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lunedì 3 febbraio 2014

P.S. HOFFMAN



No. Non lo voglio scrivere, il necrologio su Philip Seymour Hoffman.
No. Non lo scrivo, così facciamo finta che non sia mai successo.
Quando se ne va un attore amato, per noi cinefili è come perdere un amico. Ok, magari non lo conoscevamo di persona, però attraverso il suo lavoro, attraverso la sua arte, ci ha regalato delle emozioni, ci ha consegnato dei personaggi che sono diventati quasi degli amici. Come il Lester Bangs di Quasi famosi – Almost Famous, il maestro di giornalismo che tutti avremmo voluto avere.


O come il Caden Cotard del poco conosciuto capolavoro Synecdoche, New York, capace di accompagnarci su quel grande palcoscenico chiamato vita.


O ancora come il Dustin Davis di Twister, il cacciatore di tornado cazzaro in quello che è stato uno dei miei film guilty pleasure degli anni ’90.


O come il mio preferito, il ruolo che me l’ha fatto conoscere e adorare, l’infermiere Phil Parma di Magnolia, l’uomo che sarebbe bello avere al proprio fianco sul letto di morte.


Quando se ne va un attore come Philip Seymour Hoffman, interprete pazzesco di quelli citati e un sacco di altri film da The Master a La 25a ora, da Onora il padre e la madre al Truman Capote che gli è valso l’Oscar, per noi cinefili è come perdere un amico. Quindi non farò nessun necrologio. Scriverlo significherebbe riconoscere che se n’è davvero andato e, finché non lo faccio, è come se fosse ancora tra noi.



P.S. Anche se non te ne sei andato, mi mancherai.

sabato 28 dicembre 2013

I MIGLIORI FILM 2013 DI PENSIERI CANNIBALI, DALLA 20 ALLA 11



Quali sono stati i film migliori dell'anno?
Difficile stabilirlo in maniera assoluta, più facile farlo in maniera personale. Questi sono i film preferiti quest'anno da Pensieri Cannibali. O meglio quelli "quasi preferiti", visto che oggi dopo le posizioni dalla 40 alla 31 e quelle dalla 30 alla 21, andiamo a vedere le pellicole che si sono fermate appena fuori dalla Top 10, con i piazzamenti dal 20 all'11.

20. Effetti collaterali
Manco un poco di zucchero e la pillola va giù
LEGGI LA MIA RECENSIONE

Trama semiseria
Per curare la depressione di essere sposata con Channing Tatum, Rooney Mara si dà agli psico farmaci. Effetti collaterali?
Nessuno, a parte istinti omicidi che la portano a far fuori chiunque le si avvicini. Ma d'altra parte quali medicinali non hanno piccolo controindicazioni?

Pregi
- Rooney Mara grandiosa.
- Il bacio tra Rooney Mara e Catherine Zeta-Jones.
- Thriller teso e ricco di svolte inattese.
- Non solo thriller, ma anche qualche riflessione sull'industria farmaceutica e sugli effetti degli psicofarmaci.
- Le musiche del sempre ottimo Thomas Newman.
- Steven Soderbergh con la sua stilosa regia minimal-chic quest'anno ha fatto doppietta nella classifica cannibale grazie anche a Dietro i candelabri.

Difetti
- Si tratta pur sempre di un thriller che si sforza pure troppo di stupire a tutti i costi con colpi di scena sorprendenti.
- La parte sugli psicofarmaci meritava di essere approfondita ulteriormente.

Attrice cult
Rooney Mara



19. Broken
Aggiustarlo no, eh?

Trama semiseria
La protagonista è una ragazzina che vive in un quartiere di merda insieme al padre, mentre la madre non si sa dov'è, ed è pure diabetica. La sua sfiga più grande però è che tutti la chiamano Skunk, puzzola. Provate a indovinare perché...

Pregi
- La giovane protagonista Eloise Laurence è una rivelazione totale.
- Grandi interpretazioni, come al solito nelle produzioni britanniche, tra cui spicca quella di Cillian Murphy.
- Un po' commedia, un po' dramma, con dentro persino qualche leggero elemento thriller... Broken in pratica è un film imprevedibile e inclassificabile.
- L'ambientazione nella periferia UK.
- Una pellicola piena di piccoli dettagli che la rendono grande.

Difetti
Un po' di cattiveria in più forse non avrebbe guastato. Ma in fondo questa è una pellicola positiva, quindi va bene così.

Canzone cult
"Colours" dei Blur, tema portante della pellicola cantato dalla protagonista Eloise Laurence.

18. Mud
Matthew MudConaughey
LEGGI LA MIA RECENSIONE

Trama semiseria
Il giovane Ellis e il suo amico Neckbone un giorno incontrano su un'isola... Matthew McConaughey, in uno stato pietoso perché la sua carriera a forza di commedie romantiche sta andando alla deriva. Loro allora gli suggeriscono di girare qualcosa di più pulp, di più cattivo e così McConaughey accetta di girare Killer Joe, la sua carriera prende una svolta inaspettata e finalmente il mondo lo considera un grande attore.

Pregi
- Una storia di formazione classica, ma molto ben raccontata e che nella sua semplicità sa colpire al cuore.
- Matthew McConaughey continua a stupire e continua a scegliere dei bei copioni e continua a essere uno degli attori più in forma in circolazione.
- Molto bravi anche i due giovanotti protagonisti del film, Tye Sheridan da The Tree of Life e Jacob Lofland.

Difetti
- Una storia di formazione classica, quindi niente che non si sia già visto.
- Reese Witherspoon un po' sottoutilizzata.
- Jeff Nichols si conferma regista da tenere d'occhio ma questa volta la pellicola manca il colpo da K.O. finale come gli era riuscito con il precedente Take Shelter.
- Il peggior difetto di Mud è quello di essere il film preferito dell'anno del mio blogger rivale Mr. James Ford.

Personaggio cult
Mud (Matthew McConaughey)

17. Don Jon
Il porno è meglio di Scarlett Johansson, ma una Scarlett Johansson porno è il meglio del meglio

Trama semiseria
Scarlett Johansson becca il boyfriend Joseph Gordon-Levitt mentre guarda un porno e lo lascia.
Lo lascia per mettersi con il protagonista del porno che Don Jon stava guardando, un certo Rocco Siffredi.

Pregi
- Joseph Gordon-Levitt esordisce alla regia in maniera convincente, firma pure una sceneggiatura brillante ed è inoltre credibile nella parte di un tipo che sembra sbucato fuori da Jersey Shore.
- Una commedia fresca, divertente, con vari momenti spassosi, senza un momento di stanca. Così si fa.
- Oltre a essere una commedia, offre anche qualche spunto di riflessione sul porno, sulle relazioni, sugli effetti del porno nelle relazioni, ma anche su famiglia, religione e amore.
- Una Scarlett Johansson forse mai tanto gnocca come qui, e pure perfetta nella parte della figa di legno. Sarà un caso?
- La sorella del protagonista Brie Larson in versione "muta" e sempre attaccata al cellulare: fa-vo-lo-sa.
- Questo film è meglio di un porno. O quasi.

