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lunedì 23 febbraio 2015

OSCAR 2015: IL VOLO DI BIRDMAN





Per la prima volta nella storia di questo blog, posso dire che l'Academy ha fatto delle scelte giuste!
Quest'anno agli Oscar ha davvero vinto il film dell'anno. O se non altro il mio preferito, cosa che non capitava dal lontano 2000 con American Beauty, solo che allora Pensieri Cannibali non esisteva ancora.
Birdman ha vinto 4 Oscar: miglior pellicola dell'anno, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior fotografia. Quattro premi sacrosanti che non mi sarei mai aspettato. Per una volta non ha vinto il film evento o il caso mediatico o il lavoro di impegno politico, sociale o storico. Ha vinto una pellicola girata da Dio che non è solo un mero sfoggio di tecnica cinematografica sopraffina, ma anche un film pieno di cuore e con dentro tutta la magia del cinema. Basta vedere l'ultima scena.
Sono allora contento di aver sbagliato le mie predizioni riguardanti Birdman, mentre le altre bene o male le ho azzeccate abbastanza. Alla fine ho preso 13 pronostici su 21, un po' meno rispetto al mio solito. Io comunque ieri l'avevo detto che avrebbe vinto Il Volo e chi è che vola se non un uomo uccello?
Se il trionfo di Birdman è stato per me inaspettato quanto gradito, devo dire che anche gli altri premi sono stati piuttosto azzeccati, o comunque non ci sono state scelte troppo scandalose.
Quella robetta di American Sniper se n'è tornato a casuccia sua con le pive nel sacco e un solo Oscar vinto, quello per il montaggio sonoro, ovvero un premio minore persino all'interno dei premi minori, mentre Grand Budapest Hotel ha giustamente vinto nelle categorie tecniche, tra cui l'Oscar per i migliori costumi andato alla nostra fenomena Milena Canonero. Molto bene anche i tre premi finiti al film rivelazione dell'anno Whiplash, che conferma il dominio del cinema indie su quello mainstream, e quello per il miglior attore al sorprendente Eddie Redmayne di La teoria del tutto.
Qualcosina qua e là ovviamente l'avrei cambiata, ma va bene, va benissimo così.
Quest'anno non mi posso davvero lamentare. E nemmeno questo signore genio qui sotto, che ieri notte ha davvero uccellato tutti.

domenica 22 febbraio 2015

NOTTE DEGLI OSCAR 2015: PREVISIONI E PREFERITI





In esclusiva per Pensieri Cannibali, vi posso svelare chi questa notte vincerà alla notte degli Oscar: Il Volo.
Oddio no. Spero che almeno a Los Angeles non vada a finire come a Sanremo, anche se ho un cattivo presagio: contro tutti i pronostici della vigilia, il pessimo American Sniper potrebbe spuntarla e aggiudicarsi la statuetta di miglior film. Per quanto mi riguarda sarebbe un vero incubo, ma ho l'impressione che le cose possano andare proprio così.
Al di là di questa sinistra sensazione, ecco tutte le previsioni e i preferiti di Pensieri Cannibali, che arriva alla serata di premiazione condotta da Neil Patrick Harris piuttosto preparato, dopo aver visto tutte e 8 le pellicole nominate nella categoria di miglior film dell'anno. Per quanto riguarda le altre sezioni invece mi mancano alcune visioni, come Wild, e sul film straniero sono messo maluccio, ma va beh ou! Non si può mica vedere tutto.
Disse uno che si è visto tutte e 5 le serate del Festival di Sanremo e infatti è quasi finito all'ospedale ricoverato insieme a Raf.


giovedì 15 gennaio 2015

NOMINATION AGLI OSCAR 2015: TANTE CONFERME E QUALCHE (BRUTTA) SORPRESA





Sono da poco state annunciate le nomination agli Oscar 2015. Le sorprese non sono tante, ma qualcuna c'è. Più negativa che positiva, a dirla tutta.
La corsa per la statuetta più ambita, quella per la miglior pellicola, sembra una gara tra Boyhood, il favoritissimo, e Birdman. Possibili outsider Grand Budapest Hotel, The Imitation Game e American Sniper. Più fuori dai giochi è finito Selma che è sì tra gli 8 che si contenderanno l'Oscar di miglior film, ma è stato ignorato in molte altre categorie. Le sue possibilità di essere tra i protagonisti della serata sembrano quindi compromesse.
La rivelazione assoluta è invece Whiplash, pellicola indie trionfatrice all'ultimo Sundance Festival, che si è preso 5 nominations tra cui quella per la migliore pellicola.
Una delle scelte più inaspettate è arrivata nella categoria dei migliori film d'animazione, dove il sopravvalutato The Lego Movie, che già si pregustava la vittoria, non è stato manco nominato. Finalmente posso dirlo io: questo sì che è meraviglioso!
Altra assenza di lusso: niente David Fincher tra i registi e sottovalutatissimo in generale L'amore bugiardo, che si è portato a casa giusto la nomina per Rosamund Pike mentre è stato snobbato, oltre che per la regia, anche per la fotografia, il montaggio e la colonna sonora.
Parecchio inaspettata pure l'assenza di Amy Adams, vincitrice ai Golden Globe, qui agli Oscar rimasta fuori dalla cinquina delle migliori attrici protagoniste. Big Eyes d'altra parte è stato ignorato del tutto, persino nella categoria di miglior canzone dove Lana Del Rey purtroppo non è stata inserita in nomination. Vergognosa poi la mancata candidatura di Jake Gyllenhaal, fenomenale protagonista di Lo sciacallo. Hanno avuto il coraggio di tenerlo fuori, ebbene sì. Parziale consolazione: Lo sciacallo se non altro si è preso la nomination per la migliore sceneggiatura originale.
Nella categoria delle attrici non protagoniste sorprende l'inclusione di Laura Dern per Wild, mentre è generosissima quella per la Keira Knightley tutt'altro che esaltante vista in The Imitation Game. Nessuna traccia purtroppo di Jessica Chastain, mentre non manca l'onnipresente Meryl Streep alla sua 19esima nomination. Che noia!
Per gli attori non protagonisti invece quelli degli Oscar hanno fatto un copia/incolla di quelli dei Golden Globe, quindi non ci sono sorprese.
Tra le poche candidature inaspettate per cui sono particolarmente felice ci sono quelle a Marion Cotillard per Due giorni, una notte, quella alla splendida fotografia del film polacco Ida, che concorrerà anche tra le migliori pellicole straniere, e quella a “Lost Stars” del film Tutto può cambiare tra le migliori canzoni.

