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giovedì 19 dicembre 2013

LE MEGLIO SERIE TV 2013, DALLA 20 ALLA 11




Dopo le posizioni dalla 40 alla 31 e quelle dalla 30 alla 21, stiamo per scoprire le serie tv migliori dell’anno secondo Pensieri Cannibali, ma non ancora. In attesa della top 10, oggi è il turno di quelle quasi migliori, con i telefilms dalla 20 alla 11. A dimostrazione di una qualità altissima, quest’anno persino superiore a quella delle pellicole cinematografiche, sono tutte serie che avrebbero meritato tranquillamente un posto tra le prime 10.

20. The Killing
La serie impossibile da uccidere
(stagione 3)

Trama semiseria
The Killing ha più vite di un gatto ed è più difficile da ammazzare di uno zombie. E meno male.
Cancellata già al termine della seconda stagione, era poi stata resuscitata per miracolo, ma alla fine della terza è stata di nuovo eliminata dai palinsesti. Anzi no, dietrofront: il prossimo anno tornerà con una mini-stagione conclusiva. Conclusiva, aspettiamo a dirlo.
Per intanto nella terza stagione, lasciata alle spalle la drammatica sparizione di Rosie Larsen, la mitica accoppiata Linden & Holder investiga su un nuovo caso che riguarda delle baby prostitute. A sorpresa, la serie resta ambientata a Seattle e non a Roma.

Pregi
- È la serie crime americana migliore in circolazione. Parola di uno a cui le serie crime di solito fanno venire voglia di spararsi.
- Ai due detective Linden & Holder ci si affeziona ancora di più.
- Peter Sarsgaard nei panni di un tizio nel braccio della morte offre un’interpretazione mostruosa. Come hanno fatto a non accorgersene quelli dei Golden Globe?
- La vicenda politica, elemento un pochino traballante nelle prime due stagioni, qui è del tutto assente.
- C’è un episodio diretto da Jonathan Demme che... Madonna che episodio!
- C’è un nuovo gruppetto di giovani attori molto promettenti, tra cui svetta Bex Taylor-Klaus nei panni dell’aggueritissima teen lesbica Bullet.

Difetti
Si tratta di un thriller realizzato alla grande, ma che fondamentalmente non rappresenta nulla di così nuovo od originale nel genere.

Personaggio cult
Bullet (Bex Taylor-Klaus)

19. Girls
Girls still want to have fun
(stagione 2)

Trama semiseria
Lena Dunham, le sue amichette girls e i suoi amichetti boys continuano a condurre una grama esistenza hipster in quel di New York City, andando in giro a ciulare per party super cool ed esclusivi. In pratica, un drammatico spaccato di quanto sia dura la vita ai tempi della crisi.

Pregi
- Lena Dunham come sceneggiatrice continua a maturare e in questa seconda stagione ci ha regalato dei notevolissimi saggi brevi di narrativa contemporanea, sotto forma telefilmica.
- Il fantastico episodio “One Man’s Trash” con guest-star Patrick Wilson.
- Il finale di stagione non smielato, solo romantico il giusto.
- Una grande colonna sonora super varia che spazia dagli Oasis alle Icona Pop passando per Fiona Apple.
- Il personaggio di Marnie (Allison Williams) in questa seconda stagione esplode e ci regala alcune scene memorabili, come quando a una festa reinterpreta “Stronger” di Kanye West.



Difetti
Le Girls non è che siano il massimo della simpatia, a volte. Però il bello della serie è anche quello, presentarci dei personaggi con tutte le loro debolezze e scazzi, per quanto possano renderli persino odiosi.

Personaggio cult
Adam Sackler (Adam Driver)


18. Utopia
La comprensione della trama della serie? Questa sì che è un’utopia
(stagione 1)

Trama semiseria
La vicenda ruota tutta intorno a una misteriosa domanda: "Where is Jessica Hyde?"
Quello che la gente in realtà si chiede è: "Who the fuck is Jessica Hyde?"

Pregi
- Pilot fighissimo.
- La storia è un irresistibile mix tra trame fumettistiche e cospirazioni governative, il tutto realizzato con un sempre gradito, almeno da questa parti, tocco British.
- Stile registico fresco, montaggio veloce, fotografia notevole. Tecnicamente una delle serie più belle da vedere quest’anno e roba da far invidia anche alla maggior parte dei film in circolazione.
- Un manipolo di personaggi parecchio misteriosi e affascinanti come lo spietato killer Arby (Neil Maskell) e l’enigmatica Jessica Hyde (Fiona O’Shaughnessy).

Difetti
- Dopo una partenza ricca di spunti strepitosi, qua e là la serie si complica troppo e incespica un po’ negli sviluppi. Niente di troppo preoccupante, ma l’impressione è che la serie il prossimo anno con la seconda stagione potrebbe anche dare di più.
- A livello emotivo il coinvolgimento nei confronti dei personaggi non è altissimo.

Frase cult
Where is Jessica Hyde?

17. Banshee
Una cittadina piena di amish e di… figa
(stagione 1)

Trama semiseria
Hood (Antony Starr) è un tizio cazzuto che appena uscito di prigione va a vivere in una cittadina di nome Banshee piena di amish. Perché con tutti i posti al mondo va ad abitare proprio lì? A forza di stare in prigione è diventato scemo?
No. Perché Banshee, oltre che piena di amish, è anche piena di figa.

Pregi
- Non so se la cosa vi può interessare o meno, ma se vi interessa è una delle serie con più figa in circolazione. Ivana Milicevic e Lili Simmons sono strepitose e spesso svestite. Se la cosa invece non vi interessa, sappiate che anche il protagonista Antony Starr è un gran figo.
- Kai Proctor (l’attore danese Ulrich Thomsen) è un villain con i controcazzi.
- Dopo una partenza non eccezionale da mediocre serie action, Banshee cresce episodio dopo episodio trasformandosi in un dramma shakespeariano di impressionante intensità.