Difetti
- Il Gordon-Levitt è esordiente alla regia e a tratti ciò viene fuori. Il ragazzo è ancora alla ricerca di una sua identità autoriale definita, ma il primo passo è quello nella direzione giusta.
- Gli amici del protagonista sono personaggi appena abbozzati.
- Colonna sonora migliorabile.
- Il finale poteva essere più incisivo.

Personaggio cult
Don Jon (Joseph Gordon-Levitt)

16. Frankenweenie
Il ritorno dei registi viventi

Trama semiseria
Tim Burton era andato a fare un giro nel Paese delle Meraviglie e lì era morto. Dopo aver pianto a lungo il decesso del suo regista preferito, il piccolo Victor decide di dissotterrare il suo cadavere e, grazie alla scarica di un fulmine, riesce a rianimarlo. Tim Burton torna così a fare un grande film e poi...
La risposta con la sua prossima pellicola.

Pregi
Tim Burton è tornato quello di una volta. Era ora.
- Humour nero unito a momenti di grande commozione, cosa chiedere di più a un film solo?
- Splendidi i personaggi, tutti in qualche modo strambi e freakkettoni, con il top dei top raggiunto da "Weird Girl" (Stranella nella versione italiana), cotta adolescenziale animata dell'anno e idola totale della pellicola in compagnia del suo gatto Mr. Whiskers/Signor Baffino.
- Molto affascinanti le musiche di Danny Elfman, pure lui tornato in ottima forma, e splendida "Strange Love" cantata da Karen O degli Yeah Yeah Yeahs sui titoli di coda.

Difetti
Tim Burton queste cose le ha già fatte in passato, quindi manca l'effetto sorpresa. Anche se la vera sorpresa è ritrovarlo così ispirato.

Personaggio cult
Weird Girl

15. Giovane e bella
Giovane e bella, ma non finisce a fare la modella
RECENSIONE PROSSIMAMENTE

Trama semiseria
Marine Vacth un'estate perde la verginità e da lì in poi decide di intraprendere la carriera di escort. Il ragazzo che l'ha deflorata viene così nominato Benefattore dell'Umanità.

Pregi
- Marine Vacth. Urca, che rivelazione! Sia a livello recitativo che fisico...
- Il regista francese François Ozon - già in forma Mondiale - firma una doppietta ancor più clamorosa di quella siglata da Steven Soderbergh, vedi il film sotto Nella casa.
- Il film getta uno sguardo sul mondo più attuale che mai delle baby-prostitute e lo fa senza giudizi morali di sorta. Riuscite a immaginare possibile qualcosa del genere nel cinema italiano o americano?
- Madò, che colonna sonora: c'è spazio per gli M83 e i Crystal Castles, così come per Françoise Hardy. Pardon se è poco.

Difetti
Marine Vacth ogni tanto compare vestita.

Canzone cult
Françoise Hardy "L'amour d'un garcon"


14. Nella casa
Il grande e potente Ozon
LEGGI LA MIA RECENSIONE

Trama semiseria
Il prof di letteratura Germain assegna ai suoi studenti come compito per le vacanze un tema su cosa hanno fatto prima del Natale. Lo studente Claude fa un copia e incolla del Giovane Holden, il prof non lo sgama e gli assegna un bel 10, anzi 20 perché in Francia c'hanno i voti in ventesimi. Il prof incoraggia pure il suo allievo a mandare il tema a un editore. Anch'esso non si accorge che si tratta del romanzo di Salinger però decide di non pubblicarlo, preferendogli un romanzo teen fantasy in cui dei vampiri-licantropi limonano con fanciulle zombie mentre il mondo sta per finire.

Pregi
- Grande doppietta per il regista François Ozon (vedi la Giovane e bella qui sopra).
- Il film è un racconto di formazione, ma ha anche elementi thriller, ed è pure uno sguardo sulla famiglia borghese francese e riesce a essere tutto questo e molto altro sorprendendo scena dopo scena.
- Il giovane protagonista Ernst Umhauer è un'altra sorpresissima tirata fuori dal cilindro dal mago di Ozon.
- La presenza di non una, bensì due MILF: Kristin Scott Thomas ed Emmanuelle Seigner.

Difetti
- La sceneggiatura è strepitosa, ma forse mette persino troppa carne sul fuoco.
- Ogni tanto emerge l'ispirazione teatrale del film.

Attore cult
Ernst Umhauer

13. Take This Waltz
Ma c'è ancora qualcuno che balla il valzer?

Trama semiseria
Michelle Williams è infelice della sua relazione routinaria con Seth Rogen e così cerca cazcompagnia in giro, finendo per trovare un tizio affascinante e artistoide con cui fa dei giri in giostra. E non è una metafora sessuale.

Pregi
- Non è la solita commedia romantica. Anzi, non è che sia proprio una commedia e di romantico non è che abbia poi moltissimo. Si tratta piuttosto di un film che racconta in maniera impietosa ma non (troppo) deprimente come la routine e la noia possano uccidere l'amore e svuotare le persone.
- Michelle Williams giganteggia con una performance recitativa di sorprendente naturalezza.
- Seth Rogen allora non sa fare solo il pirla, chi l'avrebbe detto?
- Bellissima la scena della giostra.

Difetti
A tratti il film sembra non saper più che direzione prendere, ma poi riesce a portare a termine bene sia il giro in giostra che il giro di valzer.

Scena cult
Il giro in giostra sulle note di "Video Killed the Radio Star" dei Buggles


12. The Master
Il film su Scientology. Anzi no. Anzi sì. Anzi no. Anzi sì. Anzi boh.
LEGGI LA MIA RECENSIONE

Trama semiseria
The Master è il film che ha fatto incazzare Tom Cruise. Perché è una critica non troppo velata a Scientology?
No, perché il regista Paul Thomas Anderson per la parte del santone simil L. Ron Hubbard ha preso Philip Seymour Hoffman e non lui.

Pregi
- Più che un semplice film, è una magistrale gara di bravura recitativa tra Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman. Alla fine vince il primo ai punti, ma che sfida!
- Paul Thomas Anderson ormai ha un tocco registico da vero master.
- Scientology nel film c'è e non c'è, la si prende per i fondelli epperò nemmeno troppo. Insomma, un tema ostico affrontato andando al di là del semplice schierarsi pro o contro.

Difetti
- È una pellicola girata con troppo cervello e poco cuore: a livello emozionale, The Master qualche lezioncina di recupero dovrebbe prenderla.
- È anche una pellicola talmente grande e impegnativa da far sentire lo spettatore piccolo piccolo.
- Il ruolo di Amy Adams rimane un po' ai margini e poteva essere usato meglio.
- Alcune parti dedicate ai meccanismi di lavaggio del cervello ipnosi mentale renderanno bene le tecniche usate da Scientology, però dentro a un film risultano ripetitive e un filo noiose.

Scena cult
Il colloquio/intervista/interrogatorio tra Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix


Trama semiseria
Il giorno del Ringraziamento, una bambina scompare nel nulla. Passano i giorni e niente. Continuano le ricerche ovunque, però proprio non si trova. Dall'Inghilterra arriva così Sherlock Holmes che chiede agli agenti dell'FBI: "Ma avete provato a guardare nella sua cameretta?"
"Ah, ecco dov'era! Come faremmo senza di te, geniale Sherlock?"

