Visualizzazione post con etichetta the sessions. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta the sessions. Mostra tutti i post

mercoledì 27 febbraio 2013

THE SEXIONS

The Sessions
(USA 2012)
Regia: Ben Lewin
Sceneggiatura: Ben Lewin
Tratto da un articolo di: Mark O’Brien
Cast: John Hawkes, Helen Hunt, Moon Bloodgood, William H. Macy, Adam Arkin, Annika Marks, Rusty Schwimmer, Jennifer Kumiyama, Robin Weigert
Genere: sessuale
Se ti piace guarda anche: Lo scafandro e la farfalla, Quasi amici, Un sapore di ruggine e ossa

I normodotati sono vittime di pregiudizi.
Se sei un normodotato e paghi per fare sesso con una donna, sei uno schifoso puttaniere.
Se sei un tizio costretto dalla polio a vivere attaccato a un polmone artificiale e stare a letto tutto il giorno, e paghi per fare sesso con una donna, allora sei la fonte d’ispirazione per una pellicola strappalacrime e la tua storia è in grado di far piangere anche il più insensibile tra i bastardi.
Vedete?
Non c’è parità di trattamento. C’è discriminazione. C’è razzismo nei confronti dei normodotati.
Altro esempio?
Se corri con delle protesi e riesci a competere con atleti che per correre utilizzano ancora le loro vecchie gambe sei un mito, sei un modello, sei una fonte di ispirazione. Poi a San Valentino fai fuori la fidanzata e il mondo si rende conto che non sei un eroe. Sei solo un essere umano come tutti gli altri. Magari pure peggiore, molto peggiore degli altri.

"Apperò! Non siamo mica tanto paralizzati lì sotto, eh?"
C’è spesso grande ipocrisia, quando si parla di handicap. È un argomento per forza di cose difficile da affrontare, eppure c’è chi negli ultimi tempi è riuscito a farlo alla grande. Chi?
I francesi, fondamentalmente. Con film come Quasi amici e Un sapore di ruggine e ossa sono riusciti a togliere il solito velo di moralità, di facili pietismi e sbatterci di fronte a delle persone. A degli uomini e a delle donne con un handicap, ma che non per questo devono essere trattati come dei poveretti.
The Sessions cerca di inserirsi tra queste pellicole sia per l’argomento dell’handicap e del sesso, che per la maniera di affrontarlo. In quanto film americano, e si vede, non riesce a eguagliarle e cede in più di un’occasione a momenti ruffiani e troppo sentimentali. È qui che sta il suo limite, ed è anche qui che paradossalmente sta la sua forza. Sarà anche una visione un po’ ricattatoria, però sfido chiunque a restare indifferenti al finale. Sul dizionario, a fianco della definizione di “strappalacrime”, dovrebbero mettere il finale di questo film. Cosa succede, in questo benedetto finale?
Non ve lo dico. Non mi piace spoilerare. E poi mi sono reso conto di essere arrivato alla fine senza nemmeno aver ancora parlato dell’inizio del film. Ecco, forse è meglio se parto da lì, dall’inizio.

"Adesso devo proprio andare, ho una sessione speciale ad Arcore."
The Sessions è ispirato a un articolo di Mark O’Brien, un uomo, un poeta, paralizzato dal collo in giù a causa della poliomielite. Mark, interpretato dal bravo John Hawkes di Un gelido inverno e La fuga di Martha, ha 38 anni, vive attaccato a una macchina che lo aiuta a respirare, non può alzarsi dal letto, non può muovere nulla a parte la testa, ha un’autonomia polmonare di poche ore ed è vergine. Ironico che un tizio che sta a letto tutto il giorno non sia mai andato a letto con una donna. A dirla tutta, non si è mai nemmeno masturbato. Sapete com’è. Se uno è paralizzato, non è una cosa semplice menarsi il pisello.
Ma un uomo, per quanto paralizzato, ha delle esigenze e così Mark decide di fare sesso. Si rivolge allora a una professionista. Va sulla statale? Va ad Arcore?
No, chiama una terapista sessuale. Non siate volgari e inappropriati e non chiamatela battona, zoccola, prostituta. È una terapista sessuale. Siete stufi di chiamarle escort? Bene, da oggi avete questa alternativa.
Come terapista sessuale, si becca Helen Hunt che a 49 anni è ancora una gran bella donnina.
Helen Hunt che era da un po’ che non si vedeva in giro. Dopo film di successo come Twister, Cast Away, What Women Want - Quello che le donne vogliono e Qualcosa è cambiato, per cui aveva ottenuto l’Oscar di migliore attrice protagonista, si era un po’ persa di vista. Adesso è tornata e non si è certo risparmiata, presentandosi come mammà l’ha fatta in più di un’occasione.
Mark inizia allora con questa prost… con questa terapista sessuale una serie di sessioni. Mai termine fu più appropriato, visto che si tratta di sessioni di sesso. D’ora in poi non parlate più di scopate, chiamatele sessioni di sesso.
Cosa succede poi?
Ce la farà il nostro Mark a inzuppare il biscottino?
Diventerà il Rocco Siffredi con la polio?

