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martedì 12 dicembre 2017

Il massacro di Dunkirk... hey, ma non era il miracolo di Dunkirk?





Dunkirk
Regia: Christopher Nolan
Cast: Fionn Whitehead, Kenneth Branagh, Tom Hardy, Mark Rylance, Harry Styles, Cillian Murphy, Aneurin Barnard, Tom Glynn-Carney, Barry Keoghan, James D'Arcy, Jack Lowden


Oh mio Dio! Dunkirk sta per essere bombardata. Sta per essere rasa al suolo. Sta per essere massacrata, fatta a pezzettini. Dai nazisti?

No. Mi riferisco alla pellicola Dunkirk, non alla città nel Nord della Francia. Sta quindi per essere bombardata da qualche perfido critico cinematografico?

No di nuovo. La critica ha generalmente molto apprezzato il lavoro. Ancor prima che uscisse, c'era chi gridava al miglior film dell'anno, basandosi sulla semplice addizione Christopher Nolan + film bellico ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale = Capolavoro.
C'è anche chi ha subito parlato di filmone da Oscar. Dopo essere stato per lo più snobbato con i suoi lavori precedenti fantascientifici e supereroistici, sembra davvero arrivato il momento giusto per la consacrazione del regista britannico anche presso l'Academy Awards, che adora le storie vere, le storie di guerra e in particolare le storie ambientate nella World War II.
La pellicola poi è sbarcata nelle sale e l'accoglienza è stata positiva. È piaciuto a tutti. Proprio a tutti. Dal cinefilo più accanito, fino a chi non ha mai visto un film in vita sua ma Dunkirk sì, l'ha visto e l'ha apprezzato. Più che amore, c'era una sorta di grande rispetto reverenziale nei suoi confronti. Tutti a parlarne bene, molto bene, ma mi sembrava di notare una certa mancanza di entusiasmo, persino tra i fan più accaniti del regista. Non è che forse ci si attendeva qualcosina di più da Nolan?

L'unica voce fuori dal coro di consenso unanime generale non era quella di un critico cinematografico. Era quella di... una pornostar?!?

lunedì 7 marzo 2016

Legend - Noi siamo leggenda





Legend
(UK, Francia, USA 2015)
Regia: Brian Helgeland
Sceneggiatura: Brian Helgeland
Ispirato al libro: The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins di John Pearson
Cast: Tom Hardy, Tom Hardy, Emily Browning, Christopher Eccleston, Taron Egerton, David Thewlis, Paul Anderson, Tara Fitzgerald, Paul Bettany, Sam Spruell, Chazz Palminteri, Duffy
Genere: doppio
Se ti piace guarda anche: Dom Hemingway, Operazione U.N.C.L.E.


martedì 19 gennaio 2016

Revenant - Redivivo: botte da orsi





Revenant - Redivivo
(USA 2015)
Titolo originale: The Revenant
Regia: Alejandro González Iñárritu
Sceneggiatura: Alejandro González Iñárritu, Mark L. Smith
Ispirato in parte al libro: Revenant di Michael Punke
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Will Poulter, Domhnall Gleeson, Forrest Goodluck, Paul Anderson, Kristoffer Joner, Joshua Burge, Lukas Haas, Grace Dove
Genere: western survival
Se ti piace guarda anche: The New World - Il nuovo mondo, Balla coi lupi, Into the Wild, 127 ore

Sono stato attaccato da un orso.
A dirla tutta, era un orsetto di peluche. Il mio orsetto di peluche. Uno di quelli fisicamente ben piazzati, specifico. Avevamo avuto una tremenda litigata perché io avevo deciso di dormire, oltre che con lui, anche con un pupazzetto di Rey di Star Wars: Il risveglio della Forza. A lui la cosa non andava bene. Diceva che non voleva fare ménage à trois, soprattutto non con quella “sciacquetta senza tette”, parole sue. Non voleva che andassi a letto con nessun altro pupazzo. Voleva un rapporto esclusivo e a me la cosa non stava bene. Non più. Mi ero stufato della solita minestra riscaldata. Quando glielo dissi, lui perse la ragione e mi saltò addosso con violenza. Cominciò a colpirmi. A trascinarmi per le gambe da una parte all'altra. Sferrò degli attacchi terribili con quelle sue mani solo in apparenza soffici e tenerose. Chiunque sarebbe morto, sotto quei colpi mostruosi. Non io. Non so come, ma continuai a respirare. Io sopravvissi all'attacco del mio orsetto di peluche.

Dopo un lungo periodo di degenza in ospedale, ho voluto raccontare la mia drammatica esperienza in un libro che presto è diventato un best-seller mondiale ed è stato inoltre preso a modello da tante persone. Tanti che, dopo averlo letto, hanno trovato il coraggio di denunciare le violenze subite dai propri animali di pezza. Dopo avermi fatto vincere il Premio Pulitzer e pure il Nobel per la pace, il mio libro venne trasposto in una pellicola per il cinema, diretta dal Premio Oscar Alejandro González Iñárritu, non so se avete fatto caso alla mia perfetta pronunciación española muchachos, e con protagonista il premio Oscar Leonardo DiCaprio...

Hey, un attimo: non ha mai vinto il premio Oscar?
Siete sicuri?
Ce la farà questa volta?
Se non ce la fa questa volta, non ce la fa davvero più.

venerdì 3 luglio 2015

L'unica stroncatura al mondo di Mad Max: Fury Road...





L'unica stroncatura al mondo di Mad Max: Fury Road...
la leggerete non so dove, ma a sorpresa non qui su Pensieri Cannibali. E sì che le premesse non erano certo delle migliori. Il primo episodio di questa anomala saga non è che mi avesse entusiasmato più di tanto, giusto per usare un eufemismo. Le cose erano però migliorate con i due capitoli successivi. Ed è ora è la volta di mettersi in marcia su una nuova strada, sulla Fury Road.

Mad Max: Fury Road
(Australia, USA 2015)
Regia: George Miller
Sceneggiatura: George Miller, Brendan McCarthy, Nico Lathouris
Cast: Tom Hardy, Charlize Theron, Nicholas Hoult, Hugh Keays-Byrne, Rosie Huntington-Whiteley, Riley Keough, Zoë Kravitz, Abbey Lee, Courtney Eaton, Megan Gale, Melissa Jaffer
Genere: disto-fico
Se ti piace guarda anche: gli altri Mad Max

È stato un viaggio lungo e difficoltoso, non privo di incidenti e contrattempi. Meglio così. Che palle, quando tutto fila liscio come l'olio. I viaggi più memorabili sono quelli che procedono tra alti e bassi e presentano delle difficoltà sul loro cammino. Dopo una falsa partenza con il primo soporifero Interceptor, l'auto di George Miller ha preso velocità e ha mostrato con Interceptor - Il guerriero della strada e ancor di più con Mad Max: Oltra le sfera del tuono paesaggi parecchio intriganti. Strani, però intriganti. La cosa che più mi ha colpito di questa saga è che ogni episodio è un'avventura a parte. Ognuna è in qualche modo collegata all'altro, ma allo stesso tempo è tutta un'altra storia. Non fa eccezione Mad Max: Fury Road. Non un reboot, né un sequel, quanto piuttosto una rivisitazione dei precedenti episodi. Per fortuna c'è ben poco del primo, giusto la mania per gli inseguimenti in auto, qui comunque condotti a ben altra velocità e potenza visiva. Ci sono diversi richiami ai costumi e alle tribù incontrate in Interceptor - Il guerriero della strada e in Mad Max: Oltra le sfera del tuono e allo stesso tempo c'è qualcosa di più e di diverso. È come se George Miller stesso si fosse reso conto che la sua trilogia possedeva del potenziale che non era riuscito a sfruttare in pieno. Ci sono voluti 30 anni di tempo e il regista australiano è riuscito a spremere tutto il succo presente nei primi tre film in una sola pellicola action de-fi-ni-ti-va.