Chiudiamo con un po' di numeri: Birdman e Grand Budapest Hotel dominano con 9 nomination, seguiti da The Imitation Game che ne ha prese 8. Sono invece “solo” 6 quelle per Boyhood, che comunque resta il favorito principale nella categoria di miglior film.
Nel frattempo il compositore francese Alexandre Desplat si è preso ben 2 candidature da solo nella categoria dedicata alle colonne sonore. Per l'Italia segnalo infine la candidatura per i migliori costumi di Grand Budapest Hotel della nostra Milena Canonero.
Gli Oscar verranno consegnati il prossimo 22 febbraio e prima di allora ci sarà ancora tempo di commentare le varie (discutibili) scelte dell'Academy. Io intanto resto ancora sconcertato per l'assenza di Jake Gyllenhaal, ma comunque per il momento è tutto...

Ah no, eccovi l'elencone completo delle nomination.

lunedì 12 gennaio 2015

GOLDEN GLOBE 2015: VINCITORI, VINTI E RED PORCHET





Oh, andiamo un po' a vedere quanti premi si è portato a casa True Detective ai Golden Globe 2015. La serie crime è stata incoronata come prodotto televisivo dell'anno da un sacco di gente, compresi Pensieri Cannibali, i lettori cannibali, una miriade di riviste e siti, persino il mio blog rivale WhiteRussian e molti altri. Praticamente tutti. E allora contiamoli, questi premi...
Aveva 4 nomination, però considerando che Matthew McConaughey e Woody Harrelson erano candidati nella stessa categoria, poteva vincere al massimo 3 Globes. Quindi se ne è portati a casa 3?
No dai, solo 2 che Michelle Monaghan tra le migliori attrici non protagoniste non era quotatissima...
Nemmeno?
Almeno un premio se lo sarà aggiudicato?
Zero?
True Detective non si è portato a casa manco un premio?
Proprio così. Fargo ha abbattuto True Detective e Billy Bob Thornton ha sconfitto Matthew + Woody.
Per carità, Fargo è un prodotto di qualità, però si tratta “solo” di un bel filmone diviso in 10 puntate. True Detective invece è una serie epocale di cui si parlerà ancora tra 25 anni, al pari o quasi di Twin Peaks, che nel 1990 si era invece portata a casa 3 Golden Globes.
Nelle categorie televisive per fortuna sono arrivate, almeno per me, anche delle belle soddisfazioni, come i due premi ciascuna a due delle serie rivelazione dell'anno: The Affair e Transparent.

Tra i premi ai film le cose sono andate invece in maniera più prevedibile, a parte per il sito de La Repubblica che dava per favoriti Selma e Birdman, ma dovrebbe seguire di più i pronostici di Pensieri Cannibali che avevano previsto (quasi) tutto. C'è stato allora il trionfo di Boyhood, che ha preso 3 premi, e la vittoria come miglior pellicola comedy di Grand Budapest Hotel, mentre Birdman si è potuto consolare con i premi all'attore protagonista Michael Keaton e alla sceneggiatura.

Sul palco in molti hanno ricordato la strage di Parigi unendosi al coro: “Je suis Charlie”, tra cui anche George Clooney che si è portato a casa il premio Cecil B. DeMille, ovvero il Golden Globe alla carriera e non “un importante riconoscimento che attesta il suo impegno nel campo umanitario” come scritto su La Repubblica. Ma chi si occupa di cinema sul loro sito? Assumetemi me che fate una figura migliore, e che ca##o!

Vediamo adesso i commenti veloci a tutti i vari premi, con le mie previsioni che si sono rivelate piuttosto azzeccate. Ne ho prese 9 su 14 nelle categorie cinematografiche e 6 su 11 in quelle televisive. Forse soltanto Patricia Arquette ai tempi della serie Medium avrebbe potuto fare di meglio.
Subito dopo passiamo poi a dare un'occhiata al sempre gustoso red porchet dell'evento.


domenica 11 gennaio 2015

GOLDEN GLOBE 2015: CHI VINCERÀ E CHI MERITA DI VINCERE?