Pregi
- È il thrillerone dell'anno, capace di tenerti incollato alla poltrona in uno stato di tensione perenne dall'inizio alla fine nonostante la sua non breve durata.
- Non è solo un thrillerone dalla sceneggiatura perfettamente orchestrata, è anche una riflessione politica e sociale sull'America di oggi mica da ridere.
- Jake Gyllenhaal è un fenomeno. E io l'ho sempre sostenuto, sììì!
- Hugh Jackman invece l'ho sempre snobbato alla grande e qui a sorpresa si rivela parecchio intenso e (quasi) commovente.
- Ottimi anche i comprimari, da Paul Dano a Melissa Leo.
- Delicata e sottilmente inquietante la colonna sonora firmata dal compositore islandese Jóhann Jóhannsson.
- Il regista canadese Denis Villeneuve è ormai il nuovo maestro del genere thriller.

Difetti
- Un po' in ombra i personaggi interpretati dai comunque sempre bravi Terrence Howard e Viola Davis.
- Qualcuno ha dichiarato di aver intuito come andasse a finire già un bel po' prima della conclusione. Io invece sarò tardo o cosa però non l'avevo mica capito. Meglio per me e per quelli scemi come me.

Attore cult
Jake Gyllenhaal


lunedì 4 marzo 2013

THE MASTER, UN FILM SU SCIENTOLOGY NON SU OSCAR GIANNINO

The Master
(USA 2012)
Regia: Paul Thomas Anderson
Sceneggiatura: Paul Thomas Anderson
Cast: Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Rami Malek, Ambyr Childers, Jesse Plemons, Amy Ferguson, Laura Dern, Madisen Beaty
Genere: magistrale
Se ti piace guarda anche: Il petroliere, Arancia Meccanica, Kynodontas

Dì il tuo nome.
Cannibal Kid.

Ripetilo.
Cannibal Kid.

Ripetilo.
Cannibal Kid.

Ripetilo.
Veramente mi chiamo Marco Goi.

I fallimenti del passato ti tormentano?
Avessi avuto anche dei grandi successi, probabilmente sì. Non avendone avuti, i fallimenti non mi disturbano più di tanto.

Credi che Dio ti salverà dalla tua ridicolaggine?
No, sarebbe una missione troppo grande persino per lui.

Conosci L. Ron Hubbard?
Intendi Ron, il cantante Rosalino Cellamare, quello di Vorrei incontrarti tra cent’anni?

No, non intendo Ron. Conosci L. Ron Hubbard?
Sì, l’avevo incontrato cent’anni fa in un’altra vita. Era una persona piacevole, cordiale, un gran mattacchione, uno che raccontava barzellette, cantava sulle barche, poi si è montato la testa, si è messo a fare il santone, a scrivere libri mistici, a fare terapie ipnotiche, a fondare sette… Io non ho niente contro le sette, né ho niente contro Scientology. Giammai. Non chiudetemi il blog, per favore. Non ho detto niente di male. Semmai parlo spesso bene di Tom Cruise. Ottimo attore. Ciao, Tom.

Ti è piaciuto The Master?
Mi è piaciuto, anche se è una visione a tratti scomoda e spiacevole, ma alla fine nel post-visione mi ha travolto come le onde della prima inquadratura mi avevano fatto immaginare. Io da Paul Thomas Anderson mi aspetto sempre un masterpiece. Va detto che con questo film ci è solo andato vicino. Vicinissimo. Il suo The Master non regala un’enorme soddisfazione immediata, ma è comunque una di quelle pellicole che rimangono, che ti si appiccicano addosso, che non si dimenticano facilmente. E poi ha una prima parte splendida. Raggiunge picchi di intensità giganteschi soprattutto nel confronto tra Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman. Che due attori pazzeschi che sono. Fanno a gara a chi è più bravo dell'altro e alla fine non si riesce mica a scegliere. Anzi sì: Joaquin Phoenix è gigantesco. Da Oscar. Altroché Daniel Green Day Levi’s. Amy Adams pure lei è brava, però il suo ruolo è abbastanza marginale e la nomination agli Oscar è già stata generosa.
Nella seconda parte invece il film si smarrisce un pochino. Come chi si affida a un culto per trovare la sua via, perché non sa fare altrimenti. E poi nel finale si ritrova. Allontanandosi dal culto e cercando la libertà. In pratica è un capolavoro a metà. Un master, ma non un masterpiece.

"Certo che questo Cannibale le spara più grosse di Hubbard..."
Quindi ti è piaciuto o non ti è piaciuto, The Master?
Un film come questo va oltre il concetto di piacere o non piacere. È un’opera totale talmente grande che la sua intera portata non può essere colta immediatamente. È come se esistesse da sempre, da un trilione di anni. Nella sceneggiatura qualche elemento forse sarebbe perfettibile, ma chi sono io per pensare anche solo di criticare un lavoro del genere? Un film come questo richiede trilioni di anni di debolezze ed errori per essere compreso in pieno.

Cosa ne pensi di Paul Thomas Anderson?
Io adoro Paul Thomas Anderson, ieri ho pure dedicato un post tutto a lui e ai suoi film precedenti. Le aspettative che avevo nei confronti di questo suo nuovo lavoro erano quindi esorbitanti, troppo. Io venero Paul Thomas Anderson come gli adepti di Scientology adorano il grande L. Ron Hubbard. Ho detto grande, visto? Non ho intenzione di parlarne male. Non boicottatemi il sito, vi prego scientologisti. E con vi prego non intendo in senso religioso. A meno che non vogliate che lo faccia in senso religioso.

"Che puzza! Chi l'ha sganciata?"
Cosa ne pensi di Paul Thomas Anderson?
Come dicevo, io venero Paul Thomas Anderson e qui dirige davvero da Dio. Sia detto senza offesa per alcun altro credo o culto religioso, chiaro? Io non voglio offendere nessuno e non voglio che la grande e potente Scientology mi faccia causa in alcun modo. Io rispetto Scientology e anche questo film lo fa. Comunque il St. Paul Thomas Anderson dirige con uno stile ancora più classicheggiante rispetto ai primi tempi, non troppo distante da Il petroliere. Il tono è altrettanto solenne, eppure qui dentro ci sono alcune scene che mi hanno fatto molto ridere. A tratti ho pensato che The Master fosse una commedia. Tutti l’hanno spacciato per un filmone serio e serioso e in parte lo è. In alcune scene è invece assolutamente divertente. Qualcuno potrebbe pensare sia una presa per i fondelli di Scientology, del solo e unico L. Ron Hubbard cui il personaggio di Philip Seymour Hoffman è vagamente ispirato, però non lo è. È profondamente rispettoso del culto di questa setta, pardon religione, del suo fondatore e master supremo, delle sue tecniche di ipnosi all’avanguardia fondamentali per entrare in contatto con la propria anima e superare i propri problemi personali. Sì, è un film rispettoso. Non è una presa per i fondelli di Scientology. Almeno Credo.