lunedì 23 marzo 2015

CHI È SENZA COLPA... NON LA DIA A ME





Chi è senza colpa
(USA 2014)
Titolo originale: The Drop
Regia: Michaël R. Roskam
Sceneggiatura: Dennis Lehane
Ispirato al racconto: Animal Rescue di Dennis Lehane
Cast: Tom Hardy, James Gandolfini, Noomi Rapace, Matthias Schoenaerts, John Ortiz, Elizabeth Rodriguez, Ann Dowd
Genere: colpevole
Se ti piace guarda anche: Mystic River, Gone Baby Gone, The Iceman

Chi è senza colpa?
Chi è stato assolto in Cassazione in maniera definitiva può essere considerato senza colpa?
Per la legge italiana sì.
Chi altri?
Io sono senza colpa. L'unica colpa che mi si può imputare è quella di parlare malamente di cinema e a volte pure di musica e serie tv, ma nessuno è perfetto.

venerdì 11 luglio 2014

LOCKE E L'ARTE DEL MULTITASKING IN AUTO





“Pronto, Cannibal Kid? Allora, me lo mandi il pezzo?”
“Quale pezzo? Ti devo mandare un pezzo di merda? Sta arrivando. Lo senti il profumino?”
“Ahahahah, molto divertente Cannibal, ma questa sera non sono in vena di scherzi. Ho da mandare in stampa il giornale tra pochissime ore e manca solo la tua recensione cinematografica. L’hai almeno visto il film?”
“Di quale film stai parlando, Ivan?”
“Preferirei che mi chiamassi Direttore. Comunque sto parlando di Locke.”
“Locke? E che cos’è? Uno spin-off di Lost dedicato a quel pelatone?”
“No, sto parlando della pellicola britannica Locke.”
“Lock & Stock, quello diretto da Guy Ritchie, l’ex marito di Madonna? Certo che quell’uomo ha capito tutto dalla vita. Ha sposato una riccona più vecchia di lui aspettando che schiattasse per prendersi l’eredità. Peccato abbia scelto la riccona vecchia sbagliata. Madonna oggi quanti anni avrà? 80? Eppure si mantiene alla grande. Sembra la figlia di Anna Tatangelo. Quando si è reso conto che non sarebbe schiattata tanto in fretta, Guy Ritchie ha allora scelto la strada del divorzio. Non avrà fatto tanti soldi quanti con la sua eredità, però ne ha presi in ogni caso parecchi.”
“Di cosa diavolo stai blaterando, Cannibal? Il film si intitola semplicemente Locke ed è girato da tale Steven Knight. È una pellicola tutta incentrata su un uomo che sta facendo un viaggio in auto in autostrada…”
“Davvero? Proprio come me in questo momento.”
“Mi stai dicendo che non sei al PC a scrivere la recensione che mi dovevi mandare già due ore fa e sei in macchina? Dove stai andando?”
“Sono diretto a Roma. Ho messo incinta una e adesso vado ad assistere al parto. Comunque stai sereno, Direttore. Adesso mi guardo il film in streaming sullo schermo della mia BMW X5 super accessoriata e subito dopo mi metto a scrivere il tuo pezzo di merda, contento?”
“Credi sia una cosa sicura, guardare un film mentre stai guidando?”
“Certo. Lo stavo facendo anche prima che mi chiamassi. Stavo vedendo una pellicola con Sasha Grey.”
“Ti stavi guardando un porno mentre sei alla guida in autostrada, probabilmente a tutta velocità?”
“Sto rispettando i limiti. Il limite è di 180 all’ora, vero?”
“No. È di 130.”
“Va beh, allora sto guidando un poco all’insopra dei limiti, ma non sto guardando un porno. C’è Sasha Grey, però si tratta di un filmone d’autore, The Girlfriend Experience di Steven Soderbergh.”
“Ah, perfetto. Se mi dici così allora sì che sto sereno. La cintura almeno l’hai messa?”
“La cintura dei pantaloni sì, non esco mai senza. La cintura di sicurezza no. Mi dà fastidio. Non mi lascia libertà di movimento in auto per fare quello che voglio.”
“Scemo io a chiedertelo. Metti incinta una tipa a caso, non sei in grado di usare un preservativo, figuriamoci se usi la cintura di sicurezza.”
“Prometto che adesso la metto, Direttore. Ora però ti devo salutare. Ho iniziato a guardare questo Locke. Inoltre sto anche seguendo la partita dei Mondiali sull’autoradio, sto facendo un duello a QuizDuello sullo smart phone, sto finendo di farmi una sega e sto guidando. Sono bravo nel multitasking, ma più di 5 cose contemporaneamente non riesco a gestirle.”
“Ah, ah! Lo sapevo che stavi guardando un porno!”
“Non era un porno. The Girlfriend Experience non è un porno. Però c’è Sasha Grey e quindi mi sono arrapato.”
“Ok dai, allora ti lascio finire. A dopo.”

Più tardi

“Cannibal, sono di nuovo io. Come sta procedendo la visione del film?”
“Bene, mi sto prendendo bene. È un film davvero intrigante. All’inizio non l’avrei detto…”
“E perché mai?”
“Perché è una pellicola tutta ambientata dentro un auto con un solo personaggio e mi aspettavo una roba in stile All Is Lost, il film più noioso di tutti i tempi.”
“In effetti non è che fosse molto divertente…”
“Oltre a questo, il protagonista non è certo il massimo della simpatia. È un capocantiere precisetti fissato con il calcestruzzo, non proprio il personaggio più accattivante del mondo e, considerando che è l’unico personaggio presente in scena, possiamo dire che il coefficiente di difficoltà selezionato dagli autori è davvero elevatissimo. È come nelle gare di tuffi, hai presente?”
“No, di solito non seguo le gare di tuffi. Cosa intendi?”
“Prima di buttarsi, il tuffatore decide che tipo di tuffo effettuare. Nelle gare ufficiali di solito ci sono 7 giudici: i due voti più alti e i due più bassi sono scartati. I 3 punteggi rimanenti vengono invece sommati e moltiplicati per il coefficiente di difficoltà. Più elevato è il coefficiente di difficoltà del salto, più alta è la probabilità di ottenere un volto alto. Così come è più alta la probabilità di fallire. Steven Knight per questo Locke ha scelto un coefficiente di difficoltà elevatissimo, considerata la limitata ambientazione spazio-temporale in un’unica location e un solo personaggio protagonista per altro non simpaticissimo. Poteva quindi uscirne un tuffo a bomba inguardabile come All Is Lost, invece ne è uscito un tuffo da applausi a scena aperta.”
“Non ho capito niente di ciò che hai detto, ma potresti scrivere tutto ciò nella tua recensione? Al più presto, per favore.”
“Va bene. Adesso però lasciami finire di vederlo.”