Questa notte si terranno i Golden Globe 2015. Mi rendo conto che non sono un evento importante quanto gli Oscarrafoni o gli Scemmy Awards di Pensieri Cannibali, però godono comunque di un certo prestigio. La cosa più figa dei Globes è quella di premiare non solo i film, ma pure le serie tv. Il classico caso di due piccioni con una fava.
Vediamo allora chi potrebbe vincere stasera e chi invece se lo meriterebbe, attraverso le previsioni e le preferenze di Pensieri Cannibali in ogni categoria.
Considerando che diverse pellicole nominate ancora non le ho viste (come Birdman, Selma, The Imitation Game, Foxcatcher e Still Alice), si tratta di giudizi parziali, per non dire casuali, che potrebbero cambiare e di molto in futuro. Trattandosi comunque di un giochino, prendiamolo per quello che è. Let's play.


lunedì 29 dicembre 2014

I QUASI MIGLIORI FILM DEL 2014 (ALMENO SECONDO PENSIERI CANNIBALI)





La classifica di Pensieri Cannibali più attesa dell'anno è arrivata.
Va beh, la più attesa giusto dopo quella delle gnocche.
Quali sono stati i film dell'anno secondo questo blog?
Un'altra domanda: questa premessa la leggerà qualcuno, oppure se scrivessi ZHSREJIDSXJ ewfoghgppuhfiupRGJPRòJIREGSSJGPJGGRJRKRLGJSHGRfrpghihgrlgnrejlqagkglkerkhgelrjgjgrkegrògjgrròojgp4grehjptehphjoethpjhitphjitpthijhipeUREOGNUQSPFJGPEHJOJJSAADFDSAZZOGJTIKHTIfrgjphtttttttttttttttttttjòsèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèlddfiiiiiiiiiiiiiiiiiiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhh
nessuno ci farebbe caso?

Penso la seconda, perché so già che sarete corsi tutti a scorrere le posizioni della lista. Prima di scoprire la Top 10 vi tocca però pazientare ancora un poco, perché oggi vanno in onda i piazzamenti dalla 20 alla 11.
Occhio che a tenervi compagnia ci sono anche i poster delle pellicole personalizzati da Pensieri Cannibali.


lunedì 9 giugno 2014

GRAND BUDAPEST MATRIOSKA




Correva l’anno 2014. Sì, lo ricordo bene. Era appena uscito il mio ultimo film, Grand Budapest Hotel. Ne ero molto fiero perché rappresentava bene tutto il mio cinema, il mio intero stile racchiuso in un’opera sola. Con un po’ di timore, all’epoca andai a cercare alcuni commenti in rete. Tra di essi ve n’erano molti positivi, alcuni entusiastici, ma ce n’era uno che mi lasciò piuttosto perplesso. Il sito lo ricordo perché aveva un nome molto particolare, si chiamava Pensieri Cannibali. Cannibal Thoughts. WTF? All’epoca uscivo con una studentessa universitaria italiana e, per migliorare la mia conoscenza della lingua, cercavo recensioni delle mie pellicole scritte in quello strano idioma. Non capivo ogni singola parola, però comprendevo il senso generale. Nella sua recensione l’autore del blog, un certo Cannibal Kid, apprezzava il mio Grand Budapest Hotel, ma allo stesso tempo lo considerava un lavoro incompiuto. Ricordo che commentai il post scrivendo: “Non dire stronzate, ragazzo cannibale. Questo è il mio film più bellissimo!”.
Lui rispose: “Ma impara l’italiano, Wes Anderson!”
E io contro ribattei dicendo: “Un giorno lo farò, stronzetto, un giorno lo farò!”
In quel periodo mi trasferii in Italia, cominciai a girare lì i miei film, abbandonai i miei soliti affezionati attori feticcio come Bill Murray, Adrien Brody, Tilda Swinton, Jason Schwartzman, Owen Wilson e gli altri e scoprii nuovi straordinari attori locali come Gabriel Garko, Francesco Arca, Elisabetta Canalis. Mi misi anche a collaborare con grandi intellettuali italiani come i fratelli Vanzina ma, chissà perché, da allora la critica internazionale mi voltò le spalle. Tutti, tranne Cannibal Kid. Dopo quel nostro acceso primo scontro verbale, diventammo grandi amici e lo siamo tutt'ora. Adesso allora mi è venuta la curiosità di andare a recuperare la sua vecchia recensione su Pensieri Cannibali del mio Grand Budapest Hotel. Chissà, magari non aveva poi tutti i torti...

Grand Budapest Hotel
(USA, Germania 2014)
Titolo originale: The Grand Budapest Hotel
Regia: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson
Ispirato ai lavori di: Stefan Zweig
Cast: Ralph Fiennes, Tony Revolori, Saoirse Ronan, Tom Wilkinson, Jude Law, F. Murray Abraham, Adrien Brody, Willem Dafoe, Mathieu Amalric, Tilda Swinton, Harvey Keitel, Jeff Goldblum, Léa Seydoux, Jason Schwartzman, Owen Wilson, Bob Balaman, Fisher Stevens, Giselda Volodi
Genere: wesandersoniano
Se ti piace guarda anche: Fantastic Mr. Fox, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, I Tenenbaum

Grand figlio di buona donna, Wes Anderson. I suoi film sono sempre dei dolcetti deliziosi, ma dal gusto spesso dolceamaro. Dei dolcetti che vanno scartati con cura, come nel caso di Grand Budapest Hotel, un film stratificato, costruito con una cura mostruosa, con un’attenzione a ogni più piccolo dettaglio pazzesca. Riguardo a quest’ultima pellicola, ho sentito soprattutto due tipi di pareri: i primi sono quelli degli hipster del tutto esaltati come questa.