Pensi che a L. Ron Hubbard sarebbe piaciuto questo film?
Il grande solo unico e onnipotente L. Ron Hubbard era davvero un personaggio. Un personaggione. Una sagoma. Sono andato a spulciare qualche informazione su di lui su Wikipedia, che potremmo considerare un po’ la Bibbia del sapere moderno o, se preferite, per usare un linguaggio più scientologista, è il Dianetics per noi che navighiamo su Internet. Dando una rapida occhiata, Hubbard ha avuto una vita parecchio interessante. Piena di aspetti affascinanti così come di lati oscuri. Penso che L. Ron Hubbard avrebbe desiderato una pellicola a lui interamente dedicata. Cosa che The Master non è. È un film solo in parte su di lui, o meglio sul suo alter ego Lancaster Dodd interpretato da Philip Seymour Hoffman. O che forse il suo vero alter ego nel film sia Freddie Quell, il personaggio di Joaquin Phoenix? Anche Hubbard in fondo ha iniziato dalla marina militare… La mia è solo una supposizione. Con il massimo rispetto per il grande L. Rosalino Cellamare Hubbard, sia inteso.

"Splendido post, Cannibal. Scientology approva."
Pensi che a Tom Cruise sia piaciuto questo film?
Paul Thomas Anderson ha regalato a Tom Cruise uno dei ruoli più memorabili della sua carriera, Frank T.J. Mackey di Magnolia, anche lui a suo modo un master, un master su come rispettare il cazzo e domare la fica. Un master rispettabile pure lui. Credo che Tom Cruise abbia un po’ storto il naso all’idea di un progetto come questo The Master vagamente ispirato a Scientology, ma poi si è reso conto che quella è solo una vaga ispirazione iniziale e la pellicola esplora anche altre tematiche e, insomma, ci poteva andare giù molto più pesante nei confronti della setta, pardon della religione di cui Cruise è adepto, pardon seguace, pardon finanziatore, pardon membro.
Il film parla anche d’altro, oltra alla Causa simil Scientology. Parla del rapporto tra maestro e allievo. Tra guru e adepto. Tra padrone e asservito. Di come il primo sia niente senza il secondo. Il rapporto che si instaura tra Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix mi ha ricordato un po’ quello tra il padre padrone e i figli in Kynodontas. Il suo modo di istruirli, di educarli, non è così lontano. Più che un rapporto tra due uomini alla pari, che poteva sfociare in un buddy movie oh yeah, The Master ci presenta un rapporto tra uomo e animale. O quello che lui considera un animale.
Il film poteva poi essere anche una pellicola romantica. A un certo punto ci illude, con il rapporto tra il marinaio io vagabondo che son io Joaquin Phoenix e la giovane verginale Doris, interpretata da Madisen Beaty, possibile nuova Evan Rachel Wood e sti cazzi. Il film in questa parte sembra possedere un cuore e invece no. Paul Thomas Anderson non ci sta. Il suo è un film più cerebrale che di cuore e questo è un suo limite. Vorresti amare The Master ma non ce la fai. Non del tutto. È però anche un suo pregio perché così non scivola nel solito polpettone romantico. E poi PTA aveva già detto tutto quello che c’era da dire sull’amore nello splendido sottovalutatissimo Ubriaco d’amore, così come nel finale di Magnolia sulle note di Save Me. Cos’altro poteva aggiungere?
The Master non è un film sull’amore. È un film sulla solitudine dei numeri primi. È un film su un maestro e sul suo discepolo e sul suo discepolo che sfugge a una Cura Ludovico di kubrickiana (a proposito di Maestri) memoria e alla fine a sua volta diventa maestro. Seppure a modo suo. Seppure nella variante più sessuale. Perché The Master è più un film sul sesso, che sull’amore. Sugli istinti primoridiali e su come il potere della mente possa domarli. O non possa domarli.

"Se ti conci così, non lamentarti poi se non ti danno l'Oscar..."
Da un film che si intitola The Master ti aspettavi una pellicola erotica sul bondage, vero?
No, lo smentisco in maniera categorica.

Da un film che si intitola The Master ti aspettavi una pellicola erotica sul bondage, vero?
Ok. Lo ammetto. Paul Thomas Anderson, il tuo film è notevole, però una bella scena di bondage la potevi anche mettere. O dobbiamo aspettare che esca la porno parodia con Sasha Grey?

Cosa ne pensi di Scientology, per davvero?
Io ci tengo a ribadire fortemente un concetto: io non ho niente contro la sette, pardon le religioni. Questo post è stato assolutamente rispettoso di Hubbard, di Tom Cruise e di Scientology. Proprio come The Master.
O forse no?
(voto 8,5/10)



domenica 3 marzo 2013

PAUL THOMAS ANDERSON - L’ALTRA HOLLYWOOD

Nuovo appuntamento cannibale con le carriere dei grandi del cinema.
In rassegna sono passate per ora le vite (cinematografiche) di Quentin Tarantino, Steven Spielberg, Tim Burton e Kathryn Bigelow. Oggi è la volta di uno dei miei registi preferiti cui però non avevo mai dedicato un intero post finora. Il suo ultimo film Il petroliere era uscito infatti nel lontano 2008, quando Pensieri Cannibali era ancora solo un feto in attesa di assaporare le gioie e i dolori della vita. Quindi adesso vi beccate due post. Il qui presente, dedicato a tutti i suoi film, e poi un secondo presto in arrivo interamente sull’ultimissimo The Master.

Rispetto ad altri registi giustamente celebrati come Tarantino, Paul Thomas Anderson gode di un seguito più di culto. Quasi come Philip Seymour Hoffman nel suo ultimo The Master. C’è chi lo adora, lo venera come un Dio, io ad esempio, e chi non lo capisce. Non riesce ad afferrare il suo cinema. Mister Anderson è il classico regista che si ama o si odia. E il Sistema lo odia.
Per una volta il sottotitolo italiano dato a un suo film non è inutile: Paul Thomas Anderson rappresenta davvero L’altra Hollywood. L’altra non intesa come nel suo Boogie Nights come industria del porno, ma come sguardo altro rispetto al cinema tradizionale. I suoi film sono talmente differenti dal resto, da uscire persino dal concetto di cinema indie. Sono un’altra cosa ancora.

A livello tutto personale, io associo PTA alla cantante Fiona Apple. I due sono stati insieme, per qualche tempo, e lui ha anche diretto i video per Across the Universe, Fast as You Can, Limp e Paper Bag.



Non è solo per questo però che li avvicino, ma anche per uno stile comune, un andamento jazz imprevedibile e schizofrenico delle loro carriere. Entrambi si sono avvicinati al grande successo, lei con il disco d’esordio Tidal, mentre lui con Magnolia è entrato a far parte dei registi più corteggiati di Hollywood. Eppure entrambi hanno deciso di fregarsene, di ignorare le lusinghe del successo e anzi voltargli le spalle, con mosse azzardate. Fiona mandando affanculo Mtv e pubblicando un secondo disco privo di singoli orecchiabili, Paul Thomas dopo i grandiosi affreschi corali di Boogie Nights e Magnolia scegliendo un progetto più piccolo e intimo come Ubriaco d’amore. Entrambi sono adorati dalla critica ed entrambi hanno un seguito rispettabile ma non enorme, entrambi sono qualcosa di altro. Qualcosa di meglio.