Difetti
L’episodio pilota non è eccezionale con la sua voglia di stupire a tutti i costi e potrebbe disorientare qualche spettatore. Per fortuna già dalla seconda puntata le cose migliorano.

Personaggio cult
Job (Hoon Lee), l’aiutante trans e hacker del protagonista Hood

16. Homeland
Edward Snowden pazza e in gonnella contro tutti
(stagione 3)

Trama semiseria
Al termine della seconda stagione la sede della CIA era stata fatta saltare per aria e quindi ora gli agenti superstiti decidono di costruirla in un altro posto. Un posto a caso: le Hawaii. Inizia così Homeland – Hawaii Edition con la prosperosa Pamela Anderson al posto di Claire Danes e l’aitante The Rock anziché Damian Lewis.

Pregi
- È stata la stagione più imprevedibile e sorprendente della serie e la quarta potrebbe prendere direzioni ancora più inaspettate.
- Le grandi scene e i momenti di tensione non sono mancati.
- Lo splendido episodio s03e03 “Tower of David”.
- Il finale di stagione shock.

Difetti
- È stata la stagione più confusa e incerta su quale direzione far prendere alla serie, troppo poco terroristica nella prima parte e troppo terrostica nella seconda.
- Nonostante alcuni momenti altissimi, nel complesso è stata una stagione inferiore alle due precedenti, che avevano conquistato il primo posto nella classifica delle meglio serie tv di Pensieri Cannibali sia nel 2011 che nel 2012.
- Troppo poco Nicholas Brody (Damian Lewis).
- Alcuni salti temporali in avanti sono sembrati un po’ affrettati.
- Il personaggio di Jessica Brody (Morena Baccarin) è stato buttato via quasi del tutto, mentre quello di Dana (Morgan Saylor) ha avuto un grosso spazio all'inizio per poi essere anch’esso gettato. Per non parlare di Fara (Nazanin Boniadi), l’assistente musulmana di Saul (Mandy Patinkin) che sembrava dover giocare un ruolo fondamentale e invece niente, così come anche Peter Quinn (Rupert Friend).

Personaggio cult
Nicholas Brody (Damian Lewis)


15. American Horror Story: Coven
Tremate tremate, se le streghe voi trombate
(stagione 3)

Trama semiseria
Taissa Farmiga scopre di non essere del tutto normale quando il suo boyfriend muore trombandosela. Viene così spedita in una scuola speciale... Hogwarts?
No, la versione cool di Hogwarts, un covo capitanato da Sarah Paulson e dalla strega Suprema Jessica Lange. Altroché Albus Silente...

Pregi
- Le prime puntate sono le più divertenti e (relativamente) leggere della serie in assoluto.
- Taissa Farmiga + Emma Roberts formano proprio un bel Coven di streghetten fighetten.
- Notevole il personaggio notevolmente da stronza di una notevole Kathy Bates.
- Evan Peters a fare lo zombie se la cava bene. Ma non so se per la sua carriera futura questa sia una buona notizia.
- Lily Rabe in versione simil Stevie Nicks dei Fleetwood Mac: fantastica!
- Jessica Lange ormai è una garanzia.

Difetti
- Manca l’effetto sorpresa della prima stagione e lo spessore “storico” della seconda.
- Come già capitato alle due precedenti stagioni, dopo una partenza a mille si incontra qualche episodio un po’ sottotono.
- Denis O’Hare in versione schiavetto della Suprema è abbastanza ridicolo e sembra il maggiordomo di Scary Movie 2. Se è una cosa voluta, passa subito tra i pregi della stagione.
- Sarah Paulson accecata e sottotono rispetto all'Asylum.
- La stagione finirà solo a gennaio e quindi fare un punto completo ora è difficile. Peggio per voi, autori di AHS, non sapete che le classifiche cannibali di fine anno sono stilate appunto a fine anno?

Personaggio cult
Madison Montgomery (Emma Roberts)

14. Black Mirror
Nel futuro saremo governati da un grillo, pardon da un orsetto blu
(stagione 2)

Trama semiseria
Tre mini-film che ci proiettano in un distopico futuro prossimo.
Nel primo, alla protagonista muore il fidanzato e così si dà al porno su internet. Fino a che un giorno non incontrerà la sua anima gemella, un certo Don Jon.
Nel secondo, una tipa si sveglia priva di memoria e alla fine si scopre che Don Jon la sera prima le aveva versato del Roipnol nel drink.
Nel terzo mini-film, Don Jon viene eletto a capo del governo e il mondo diventa un porno, volevo dire un posto fantastico.

Pregi
- Pur priva dell’effetto sorpresa della prima stagione, Black Mirror continua a stupire e ad essere geniale.
- Il primo episodio Be Right Back è quello più emozionante finora della serie.
- Il terzo episodio The Waldo Moment è una delle più efficaci riflessioni socio-politiche mai viste. Tra l’altro con non pochi riflessi visibili nell’attualità italiana…

Difetti
- Il secondo episodio “White Bear” è leggermente sottotono rispetto agli altri due, per via della tematica ormai abusata dei reality-show.
- Solo 3 episodi, uffi.

Personaggio cult
Waldo

13. Mad Men
Sono pazzi questi uomini
(stagione 6)

Trama semiseria
Don Draper si stufa di fare il pubblicitario e si unisce ai movimenti studenteschi sessantottini. E così scopa ancora più di prima.