Più tardi ancora

“Cannibal, finito il film?”
“Sì, proprio adesso. Ho ancora i brividi. Un’esperienza davvero coinvolgente.”
“Ti è piaciuto, quindi?”
“Parecchio. È un grande film con una sceneggiatura enorme, adrenalinica e riflessiva in un tempo solo, vanta un Tom Hardy fenomenale e dialoghi tra i migliori sentiti di recente. A parte le mie conversazioni insieme a te, Direttore. L’unico limite che ho trovato sta proprio nel coefficiente di difficoltà scelto: è una pellicola splendida, ma si tratta pur sempre di una pellicola su un tizio fissato con il calcestruzzo che sta in auto tutto il tempo. È una di quelle visioni che ti tengono incollate dall’inizio alla fine allo schermo, al punto che guardandolo in un paio di occasioni ho rischiato di schiantarmi con l’auto, però non credo lo rivedrò ancora. È una di quelle visioni da una botta e basta. A parte che io raramente guardo un film più di una volta…”
“Cioè, mi vuoi dire che non riguardi i film? Manco i tuoi preferiti?”
“Ai tempi delle VHS, dei DVD e dei film alla tele sì. Ritorno al futuro e Mamma ho perso l’aereo ad esempio li so a memoria. Da quando ci sono le pellicole a disposizione, più o meno lecitamente, in rete però mi è capitato molto di rado. Giusto Amabili resti me lo sono visto due volte. Può succedere ogni tanto di recuperare un vecchio filmone che avevo guardato anni fa, ma di solito l’effetto che mi fa è deludente. Non credo mi sia mai capitato un film che mi piacesse di più la seconda volta. La prima visione è sempre la migliore, quindi di solito preferisco guardarmi una pellicola di merda, ma che non ho mai visto, piuttosto che bissare con qualcosa che conosco già.”
“Certo che non sei tanto normale! Comunque, la recensione sta arrivando, sì o no?”
“Adesso la preparo.”
“Ma se sei ancora in macchina, come fai a scriverla?”
“Oh, non c’è problema. Se vuoi te la mando via WhatsApp, oppure te la twitto.”
“Fai come vuoi, basta che arrivi in serata.”
“Stai tranquillo, Ivan. Hey, ora che ci penso… tutto questo tempo che lavoriamo insieme, tu firmi i tuoi articoli sempre e solo con il nome e non ti ho mai chiesto qual è il tuo cognome.”
“Mi chiamo Locke. Ivan Locke.”
“Sul serio?”
“Proprio così. Il film Locke è basato su di me.”
“Ma se eri un capocantiere, com’è che sei finito a fare il giornalista?”
“Hai presente il cantiere che stavo supervisionando nella pellicola?”
“Sì.”
“Ecco, lo stabile che è stato costruito è crollato. A livello legale non sono stato considerato responsabile perché ero stato licenziato poche ore prima, però diciamo che nell’ambiente si è sparsa la voce che la colpa era mia e così ho dovuto cambiare del tutto ramo e mi sono dato al giornalismo.”
“In questo ambito girano magari meno soldi, comunque buon per te. E con la tua famiglia, invece, com’è andata a finire?”
“Oh, quella è una storia lunga. Te la racconto un’altra volta, al prossimo viaggio in auto.”
“Perché, sei pure tu in macchina?”
“Certo. Io adoro fare chiamate quando sono in auto.”
“Proprio come me. E pensare che un sacco di gente quando guida, guida solamente."
“C’è davvero della gente strana, in giro. Alla prossima telefonata, Cannibal Kid!”
“Al prossimo viaggio in auto, Ivan Locke.”


Locke
(UK, USA 2013)
Regia: Steven Knight
Sceneggiatura: Steven Knight
Cast: Tom Hardy
Genere: autistico
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(voto 8/10)

lunedì 3 dicembre 2012

Lawless: Fratelli fuorilegge che si dan delle gran patelle

Lawless
(USA 2012)
Regia: John Hillcoat
Sceneggiatura: Nick Cave
Tratto dal romanzo: The Wettest County in the World di Matt Bondurant
Cast: Shia LaBeouf, Tom Hardy, Jason Clarke, Jessica Chastain, Mia Wasikowska, Guy Pearce, Dane DeHaan, Gary Oldman, Noah Taylor
Genere: proibizionista
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"Inquietante io???"
Nick Cave.
Non mi è mai piaciuto molto, Nick Cave. L’ho sempre trovato troppo inquietante. Va bene essere un pochino inquietanti, ma lui è troppo inquietante.
Una manciata di sue canzoni mi piacciono anche, su tutte queste due, “Where the Wild Roses Grow” in duetto con Kylie Minogue e la struggente “Into My Arms”, ma in linea di massima lo trovo troppo… come dire? Sì, inquietante.





"Non dico una Ferrari, ma almeno una 500 al posto di questo catorcio
potremmo anche permettercelo, se solo vendessimo qualcosa
di un po' più forte di una Ceres..."
I miei dubbi permangono anche sul Nick Cave versione sceneggiatore. Sceneggiatore per la terza volta, dopo Ghosts… of the Civil Dead e La proposta (che non ho visto), con questo Lawless, ancora una volta diretto dal suo amichetto regista John Hillcoat. I due australiani questa volta si sono concessi una trasferta con una produzione americana e con un super cast della Madonna. Roba che con un super cast della Madonna del genere se non realizzate un capolavoro siete due pirloni e il verdetto è…
Mi spiace Hillcoat & Cave, ma siete proprio due pirloni!

Premetto subito che il genere di storie quivi raccontato non è di quelli che mi entusiasmano molto: la vicenda si svolge nel 1931, in pieno Proibizionismo, e vede per protagonisti 3 fratelli con dei giri loschi di alcool, perché in epoca di Proibizionismo che altro puoi fare?
In pratica, sembra di essere in un episodio di Boardwalk Empire, serie tv con cui ho una relazione travagliata. All’inizio non mi piaceva e l’ho mollata dopo una manciata di episodi. Di recente mi sono sforzato di riprenderla, con risultati alterni. La prima stagione non è davvero niente di eccezionale, mentre nella seconda si intravedono notevoli miglioramenti. Nella terza, attualmente in corso negli USA, il mio livello di interesse è invece di nuovo sceso e l’ho messa in stand-by a tempo indeterminato.
Lawless è come un episodio di Boardwalk Empire, ma come uno di quelli noiosi (e nella serie purtroppo ce ne sono diversi).

"Ti dò un passaggio solo se ammetti che la tua auto è un vero catorcio,
caro Sciaia dal buffo cognome."
Al di là del fatto che possa essere un tipo di vicenda di quelle non proprio interessantissime, almeno per me, la sceneggiatura del Nick Cave, tratta dal romanzo The Wettest County in the World di Matt Bondurant, a sua volta ispirata a fatti reali, scricchiola da tutte le parti. Inizia con una voce fuori campo, che poi sparisce, poi a un certo punto ritorna, poi risparisce, per tornare giusto sul finale. I ritmi latitano per un sacco di tempo in cui non succede granché, mentre i fatti salienti della pellicola vengono trattati in maniera sbrigativa. Si procede a ritmo di crociera e poi, bang, quando c’è finalmente un’accelerazione, arriva proprio nel momento in cui non ci dovrebbe essere.