Finite le lunghe introduzioni che ad Anderson, almeno stando ai suoi lavori, piacciono parecchio, ecco la carrellata cannibale sulle sue pellicole.

Sydney (1996)
Sydney è anche noto come Hard Eight. O meglio non noto, visto che è l’esordio uscito molto in sordina di Paul Thomas Anderson. Talmente in sordina che in Italia naturalmente non è mai arrivato, manco in home-video e manco qualcuno si è sbattuto a fare i sottotitoli. E così me lo sono dovuto recuperare in originale con sottotitoli in inglese. Cosa non si fa per amore?
A differenza di molti altri esordi, quello di Paul Thomas Anderson non è un debutto acerbo. Non a livello registico, se non altro, dove il PTA dimostra di possedere una padronanza dei mezzi notevole e uno sguardo fin da subito personale. A mancare al film è però una storia davvero coinvolgente. Dal punto di vista dell’intreccio narrativo quindi acerbo lo è ancora, soprattutto a guardare i suggestivi racconti corali successivi gestiti in maniera magistrale, da vero master del racconto cinematografico.
Sydney è il nome del protagonista, interpretato da Philip Baker Hall, l’uomo dalle occhiaie abnormi, che rivedremo poi anche nelle prossime due pellicole andersoniane. Un uomo che tira su dalla strada un morto de fame, John C. Reilly, pure lui pupillo del regista, lo porta a Las Vegas e gli insegna qualche tecnica per guadagnarsi da vivere tra un casinò e l’altro. Come spesso, come sempre accade con i film del Mr. Anderson, la storia si sviluppa in maniera imprevedibile. Sydney non è la solita pellicola sulla città del peccato o sul gioco d’azzardo come ci si potrebbe aspettare. Diventa più che altro un thriller, ma non così thriller, e insomma fin dal suo esordio PTA realizza qualcosa al di là delle etichette. Un qualcosa di indefinibile, ancora non del tutto focalizzato, ma che mostra una regia dal forte sapore classico. Perché Paul Thomas Anderson, a differenza di molti altri colleghi coetanei, non si presenta al mondo come un regista indie. Si presenta come un regista da consegnare da subito alla classicità.
(voto 6,5/10)

"Mi stai mollando e non per Brad Pitt, ma per Chris Martin? Mi pigli per il culo?"

Boogie Nights - L’altra Hollywood (1997)
Boogie Nights è un film sul porno. Non un film porno. Lo dico subito, ché poi qualcuno se lo cerca per fini non cinematografici e ci resta deluso. Che pure qualche scena piuttosto pop porno c’è anche e Mark Wahlberg e Julianne Moore ci danno dentro di brutto. Però resta più che altro un film sull’industria del porno, a cavallo tra fine anni Settanta e inizio Ottanta. Un’epoca di cambiamenti epocali riflessi attraverso l’altra Hollywood, quella che non appare alla sfavillante notte degli Oscar, bensì quella che si sbircia dallo spioncino della porta.
Se Sydney rappresenta una prova generale, Boogie Nights è il primo vero grande film di un regista che da qui in poi non smetterà di realizzare solo veri grandi film. In Boogie Nights Anderson riprende il personaggio del suo primo cortometraggio, datato addirittura 1988, quando il regista classe 1970 aveva appena 18 anni, The Dirk Diggler Story. Quello che ne esce è la storia di ascesa e declino di un pornodivo, Dirk Diggler appunto, ma non solo questo. Anderson comincia ad avere manie di grandezza e realizza un racconto corale che anticipa la grandezza biblica della sua pellicola successiva.
I riflettori sono quindi puntati soprattutto sul protagonista, mister 33 (!) centimetri, interpretato da Mark Wahlberg. Un Mark Wahlberg attore discontinuo e spesso poco convincente, ma qui perfetto nella parte. Probabilmente perché la sua carriera, lui che è partito come modello e rapper commerciale e ha poi cercato di costruirsi una dignità artistica nel mondo del cinema, è vicina a quella di Dirk Diggler, che parte invece dal mondo del porno e cerca poi di reinventarsi come attore non porno e pure come cantante.
Intorno a lui ci sono tutta una serie di personaggi che in mano a un autore normale sarebbero rimasti a fare da tappezzeria sullo sfondo del pene gigante di Dirk e che invece nella mani abili di P.T. Anderson sono resi in maniera tridimensionale. Senza bisogno del 3D. Mitica la Rollergirl interpretata da Heather Graham, gigionesco Burt Reynolds, simpatico il gay interpretato da Philip Seymour Hoffman, di notevole profondità la diva del porno Amber Waves interpretata da una più sexy than ever Julianne Moore. Spassossimo poi William H. Macy, che ogni volta che compare becca la moglie a letto (per non dire scopata selvaggiamente) da qualcuno diverso.
Lo stile di Anderson intanto si fa già tremendamente maturo e quello che per molti registi potrebbe essere considerato un capolavoro assoluto, altro non è invece che solo un gustosissimo antipasto per qualcosa di ancora più grande…
(voto 8,5/10)

"John Travolta chiiiii? Bee Gees cooooosa?"

Magnolia (1999)
Ci sono i film grandi, ci sono i film grandissimi, e poi ci sono quelli enormi. Una specie in via d’estinzione. Se c’è un film per cui voglio spendere la parola “enorme”, questo è Magnolia. Una delle mie pellicole preferite di sempre e anche una di quelle visioni che, se fossi un professore di Cinema, darei subito ai miei studenti per far capir loro come si gira e come si gestisce un racconto filmico.
Per me Magnolia è il film corale per eccellenza. Una serie di storie, di personaggi unici e fantastici, ognuno dei quali meriterebbe una pellicola a se stante. Tom Cruise domatore di fica nel suo ruolo più idolesco di sempre, e sì che lui è uno che tende a rendere idolesco qualunque suo personaggio. Un quiz show che si trasforma in una delle cose più tese e thriller mai viste su grande schermo. L’ex bimbo prodigio gay di un quiz show che sogna di mettersi l’apparecchio ai denti che conquistare un barista. Un padre in fin di vita. Una dolcissima storia d’amore…
In una maniera che ha del miracoloso, Paul Thomas Anderson riesce a tenere in mano i fili di tutte le vicende come solo un burattinaio dal talento mostruoso saprebbe fare. O come solo Dio saprebbe fare.
E, come Dio, anche Anderson fa piovere rane sui suoi personaggi. Per punirli dai loro peccati. O forse soltanto per salvarli.
(voto 10/10)

Meteorologo di Studio Aperto, l'avevi previsto questo?