"Ahahah, divine le tue battute sul Papa!"
A voi il piacere di scoprirlo. The Sessions non è un capolavoro, non riesce a evitare di cadere completamente nella retorica o nei buoni sentimenti, soprattutto nella seconda parte, eppure è una pellicola che non sono riuscito a odiare. Tutto il contrario.
A impreziosire il film sono le due ottime prove di recitazione da parte dei protagonisti, in particolare una splendida Helen Hunt giustamente nominata all’Oscar di migliore attrice non protagonista, ma brava anche Moon Bloodgood, interprete che finora avevo considerato molto mediocre a causa della sua partecipazione nella pessima serie tv Falling Skies, qui però in grado di riscattarsi.
Interessante inoltre il ruolo di William H. Macy. Ormai sono abituato a vederlo nella serie Shameless nei panni del padre di famiglia ubriacone e mi ha fatto parecchio strano beccarlo qui nei panni di un prete, il consigliere e amico del protagonista Mark, per quanto sia un prete parecchio sui generis.
Quanto a Mark, ebbene sì: è paralizzato e pure molto religioso. Con una doppia premessa del genere, ne poteva uscire una ruffianata incredibile. Un po’ lo è, c’è poco da fare. È pur sempre una pellicola americana e non francese. Però sfido chiunque a non farsi muovere dalla storia dell’uomo che non può muoversi ma vuole comunque ciulare. Se non vi commuovete, fatevi controllare perché probabilmente anche voi avete un handicap. Al cuore.
(voto 7/10)

Post pubblicato anche su The Movie Shelter

giovedì 21 febbraio 2013

GANGSTER WEEKEND

Fine settimana oserei direi cruciale, questo qui. Non tanto per le uscite cinematografiche, che pure sono parecchio interessanti e ci sono 3 o 4 pellicole che un’occhiatina se la meritano, quanto per il cinema in generale.
Domenica infatti ci sono gli Oscar. Piacciano o meno le decisioni dell’Academy, resta pur sempre un appuntamento immancabile per ogni amante della settima arte. Se non altro per criticare i premi che assegneranno.
E poi sì sì, ci sono anche le elezioni.
Un weekend dunque cruciale, in cui i cinema italiani ci regalano qualche film da guardare in attesa di scoprire se e come il nostro paese cambierà, almeno a livello politico.
Vediamo quali sono questi film, insieme ai commenti miei e di Miss Jenna Jameson (magari) Ford.

Gangster Squad di Ruben Fleischer
"Come mi avete conciato? Avete fregato la maschera a Berlusconi?"
Il consiglio di Cannibal: una squadra di gangster? Ma per eliminare Ford basta anche molto meno!
Da una parte mi attira questo film. Il regista Ruben Fleischer ha firmato delle pellicole divertentissime che mi sono piaciute parecchio come Benvenuti a Zombieland e 30 Minutes or Less e c’è un grandissimo cast composto da Ryan Gosling, Sean Penn + la splendida Emma Stone. Dall’altra parte ho paura che si riveli un film gangster classico e vecchio stile, poco nelle corde del frizzante regista.
Figata o delusione?
Staremo a vedere.
WhiteRussian, figata di blog o delusione?
Delusione, sempre e comunque.
Il consiglio di Ford: una squadra di gangsters? E' forse la Juventus?
Il buon Fleischer, regista quasi di culto per i giovani Peppa Kids come il mio antagonista, non è ancora riuscito a convincermi appieno con i suoi precedenti lavori, carini ma niente di più. Vedremo se questa presunta prova di maturità lo definirà come un vero expendable da Saloon o come un coniglione da stanzetta del Kid di turno. Il cast promette scintille, l'ambientazione pure. Speriamo bene. E non speriamo troppo.

