Termina qui la Darren Aronofsky week, anche perché 5 film ha fatto e non è che possa inventarmene degli altri.
Se proprio ci tenete potete comunque recuperare le altre tappe del trip mentale:
Il cigno nero
(USA 2010)
Titolo originale: Black Swan
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Andres Heinz, Mark Heyman, John McLaughlin
Cast: Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Barbara Hershey, Winona Ryder, Ksenia Solo, Benjamin Millepied, Christopher Gartin, Sebastian Stan, Janet Montgomery, Kristina Anapau, Mark Margolis
Genere: questa è la follia
Se ti piace guarda anche: Mulholland Drive, Suspiria, Donnie Darko, Eyes Wide Shut, The Company
Non si può dire che abbia messo d’accordo proprio tutti. Darren Aronofsky non è uno di quelli che può piacere a chiunque e infatti anche Il cigno nero, come e ancor di più dei suoi predecessori, è passato attraverso esaltazioni e stroncature entrambe nettissime. Però a questo giro, nonostante una produzione che credeva nel progetto tanto quanto io credo che la Juve possa ancora vincere lo scudetto, ha centrato il suo primo grande successo al botteghino ed è stato pure preso in considerazione dall’Academy. Un miracolo in cui ha avuto una mano da una Natalie Portman estrema (e psicopatica) come non mai.
Negli ultimi giorni è uscita una polemica circa il reale impegno a livello danzereccio della protagonista. La ballerina controfigura Sarah Lane ha infatti affermato di aver fatto ben il 95% delle scene di danze che si vedono poi nel montaggio finale del film, mentre Darren Aronofsky, Mila Kunis e il fidanzato ballerino di Natalie Benjamin Millepied hanno affermato che è stata lei a fare l’80% dei numeri in tutù. Qualunque sia la verità, la forza della sua interpretazione sta in ben altro e comunque questa controversia appare più che mai nello spirito del film: una lotta tra ballerine con Natalie impegnata contro il suo doppio. Abbastanza materiale per girarne un sequel.
Quanto al film, ho decantato le gesta della ballerina Nina e del capolavoro supremo Il cigno nero già a tempo della mio post-recensione. In questa sede, inquadrandolo all’interno del percorso personale del regista, posso aggiungere di come questa pellicola riesca a prendere le tendenze migliori del cinema di Aronofsky mostrate finora e a inserirle tutte dentro una storia sola: un viaggio mentale intricato ma non quanto il teorema del delirio o The Fountain, e una fisicità presa dall’esperienza di The Wrestler e Requiem for a Dream trasportata però attraverso la grazia e il passo di danza di un regista trasformatosi ormai in ballerino. E anche in un cigno (rigorosamente nero).
(voto 10)
Accoglienza: un incredibile successo di pubblico dovuto al passaparola più che a strategie di marketing che l’ha fatto diventare il film sulla danza dal maggiore incasso nella storia del cinema americano (senza contare l’inflazione, ha superato persino La febbre del sabato sera, Dirty Dancing, Flashdance e Save the last dance). La pellicola ha consacrato definitivamente Natalie Portman premiata con l’Oscar 2011 di miglior attrice (il film ha avuto anche altre 4 nomination), ma ha diviso la critica tra pro e contro. A Venezia Tarantino presidente di Giuria ha preferito premiare Somewhere, film valido ma il buon Quentin ha confermato quanto i suoi gusti siano spesso discutibili in fatto di film. Quanto a donne invece ne capisce, visto che ha assegnato il premio Mastroianni di miglior giovane alla strepitosa Mila Kunis.
Box-office USA: $ 106 milioni
E adesso? Quale sarà il prossimo progetto di Darren Aronofsky? Ancora non si sa, quello che vi posso dire è cosa NON farà: il regista ha infatti abbandonato il progetto di Wolverine perché le riprese lo avrebbero tenuto lontano troppo a lungo dal figlioletto (che paparino tenero, chi l’avrebbe mai detto?) e io ringrazio il cielo perché non ho mai sopportato né il personaggio né Hugh Jackman, inoltre l’idea di un Aronofsky impegnato in un blockbusterone sui supereroi da buon radical-chic mi disturbava alquanto. Certo, Christopher Nolan ha fatto cose egrege con Batman. Ma con Batman, non con l’X-Man mani di forbice.