Ubriaco d’amore (2002)
Magnolia ha ricevuto un’ottima accoglienza critica, eppure si è dovuto accontentare di appena 3 nomination agli Oscar, di cui nessuno vinto, e di un successo commerciale modesto. Nonostante questo, Paul Thomas Anderson all’inizio del millennio sembrava essere sul punto di diventare uno dei nomi che più contano a Hollywood e veniva indicato da molti come l’astro nascente del cinema americano. Lui a quel punto ha però deciso di cambiare rotta e di fare qualcosa di totalmente diverso e inaspettato.
Dopo i romanzoni corali di Boogie Nights e Magnolia, scrive e dirige con maestria assoluta un racconto breve. Una piccola storia d’amore tra un tizio che tutte le rotelle a posto non ce l’ha e una tizia che gli viene presentata da sua sorella, una delle sue mille sorelle rompicazzo. Una piccola storia d’amore che viene girata da Paul Thomas Anderson con una tensione pazzesca, quasi si trattasse di un thriller, merito anche delle solite grandiose musiche del fido collaboratore Jon Brion.
La pellicola in originale si intitola Punch-Drunk Love, titolo secondo me ispirato a uno dei pezzi “minori” dei Radiohead, se esistono pezzi minori dei Radiohead, la splendida Punchdrunk Lovesick Singalong. E non so se è una coincidenza di quelle in stile Magnolia o meno, ma le soundtrack dei due film successivi Il petroliere e The Master passeranno proprio nelle mani di Jonny Greenwood, il chitarrista dei Radiohead.
Ubriaco d’amore è una commedia romantica, una delle migliori commedie romantiche degli ultimi anni, ma una commedia romantica ubriaca. L’altra sorpresa del film è Adam Sandler, per una volta lontano dalle sue solite commedie goliardiche che l’hanno reso un po’ il Christian De Sica americano. Sandler non sarà il massimo dell’espressività nemmeno qui, però se non altro fa la figura dell’attore valido. Ennesimo miracolo di Paul Thomas Dio Anderson.
(voto 8+/10)

"Se ce la può fare Raphael Gualazzi, chiunque può..."

Il petroliere (2007)
Il petroliere è un film notevolissimo. Per qualcuno è il vero capolavoro di Anderson. Di certo è il suo film più acclamato e apprezzato, e con i suoi appena $40 milioni di dollari guadagnati negli USA è anche il maggiore successo commerciale di un regista che finora è ben lontano dall’aver raggiunto grandi incassi. Il petroliere è anche la sua unica pellicola ad aver ricevuto le nomination agli Oscar per il miglior film e per la miglior regia, oltre che il solo ad aver portato a casa una statuetta, anzi due: quella per la miglior fotografia e quella per il miglior attore protagonista al solito Daniel Day-Lewis, qui forse alla sua interpretazione migliore in assoluto.
Il petroliere è un film notevolissimo, come detto, una visione a cui inchinarsi, eppure per me non è il capolavoro di Paul Thomas Anderson. È semmai il film meno andersoniano di tutta la sua carriera. Questa pellicola segna uno stacco netto rispetto alle sue opere precedenti, con il cambio della guardia di alcuni collaboratori, ad esempio come anticipato delle musiche si occupa ora Jonny Greenwood, così come non c’è nessuno dei suoi attori feticcio. No, nemmeno Philip Seymour Hoffman, presenza fissa di tutti i suoi altri lavori. Una svolta realizzata come sempre con coraggio dal regista che qui usa un tono più solenne che in passato. Rispetto ai suoi altri lavori, manca quel pizzico di umorismo dei lavori precedenti, così come un po’ più di sentimento. Tra politica, potere, religione e ossessione, PTA inaugura una pagina nuova del suo cinema, ulteriormente sviluppata in The Master. Una pagina che il regista sta ancora scrivendo e che potrà fargli raggiungere vette persino più alte. Una pagina che lo sta portando a essere per complessità e maturità di sguardo l’unico vero degno erede moderno del cinema di Orson Welles e Stanley Kubrick.
Sto esagerando?
No, non credo, perché è così che va trattata la sua Opera: in maniera grandiosa, megalomane e senza limiti.
(voto 8/10)

"Mi sa proprio che Joaquin Phoenix non ha preso tanto bene la decisione dell'Academy di darmi un altro Oscar..."

The Master (2012)
Post in arrivo a breve, brevissimo…
(voto ?/10)

giovedì 3 gennaio 2013

Buon Anno Cinema

"Ford meglio di Cannibal? Baaah!"
Anno nuovo, rubrica nuova?
No, mi spiace.
Anno nuovo, rubrica vecchia, ma almeno conduttori della rubrica nuovi?
No, mi spiace di nuovo. Anche in questo 2013 vi tocca ancora beccarvi il sottoscritto Cannibal Kid e il mio nemico Mr. James Ford.
Eppure sono stati contattati altri personaggi. Si è pensato ad esempio di fare un Marco Travaglio VS Alessandro Sallusti, ma le trattative sono naufragate a causa dei problemi legali di quest’ultimo.
È uscita anche la possibilità di un Tiziano Crudeli VS Elio Corno, ma erano disponibili a parlare soltanto di calcio.
A parlare di cinema erano invece disponibili Vincenzo Mollica e Gigi Marzullo, ma il primo ne capisce di cinema meno di Cannibal Kid e il secondo è più noioso di Mr. Ford.
Quindi niente, ci siamo ancora noi e questi sono i nostri commenti alle uscite cinematografiche di inizio anno.

"Cannibal meglio di me? Meh, non lo so..."
The Master di Paul Thomas Anderson
Il consiglio di Cannibal: Cannibal Kid è The Master? No. Mr. Ford? Ma figuriamoci. Paul Thomas Anderson è The Master!
Nonostante il titolo lo possa far pensare, The Master non è un film su Cannibal Kid, né tanto meno sulla Fede Cannibale. È però un film liberamente ispirato a un’altra setta religiosa, Scientology, o forse no. In ogni caso, si tratta del nuovo film di Paul Thomas Magnolia Anderson e quindi si preannuncia come qualcosa di notevolissimo. La distribuzione italiana ha allora deciso di aprire l’annata davvero alla grande. Ma The Master riuscirà a ritagliarsi uno spazio in mezzo ai cinepanettoni delle feste che ancora infestano le sale?
E io, nel corso del 2013, riuscirò a liberarmi dal Ford che una volta a settimana infesta con la sua maligna presenza il mio blog?
Il consiglio di Ford: Master of the Universe!
Incredibilmente, la distribuzione made in Terra dei cachi ha deciso di iniziare l'anno alla grande programmando l'uscita in sala di una delle poche pellicole del 2013 che, probabilmente, riuscirà a mettere
d'accordo anche fordiani e cannibali, ovvero i due gruppi di fedeli più belligeranti al mondo.
Come se non bastasse Paul Thomas Anderson, poi, abbiamo un cast da brividi pronto a scuoterci fin dentro i nostri cuoricini ancora scombinati dai bagordi di fine anno. E chissà che quegli stessi bagordi non abbiano fatto rinsavire il Cannibale, proponendone una versione finalmente sana di mente – e soprattutto competente in materia cinematografica - per il nuovo anno?

"Ford meglio di me? Ma non fatemi ridere!"