Pregi
- Linda Cardellini nei panni dell’amante stagionale di Don Draper (Jon Hamm).
- January Jones è tornata in splendida forma e non la truccano più come una cicciobomba cannoniera. Guarda caso Don non esiterà un attimo a ritrombarsela.
- Belle le parentesi “teen” dedicate a Sally Draper (Kiernan Shipka).
- Roger Sterling (John Slattery) in questa stagione è ancora più un idolo totale.
- Il bellissimo finale di stagione sulle note di “Both Sides Now” di Judy Collins, il cui testo si sposa alla perfezione con le immagini.

Difetti
La qualità di Mad Men è sempre talmente alta che ormai non fa più notizia e non riesce a stupire come un tempo.

Canzone cult
Judy Collins “Both Sides Now”

12. Vikings
Game of Thrones senza le parti noiose
(stagione 1)

Trama semiseria
I Vichinghi sono un popolo semplice: mangiano, bevono, scopano, prendono funghetti allucinogeni, si ammazzano, cose così. Fino a che all’illuminato Ragnar Lodbrok (Travis Fimmel) non viene voglia di andare in cerca di nuove terre e nuove civiltà. È così che i Vichinghi arrivano in uno strano paese a forma di stivale, dove accendono uno strambo elettrodomestico quadrato che trasmette delle immagini con sotto il logo




e si chiedono: “E questa sarebbe civiltà?”.


Pregi
- È una serie storico-fantasy che riecheggia le atmosfere di Game of Thrones. Solo concentrandosi su pochi, azzeccatissimi protagonisti ed evitando miliardi di personaggi secondari inutili.
- Il protagonista principale Travis Fimmel non è solo bello bello in modo assurdo ma si rivela anche un ottimo attore.
- Katheryn Winnick nei panni della vichinga guerriera spadroneggia.
- Gabriel Byrne è un gran cattivone.
- Attraverso il personaggio del monaco Athelstan (George Blagden) viene introdotto un interessante discorso religioso e di confronto tra culture diverse. E in più il monaco è protagonista di una fenomenale scena sotto effetto di funghetti allucinogeni.
- Grandissima sigla sulle note di “If I Had a Heart” di Fever Ray.

Difetti
Nonostante la serie sia prodotta da History Channel, l’aderenza storica per i puristi non sarà perfetta, ma pur sempre meglio della versione della Storia di The CW, no?

Personaggio cult
Floki (Gustaf Skarsgård)


11. Rectify
Il braccio della morte non è poi così male rispetto a fuori
(stagione 1)

Trama semiseria
Daniel Holden (Aden Young) viene fatto uscire di galera dopo 19 anni nel braccio della morte, in attesa di essere nuovamente processato. Una volta uscito, il mondo è cambiato rispetto a come lo ricordava: c’è la crisi, la disoccupazione, i Forconi… Al che lui fa: “Ma vaffanculo, io me ne torno dentro!”.

Pregi
- Aden Young stellare nei panni del protagonista.
- Un cast di supporto altrettanto strepitoso: Abigail Spencer, Adelaide Clemens, Luke Kirby, Clayne Crawford. Tutti fenomenali e tutti volti che in futuro potremmo rivedere spesso in tv e al cinema.
- Dialoghi di enorme profondità.
- La serie gioca bene con l’ambiguità del protagonista senza sbilanciarsi troppo: colpevole o innocente? Santo o peccatore? Sfigato vittima di un gomblotto o folle assassino?

Difetti
- L’episodio pilota non è fenomenale e ci va un po’ di pazienza per innamorarsi di questo gioiellino di serie.
- Rectify sembra non avere rivelato il suo potenziale completo e con la seconda stagione, già confermata, potrebbe fare ancora meglio.

Attrice cult
Abigail Spencer


domenica 23 dicembre 2012

LE MEGLIO SERIE TV 2012, 20-11


Quali sono state le serie tv dell’anno, almeno secondo il modesto parere del blog Pensieri Cannibali?
Calmi, calmini. Lo scopriremo domani.
Oggi vi segnalo una serie di serie di serie di serie di serie di serie
Oops, scusate mi sono incantato…
Dopo le posizioni dalla 40 alla 31 e quelle dalla 30 alla 21, oggi vi segnalo 10 ottime serie che si sono fermate giusto a un passo dall’Olimpo della top 10. 10 serie che meritano la massima considerazione e che vi consiglio di recuperare, nel caso ve le siate perse.

"Come si è fatto tardi, qualcuno sa che Hour è?"
20. The Hour
(stagione 2)

Cos’è
La serie che ci racconta come a fine anni ’50 nasceva la (fittizia) trasmissione di informazione settimanale della BBC, The Hour appunto.

Pregi
- Livelli di recitazione grandiosi, con il marchio di garanzia BBC.
- Qualche bella atmosfera da noir anni ’50.
- La femme fatale Hannah Tointon è un volto particolare che probabilmente rivedremo ancora.
- A tratti sembra di assistere a un Mad Men in versione britannica.
- Tra Studi Aperti, Porte a Porte e Sallusti spacciati per eroi, è sempre bello vedere qualcuno che prende la professione del giornalista tanto seriamente. Anche se siamo negli anni ’50 ed è solo una serie tv.

Difetti
- Dopo una partenza a razzo, la seconda stagione ha rallentato un po’, salvo poi regalare un ottimo episodio finale.
- Il personaggio della neo mogliettina francese di Freddie, interpretata da Lizzie Brocheré (avvistata anche in American Horror Story Asylum) è stato buttato via troppo in fretta.
- L’intreccio bordello/uomini potenti non è certo niente di nuovo e, al confronto dei bunga bunga cui siamo abituati, è fin troppo edulcorato.
- La seconda stagione è appena terminata e ora c’è da sperare in un rinnovo ancora non certo per la terza, anche perché il finale fa rimanere parecchio in sospeso...