John Hillcoat ci aveva già abituati a ritmi bassi con il suo precedente The Road, pellicola interessante sebbene non riuscita al 100% tratta dal romanzo di Cormac McCarthy, ma al confronto di questa era una iniezione di adrenalina al cuore stile Uma Thurman in Pulp Fiction. Lawless esagera con i ritmi blandi e passa alternativamente dal sonnacchioso nei momenti di maggiore interesse al comatoso in quelli di minore interesse. Tra le scene che ridestano dal sonno c’è una rissa da bar in cui Tom Hardy le suona più di Bud Spencer. Cosa che non significa che sono diventato improvvisamente un fan delle scazzottate, solo che nel resto del film non succede davvero niente che almeno due botte le si accettano volentieri.
E poi, soprattutto, c’è una scena con Jessica Chastain nuda!
Un film con Jessica Chastain, un film con Jessica Chastain perdipiù nuda e mi tocca parlarne male! Maledetto Nick Cave!

"Volete de più? Ve tocca vedé er filme!"

Da qui potete farvi un’idea della noia che mi ha provocato. Non un film brutto, quanto un film davvero noioso. Quasi quanto La talpa. Curiosamente, anche in quel film figuravano Tom Hardy e Gary Oldman. Personalmente consiglierei loro di trovarsi un agente con dei gusti un po’ più vivaci e frizzantini, nella scelta delle sceneggiature.

"Senza Optimus Prime a pararmi le chiappe, me la sono fatta addosso già 2 volte!"
Se Hardy, Oldman e la Chastain recitano con disinvoltura ma non lasciano il segno come in altre occasioni del passato, in questo super cast a convincere di più sono a sorpresa Shia LaBeouf, che dimostra di avere un buon potenziale quando non è costretto a recitare insieme a dei robottoni giganti, e meno a sorpresa la solita immensa Mia Wasikowska, in grado di illuminare la scena in quella manciata di scene scarse in cui compare. Qual è il suo segreto? Non è che sia una bellezza sfolgorante, il più delle volte sembra persino malaticcia, eppure riesce sempre a risultare memorabile. Anche se pure lei dovrebbe trovarsi un agente migliore, visto che tra questo, Alice in Wonderland e Albert Nobbs, di pellicole succedanee del Valium ne sta girando un po’ troppe.
Menzione finale anche per Dane DeHaan, il protagonista di Chronicle, alle prese con il personaggio un filino più simpatico tra tutti, e per Guy Pearce, nella parte di un super cattivone più inverosimile che convincente.

Posso consigliare dunque un film tanto noioso?
No.
Se però volete vedere le tette di Jessica Chastain, vi toccherà sorbirvelo. E se vi piace Nick Cave e il suo stile, che qui ci mette il suo zampino oltre che come sceneggiatore pure nella colonna sonora, probabilmente apprezzerete anche la (sonnacchiosa) pellicola nel suo complesso. Io no. Io continuo a trovare Nick Cave troppo… come dire?
Inquietante.
(voto 5/10)


sabato 1 dicembre 2012

MAN OF THE YEAR 2012 - N. 20 TOM HARDY

Chi sarà secondo lei, gentile lettore/lettrice, l’uomo dell’anno secondo il blog Pensieri Cannibali?
  • Justin Bieber
  • Matteo Renzi
  • Chissà? Non vedo l'ora di scoprirlo!
  • Non so/non rispondo/ non me ne può fregare di meno

Nel 2010 sul gradino più alto del podio della classifica dei Man of the Year di Pensieri Cannibali c’era salito Julian Assange, tutt’oggi tenuto rinchiuso in un’ambasciata. Un premio che gli ha portato fortuna, non vi sembra?
Nel 2011 aveva invece trionfato Ryan Gosling. Lui negli ultimi mesi non l’abbiamo più visto, ma tranquilli perché non è tenuto sotto sequestro e nel 2013 lo vedremo in tutta una serie di nuovi film…
Ma il passato è passato e ora è ora di guardare a una classifica del tutto rivoluzionata e con una serie di nomi nuovi. Cominciamo dalla posizione numero 20.

Tom Hardy
Genere: o’ guerriero
Provenienza: Hammersmith, Londra, Inghilterra, UK, mondo
Età: 35
Il passato: Black Hawk Down, Marie Antoinette, RocknRolla, Bronson, Inception, Warrior
Il suo 2012: Il cavaliere oscuro - Il ritorno, Una spia non basta, Lawless, La talpa
Il futuro: Mad Max: Fury Road, Everest di Doug Liman, Splinter Cell dalla serie di romanzi e videogame ideata da Tom Clancy
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Perché è in classifica: è stato l’anno del suo (quasi) boom

Il 2012 doveva essere l’anno dell’esplosione totale di Tom Hardy. Tra una commedia action commerciale come Una spia non basta, un paio di film d’autore come Lawless e La talpa e, soprattutto, il ruolo di cattivone ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno, i presupposti c’erano tutti. E in parte lo è stato, il suo anno. Allora perché solo un 20esimo posto nella prestigiosissima (???) classifica dei Men of the Year edizione 2012 di Penseri Cannibali?
Perché Lawless e La talpa fanno dormire, perché Una spia non basta è un piacevole guilty pleasure, ma non basta a fare di Hardy una garanzia del genere comedy, e perché la sua parte di Bane ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno è buona, però non lascia del tutto il segno. Non come il Joker di Heath Ledger, e questo probabilmente è solo un Bane bene per la sanità mentale di Tom Hardy. Forse è solo che non è facile giudicare la sua performance, visto che con quella maschera sulla faccia al suo posto poteva starci Bud Spencer e non si notava tutta ‘sta differenza. O forse è solo il doppiaggio italiano di Filippo Timi ad aver rovinato tutto…



giovedì 6 settembre 2012

Il cavaliere abbronzato - Il ritorno (dalle ferie)

Era scomparso dai radar e dalle attenzioni mediatiche. Nessuno sapeva che fine avesse fatto. Eppure stava preparando il suo ritorno in grande stile. Per salvare la situazione. Per salvare il popolo. In maniera del tutto disinteressata. Da eroe.
Sto parlando del miliardario che tutti amavano e poi si sono messi a odiare. Sto parlando del Cavaliere. Sto parlando di…



No, non di Silvio Berlusconi. Nonostante anche lui sembra sia pronto al ritorno con una nuova (?) forza (??) politica (???): Grande Italia.
Anche se un nome più adatto sarebbe Little Italy...


Comunque non mi riferivo a lui. Sto parlando del Cavaliere oscuro. Di Batman. Di Bruce Wayne. Di Christian Bale che combatte contro Bane per il Bene del mondo. Capito, Bane? Volevo dire: capito bene?