"Pronto, parlo con Mister Ford? Per caso le andrebbe di cambiare religione?
Il nome? Cannibalology!"
Jack Reacher - La prova decisiva di Christopher McQuarrie
Il consiglio di Cannibal: Tom Cruise - La prova poco decisiva
Un action movie che puzza di fordianata lontana un miglio, e non è un bell’odore.
Tom Cruise però è pur sempre Tom Cruise. In molti lo odiano, per me invece è uno dei più grandi professionisti in circolazione a Hollywood, uno che in ogni film ci mette sempre il 101% di se stesso. Anche se, certo, questa non si preannuncia come una delle sue pellicole più memorabili…
Ironica comunque la coincidenza per cui lo scientologista Cruise si va a scontrare al botteghino italiano contro un film (forse) anti Scientology come The Master. Sarà una bella sfida, sebbene non ai livelli degli scontri Cannibal Fordiani!
Il consiglio di Ford: un inizio anno decisivo!
Considerato come erano andate le ultime settimane, non avrei mai e poi mai pensato che con il primo weekend del 2013 mi sarei ritrovato non una, bensì due pellicole da correre a vedere al volo, e invece ecco
qui: appena dietro The master giunge il buon Tom Cruise, uno che sta antipatico a molti ma che in qualche modo riesce a mettere d'accordo il vecchio cowboy e il giovane coniglione - e siamo a due su due! - con un action movie che promette di essere perfetto per una serata fordiana come si deve.
Io, ovviamente, non me lo farò mancare, forse già il giorno dell'uscita.

"Uff, che fatica! Fingere di essere una vera attrice è quasi
più impegnativo dello stesso recitare..."
Mai Stati Uniti di Carlo Vanzina
Il consiglio di Cannibal: io e Ford, mai stati uniti
Madosca che gioco di parole, il titolo di questo film. Quasi peggio di quelli dei titoli dei miei post!
Mai Stati Uniti comunque è il nuovo film dei Vanzina, e già qui potete scappare negli Stati Uniti
Se a ciò aggiungiamo che il cast “vanta” Giovanni Vernia, Vincenzo Salemme e l’ormai onnipresente Ambra Angiolini (manca giusto Mr. Ford in versione attore, e poi siamo a posto), potete prenotare subito un biglietto per fuggire negli USA. O dove diavolo volete.
Il consiglio di Ford: non è il documentario sulla rivalità Ford/Cannibale, purtroppo per voi.
L'avevamo scampata prima di natale, quand'ecco che il cinepanettone in ritardo fa capolino ad anno appena iniziato, giusto per farci risultare indigesto anche il migliore dei cenoni. Non mi dilungherò oltre su una proposta che, di nuovo, mette d'accordo me e il Cannibale. Questa volta, però, perché sia bandita da ogni canale distributivo mondiale.

"Pannella, ma che amnistia? Non fate uscire Ford di qua, che è pericoloso!"
Buon Anno Sarajevo di Aida Begic
Il consiglio di Cannibal: buon anno Ford!
Film neo realista bosniaco, ovvero: roba per i denti di Ford.
Per me, invece, mi sa che sarà un inizio d’anno migliore se me lo risparmio.
E allora buon anno, Ford. Vedi come sono buono, in questo 2013? Ti consiglio pure i film con cui ti potrai stracciare i maron… volevo dire… con cui ti potrai divertire un mondo.
Il consiglio di Ford: buon anno Cannibale!
Per questo 2013 ho deciso di porre tra i miei buoni propositi quello di costringere il mio rivale ad almeno una visione fordiana a settimana, così, se dovesse fare storie rispetto a Jack Reacher, ecco qui pronto un bel film di quelli che tanto avvincono il buon Kid: realtà dura e pura, quella dalla quale il buon Donnie Kid fugge
passando giornate intere chiuso nella sua cameretta davanti al pc.

Mr. Ford paparazzato in un momento di igiene personale.
Le avventure di Fiocco di Neve di Andrés G. Schaer
Il consiglio di Cannibal: belle avventure del ca…
Il periodo natalizio non è ancora finito, e allora fioccano ancora le bambinate fordiane come questo Fiocco di Neve, produzione spagnola che mischia animazione e attori in carne ed ossa, ma che non sembra muy buena.
De puta Ford!
Il consiglio di Ford: molto meglio le battaglie tra Ford e Cannibal!
Mi pareva che l'anno fosse partito troppo bene! Ecco la proposta inutile della settimana che cerca di ritagliarsi il suo spazio sfruttando le migrazioni delle famiglie spinte verso i multisala dalle feste e dalle vacanze conseguenti. Piuttosto che una robetta come questa, preferirei rinverdire i fasti della collezione dei Classici Disney pur sapendoli a memoria, dunque passo felicemente la mano.
Curioso - e anche un po’ inquietante - che nella quasi totalità delle uscite di questo primo weekend del 2013 probabilmente io e la mia nemesi ci troveremo d'accordo!

"C'ho provato però no, nemmeno visti al contrario i film consigliati
da Ford migliorano..."
The Ghostmaker di Mauro Borrelli
Il consiglio di Cannibal: The Ghostmovie
In una settimana in cui, a sorpresa, mancano le solite piccole produzioni italiane, arriva però un piccolo film americano girato da un regista italiano. Gabriele Muccino? No, con lui ci sarà tempo di prendersela a dovere la prossima settimana. Questa settimana i riflettori (magari giusto di 5 o 6 sale o dir tanto) sono puntati invece su Mauro Borrelli, uno che ha lavorato come concept designer per Tim Burton e Francis Ford Coppola e che ha già girato alcuni b-movie, cui adesso si aggiunge pure The Ghostmaker. Vorrei dirne bene, ma già dal trailer sembra una cosa trascurabile e per nulla intrigante.
Nel nuovo anno cercherò di trattare meglio i film e i registi italiani, così come Ford, ma non posso promettere di riuscirci. Al massimo posso promettere di non riuscirci!
Il consiglio di Ford: rendere fantasma il Cannibale? Neanche per idea! Non potrei più prenderlo a bottigliate!
Chiudiamo la carrellata con un titolo che non mi pare nulla di particolarmente interessante ma che, almeno, si differenzia dalla consueta montagna di merda made in Italy che i distributori ci riversano addosso ogni settimana. Buona notizia? Segno che le cose stanno per cambiare? Ne dubito almeno quanto delle opinioni cinematografiche del mio rivale, che comunque è giusto restino tali e scellerate in modo da
garantirci un altro anno di battaglie senza quartiere!

martedì 1 gennaio 2013

ANTICIPATION 2013



È iniziato un nuovo anno. Yuppie. Buon 2013!
Champagne, botti, feste, canti, balli, yeah!

Ok. Torniamo sobri. Per quanto sia difficile.
Facciamo quelli lucidi, o almeno proviamoci, e andiamo a vedere cosa ci aspetta da questo 2013, a livello di film, serie tv e musica, ovvero i campi d’interesse principali di codesto blog.
C’è tanta roba buona in arrivo e oggi ne vedremo un po’. Non una guida esaustiva, completa al 100%, ma solo le cose più attese da queste parti per quanto riguarda i prossimi mesi. Ecco la top 20.

20. Promised Land
Il nuovo film di quel Santo di Gus Van Sant. In una parola sola: promettente.



19. La grande bellezza
Dopo la parentesi ammerecana, che a me me è piasciuta, di This Must Be the Place, il nostro Paolo Sorrentino torna in Italia, con un nuovo misterioso film che vanta un cast assai variegato: Carlo Verdone, Toni Servillo e Sabrina Ferilli... In uscita ad aprile.