Personaggio cult
Hector Madden (Dominic West), il mezzobusto in crisi d’identità e in crisi professionale, indeciso tra giornalismo e spettacolo.

"Questa è la faccia più entusiasta che riesco a fare
quando guardo un film o una serie tv proiettati da Pensieri Cannibali."
19. The Killing
(stagione 2)

Cos’è
Sembra Twin Peaks, invece è ispirato alla serie danese Forbrydelsen, e invece finisce per essere uno dei polizieschi più originali e intriganti oggi in circolazione.
Anche se, tra un NCIS stagione 20 e un CSI stagione 40, non è che ci vada molto...

Pregi
- A differenza delle altre serie crime che presentano episodi slegati, continua a seguire in maniera approfondita un caso solo: “Chi ha ucciso Rosie Larsen?”.
- Il video girato da Rosie Larsen prima di morire è una delle cose più poetiche e toccanti viste quest’anno (non solo in tv).
- Linden & Holder sono la coppia di detective telefilmici forse migliore dai tempi di Mulder & Scully di X-Files.
"Se mi eleggete, prometto che toglierò l'IMU sulle sedie a rotelle!"
- I due protagonisti, Mireille Enos e Joel Kinnaman, sono davvero bravi e non a caso sono parecchio corteggiati dal grande schermo.

Difetti
- La seconda stagione ha avuto una chiusa perfetta. Ora che, a quanto pare, sembra si farà anche una terza stagione, che caso escogiteranno per continuare sui livelli delle prime 2 seasons?
E, soprattutto, adesso che il mistero principale è stato risolto, varrà ancora la pena seguirla?
- Pur essendo una ottima serie, sembra ancora mancargli il colpo da K.O. totale in grado di trasformarla in un vero cult televisivo assoluto.

Personaggio cult
Stephen Holder (Joel Kinnaman), il detective yo che formerebbe un duo formidabile con Jesse Pinkman di Breaking Bad.

"Mi sa che qualcuno potrebbe trovare l'ultima didascalia di Cannibal un po' offensiva..."

"Vieni che ti insegno a fare a botte contro gli altri bambini odiosi della tv.
Primo fra tutti: Carl di The Walking Dead!
18. Hit & Miss
(stagione 1)

Cos’è
La storia di Mia, killer a pagamento che era un uomo ma ora sta diventando donna. Con le splendide fattezze di Chloe Sevigny.

Pregi
- Serie British senza peli sulla lingua, sessualmente molto esplicita, coraggiosa e con un/una protagonista davvero inedito/a nel panorama televisivo.
- Non una serie esente da pecche, ma se non altro finalmente qualcosa di un minimo originale e inconsueto.
- Chloe Sevigny è un trans fenomenale: riesce a essere femminile e mascolina allo stesso tempo, facendoti dubitare costantemente dei tuoi gusti sessuali.
- Tra le attrici di contorno alla prova monumentale della Sevigny, si segnala Karla Crome, entrata poi a far parte del cast della quarta stagione di Misfits.
- Ottima colonna sonora, tra PJ Harvey, Feist, Joy Division e qualche altra bella perla britannica.

Difetti
- Ritmi lenti e a tratti un po’ sonnacchiosi.
- La parte criminale non è che sia portata avanti in maniera molto convinta, ed è un peccato.
- Non si sa ancora se ci sarà una seconda stagione. Ma è difficile.

Personaggio cult
Mia (Chloe Sevigny)

"Ragazze, non fatemi incazzare che se no Natalie Portman
nel Cigno nero vi sembrerà una tipa sana di mente!"
17. Bunheads
(stagione 1)

Cos’è
Le disavventure di una ballerina di Las Vegas che si ritrova a insegnare danza in una cittadina chiamata Paradise.

Pregi
- Dialoghi tra i più divertenti e frizzanti del panorama tv odierno.
- Una piacevole atmosfera da Una mamma per amica, guarda caso, to' che coincidenza, la creatrice è la stessa Amy Sherman-Palladino.
- La protagonista, la mai vista prima Sutton Foster, è un’autentica forza della natura.
- I numeri musicali di balletto sono rari, grazie a Dio, ma quando ci sono non sono nemmeno così male. Un paio sono anzi parecchio affascinanti.

Difetti
- Storie non proprio elaborate e vicende che passano in secondo piano rispetto alla forza dei dialoghi.
- I personaggi maschili sono debolucci assai.

Personaggio cult
Michelle Simms (Sutton Foster).

"Hai un minuto di tempo per farmi ridere, Cannibal,
dopodiché ti faccio fare la fine di Laura Palmer..."
16. Louie
(stagione 3)

Cos’è
La serie parzialmente autobiografica scritta, diretta, montata e interpretata dal comico Louis C.K..

Pregi
- Ogni episodio non si mancare almeno una (ma spesso più di una) trovata, battuta, scena davvero geniale.
- La terza stagione presenta una galleria di guest-star fenomenali, su tutte la clamorosa apparizione di David Lynch, ma anche una serie di ritratti femminili tra i più variegati e disturbati, con le interpretazioni eccellenti di Parker Posey, Melissa Leo e Chloe Sevigny.
- Si ride, ma ci sono anche momenti di poesia o riflessione non da poco.
- Alcuni episodi notevoli, come quello della vacanza di Louie in quel di Miami, che ci viene mostrata nel suo lato meno stereotipato.
- Louie è la riflessione più seria (ma non troppo) che si possa immaginare sulla vita di un comico.

Difetti
- Ci vuole un pochino di pazienza per essere catturati dalla comicità di Louie, ma dategli una chance che ne vale la pena.
- Essendo un one-man show, i personaggi secondari sono un po’ sacrificati.
- La terza stagione si è rivelata lievemente inferiore alla seconda.