Il cavaliere oscuro - Il ritorno
(USA, UK 2012)
Titolo originale: The Dark Knight Rises
Regia: Christopher Nolan
Cast: Christian Bale, Tom Hardy, Anne Hathaway, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Morgan Freeman, Gary Oldman, Michael Caine, Matthew Modine, Josh Stewart, Brett Cullen, Juno Temple, Liam Neeson, Cillian Murphy, Rob Brown, Burn Gorman, Daniel Sunjata, William Devane
Genere: Bene vs. Bane
Se ti piace guarda anche: Batman Begins, Il cavaliere oscuro, Inception

Ne hanno già parlato tutti, di questo Il cavaliere oscuro - Il ritorno. Adesso ne parlo io. Anche se forse farei meglio a non farlo, perché mi sa che non dirò niente di nuovo e in questo la mia opinione sarà un po’ come questo film: inutile.
Non è una pellicola brutta. Christopher Nolan non può sfornare una pellicola brutta. Il punto fondamentale però è: cosa dice questo film di più o di diverso rispetto a Batman Begins o a Il cavaliere oscuro?
Niente.
Cosa dice di furbo questo post?
Niente.
Christopher Nolan e io quindi siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

"Beh, che avete da guardare? È solo la mia nuova utilitaria..."
Per questo, visto che siamo culo e camicia, mi sento di parlarti direttamente, Christopher, e di darti del tu. Ormai siamo in super confidenza, siamo super amiconi. Ma non super amiconi bromantici tipo Batman & Robin. E lo so che tu ormai hai chiuso la tua trilogia dedicata al pipistrelloni, però il prossimo episodio, chiunque lo giri, sarà probabilmente incentrato proprio su loro due e tu, anche se non ti occuperai più della regia, fai in modo almeno che non ne esca una porcheria totale come il Batman & Robin di Joel Schumacher. Okay? Piuttosto fallo girare a Michael Schumacher, ma a Joel no.
Già che siamo in confidenza, Christopher, ti posso dare un consiglio? Non sei obbligato a seguirlo e so già che lo snobberai bellamente. Lo so perché io e te siamo sulla stessa lunghezza d’onda e quindi posso leggere nella tua mente. Con questo non intendo entrare nei tuoi sogni tipo Inception. Solo, so già quello che pensi e so già che non lo seguirai. Il consiglio comunque è: e facce ride, Cristo, Christopher! Per il tuo prossimo film evita grandi drammi e atmosfere super epiche e fai una bella commedia. Leggera leggera. Una commedia firmata da Christopher Nolan. Sai che figata ne uscirebbe fuori? O magari no. Probabilmente sarebbe un floppone di quelli epici, ma pure in questo caso avresti fatto lo stesso un film epico. Che ne dici?
Christopher, ora ti lascio. Ho anche io un pubblico, sebbene molto ma mooolto ma mooooolto più ridotto del tuo, e devo parlare pure con loro.

Gentili lettori cannibali. Eccomi qui. Di nuovo. Lo so che Il cavaliere oscuro - Il ritorno vi è piaciuto. Vi avrà fatto esclamare: “Wooow!” e “Yeaaah!” e “Sììì!” e “Aaah!” e "Oh my Goood!".
Forse. O forse queste cose ve le avrà fatte esclamare qualche video visto su YouPorn.
Non lo so. Non mi interessa indagare oltre. In ogni caso, capisco che questo film sia tecnicamente impeccabile, contenga i suoi bei scenoni, qualche battutina (sebbene poche) al punto giusto, qualche colpo di scena quando ci va, un finale di quelli perfettamente orchestrati per lasciare tutti soddisfatti. Ed è proprio questo ciò che non è piaciuto a me.
Dov’è l’anarchia? Quella del Joker, intendo. Quella che ha reso speciale il precedente cavaliere oscuro. Dov’è?
Qui è tutto perfetto, perfettino, precisino, quanto allo stesso tempo asettico e privo di emozioni vere. Un prodotto impacchettato in maniera notevole, a cui mancano giusto il cuore e le idee.
O meglio, un’idea c’è: prendere i primi due capitoli della saga nolaniana, frullarli insieme e servire in tavola il piatto caldo ma non troppo. Quando il ricordo del precedente cavaliere oscuro aleggia ancora, però non è più così presente nella mente e nella panza degli spettatori.

Batman Begins iniziava un nuovo capitolo nel racconto dei supereroi al cinema, presentava qualche spunto interessante e un’atmosfera ancora più dark rispetto al pipistrello di Tim Burton, eppure restava un work in progress non ancora del tutto compiuto. Ed è lì che arrivava svolazzando Il cavaliere oscuro, un sequel a sorpresa superiore al primo episodio, grazie all’interpretazione larger than life di Heath Ledger. Il suo Joker spazzava via tutto e tutti, lasciando con un dubbio: il personaggio di Batman magari non è che sia così interessante? Non è che la cosa migliore nei film sul pipistrellone sono i cattivi?
Un po’ come avviene nella serie Dexter. Il nostro serial killer di fiducia è un ottimo personaggio, però la riuscita delle varie stagioni dipende sempre dal cattivo che gli viene affiancato.

Per Batman funziona in maniera analoga. Come sostituire allora il pazzesco Joker di Heath Ledger?
Non si può.
Ci hanno provato, ma non si può.
Bane è un cattivo che funzione bene, soprattutto nella prima parte, eppure non può reggere minimamente il paragone con il suo predecessore. Ne sembra solo una versione meno riuscita. Meno folle. Anche lui propone una riflessione politica, solo senza lo sberleffo anarchico del Joker. E, soprattutto, nel finale il personaggio viene del tutto abbandonato e con lui le sue intenzioni politiche.
Il Joker/Heath Ledger era un po’ come i Sex Pistols, Bane/Tom Hardy è un po’ come i Green Day. Non esattamente la stessa cosa…
La performance di Hardy comunque è davvero difficile da giudicare, visto che ha sempre il volto coperto da una maschera che lo fa sembrare un incrocio tra Hannibal Lecter e Darth Vader intrappolato nel corpo di Vin Diesel.
Per il pubblico italiano poi è veramente ingiudicabile. Come altri hanno già sottolineato, il doppiaggio di Filippo Timi è qualcosa di vergognoso. Non oso immaginare cosa farebbe James Holmes se lo sentisse…
Noi italiani abbiamo dovuto aspettare un mese e passa per vederci finalmente questo ritorno del cavaliere oscuro e aspettare, per cosa? Per sentire una roba del genere?
Filippo Timi era il mio attore italiano preferito. Prima. Dopo questo doppiaggio, è scivolato a fondo classifica, in mezzo a Beppe Fiorello e Claudio Amendola. Tanto per dire quanto l’abbia gradito.
E poi ho sentito Tom Hardy nel trailer e non parla così. Neanche lontanamente. Perché Filippo ci hai fatto questo? Peeeeerché? (quest’ultimo peeeeerché? leggilo pure con il tuo tono grottesco da Bane)

Se un cattivone (doppiato a cavallo tra il tragico e il ridicolo) non basta, allora meglio aggiungerne un altro. Facciamo un’altra: Catwoman, poco cat e molto woman, impersonata da Anne Hathaway. All’inizio ho pensato: brava. Poi ho pensato: bravina. Verso la fine ho pensato: bah, così così.
Il personaggio parte Bane, volevo dire bene, poi si perde per strada, finendo in un buonismo che non si addice a una presunta super cattivona. Pur tra alti e bassi, la Hathaway comunque se l’è cavata, dai, e con quella tutina da Catwoman è parecchio sexy e a me piace più della micetta Pfeiffer.
Preferisco invece dimenticare del tutto l’esistenza del tragico Catwoman con Halle Berry. Anche perché non credo di essere riuscito ad arrivare alla fine del film. Vivo.