E poi ci sono quelli più tiepidi, che parlano invece di sterile esercizio di stile. A me le vie di mezzo non piacciono, però per una volta devo schierarmi nel partito dei dannati moderati. La verità, almeno in questo caso, forse sta davvero nel mezzo.
Da una parte, Grand Budapest Hotel è un film diretto alla grande. Wes Anderson raggiunge qui una fluidità di movimenti della macchina da presa, e anche della narrazione, come mai prima d’ora. A livello estetico, il soggiorno in questo hotel è davvero un piacere per gli occhi. Un incanto continuo, ricco di trovate registiche come l'alternarsi del formato in 16:9 con quello in 4:3. Anche in quanto a sceneggiatura, Wes Anderson tira fuori dei lampi di genio, delle chicche notevoli, dei momenti spassosi. Grand Budapest Hotel è un inno alla narrazione, a partire dalla sua struttura a scatole cinesi, ma vista l’ambientazione esteuropea è meglio dire in stile matrioska, di racconto nel racconto nel racconto nel racconto.

Dall’altra parte Grand Budapest Hotel è un film volutamente monco, diviso in 5 capitoli che sarebbero dovuti essere 6. Manca quello dedicato ad Agatha, il personaggio di Saoirse Ronan. Il narratore, il Lobby Boy dell'hotel ormai cresciuto, decide di troncare quasi del tutto quella parte del racconto, una pagina ancora troppo dolorosa della sua vita. Si ha così la sensazione che manchi qualcosa, qualcosa di fondamentale, che sarebbe stato capace di trasformare la pellicola da splendida esperienza estetica, a visione anche davvero emozionante. Grand Budapest Hotel è un film matrioska che rivela poco a poco i suoi strati, ma alla fine decide di non mostrarci l’ultimo. Il cuore.

Grazie al suo senso dell’umorismo particolare, e qui più incisivo e nero del solito, Wes Anderson ci regala un’ottima macchina da intrattenimento a metà strada tra commedia e thriller. L’impressione è però quella di un film che parla più al cervello che al cuore. Impressione confermata dai molti riferimenti più o meno ricercati, dalle comedy slapstick de ‘na vorta al cinema muto, dalle vaghe implicazioni politiche fino alla dedica finale a Stefan Zweig, come viene ben spiegato in questo post del blog La balena bianca:

A sciogliere i nostri dubbi, ecco che giunge la dedica finale: a Stefan Zweig.
Tutto all’improvviso si fa chiaro, semplice, quasi commovente. Un’opera così cesellata, dalla finezza e dalle atmosfere mitteleuropee, non poteva che rifarsi a questo romanziere di inizio novecento, troppo rapidamente dimenticato dopo la sua tragica morte. Caso eccezionale quello dello scrittore austriaco, autore prolifico e dal successo mondiale (le sue opere vennero tradotte in cinquanta lingue), egli può essere considerato il primo autore di bestseller dell’età contemporanea, le avventure da lui descritte spaziavano dai viaggi in terre esotiche ai drammi più sottilmente psicologici, e i suoi protagonisti, come ci ricorda Silvia Montis nell’introduzione a una delle sue raccolte, erano “eroi involontari a confronto con un interrogativo epocale, sui quali si è abbattuto il pesante sigillo della Storia”, proprio come i due protagonisti di Grand Budapest Hotel, semplici inservienti nella bufera dei mutamenti geopolitici. Ma la vicinanza di Anderson allo scrittore austriaco è ben più profonda, di natura stilistica; assistiamo infatti a un evento sensazionale: la traduzione perfetta di un linguaggio letterario nel suo omologo cinematografico. Perché se i film di Anderson appaiono come giochi dal meccanismo perfetto, essenziali e impreziositi dalla cura del dettaglio, sempre la Montis ci ricorda che Zweig era “un cultore della rinuncia, dell’editing a levare anziché a irrobustire, del dettaglio fatale nascosto in un umile aggettivo anziché esplorato in un passaggio auto compiaciuto. Distillava, tagliava, asciugava: il movimento era sempre mirato. Il racconto, un congegno a orologeria”.
Wes Anderson, dunque, con questa dedica, svela molto più di quanto si possa pensare. L’opera di Zweig non è una semplice ispirazione, ma un modello di poetica e di intenti, quasi il regista americano volesse seguire persino la stessa sorte dell’autore austriaco, spazzato via dalla storia della letteratura contemporanea, colpevole di intransigenza formale.