Personaggio cult
Louie (Louis C.K.), chi se no?

"Cannibale, come te lo devo ripetere? La smetti di provare a mangiarmi?"
15. Boardwalk Empire
(stagione 3)

Cos’è
Serie ambientata nell’epoca del Proibizionismo ad Atlantic City, city controllata dall’immanicatissimo Nucky “Silvio” Thompson.

Pregi
- C’ho messo un po’, un bel po’, ma alla fine credo di aver capito Boardwalk Empire e il fascino che riesce ad emanare. Non è tanto una serie da seguire settimanalmente e non è nemmeno un film a puntate. È piuttosto come un film, solo accidentalmente spezzato in episodi. Come telefilm quindi secondo me non funziona un granché, ma come filmone non è niente male.
- Cast superlativo. Il protagonista Steve Buscemi è via via sempre più convincente nei panni dello sfaccettato Nucky Thompson, ma a impressionare sono soprattutto gli altri: Gretchen Mol, Kelly Macdonald, Shea Whigham, Michael Shannon e Stephen Graham su tutti.
- La storia d’amore di Richard, l’uomo che ha perso metà faccia.
- Meg Steedle, l’amante stagionale di Nucky Thompson, è una di cui sentiremo ancora parlare.
- Gyp Rosetti (Bobby Cannavale) è un cattivo italo-americano coi fiocchi.
- Alcune scene davvero notevoli e pazzesche, alcune persino raggelanti.
"Attento ad andare a cena con un Cannibale, Michael Shannon,
che rischi di fare la mia fine!"
- Dopo una partenza in sordina, le ultime puntate hanno chiuso la stagione davvero col botto.

Difetti
- Nella terza stagione l’assenza di Michael Pitt pesa come un macigno, soprattutto nei primi episodi.
- L’uso part-time di Michael Shannon e Stephen Graham, considerati anche i loro impegni cinematografici, riduce l’importanza dei loro personaggi all’interno della serie.
- I ritmi eccessivamente blandi, il numero eccessivo di personaggi, di cui alcuni piuttosto inutili, portano a troppi momenti di noia all’interno degli episodi.
- Sceneggiature spesso troppo intricate e non sempre ai livelli ottimi di interpretazioni e regia.

Personaggio cult
Richard Harrow (Jack Huston), l’uomo con metà faccia.

"Ah ragazzì, ma come te sei vestito?
Me sa che guardà Glee a te' te fa male. Li mortacci de Ryan Murphy!"
14. House of Lies
(stagione 1)

Cos’è
Marty Kaan e i suoi assistenti, un gruppo di consulenti che aiutano le aziende a risolvere i loro casini. In pratica una serie su un gruppo di yuppie di nuova generazione ai tempi della crisi economica.

Pregi
- Sexy, estrema, sboccata, politically-per-niente-correct. Una serie che non si pone limiti, vicina per spirito a Nip/Tuck, Californication e Dirt. Non a caso il creatore Matthew Carnahan è proprio l’autore di quest’ultima.
- Don Cheadle offre una Signora interpretazione nella parte del protagonista Marty Kaan, uno dei motherf**er più sicuri e pieni di sé che il piccolo schermo ricordi. Quasi ai livelli del Dr. Christian Troy di Nip/Tuck.
- Il figlioletto sessualmente confuso di Marty non è il solito ragazzino odioso, ma è anzi un personaggio davvero singolare.

Difetti
- I personaggi sono quasi tutti così spudoratamente negativi, che è difficile empatizzare e simpatizzare del tutto con qualcuno di loro.
- Il personaggio di Kristen Bell, l’ex Veronica Mars, in particolare è quello che finora mi ha convinto meno.

Personaggi cult
Doug (Jack Lawson) e Clyde (Ben Schwartz), in eterna e cameratesca competizione tra loro, per qualsiasi cosa.

"Fuori dalla top 10??? Nooo, com'è potuto succedere?"
13. Revenge
(stagioni 1 e 2)

Cos’è
La R per Revenge dell’apparentemente innocua biondina Emily Thorne nei confronti della famiglia dei Grayson e degli altri responsabili dell’incarceramento e morte del padre.

Pregi
- Il soap trash ai massimi livelli. In senso positivo, intendo.
- Tra mille intrighi, flashback, e persino flashback all’interno dei flashback, per ora non ci si annoia di certo.
"Su con il morale, gente. Cannibal dice che, se gli allungate un centone,
è pronto a farvi entrare in extremis tra i primi 10."
- Il finale della prima stagione, accompagnato dalle note di “Seven Devils” di Florence + the Machine, è stato uno dei cliffangher più sorprendenti dell’anno.
- Madeleine Stowe a forza di plastiche sembra sempre sul punto di decomporsi, eppure nei panni della macchiavellica Victroia Victoria Grayson offre una delle interpretazioni migliori della sua carriera.
- In tempi di crisi economica, è ancora più godurioso vedere la vendetta contro un gruppo di miliardari.
- Emily VanCamp. Brava. Bona. Purtroppo non nuda (è pur sempre una serie di ABC, non di un canale via cavo).
- Jennifer Jason Leigh è la mamma di Emily. Non potevano fare una scelta di casting migliore.

Difetti
- Il soap trash ai massimi livelli. In senso negativo, intendo.
- Qualche personaggio minore di cui non ho ancora capito bene l’utilità, come Declan Porter (Connor Paolo, proveniente guarda caso da Gossip Girl…).

Personaggio cult
Nolan Ross (Gabriel Mann), il BFF bisex di Emily.