"Chi l'avrebbe detto che quella Hathaway fosse così sexy?"
Nel cast all-star, oltre a Il cavaliere oscuro – Il ritorno, c’è spazio anche per Gli amichetti attempati del cavaliere oscuro – Il ritorno. Sono infatti di nuovo della partita gli habitué Michael Caine e Morgan Freeman, più gigioni ancora del loro solito, e poi c’è Gary Oldman: ATTENZIONE SPOILER possibile che c’abbia messo 3 film 3 per capire che Batman è Bruce Wayne? Quest’uomo ha dei seri problemi. Con gente come lui, la polizia sta davvero messa Bane bene!
In più c’è l’aggiunta di qualche new-entry come Matthew Modine, l’attore che ai tempi di Full Metal Jacket sembrava dovesse spaccare il mondo e poi è finito in esilio come Bruce Wayne all’inizio di questa pellicola, e due volti nolaniani. Dritti da Inception sono sbarcati Joseph-Gordon Levitt, che con quel suo sguardo a tratti riesce a rievocare lo spettro di Heath Ledger, e Marion Cotillard, che con il suo charme franscese prova a dare maggiore spessore alla solita brunetta che fa da interesse sentimentale di Batman, dopo le piuttosto inconsistenti Katie Holmes e Maggie Gyllenhaal viste e dimenticate nei due episodi precedenti.
In ruoli minori segnalo poi due star in ascesa: la bionda Juno Temple (Kaboom, Mr. Nobody, I tre moschettieri) e Josh Stewart, attore noto soprattutto a chi seguiva la serie Dirt. Ma attenzione poi anche a Burn Gorman, uno dei volti più inquietanti del panorama attuale (James Holmes escluso), già intravisto nella serie UK The Hour.

"Ma come, Robin? Non ti piacevo solo io?"
Ho dimenticato qualcuno?
Ma certo. Il protagonista: Christian Bale. Io adoro Christian Bale. Al termine di questa trilogia, gli va riconosciuto il titolo di miglior Batman della storia. Surclassando il discreto Michael Keaton, l'inadeguato Val Kilmer e il totalmente fuori parte George Clooney. Ciò nonostante, io continuo a preferirlo come Bateman (il protagonista di American Psycho, nda).
Il cast quindi è mostruoso, peccato recitino tutti senza passione. Senz’anima. Per fortuna degli attori, aggiungo, considerando come l’interpretazione del Joker pare abbia risucchiato l’anima da Heath Ledger. Per sfortuna del risultato finale della pellicola. Nessuna interpretazione può infatti essere considerata al livello di quella giustamente da Oscar del ledgendario Ledger.



"Sì, ha il suo perché. Ma presto avrà pure il fascino della gatta morta eheh..."
I problemi non si limitano alla mancanza di anima e convinzione. Ci sono problemi pure di sceneggiatura. La storia è prevedibile, ricicla senza fantasia quanto capitato nei due precedenti capitoli e più o meno quanto capita in qualunque altro film sui supereroi visto di recente.
La prima parte è giocata sull’esilio da eremita di Bruce Wayne, nel classico momento di sconforto dell’eroe, abbandonato e dimenticato da tutti, e allo stesso tempo sulla presentazione, questa piuttosto riuscita, dei nuovi cattivoni o presunti tali, Bane e Catwoman, che poi caleranno nel corso della pellicola.
Nella seconda parte, ATTENZIONE SPOILER, si gioca la carta del terrorismo, della visione politica. Niente che non fosse stato fatto, molto meglio, dal Joker nel film predecessore. Per quanto riguarda Bruce Wayne, lui invece è sempre alla ricerca di se stesso, questa volta dentro una prigione in cui Bane l’ha sbattuto e da cui solo una persona al mondo è riuscita a evadere.
Ce la farà anche il nostro supereroe?
Sapete già la risposta.

"Mi manda Monti. Visto che non è riuscito a convincervi dell'affidabilità
dell'economia italiana con le buone, ora ci provo io a modo mio..."
Nella parte finale beh, succede quello che succede sempre al termine di una pellicola epica e ancor più al termine del capitolo finale di una saga epica: lo scontro conclusivo, la grande battaglia, il faccia a faccia.
Batman VS Bane?
Il loro scontro è veloce è buttato via in maniera clamorosa. Quasi quanto Harry Potter VS Voldemort.
Il film allora a questo punto si gioca il suo grande colpo di scena.
ATTENZIONE SPOILER AGAIN! Marion Cotillard è la vera cattivona di turno. Rivelazione inaspettata, okay, peccato che non sia molto giustificata. Cioè, fermi tutti: questa qua odiava il padre, Liam Neeson, e poi all’improvviso, visto che Batman l’ha ucciso (e ha fatto bene, perché Liam Neeson è davvero insopportabile), decide di seguire le orme paterne e fare fuori 12 milioni di persone, ovvero l’intera popolazione di Gotham City… ma perché?
Va bene voler piazzare il colpo di scena a tutti i costi, e in mezzo a una sceneggiatura per il resto scontatissima è più che il benvenuto, però proprio così dovevate farlo? A caso?
Per altro, le falle di una sceneggiatura tutto fuorché impeccabile sono un evento davvero inaspettato, per essere una pellicola nolaniana. Un vero colpo di scena. Dov’è la complessità, la stratificazione e la ricchezza di significati di tutte le sue altre pellicole, dagli esordi intricatissimi con Following e Memento ai più recenti e forse ancor più intricatissimi The Prestige e Inception?

"La tua recensione non mi piace. Beccati questa, Cannibal Kid!"
Laddove Il cavaliere oscuro era una pellicola indipendente, un capitolo a se stante, godibile anche all’infuori di Batman Begins, questo Il cavaliere oscuro - Il ritorno è, fin dal titolo, un film derivativo. Una chiusura di trilogia realizzata in maniera degna, quanto non necessaria, se non per motivi economici. E su cui aleggia per tutta la durata, per tutte le sue quasi 3 davvero eccessive ore, un fantasma. Quello col ghigno beffardo del Joker Ledger.
Qualcuno ha definito Il cavaliere oscuro - Il ritorno un film bello senz’anima. Ma si potrebbe discutere sul fatto che sia un film bello. Di certo è una visione avvolgente, a tratti coinvolgente, a tratti un pochetto noiosa. Di memorabile negli occhi e nel cuore però resta e resterà davvero poco.
Si può parlare di delusione, non fosse che era ampiamente preventivabile. Raramente i sequel si rivelano all’altezza dell’originale, Il cavaliere oscuro riusciva a superare Batman Begins ed era la classica eccezione che conferma la regola. Però non capita quasi mai che i terzi capitoli siano al livello dei precedenti (la trilogia de Il signore degli anelli è stata girata in pratica tutta in una volta, quindi non conta). Questo terzo episodio del pipistrellone non fa eccezione. Nonostante offra diversi spunti di interesse, il risultato è piuttosto confuso e pasticciato e il discorso politico, dopo le buone premesse, è gettato via nella parte finale.
Il cavaliere oscuro - Il ritorno è uno spettacolone epico orchestrato con mestiere, ma senza convinzione. Oppure può darsi che questo film visto in lingua originale sia magnifico ed è possibile che sia il doppiaggio di Filippo Timi a rovinare tutto. Per la serie: il cinema italiano riesce a fare danni persino sul cinema straniero.