"Ma dove andiamo, vestiti così?"
"All'Ariston di Sanremo, cara. E dove, se no?"
Anna Karenina di Joe Wright
Il consiglio di Cannibal: the (w)right movie
Il film di Joe Wright è tratto dal celebre romanzo del russo Tolstoj, che però per fortuna non ha niente a che vedere con Whiterussian. Infatti, Anna Karenina è un’ottima pellicola. A livello di storia non mi ha coinvolto a livelli eccelsi, ma la regia è talmente strepitosa che è difficile non restarne estasiati.
A meno che non abbiate le fette di salame sopra agli occhi come Mr. Ford.
Per un’Italia giusta, fate la scelta giusta. Scegliete Wright e andate a vedere questo film.
Recensione cannibale coming soon.
Il consiglio di Ford: la Russia val bene una visione.
Ho sempre considerato Joe Wright un grandissimo talento della macchina da presa, in particolare grazie al meraviglioso Espiazione, che ancora è impresso nella mente del sottoscritto neanche fossi quella ragazzina
di Katniss Kid alle prese con i suoi idoli teen fotografati da Cioè e dalle riviste di quella stirpe.
Non ho ancora visto Anna Karenina, ma ho come l'impressione che si rivelerà una visione ottima, forse la più interessante della settimana. E se tutto va bene - o male!? - potrebbe addirittura rivelarsi come l'ennesimo titolo del 2013 in grado di mettere d'accordo i due antagonisti più in lotta - almeno fino a qualche tempo fa – della Blogosfera.

Mrs. Ford (a sinistra) dopo aver provato una nuova tinta per capelli.
Beautiful Creatures - La sedicesima creatura di Richard LaGravenese
Il consiglio di Cannibal: beautiful creatures? Di certo non si parla di Ford.
Pellicola teen fantasy che hanno cercato di vendere come il “nuovo Twilight”, negli Stati Uniti è partito malissimo. Visto che successo e qualità sono spesso inversamente proporzionale, ciò può significare che la qualità sia più alta, anche se a far meglio della saga preferita da Ford dopo quella del Ragazzo dal kimono d’oro non è che ci vada molto. Tra l’altro io mi devo ancora recuperare Breaking Dawn - Parte 2 e spero sia involontariamente spassoso almeno quanto i precedenti films e quanto il blog di Ford. Questo Beautiful Creatures quindi può attendere, ma mi sa che da buon bimbominkid prima o poi me lo guarderò.
Il consiglio di Ford: di beautiful non ci vedo nulla. Neppure nel peggio.
LaGravenese non è garanzia di qualità. Il teen neppure. Il paragone con Twilight nemmeno.
Trovate voi un qualsiasi motivo per andare a recuperare una pellicola che interesserà giusto le groupie come il Cannibale, ansiose di portare i loro fidanzatini in sala giusto per fargliela annusare senza concedere neppure una limonata da ultima fila. Avanti un altro.

"Pregherò per te caro, ma prima ha la precedenza uno messo peggio di te:
Signore, fa in modo che Ford ne capisca di cinema, prima o poi!"
The Sessions di Ben Lewin
Il consiglio di Cannibal: preparatevi a piangere
Nella settimana del Festival di Sanremo, l’unico film che ho visto è stato questo. Ho pensato: “Oh, mi prendo una pausa dal buonismo di Fabio Fazio!” e poi mi ritrovo di fronte a una pellicola… buonista. Che sfiga! Ma almeno non è troppo buonista.
The Sessions tocca un tema molto delicato, il rapporto tra handicap e sesso. Non lo fa con il coraggio dimostrato dai francesi negli ultimi tempi, lo fa in maniera più ruffianotta, eppure senza eccedere. Alla fine dei conti, io lo consiglio. Meglio però se tenete i fazzoletti a disposizione, perché c’è da commuoversi. Pure per uno non troppo incline alla lacrima come me. E a me di solito viene da piangere giusto quando passo dalle parti del blog WhiteRussian.
Recensione in arrivo.
Il consiglio di Ford: Peppa Kid avrebbe bisogno di una bella session di allenamento expendable!
Nonostante quello che può affermare il mio rivale, i film ruffiani e giocati tutti sulle categorie "intoccabili" tendenzialmente hanno il potere di farmi incazzare come un bufalo - vedi il suo tanto decantato La guerra è dichiarata -. Io il mio servizio civile con i disabili l'ho fatto, e proprio in quei mesi ho lasciato il buonismo un pezzo per volta a casa senza passare dal via: mi affido dunque a Kate Winslet - che in un episodio di Extras prese per il culo i film di questo tipo giudicandoli "buoni solo per i premi" e di nuovo vado oltre.