"Prima sostieni Monti, poi no, poi forse sì... Deciditi, per Dio!"
"Beh, io almeno soffro di demenza da corpi di Lewy, mi è consentito
cambiare continuamente idea. Quell'altro che scusa ha?"
12. Boss
(stagione 2)

Cos’è
La serie su Tom Kane, sindaco di Chicago repubblicano e immanicatissimo, ma che soffre pure di una grave malattia neurologica, la demenza da corpi di Lewy, che gli fa avere svariate allucinazioni…

Pregi
- E' la serie con il maggior numero di allucinazioni per episodio dai tempi di Twin Peaks (anche se qui, va detto, sono molto meno inquietanti), con apice assoluto nella strepitosa puntata del ricovero di Tom Kane.
- Il mondo della politica è pieno di schifo, e questo già lo sapevamo. Eppure Boss è un efficacissimo promemoria. O forse è più indicato dire un efficacissimo pugno allo stomaco.
- Il protagonista Tom Kane, un personaggio parecchio complesso magistralmente interpretato da Kelsey Grammer.
- C’è il rapper T.I. in un ruolo minore, e se la cava pure come attore, yo.
- Diversi giovani (o più o meno giovani) attori da tenere d’occhio: Jonathan Groff (già visto in Glee), Hannah Ware, Rotimi, Jeff Hephner e quella gnocca di Kathleen Robertson.

Difetti
- Personaggi tutti, chi più chi meno, sul negativo andante, quindi il coinvolgimento emotivo nei confronti della serie può risultare tiepido.
- Boss non avrà una terza stagione ma forse - e dico forse - potrebbe essere girato un film per dargli degna chiusura.

Personaggio cult
Ben Zajac (Jeff Hephner), il candidato Governatore sessuomane.

"Non ti si chiudono più i pantaloni, tesoro."
"Quelle 2 broke chicas dovrebbero smetterla di mandarmi i loro deliziosi cupcake!"
11. Modern Family
(stagione 4)

Cos’è
La famiglia allargata più esilarante della tv.

Pregi
- È troppo divertente.
- Ci sono talmente tanti personaggi spassosi, che ognuno può trovare il suo preferito.
- L’accento latino di Sofia Vergara e le sue espressioni quando si incazza (cioè sempre) sono impagabili.
- Sarah Hyland e Ariel Winter crescono molto bene.

Difetti
- Tutti gli Emmy, i Golden Globe e i vari premi che continua a ricevere la possono far apparire odiosa e sopravvaluta, invece bisogna ammettere che gli awards se li merita (quasi) tutti.
- Qualche episodio un po’ sottotono ogni tanto capita.
- Le confessioni faccia a faccia con un intervistatore immaginario, in perfetto stile mockumentary, sono spesso i momenti più deboli della serie.
- Ci mette un po’ a creare dipendenza. Io, ad esempio, mi sono preso bene solo di recente.

Personaggi cult
Phil Dunphy (Ty Burrell), quello che, al solo guardarlo, mi fa più ridere in assoluto. E poi Gloria Delgado-Pritchett (Sofia Vergara): fenomena.

domenica 1 aprile 2012

Domenica delle palle, ehm... domenica delle palme

Domenica sera.
La tv italiana propone la finale del Grande Fratello. Un’edizione che non ha seguito nessuno. Nemmeno Pietro Taricone dall’alto dei cieli. Nemmeno Alessia Marcuzzi che per combattere la noia credo si sia fatta mettere incinta un’altra volta.
Stessa domenica sera. Dall’altra parte dell’Oceano.
La tv americana propone: Mad Men, Shameless, Once Upon a Time, se avete voglia (o voi americani) di un po’ più di leggerezza ci sono pure GCB, Californication, Bob’s Burgers, i Griffin, l’ultima stagione delle Desperate Housewives...
Ciliegina sulla torta: sempre stasera ritornano con le attesissime seconde stagioni Game of Thrones e The Killing.
Da noi, danno solo il GF. E, purtroppo, non è manco un pesce d’aprile.


(grazie a Rumplestils Kin del blog Overexposed per la segnalazione del video)

giovedì 22 dicembre 2011

Le meglio serie tv 2011: n. 15 - 11

"Solo quindicesimi? Sarà mica colpa mia?"
Va avanti il countdown delle migliori serie a giudizio del blog Pensieri Cannibali, mentre tutti i lettori possono sempre votare il loro personale telefilm preferito nello spazio SONDAGGIO.
Abbiamo visto le posizioni dalla 40 alla 31
quindi quelle dalla 20 alla 16
e ora ci avviciniamo pericolosamente all'orlo della Top 10, a partire dai Misfits alla numero 15, mentre l'anno scorso erano stati la sorprendente numero 1.
Cosa che significa 2 cose:
sì, quest'anno i Misfits hanno deluso.
Ma soprattutto: quest'anno avremo una nuova numero 1!

15. Misfits
(stagione 3)
Genere: super(anti)eroi
In pillole: proseguono le (dis)avventure dei disadattati british letteralmente fulminati, questa volta con nuovi (per lo più stupidissimi) poteri, ma senza un personaggio fondamentale…
Pregi: colonna sonora esaltante, realizzazione tecnica impeccabile nonostante il budget ridotto rispetto alle grandi produzioni USA, un episodio di ottima fattura (quello alla Bastardi senza gloria sull’omicidio/non omicidio di Hitler), il nuovo personaggio di Rudy che a tratti sa far ridere parecchio, anche se…
Difetti: manca Nathan. All’inizio ho cercato di fare il superiore e guardare oltre, confidando nel fatto che la serie potesse comunque andare avanti bene anche senza di lui. Ma la triste realtà è che Nathan è davvero insostituibile. Il difetto principale della stagione è però stata l’assenza del pur presente Simon, personaggio sbocciato soprattutto nella seconda stagione; paradossalmente adesso che non ha più il potere dell’invisibilità, è diventato molto più invisibile all’interno della serie, nonostante il mediocre episodio finale abbia cercato di risollevarne un po' le sorti. E poi: i nuovi poteri fanno cacare!
Per la quarta stagione io comunque sogno un ritorno di Nathan a formare un’accoppiata da sogno con Rudy.  O anche solo Nathan e basta andrebbe bene. Ma quel cazzaro di Robert Sheehan deciderà di tornare sui suoi passi?
Personaggi cult: Kelly (Lauren Socha) e Rudy (Joseph Gilgun), che però no, non raggiunge mai i livelli del compianto Nathan!
Leggi la mia RECENSIONE della prima puntata della stagione