E ora, in conclusione di questo post lungo quasi quanto il tuo film, ritorno a rivolgermi direttamente a te, Christopher Nolan: bastman filmoni epici sui supereroi e regalaci una bella commedia.
Why so serious?
E facce ride!
(voto 6,5/10)

lunedì 7 maggio 2012

Una spia non basta, un triangolo sessuale sì

Una spia non basta
(USA 2011)
Titolo originale: This Means War
Regia: McG
Cast: Reese Witherspoon, Tom Hardy, Chris Pine, Chelsea Handler, Abigail Spencer, Til Schweiger, Angela Bassett, Rosemary Harris, Warren Christie, Natassia Malthe, Laura Vandervoort
Genere: triangolo sentimentale
Se ti piace guarda anche: Il cacciatore di ex, Mr. & Mrs. Smith, La dura verità

Una spia non basta. E nemmeno un solo genere cinematografico, a quanto pare. Il film in questione, titolo originale molto più fico: This Means War, prova infatti la commistione tra pellicola action da una parte e commedia romantica dall’altra. Un mix per far stereotipicamente contenti sia il pubblico maschile che quello femminile, unire le due metà della mela sullo stesso albero, o almeno dentro la stessa sala del multiplex o almeno almeno sullo stesso divano. Un compito duro che di recente ha portato a risultati atroci piuttosto che no, come il pessimo Mr. & Mrs. Pitt Smith.
"Vai tranquilla, quello è un film consigliato da Cannibal!"
"Ambé, allora sto proprio in una botte di ferro..."
Anche se il modello dichiarato del regista McG sembra essere… Hitchcock. Alfred Hitchcock? Sul serio? In un dialogo del film, Chris Pine e Reese Witherspoon dialogano a proposito della fusione tra generi diversi all’interno dei suoi film. Ecco, direi che questo paragone è un attimo improponibile.

Come vanno le cose in Una spia non basta? Se non siamo dalle parti di Hitchcock, proprio no, almeno le cose vanno meglio rispetto a Mr. & Mrs. Smith.
La parte action però non è un granché convincente nemmeno qui. La sottotrama criminale è definibile esile, a essere generosi, di nessun interesse, a essere sinceri. Le scene più concitate non risultano un granché, d’altra parte in cabina di regia siede pur sempre McG, un uomo che con un nome del genere dovrebbe aprire una catena di fast-food e invece no, s’è messo a fare il regista, s’è messo. Per giunta della stessa scuola del cinema fracassone alla Michael Bay o alla Tony Scott. Uno che nel CV ha il pessimo remake cinematografico delle Charlie’s Angels, più un Terminator Salvation dalla cui visione mi sono salvato.

"Dai, muoviti! Vai a vedere su Pensieri Cannibali che si dice sul nostro film..."
La parte sentimentale è invece quella che funziona di più. Complice un trio di attori in splendida forma e una serie di dialoghi parecchio brillanti (più qualche battuta divertente della comica Chelsea Handler), la pellicola regge. Ci sono alcune scene ripetitive, c’è persino la solita gag per nulla divertente con gli animali (ma per fortuna brevissima) e alcuni appuntamenti romantici finiscono per somigliare a una versione deluxe di quelli di Uomini e donne (il programma di Maria de Filippi ndas, nota dell’autore scimunito), però nel complesso la pellicola regge.
Reese Witherspoon torna a rimettersi sulla testolina la corona di reginetta delle romcom e con questo film è come se gridasse: “The bitch is back, bitches!” alle sue nuove rivali nel genere, da Katherine Heigl a Rachel McAdams passando per Anne Hathaway e Zac Efron (il nuovo reginetto delle romcom). La scena in cui canta e balla la hit rap 90s "This How We Do It" di Montell Jordan da sola basta per reincoronarla.
La rivincita della bionda? Oh yeah, puttanelle!

Chris Pine riesce agevolmente nella parte del playboy figo della situazione, un farfallone incapace di una relazione stabile, almeno fino a che non incontrerà la piccola Reese. Tom Hardy al momento resta più a suo agio in ambiti drammatici, però anche in questa inedita veste comedy fa la sua porca figura e qui interpreta il ruolo del duro dal cuore tenero, uomo spericolato d’azione ma anche padre single sensibile.
"Tu avevi scommesso sulla vittoria dello scudetto della Juve?"
"No, ma ho puntato sulla perdita del parrucchino di Conte durante i festeggiamenti."
Pure la parte da "buddy movie" funziona più che bene. I due lavorano insieme come agenti segreti di un’organizzazione che sembra l’FBI solo più cazzaro e in più sono BFF, ovvero Best Friends Forever.  BFF fino a che tra di loro non si mette di mezzo una donna, la Witherspoon naturalmente, e allora inizierà tra i due una spietata lotta, la war del titolo originale, per conquistare il suo cuore.
Chi avrà la meglio tra i due?
Il finale non è nemmeno così scontato…

Il triangolo no?
Il triangolo sì. C’è poco da fare, il triangolo funziona sempre. Dawson’s Creek, Twilight, The Vampire Diaries, True Blood, Hunger Games, Renato Zero… poche cose funzionano come un triangolo sentimentale. E anche questo Una spia non basta non si può che vederlo fino alla fine se non proprio impazienti, perlomeno curiosi di sapere chi sceglierà la mini Reese.
Tom Hardy o Chris Pine?
Non ve lo dico, non voglio mica farmi odiare come Caparezza grazie al pezzo Kevin Spacey…
(voto 6+/10)


venerdì 20 aprile 2012

To Rome with hate

Weekend che si preannuncia pessimo nelle sale italiane.
Ancor più del solito, gli autorevoli commenti di Cannibal Kid e i risibili commenti di Mr. James Ford prendono due strade differenti e dividono, spaccano il pubblico in due categorie: gli entusiasmanti cannibali e i tristi e noiosi fordiani. Voi da che parte state?
Ah già, in mezzo a questa perenne faida bloggara, ci stanno pure i film in uscita.
Ma quello è un dettaglio.