Quanto a me, come detto sto nel mezzo. Lunga da me accusare Wes Anderson di intransigenza formale, devo ammettere che nel caso di Grand Budapest Hotel è la forma ad avermi colpito di più rispetto ai contenuti. Sarà perché io in generale sono un fan della forma (e soprattutto delle forme).
Nonostante qualche lampo di umanità, i personaggi che popolano il Grand Budapest Hotel e i suoi dintorni non riescono a trasformarsi del tutto in persone in carne e ossa, come invece capitava nel precedente stupendo e quello sì davvero toccante film del regista Moonrise Kingdom. Ma probabilmente è solo colpa mia. Avrei voluto meno Ralph Fiennes, attore che continuo a non sopportare, e più Saoirse Ronan! È quasi come se Wes Anderson in fase di montaggio avesse fatto il Terrence Malick della situazione e avesse sforbiciato di brutto il suo personaggio. Quello che avrebbe potuto regalare più emozioni a un film che invece resta una visione molto da Est Europa. Un’affascinante quanto fredda matrioska.
(voto 7,5/10)

Questo era quanto diceva Cannibal Kid su Pensieri Cannibali nell’ormai lontano 2014. Ora che parlo perfettamente l’italiano, ho capito fino in fondo l’intero contenuto del post. La mia impressione rispetto ad allora però non è cambiata e la ribadisco ancora una volta: “Non dire stronzate, ragazzo cannibale. Questo è il mio film più bellissimo!”.
Wes Anderson

giovedì 10 aprile 2014

L’ARCA DEI FILM




Continua il periodo positivo nelle sale cinematografiche italiane. Dopo il ritorno in grande stile di Lars von Trier, questa settimana salutiamo l’uscita delle nuove fatiche di altri due registi molto amati da queste parti: Darren Aronofsky e Wes Anderson. Sul fatto che siano riusciti a tirare fuori due ennesimi gioielli dalla loro collezione ci sarà da discutere, soprattutto per quanto riguarda il primo, però se non altro grazie a loro si può respirare aria di Cinema d’Autore.
Come? Arriva nei cinema pure il nuovo dei Vanzina?
Va beh, allora come non detto.
A intossicare l’aria di Grande Cinema che i vostri polmoni già stavano pregustando ci pensano inoltre i commenti miei e soprattutto quelli di Ford a tutte le uscite di questo fine settimana.

"Salvate Ford! Non abbiamo altri maiali sull'Arca."
Noah di Darren Aronofsky
Il consiglio di Cannibal: no a Ford
Un film di Darren Aronofsky con Emma Watson?
Ma questo è un sogno che diventa realtà… non fosse che è pure una trasposizione biblica e il protagonista è Russell Crowe. E io odio sia le trasposizioni bibliche che Russell Crowe. Quindi, come la mettiamo?
Se con il precedente film Il cigno nero Darren Aronofsky si era aggiudicato il primo posto tra le pellicole cannibali del 2011, quest’anno il regista rischia di finire al primo posto sì, ma nella classifica delle delusioni. Il trailer apocalittico in stile Roland Emmerich non lascia ben sperare, ma chissà...
Persino Mr. Ford di recente è riuscito a stupirmi in positivo, stroncando quella porcata di Snowpiercer, quindi le vie del signore e del cinema sono davvero infinite.
Il consiglio di Ford: no all'accordo tra Cannibal e Ford
Aronofsky è un regista dal percorso davvero curioso. Detestato e criticato neanche fosse Von Trier dal sottoscritto per tutta la sua carriera, con il Capolavoro The wrestler e l'ottimo Il cigno nero era riuscito a cavalcare l'onda del successo perfino al Salooon. Questo Noah, che sa di marchettone alle majors, non mi fa pensare nulla di buono, senza contare che il trailer è tra i più brutti delle ultime quattro o cinque stagioni: staremo a vedere, più curiosi di scoprire se ancora una volta quest'anno io e Peppa Kid saremo d'accordo oppure no.

"Ford s'è preso una camera insieme a Lars von Trier?
Allora è proprio vero che chi disprezza compra!"
Grand Budapest Hotel di Wes Anderson
Il consiglio di Cannibal: Grand Movie in arrivo?
Se il nuovo di Aronofsky è una gigantesca incognita tendente al disastroso, il nuovo di Wes Anderson sembra già essere una maggiore garanzia di qualità. Dopo un gioiellino splendido come Moonrise Kingdom, anche in questo caso c’è un po’ di timore perché fare un altro lavoro allo stesso altissimo livello non è impresa facile per nessun autore, ma le sensazioni in questo caso sono più ottimistiche. Così come sono fiducioso riguardo al fatto che Ford, dopo aver azzeccato la stronzatura di Snowpiercer, possa tornare al più presto a essere le solita capra cinematografica, buahahah!
Il consiglio di Ford: Grand Movie? Speriamo!
Wes Anderson, uno dei re del radicalchicchismo paradossalmente in grado di convincere quasi sempre perfino il sottoscritto - fatta eccezione per Il treno per il Darjeeling -, torna sul grande schermo dopo l'ostico ma ottimo Moonrise Kingdom, finito a sorpresa tra i migliori titoli del duemiladodici del Saloon. Grand Budapest Hotel parte con delle ottime premesse, e nella speranza che possa mantenerle non mi dispiace affatto immaginare la situazione da fantascienza che possa portare me ad osannarlo ed il Cannibale a detestarlo.