"Dite che con questo look country rischio di diventare una fordiana onoraria?
Speriamo di no!"
Gambit di Michael Hoffman
Il consiglio di Cannibal: gambizzate Mr. Ford!
So che Colin Firth ha un seguito di fan urlanti numeroso quanto quello di Marco Mengoni, quindi non dirò niente di male su di lui. Dico solo che a me non ha mai entusiasmato particolarmente, tranne che nell’ottimo A Single Man. Al suo fianco di questa commedia troviamo poi Cameron Diaz, una che purtroppo non azzecca più una pellicola valida da parecchio. Da questo remake di un vecchio (ma non quanto Ford) film con il vecchio (ma non quanto Ford) Michael Caine, mi aspetto il solito tentativo degli americani di replicare il british humour. Senza successo.
Il consiglio di Ford: ma Gambit non era un personaggio degli X-Men!?
Film inutile interpretato dall'inutile Colin Firth, spacciato per ficata ed opera dei Coen quando si tratterà, probabilmente, dell'ennesima ammmereganata senza troppo senso. Evidentemente questa settimana vogliono proprio farmi concentrare sulla notte degli Oscar.

"AAARGH! Ecco com'è fatto un Ford!"
Captive di Brillante Mendoza
Il consiglio di Cannibal: io captivo con Ford? Ma scusate, se lo merita.
Nuovo film del regista filippino di Kinatay, che non ho visto ma di cui ho sentito parlare sia benissimo che malissimo, questo Captive promette di essere piuttosto interessante.
Se poi non lo è, ci può scattare una mia brillante quanto captiva recensione.
Mentre quella di Ford sarà cattiva nel senso di pessima e basta. Ahahah.
Il consiglio di Ford: essere Captivo con Cannibal? Non ha prezzo.
Di Mendoza sento parlare fuori e dentro la Blogosfera già da parecchio tempo, eppure non sono ancora riuscito a confrontarmi con nulla di suo, nonostante sia sponsorizzato anche da persone che reputo qualificate in materia - e non sto parlando del mio rivale numero uno, sia chiaro -.
Questo Captive potrebbe essere la sorpresa della settimana come il bersaglio da bottigliate del weekend. Staremo a vedere.

"La vuoi smettere con tutte le tue promesse elettorali?
Fino a che punto vuoi che diventi lungo, il tuo naso?"
Pinocchio di Enzo D’Alò
Il consiglio di Cannibal: Mr. Ford mi sta simpatico… perché mi si sta allungando il naso?
Non ho mai visto niente di Enzo D’Alò. Ford magari dirà che è un genio dell’animazione, che è il Miyazaki italiano o qualche sua solita assurda sparata. A me i suoi lavori non mi hanno mai attirato minimamente, e questo Pinocchio non fa eccezione. Non sto mentendo come Pinocchio. Se volessi mentire direi che Ford è la mia guida cinematografica e spirituale. E direi che domenica agli Oscar tiferò per Lincoln e voterò Berlusconi.
Il consiglio di Ford: mi è bastato quello di Benigni.
Di Pinocchio, al Cinema, ce n'è solo uno. Quello Disney. Il resto è niente.
Specialmente se è robetta italiana senza alcuna pretesa. Bocciato senza colpo ferire neanche fosse quell'indecenza del Roberto Nazionale.

"Era davvero necessario questo dispiego di forze?"
"Ford sta arrivando in città. La prudenza non è mai troppa."
The Summit di Franco Fracassi, Massimo Lauria
Il consiglio di Cannibal: non c’è bisogno di un summit per capire che i consigli di Cannibal sono migliori di quelli di Ford anche quando, come in questo caso, anziché un vero consiglio scrive una gran cacchiata.
Insieme al nuovo Twilight della settimana, insieme alla nuova bambinata della settimana, arriva puntuale come una nuova recensione assurda di Ford anche il documentario italiano della settimana.
The Summit ritorna sul G8 di Genova, ma dubito sia interessante quanto il valido ma non eccezionale (come sostiene Ford) Diaz. Per chi lo guarderà si tratterà comunque di un modo per ricordare chi c’era al governo in quel 2001. In un paese dalla memoria corta come il nostro, ricordare non fa mai male.
Il consiglio di Ford: in vista delle elezioni, per una volta Ford e Cannibal potrebbero unirsi in un summit per consigliare chi non votare.
Documentario italiano che passerà praticamente inosservato della settimana. Poco importa, nonostante gli importanti temi trattati.
Mi prendo questo spazio per un appello: ragazzi, mettetevi tutti una mano sul cuore quando andrete a votare.
Per favore.
Non fatelo salire un'altra volta.
Davvero.
O mi costringerete a prendervi a bottigliate uno per uno.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com