14. The Killing
(stagione 1)
Genere: ragazze scomparse
In pillole: una giovane ragazza, aspirante novella Laura Palmer, sparisce nel nulla. Cosa le sarà mai capitato? Difficilmente qualcosa di bello…
Pregi: atmosfere molto oscure in una Seattle dark distante anni luce da quella di Grey’s Anatomy e più vicina a quella grunge dei Nirvana, in grado di riportare alla mente i grandi thriller anni ’90 stile Il silenzio degli innocenti. La coppia di detective protagonisti che indaga sulla vicenda è rappresentata da un tipo e una tipa molto differenti da loro ma che insieme funzionano, un po’ come Mulder & Scully di X-Files, e i due attori che li interpretano sono due nomi da tenere d’occhio: Mireille Enos e Joel Kinnaman. Anche il resto del cast è davvero in parte, con il dramma dei genitori della ragazza che è vissuto in maniera molto intensa ma lontana da patetismi à la Studio Apertò. La serie poi ha uno sviluppo lento ma avvolgente che riesce in ogni episodio a dare il colpo di coda finale.
Difetti: i ritmi lenti potrebbero non convincere chi si aspetta un thriller elettrizzante dall’inizio alla fine e la serie paga una notevole derivatività rispetto al telefilm danese cui si ispira. Il finale della stagione poi è stato una mezza beffa…
Personaggio cult: Stephen Holder (Joel Kinnaman)
Leggi la mia RECENSIONE

13. 2 Broke Girls
(stagione 1)
Genere: poveri ma spassosi
In pillole: una Barbie stile Paris Hilton finisce senza un soldo per le porcate fatte dal padre multimilionario e così si ritrova a lavorare in una tavola calda e ad andare a convivere con la sua collega, una tipa che invece della povertà ha fatto uno stile di vita.
Pregi: rivelazione comica dell’anno, il ritmo delle battute azzeccate è impressionante, via una l’altra. La serie riesce ad essere anche strettamente attuale come poche altre sitcom e serie più seriose in generale, andando a ironizzare sul tema della crisi economica e della povertà in maniera sublime. E, tanto per non farsi mancare nulla, ci regala anche qualche momento più profondo grazie all’amicizia tra le due ottime protagoniste (ma pure i personaggi secondari sono esilaranti), evitando sentimentalismi e non facendosi mai mancare dosi massicce di ironia.
Difetti: qualche (rara) battuta a vuoto. Ed è una serie forse troppo americana per il pubblico italiano. Ma questo, a pensarci bene, andrebbe inserito tra i pregi…
Personaggi cult: Max (Kat Dennings) e Oleg (Jonathan Kite)
Leggi la mia RECENSIONE

12. Mildred Pierce
(mini-serie in 5 puntate)
Genere: drama drama drama
In pillole: ambientato nel periodo della Grande Depressione, no non quella odierna bensì quella degli anni ’30, è la storia di una donna che dopo il divorzio si rimbocca le maniche e mette su una catena di ristoranti. Una vera self-made woman, come direbbe Renato Pozzetto.
Pregi: cast stellare, con una Kate Winslet persino più brava del solito, un sorprendente Guy Pearce e una Evan Rachel Wood da Oscar - ma che dico? - da Premio Pulitzer! La parte più interessante della vicenda non è solo l’ascesa della protagonista, una donna che in tempi di crisi (e quindi una storia più che mai attuale) riesce a sfruttare il suo talento per fare soldi (no, non si prostituisce), ma soprattutto il rapporto con la figlia, una ragazzina viziatissima, stronzissima e adorabilmente odiosissima, uno dei personaggioni più interessanti dell’annata (non solo tv) interpretata dalla giovane rivelazione Morgan Turner nella versione bambinesca e poi dalla sopracitata grande E.R. Wood negli anni da teenager. Un rapporto ben lontano da quello alla Una mamma per amica e che sa colpire molto duro. Di livello cinematografico infine la regia, e non poteva essere altrimenti considerando come sia firmata Todd Haynes (Lontano dal Paradiso, Velvet Goldmine).
Difetti: ci mette un bel po’ a ingranare e all’inizio non si capisce bene da che parte voglia andare a parare. Ma poco a poco convince e avvince sempre più, tanto che arrivati alla fine si rimpiange sia una mini-serie composta da 5 soli episodi.
Personaggio cult: Veda Pierce (Morgan Turner/Evan Rachel Wood).
Leggi la mia RECENSIONE