"Cannibal vuole essere pagato per parlare bene del nostro film?
Chiamate Ford, che lui è un vanziniano DOC e lo fa volentieri anche gratis."
Un matrimonio da favola di Carlo Vanzina
Il consiglio di Cannibal: un cinema da favola, quello lontano dai Vanzina
Per contrastare l’accoppiata d’Autore Aronofsky/Anderson, il cinema italiano fresco di Oscar mette in campo due pezzi altrettanto grossi: i fratelli Vanzina. Complimenti!
La storia raccontata dal loro nuovo film è quella di cinque liceali che si ritrovano vent’anni dopo la maturità… Che fantasia! Più che il nuovo Compagni di scuola, mi sa che questo, al massimo, si rivelerà il nuovo Immaturi. Il cast, con gente come Ricky Memphis, Emilio Solfrizzi e Ilaria Spada (ma perché, è un’attrice?), promette persino peggio del solito. L’unica cosa da favola di questo film è che mette d’accordo me e Ford manco fossimo la Regina Cattiva (io) e Biancaneve (lui) in un episodio di Once Upon a Time. Ci mette d’accordo nel non vederlo manco sotto reciproca tortura.
Il consiglio di Ford: una favola sarebbe il Cinema senza i Vanzina.
In una settimana che, possano poi piacere oppure no, vede approdare in sala Aronofsky e Anderson, è desolante scoprire che l'Italia possa mettere in campo solo ed esclusivamente roba infima e telefonatissima di questo genere firmata dai Vanzina, noti ormai in tutto il mondo per essere uno dei marchi di qualità dell'antiCinema.
Non voglio sapere nulla, e neppure augurarlo al Cucciolo. Figuratevi.

"Ford che parla di cinema?
Scusate, ma io schiaccio un pisolino..."
Piccola patria di Alessandro Rossetto
Il consiglio di Cannibal: piccola pellicola
Se questa settimana devo prendermela con un film italiano, me la prendo con il fantasiosissimo e originalissimo nuovo sforzo degli sfracelli Vanzina. Questo Piccola patria mi sembra una roba talmente piccola e talmente modesta che non si merita le mie energie più cattive. Quelle le conservo tutte per l’anti-von Trier Ford.
Il consiglio di Ford: piccolo Cinema.
Non mi bastavano i Vanzina, doveva arrivare anche altra robetta made in Italy. Ma davvero non c'è possibilità di migliorare la qualità delle uscite nostrane!?

"Non so cosa sto facendo, ma pare sia un buon modo per fingersi un regista."
Nessuno mi pettina bene come il vento di Peter Del Monte
Il consiglio di Cannibal: nessuno mi fa girare le palle come il Ford
Nessuno mi pettina bene come il vento è uno di quei film che mi fanno andare giù le mutande già dal titolo. Ma chi è che l’ha scelto? Federico Moccia durante un brainstorming con Alessandro D’Avenia e Nicholas Sparks?
A ciò aggiungiamo un trailer lagnoso, la presenza della nevrotica Laura Morante, una produzione italiana e avremo così servito proprio un bel film. Un bel film da evitare quanto una puntata di Amici di Maria de Filippi con ospite d’onore James Ford.
Il consiglio di Ford: nessuno mi può deludere come Cannibal Kid. Tranne, forse, Lars Von Trier.
Non c'è due, senza tre. Dopo una partenza da urlo, questo weekend di uscite pare essere entrato in un buco nero di quelli da non augurare neppure ai propri peggiori rivali. E come se non bastasse, c'è pure la Morante.
Roba che piuttosto mi farei un intero weekend in compagnia di Katniss Kid.

Oculus di Mike Flanagan
"AAAH! La doppia recensione fordiana di Nymphomaniac è terrificante!"
Il consiglio di Cannibal: occhio a non vederlo!
Sbaglio o è un periodo particolarmente nero per il genere thriller-horror? Se già qualche tempo fa non se la passava troppo bene, in questi primi mesi del 2014 la situazione si è fatta addirittura drammatica. A provare a risollevare le cose ci pensa questo horrorino, Oculus, cui potrei dare una chance soltanto perché negli ultimi tempi sono girato al largo dal genere manco fosse un Ford assetato di sangue cannibale. Ma mi sa che farò meglio a continuare a stare lontano, sia dal film che dal nuovo chitarrista di Analstacia.
Il consiglio di Ford: oculus alla groupie numero uno di Ford, Peppa Kid!
Considerato lo stato di salute dell'horror, privo di proposte interessanti dai tempi di Conjuring e Dark skies, non penso che Oculus riuscirà nell'impresa di invertire una rotta quasi più drammatica di quella del Cinema nostrano: potrei comunque ripescarlo per una visione da neuroni spenti e bottigliate incombenti, giusto per alimentare la concorrenza - già ben messa - per quanto riguarda il Ford Award dedicato al peggio dell'anno.

"Mister Morgan? Ecco Mister Ford, il suo nuovo compagno d'ospizio."
Mister Morgan di Sandra Nettelbeck
Il consiglio di Cannibal: se Mister Morgan è peggio di Mister Ford è davvero messo male
Michael Caine è uno di quegli attori che proprio non mi dicono niente. Più che non piacermi, mi sta indifferente, cosa che significa che un suo film come protagonista lo scanso con grande piacere. Questa commedia romantica a rischio melodramma potrebbe però essere risollevata dal fatto di essere una produzione francese e di avere come protagonista femminile l’affascinante Clémence Poésy. Quindi che fare, vederlo o non vederlo?
Diciamo che lo metto in lista d’attesa insieme a tutti i film consigliati da Ford. Ovvero quelli che probabilmente non guarderò mai…
Il consiglio di Ford: di Mister ce n'è solo uno, e sono io.
Rispetto tantissimo Michael Caine, uno di quelli che sprizza stile da tutti i pori e funziona in quasi ogni ruolo in cui lo si metta. Eppure questo film non mi dice assolutamente nulla, neanche si trattasse dell'ultimo e spento Von Trier.
Eviterò senza pensarci troppo, giusto per non rovinarmi l'opinione consolidata negli anni del recente Alfred dei Batman nolaniani.