18. The Impossible
Il film americano di Juan Antonio Bayona, il regista spagnolo del bellissimo The Orphanage, racconta di Ewan McGregor e Naomi Watts alle prese con lo tsunami. Che possa essere un grande film è tutt’altro che impossible.



17. Nuove serie tv: The Americans, House of Cards e The Forgotten
Ecco il trio di serie tv più promettenti per quanto riguarda il primo scorcio di anno nuovo. The Americans segna il ritorno di Keri Russell (Felicity) sul piccolo schermo, in una serie spionistica che potrebbe essere un Homeland ambientato negli anni ’80.
Di House of Cards dico solo che vede lo zampino di David Fincher e Kevin Spacey, mentre The Forgotten è una serie thriller scritta da Kevin Williamson (Scream, Dawson’s, The Vampire Diaries) con protagonista Kevin Crispy McBacon.
Tra le nuove serie tv, attenzione poi anche ad Hannibal, Deception, Do No Harm, Red Widow, Cult, e Masters of Sex.

16. Warm Bodies
Un ragazzo zombie si può innamorare? Se i produttori cercano di venderlo come il nuovo Twilight, questo film vanta un regista indie (Jonathan Levine di 50 e 50, Fa la cosa sbagliata e All the Boys Love Mandy Lane) e si preannuncia in realtà ricco di umorismo e più dalle parti di Benvenuti a Zombieland, nonché una delle possibili rivelazioni dell'anno.



15. Spring Breakers
Nuovo film del regista indie Harmony Korine con protagoniste le teen idols Selena Gomez, Vanessa Hudgens e Ashley Benson. Non oso nemmeno immaginare quale assurda figata abbia potuto tirare fuori!

14. The Knife e Vampire Weekend
Il geniale duo elettronico svedese torna con il primo vero album da Silent Shout del 2006. Si chiamerà Shaking the Habitual e sono sicuro che sarà qualcosa di diverso dall’abituale.
Di ritorno nell’anno nuovo anche i Vampire Weekend con il loro ancora misteriosissimo terzo album.
Attesa a mille!



13. Il grande Gatsby
Il grande Gatsby sarà anche un grande film? Le premesse ci sono tutte: ispirazione dal romanzo di F. Scott Fitzgerald, regia di Baz Luhrmann (Moulin Rouge!), protagonisti Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire e Carey Mulligan.



12. Nymphomaniac
Lars Von Trier alle prese con un nuovo film avvolto nel mistero, ma che già dal titolo è tutto un programma…

11. The Bling Ring
Del nuovo film di Sofia Coppola si sa che è ispirato alle vere vicende di un gruppo di improvvisati rapinatori teenager che tra il 2008 e il 2009 hanno svaligiato le case di alcune celebrità come Paris Hilton e Lindsay Lohan. Per vederlo, ci sarà però da attendere probabilmente la fine dell’anno…
Tra gli altri registi chic, occhio poi anche a Mood Indigo di Michel Gondry e ad Her di Spike Jonze.

10. Jennifer Lawrence
La Cotta adolescenziale 2012 di questo blog sarà una delle grandi protagoniste anche del 2013: prima con Silver Linings Playbook (in Italia forse uscirà con il titolo L'orlo argenteo delle nuvole), che potrebbe portarla alla seconda nomina agli Oscar, e poi con il secondo capitolo delle avventure di Hunger Games: La ragazza di fuoco.



9. Operazione Zero Dark Thirty
Kathryn Bigelow e Jessica Chastain alle prese con la cattura di Osama Bin Laden, in un film già osannato dai critici americani e in profumino di Oscar. Sarà l’Homeland del cinema?



8. Lady Gaga
La regina del pop sta per tornare.
Madonna? Madonna chi?
No, sto parlando di Lady Gaga e il suo nuovo terzo album ha un titolo che non lascia spazio a dubbi: ARTPOP.

7. My Bloody Valentine
Di solito sono contro le reunion delle band del passato, però in questo caso è un ritorno clamoroso e inaspettato: i My Bloody Valentine, leggendario gruppo autore di due album a cavallo tra la fine degli anni ’80 e i primi ’90, torneranno con un terzo disco a oltre 20 anni di distanza da quel capolavoro supremo di Loveless.
Aspettative oltre ogni livello, speriamo solo non deludano come le reunion di vari altri loro colleghi.

6. Arcade Fire
Il gruppo indie più infuocato degli ultimi anni pubblicherà nel 2013 il suo quarto album. Dopo tre dischi uno più bello dell’altro, non ci si può aspettare niente di meno che un altro capolavoro.
Tra gli altri dischi che attendo di più e che dovrebbero arrivare da qualche parte nel corso del nuovo anno ci sono poi James Blake, M.I.A., Everything Everything, Yeah Yeah Yeahs, Paramore, Phoenix, Azealia Banks, Woodkid, AlunaGeorge, Earl Sweatshirt, Royksopp, Franz Ferdinand, Christopher Owens, Foals, John Grant, Hurts, Kings of Leon, Sky Ferreira, Eminem, Katy Perry e Travis.



5. Django Unchained
Quentin Tarantino.
Basta solo il suo nome per genere un’attesa enorme. Di certo sarà una figata, ma il fatto che sia un western, genere che storicamente non amo, mi fa temere che questo possa essere il suo film che amerò di meno. Spero di sbagliarmi.



4. Only God Forgives
Nicolas Winding Refn + Ryan Gosling insieme di nuovo dopo Drive.
Se non tirano fuori un altro capolavoro, nemmeno Dio potrà perdonarli!
(e, per quanto riguarda Ryan Gosling, occhio anche a The Place Beyond the Pines)

3. The Master
Paul Thomas Anderson, il regista di Magnolia e Il petroliere, con il suo nuovo discusso film liberamente ispirato a una setta religiosa in stile Scientology. La domanda da porsi non è se sarà un grande film, ma quanto sarà grande.

2. Breaking Bad finale
Il 2013 ci consegnerà la fine di due serie storiche: una è Dexter ma, visto il livello scandaloso raggiunto dalle ultime due stagioni, le mie aspettative non sono molto alte. L’altra è Breaking Bad e in questo caso le aspettative sono estremamente esagerate.
Cosa succederà?
Lo scopriremo quest’estate con gli ultimissimissimi episodi.

1. Terrence Malick
Per decenni uno dei registi meno prolifici nella storia del cinema, negli ultimi anni il regista texano si è scatenato e dopo The Tree of Life sta lavorando su talmente tanti nuovi progetti che è difficile capire quali sono e quando usciranno. Il primo è To The Wonder, si è intravisto al Festival di Venezia, ma l’uscita nelle sale italiane è stata spostata all’estate. Poi ci sono Knight of Cups, con Christian Bale e Natalie Portman, il misterioso documentario The Voyage of Time e quindi un nuovo progetto, ancora senza titolo, con un cast assurdo che sembra possa comprendere ancora Christian Bale e Natalie Portman, più Michael Fassbender, Ryan Gosling, Rooney Mara, Cate Blanchett e la cantante Florence Welch alias Florence + the Machine.
Uno che riesce a mettere insieme un cast del genere non può essere altri che Dio in persona.


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