11. Pretty Little Liars
(stagione 2)
Genere: bugiardelle puttanelle in azione
In pillole: sempre più misteriose, intricate e intriganti le avventure delle mie bugiarde bugiarde preferite, ancora perseguitate dalla misteriosa A.
Pregi: Pretty Little Liars si conferma come una sorta di versione teen di Twin Peaks. Certo, alle spalle manca una forte impronta autoriale come quella di David Lynch, però tra personaggi strambi, una serie di misteri in grado di far apparire le “vecchie” desperate housewives come delle dilettanti al loro confronto, e una serie di riferimenti pop capaci di rendere il tutto leggero e godibile, Pretty Little Liars è un passatempo perfettamente e diabolicamente architettato. Se cominciate a prendervi bene per questa serie, difficilmente riuscirete a uscire. Non senza andare in rehab, almeno.
La chicca della seconda stagione (che negli USA ricomincia il 2 gennaio) è lo speciale episodio di Halloween che in flashback ci porta indietro nel tempo, un po’ come fatto dal film Fuoco cammina con me con – sì, ancora quello – Twin Peaks.
Difetti: il fatto che sia una serie incentrata su un gruppo di adolescenti potrebbe far storcere il naso ai teen-allergici, ma peggio per loro, perché nell’ambito dell’intrattenimento superficiale (ma non scemo) Pretty Little Liars rappresenta il vertice assoluto.
Personaggio cult: Hanna (Ashley Benson)

(l’anno scorso le Pretty Little Liars erano quarte)


venerdì 8 aprile 2011

Perché guardare Quarto grado o Chi l'ha visto quando c'è questo?

The Killing
(prima stagione)
USA 2011
Rete americana: AMC
Rete italiana: Fox Crime (in autunno)
Creato da: Veena Sud (dalla serie danese The Killing)
Cast: Mireille Enos, Joel Kinnaman, Bill Campbell, Michelle Forbes, Kacey Rohl, Katie Findlay, Richard Harmon, Brandon Jay McLaren
Genere: ragazze scomparse
Se ti piace guarda anche: Twin Peaks, Il silenzio degli innocenti, Mystic River, Il collezionista, Cold Case

Cosa sono passati, vent’anni? E forse finalmente ce l’abbiamo, un degno erede, anzi un gemello, di Twin Peaks.
La sparata è di quelle grosse e va presa con le molle, almeno per ora, visto che si basa solo sul doppio episodio pilota, un’ora e mezza che fanno molto ben sperare per il prosieguo della serie. Prima di creare aspettative troppo alto meglio precisare subito che di Twin Peaks ce n’è stato solo uno e (probabilmente) non ce ne saranno altri. Infatti in questo nuovo The Killing (almeno per ora) manca il tocco di genio di un David Lynch, le musiche sono ottime, davvero angoscianti, ma quelle di Angelo Badalamenti erano Storia, e non c’è la stessa componente di follia, i personaggi strambi, la dimensione onirica che avevano trasformato quella serie in leggenda.
Detto tutto questo, The Killing è un prodotto di qualità davvero notevole, che denota subito personalità e il cui unico difetto sembra al momento la mancanza di una forte originalità nella storia. Però per una volta posso chiudere un occhio su questo aspetto, perché la serie sa conquistare con le sue atmosfere che riportano dritte ai primi anni Novanta, a Twin Peaks così come a Il silenzio degli innocenti. E dove altro ambientarla allora se non a Seattle, la capitale del grunge? La rainy city qui mostrata è però ben lontana da quella pop-porno di Grey’s Anatomy, ed è molto più scura e inquietante.

La storia come detto non è nuova: una ragazza di 17 anni scompare nel nulla in circostanze misteriose e a indagare sul caso c’è un’agente dai capelli rossicci (come Clarice Starling) che si deve trasferire nell’assolata California per sposarsi e condurre una vita tutta nuova e spensierata. A intrappolarla in quel di Seattle però ci pensa proprio questo caso della ragazzina scomparsa, su cui indagherà insieme al nuovo agente, un ex infiltrato dai modi di indagine poco ortodossi ma in qualche strano modo efficaci. Una coppia di detective ben assortita che rinuncia al glamour di Mulder & Scully (i due non sono infatti così attraenti) e, per fortuna, sembra scongiurare anche i soliti pruriti sentimentali di serie come Bones.
All’interno del quadro, che non si limita al solito thriller investigativo, entrano anche i famigliari della missing girl e il candidato sindaco della città, con un intreccio politico che rimanda vagamente dalle parti di 24. I ritmi però sono più lenti ma non sonnacchiosi, in pieno stile AMC, il network che negli USA dalla scorsa domenica trasmette la serie. Sì, esatto, proprio il canale di Breaking Bad, The Walking Dead e, soprattutto, Mad Men.

Per quanto riguarda Mad Men, la serie è stata confermata per una quinta e sesta stagione ma, a quanto pare, fino al 2012 non dovremo riuscire a rivederla. Le cose in questa annata televisiva americana si mettono dunque male; di serie nuove davvero interessanti nel primo scorcio di 2011 se ne sono viste poche e quelle poche sono idee “rubate” dagli inglesi (Shameless, Skins, Being Human) o come in questo caso dalla Danimarca; The Killing è infatti ispirato non solo a Twin Peaks (a partire dal claim “Chi ha ucciso Rosie Larsen?”) ma anche dall’omonima serie prodotta nella terra della Sirenetta.
Se di idee radicalmente nuove quindi negli Stati Uniti continuano a non vedersene, The Killing è comunque partito con il pilot più interessante del 2011 e grazie a degli ottimi personaggi e a momenti davvero emozionanti centra in pieno l’obiettivo di un buon, buonissimo esordio: creare un forte interesse e lasciare con la voglia di vederne un altro episodio e un altro ancora. È questo che fanno le grandi serie e se anche le puntate successive riusciranno a creare questo desiderio ci possiamo trovare di fronte a un potenziale nuovo cult televisivo. Il rischio con una serie del genere è però quello di incentrare il suo fascino principalmente intorno al caso della ragazza scomparsa e quando i nodi della vicenda verranno al pettine, vedremo allora cosa si inventeranno di nuovo gli sceneggiatori. Della serie danese è già in produzione una terza stagione, questa quanto andrà avanti? Per il momento io rimango sintonizzato.
(voto 8)

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