Dopo il successo ad Amici, Ford è stato ingaggiato dai Disco Worms.
Barry, Gloria e i Disco Worms di Thomas Borch Nielsen
Il consiglio di Cannibal: ma questi sono peggio dei Disco Fords!
Cercare di trovare una logica dietro la distribuzione cinematografica italiana è ormai un miraggio, un po’ come cercare di capire cosa diavolo ci sia dentro la testa di Ford, a parte scimmie urlatrici ed eroi action degli anni ’80 urlatori. Cosa può spingere a fare uscire adesso nelle sale un film d’animazione tedesco-danese del 2008 su un gruppo di vermi appassionati di musica disco davvero non lo so. Che poi potrebbe anche non essere così schifoso, come filmetto d’animazione senza pretese, però se anziché nei cinema l’avessero distribuito direttamente su Rai YoYo non credo che nessuno l’avrebbe presa a male. A parte il patito numero uno di queste bambinate, James Ford.
Il consiglio di Ford: i Disco Worms? Sono gli avversari dei Disco Kids?
Filmetto d'animazione di quelli che è meglio perdere che trovare pronto a chiudere una settimana priva di ogni attrattiva, che promette scintille per poi perdersi inesorabilmente in proposte inutili e di qualità infima.
Onestamente, non comprendo proprio come sia possibile che in Italia non vengano distribuiti titoli da non perdere per ripescare pellicole più che datate e senza alcuna speranza di rimanere nella memoria degli spettatori come questa.
Una logica ancora più assurda di quella che governa le menti malate di Cannibal Kid e del suo amichetto Lars.

mercoledì 1 gennaio 2014

ANTICIPATION 2014



Com’è ormai tradizione consolidata qui su Pensieri Cannibali, il primo dell’anno è personalmente dedicato allo sbocc… volevo dire all’hangover. Ma soprattutto, è l’occasione per vedere uno scorcio di quello che ci attende in questo 2014 appena iniziato. Tra cinema, musica e serie tv, ecco quello che aspetto di più nei prossimi mesi. Anche se quello di prevedere cosa arriverà nel mondo dell'intrattenimento è diventato un mestiere duro più di quello del meteorologo, soprattutto in ambito musicale dove ormai i dischi vengono lanciati da un giorno all’altro senza preavviso.
Cerchiamo comunque di fare il nostro dovere e provarci. L’attesa per quanto mi riguarda è a mille soprattutto per queste seguenti cose…

20. Dom Hemingway
Pellicola con Jude Law che promette bene soprattutto dopo aver visto Emilia Clarke, la Daenerys di Game of Thrones, cantare la splendida “Fisherman’s Blues” dei Waterboys in questa clip.

19. Only Lovers Left Alive
Jim Jarmush è sempre una grande incognita, capace di capolavorissimi come di film da sbadiglio. Nella sua nuova pellicola si trova poi alle prese con l'abusatissima tematica vampiresca. Film rischioso, ma chissà che non riesca a stupire. Nel bene come nel male.

18. A proposito di Davis
A proposito dei fratelli Coen, mai stato un loro fan, ma questo nuovo film musicale con un gran cast (Oscar Isaac, Carey Mulligan e Justin Timberlake) mi incuriosisce abbastanza.

17. The Wind Rises
Il nuovo nonché ultimissimo (nel senso che non ne girerà più) film di Hayao Miyazaki. Considerati i tempi di distribuzione dei prodotti dello Studio Ghibli dalle nostre parti, arriverà in Italia prima del 2020?

16. 12 anni schiavo
In Italia dobbiamo sempre farci riconoscere. In negativo. La distribuzione italiana ha infatti promosso questa pellicola con dei poster che si concentrano sul faccione dei personaggi secondari bianchi del film come Michael Fassbender e Brad Pitt (io quest’ultimo manco sapevo fosse presente), anziché sul protagonista di colore Chiwetel Ejiofor. Scatenando subito un mare di critiche da tutto il mondo. Davvero un bel modo per promuovere una pellicola sulla schiavitù e sul razzismo.
A parte questa porcata italiana e oltre al tema importante, la regia è di Steve McQueen, quello di Shame, e quindi l’attesa è alta.


15. The Sacrament
Ti West è il mio regista horror preferito. Dopo gli eccellenti The House of the Devil e The Innkeepers, è chiamato alla conferma con The Sacrament, già passato dalle parti di Venezia. Paura. Sia per i brividi che potrebbe regalare, sia perché la delusione è sempre in agguato.

14. Under the Skin
Scarlett Johansson in versione aliena nuda.
Devo aggiungere altro?

13. Noah
Il trailer non è che sia proprio dei migliori. Anzi. Sembra la presentazione di un film girato da Roland Emmerich in collaborazione con Mel Gibson, non il nuovo del grande Darren Aronofsky. Delusione dietro l’angolo, oppure il film saprà sorprendere?