"Ford, e basta: smettila di dire bischerate!"
To Rome with love di Woody Allen
Il consiglio di Ford: Parigi val bene una messa, Roma mi sa di no.
Neanche il tempo di gridare al miracolo per il ritorno del vecchio Woody agli alti livelli del suo passato, ed ecco che lui torna a proporre un film che già dal trailer mi pare una vera e propria vergogna, nonchè il solito ricettacolo di luoghi comuni su noi figli del pizzaspaghettimandolino.
Roba da far rimpiangere anche quella schifezza che fu Vicky Christina Barcelona.
Anche in questo caso, la Francia ci da una lezione - seppur involontaria -.
Il consiglio di Cannibal: vaccanze romane
Woody Allen non ce la fa a non far uscire il suo film annuale e, dopo l’ottimo Midnight in Paris, immancabilmente ora per compensare se ne esce con una pellicola che promette male, malissimo.
Magari fossimo dalle parti del valido Vicky Cristina Barcelona, qui mi sa che siamo più da quelle del pessimo Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, o magari anche da quelle di un cinepanettone qualsiasi…
Il trailer è tra i peggiori visti negli ultimi mesi, forse anni. Sperando che sia ingannevole il trailer più di ogni cosa, ma ne dubito.
Si preannuncia una brutta discesa per Allen da Midnight in Paris a questo. Come passare da Pensieri Cannibali a WhiteRussian. From Cannibal to Ford, with hate.

"Speriamo che quel rompipalle di Ford qui dietro non mi trovi..."
George Harrison: living in the material world di Martin Scorsese
Il consiglio di Ford: living in a world without Cannibal
Nonostante la delusione cocente del recente Hugo Cabret, occorre ammettere che il vecchio Marty è sempre stato un fenomeno di tecnica, nonchè come regista di documentari.
Se, a questo, si unisce il mio membro preferito dei Fab Four, il risultato non potrà che essere perlomeno da cult.
Certo, magari non lo consiglierei a tutti, ma avercene, di roba così in sala ogni settimana!
Il consiglio di Cannibal: living in a Ford world sucks!
Figuriamoci se Ford, uno a cui i talenti veri stanno sulle palle, non preferiva George Harrison al genio John Lennon… Comunque, sempre meglio lui di Paul McCartney.
Il documentario è potenzialmente interessante, certo niente per cui strapparsi i capelli e mettersi a lanciare mutandine sul palco stile Ford la groupie!

"Ferma così, questo è l'unico modo per costringere la gente
a vedere i film consigliati da Ford!"
Maledimiele di Marco Pozzi
Il consiglio di Ford: maledicinema
Come al solito non passa weekend senza che ci si debba puppare la consueta tirata italiana di dubbio livello a tematica importante. Vorrei proprio vedere cosa saprebbero fare i nostri cugini francesi in questi casi.
Noi, come al solito, ci accontentiamo delle briciole.
Un pò come il Cannibale alla fine di ogni Blog War. Ahahahahahah!
Il consiglio di Cannibal: malediFord
Prosegue la tradizione di rubare i titoli alle canzoni, in questo caso addirittura agli Afterhours. Questo film sull’anoressia non promette di essere nemmeno malaccio, un po’ in stile Fish Tank, anche se essendo in Italia il rischio è sempre quello di cadere nel neo-neorealismo di scuola fordiana. D’altra parte siamo pur sempre nell’italietta mentre in Francia, quando il modello di riferimento è quello della Nouvelle Vague, è tutto più facile…

"Uff, non vedo l'ora di andare a casa a vedermi un bel
film consigliato da Cannibal!"
Sandrine nella pioggia di Tonino Zangardi
Il consiglio di Ford: siamo quasi a maggio, della pioggia mi sono rotto.
Non ho neppure finito di lamentarmi del titolo precedente ed ecco qui servito un secondo film italiano da bottigliare della settimana, proposta che mi pare uscita da una sala di quartiere degli anni settanta.
Vorrei e dovrei pormi delle domande sulla distribuzione italiana, ma questa volta non ne ho proprio voglia.
Me ne pongo abbastanza sul Cannibale, e mi bastano e avanzano. Ahahahahah!
Comunque, bocciatissimo.
Il consiglio di Cannibal: meglio starsene sotto l’umbrella-ella-ella-eh-eh-eh
Questo thriller noir risale addirittura al 2008 e trova un posto al sole nelle sale italiane solo ora. Le intenzioni sembrano buone, il risultato fin dal trailer sembra a mezza strada tra il ridicolo e l’amatoriale. Un po’ come Ford quando cerca di imitare le mie didascalie ahahah.
Meglio farli restare entrambi, film & Ford, sotto la pioggia. Sperando si prendano un bell’accidenti!

"No, basta! Dopo tutte quelle lagne neorealiste, con te Ford non gioco più."
Leafie - La storia di un amore di Oh Seongyun
Il consiglio di Ford: la storia del weekend cambia. Finalmente.
Ed ecco una delle mie due prime scelte per questa tornata di uscite: un film d'animazione made in Korea che promette faville e profondità neanche fossimo dalle parti dello Studio Ghibli.
Animali, diversità e sentimenti nella storia di una gallina "ribelle" pronta ad essere madre per un anatroccolo reso orfano da una donnola: Fedro incontra Miyazaki. E non può che essere un bene.
Il consiglio di Cannibal: roba per cuccioli fordiani
Oddio, ma che è sta roba???
Miyazaki e loStudio Ghibli lasciamoli stare, per favore, questa sembra la classica bambinata fordianata tutta buoni sentimenti pucci pucci gne gne che solo quel finto duro del mio rivale può amare con cotanto amoroso amorevole amore.
Leafie? Che schifi!

"Giuro sul mio Dio che non guarderò mai più un film di una lista fordiana."
Il primo uomo di Gianni Amelio
Il consiglio di Ford: il primo grande film italiano della stagione.
Fortunatamente, per ogni centinaio di film inutili made in Italy che distribuiamo nelle sale, ce n'è anche uno che riesce a farci dimenticare il resto.
Amelio - uno dei grandi della nostra Storia cinematografica recente -, autore di cose gigantesche come Lamerica e Così ridevano, torna sul grande schermo con una vicenda che ripercorre la storia ed il dramma dell'Algeria neanche fosse il Gillo Pontecorvo de La battaglia di Algeri - stupendo, recuperatelo! - in un film dal respiro finalmente internazionale.
Non perdetelo.
Il consiglio di Cannibal: l’ultimo film
Bah, non mi ha mai attirato il cinema di Gianni Amelio il fattucchiere che non ammalia. E questo non fa eccezione. Sembra la solita classica lagna neo-neorealista che fa impazzire Ford (che comunque è già pazzo di suo) e sbadigliare me. Yawn. Perdetevelo tranquillamente.

"Ford, dove ti nascondi? Vediamo se questi proiettili
sono abbastanza neorealisti per te..."
Una spia non basta di McG
Il consiglio di Ford: un film di basso livello non basta, propiniamone sempre almeno una decina!
Chiudiamo la settimana con una spy story votata alla commedia realizzata dal creatore della simpatica serie Chuck decisamente trascurabile.
Sinceramente, dopo aver parlato di Gianni Amelio, questa robetta non la prendo neanche in considerazione.
E mi dispiace pure di vedere Tom Hardy mosso dai soldi nel cast di una schifezzuola di questo tipo.
Il consiglio di Cannibal: un Ford non basta, un Cannibal sì
Commedia spy action con un bel cast: Reese Witherspoon + Tom Hardy + Chris Pine. Sembra leggero e forse troppo esile ma sembra pure divertente, di certo più di qualunque roba neo-neo-neo-neorealista di Amelio. Ah già che Ford è allergico, al divertimento! In una settimana di uscite pessime, sembra il male (di miele) minore. Certo, neppure questo è imprescindibile, però magari una spia basta e, viste le alternative fordiane, avanza.

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