragico Gossip Girl degli ultimi tempi.
La serie dovrà però spiegarci come AnnaSophia Robb (Un ponte per Terabithia) nei panni di Carrie Bradshaw possa essere cresciuta davvero male ed essersi misteriosamente trasformata in Sarah Jessica Parker…


MASTERS OF SEX
Serie di Showtime (Homeland, Dexter…) con Michael Sheen e Lizzy Caplan ispirato alla vita di William Masters e Virginia Johnson, due ricercatori sessuali di fine Ottocento. Dopo Sex and the City e dopo il prequel di Sex and the City, ecco Sex and the History?

RAY DONOVAN
Ancora Showtime, altro cast ricchissimo: Liev Schreiber, Eddie Marsan, Katherine Moennig (The L Word), Austin Nichols (One Tree Hill), Jon Voight… Protagonista è un esperto nel far sparire i problemi ai ricchi e famosi di Los Angeles. Serie super glamorous del 2013?

THE AMERICANS
Dopo essere stata la Felicity della prima omonima storica serie uscita dalla testolina di J.J. Abrams, la riccioluta Keri Russell ritorna sul piccolo schermo questa volta con tanto di capello liscio. Perché vi aggiorno sullo stato dei capelli della protagonista? Perché sulla misteriosa serie si sa ancora ben poco, giusto che sarà incentrata su delle spie russe negli Stati Uniti degli anni ’80. Alias ai tempi della Guerra Fredda?

PEAKY BLINDERS
Gangster story ambientata nel 1919 con protagonista Cillian Murphy.
La risposta British a Boarwalk Empire?


RED WIDOW
Serie creata da Melissa Rosenberg, sceneggiatrice di Dexter ma pure di Twilight, con protagonista Radha Mitchell nelle vesti di una casalinga che alla morte del marito criminale dovrà proseguirne le sue malavitose attività… Si farà prendere un tantinello la mano come il protagonista di Breaking Bad?

HANNIBAL
Mads Mikkelsen, il protagonista del film soporifero per eccellenza, Valhalla Rising, nei panni di Hannibal the Cannibal Lecter? Un bell’azzardo, staremo a vedere cosa ne uscirà da questo ennesimo recupero del personaggio cannibale per eccellenza…

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