12. Knight of Cups
Nuovo film per Terrence Malick, dopo The Tree of Life diventato clamorosamente prolifico. Knight of Cups con Christian Bale e Natalie Portman è però stato annunciato già da un po’ e non è ancora arrivato. Il 2014 sarà l’anno buono?

11. Les Revenants (seconda stagione)
Tante serie ritorneranno nei prossimi mesi. Quella che attendo con maggiore curiosità è la mia serie numero 1 del 2013, Les Revenants, una serie che parla proprio di ritorni, o meglio di gente tornata dal mondo dei morti. Ce la farà a confermarsi ai livelli della prima sorprendente stagione?
Tra le altre serie già note che riprenderanno a inizio anno e che attendo di più ci sono poi anche Banshee, The Americans, Girls e Vikings, ma qui c’è un elenco più completo delle serie di ritorno nel corso dell’annata.

10. Lana Del Rey
Come detto nella intro, in campo musicale è ormai sempre più un’incognita prevedere chi uscirà con un nuovo disco e quando. La nuova moda, lanciata da Beyoncé e seguita ora persino dal vecchio Bruce Springsteen, è infatti quella di lanciare il disco così, all’improvviso. Tra gli artisti che dovrebbero, il condizionale è più che mai d’obbligo, sfornare nuovi album nel corso del 2014 ci sono comunque il comeback di Beck, l'inarrestabile Kanye West, Bat for Lashes, U2, Frank Ocean, Pharrell, Katy B, Broken Bells, The Horrors, Best Coast, Belle and Sebastian, Lily Allen, Neneh Cherry, Twin Shadow, Pains of Being Pure at Heart, Warpaint, St. Vincent, Charli XCX, Grimes, Tv on the Radio, Joanna Newsom, magari Damon Albarn di Blur e Gorillaz in versione solista e molti altri. Tra i tanti, quello che forse attendo con maggiore curiosità è il nuovo di Lana Del Rey, intitolato "Ultraviolence". Saprà confermare quanto di buono dimostrato con "Born to Die" o è una stella destinata a bruciare in fretta?

9. True Detective
Nuova serie HBO con Woody Harrelson e Matthew McConaughey. Se non sarà un capolavoro televisivo, ci sarà da restare delusi.
Per dare un’occhiata alle altre novità seriali che dovrebbero arrivare durante il 2014, potete cliccare qui.

8. Dallas Buyers Club
E a proposito dell'impegnatissimo Matthew McConaughey, ormai sta diventando una garanzia di qualità. E il 2013 potrebbe essere il suo anno ancor più delle già eccellenti due ultime annate, grazie a True Detective, Interstellar e questo indie-movie molto promettente interpretato con un Jared Leto pare bravissimo.

7. Interstellar
Il nuovo filmone di Christopher Nolan con Matthew McConaughey (ancora lui) arriverà soltanto a fine 2014, quindi ci sarà ancora parecchio da pazientare. La curiosità c’è, ma il primo teaser trailer pieno di retorica spielberghiana non mi lascia sperare per il meglio. Spero sia solo un teaser depistante…
Mal che vada, nel ricco cast della pellicola c'è pur sempre Jessica Chastain!



6. Jennifer Lawrence
Jennifer Lawrence ormai fa genere cinematografico a parte. American Hustle è appena arrivato nelle sale italiane, ma nel corso del 2014 ci saranno per lei anche due sequel/blockbusteroni: X-Men – Giorni di un futuro passato e soprattutto Hunger Games: il canto della rivolta – Parte 1. E poi ha girato ancora una volta con Bradley Cooper pure il drammone Serena, ambientato nell’epoca della Grande Depressione. Ma con lei presente, scommetto sarà tutto tranne che deprimente.

5. 24
La serie terroristica (o è più politically correct dire antiterroristica?) con protagonista Jack Bauer/Kiefer Sutherland era finita. Ma nel maggio 2014 ricomincia, con un'inaspettata nona stagione. In genere non sono troppo favorevole nei confronti di questo tipo di comeback, però sarà una figata, almeno spero, rivedere di nuovo Bauer in azione!

4. The Grand Budapest Hotel
Il nuovo film di Wes Anderson. Il mondo hipster è già in fibrillazione.



3. The Wolf of Wall Street
Martin Scorsese.
Leonardo DiCaprio.
La storia di un broker al cui confronto Gordon Gekko e Patrick Bateman potrebbero apparire come agnellini.
Auuu!



2. Nymphomaniac
Lars Von Trier alle prese con il sesso in un film fiume che potrebbe durare ore e ore, forse giorni. Cosa ci dobbiamo aspettare? Di tutto e di più. Di certo, si preannuncia come la pellicola più controversa e che più dividerà pubblico, critica, blogger e forse persino le massaie nel corso dell’anno. Sento già le urla di chi griderà al Capolavoro (probabilmente io) e chi griderà alla Vergogna (probabilmente il mio blogger rivale MrJamesFord).
1. Her
Il nuovo di Spike Jonze pare sia bellissimissimissimo e c’ha un cast pazzeschissimissimissimo che comprende Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Olivia Wilde, Amy Adams e la vocissimissimissima di Scarlett Johansson. Il regista americano finora ha fatto cose strabilianti con videoclip e cortometraggi, mentre di film ne ha girati di notevoli, eccome, ma non ancora un capolavorissimissimissimo assoluto. E ho l’impressione, o almeno la speranza, che potrebbe esserlo questo Her.




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