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lunedì 21 settembre 2015

Tutti pazzi per Carey





Via dalla pazza folla
(UK, USA 2015)
Titolo originale: Far from the Madding Crowd
Regia: Thomas Vinterberg
Sceneggiatura: David Nicholls
Tratto dal romanzo: Via dalla pazza folla di Thomas Hardy
Cast: Carey Mulligan, Matthias Schoenaerts, Michael Sheen, Tom Sturridge, Juno Temple, Jessica Barden
Genere: romcom d'altri tempi
Se ti piace guarda anche: Jane Eyre, Wuthering Heights, Testament of Youth

Certo che le donne sono propri degli esseri strani. Quasi più dei francesi. Prendiamo Bathsheba Everdene, la protagonista di Via dalla pazza folla (Far from The Madding Crowd), romanzo ottecentesco di Thomas Hardy portato sul grande schermo dal danese Thomas Vinterberg con protagonista Carey Mulligan.
Già il nome Bathsheba Everdene, che razza di nome è? Quasi peggio di Katniss Everdeen...
Quello che non si capisce è come si sceglie gli uomini.

ATTENZIONE SPOILER
Il primo a chiederla in sposa è Matthias Schoenaerts. A me gli uomini non piacciono, però se uno come Matthias Schoenaerts mi chiedesse di sposarlo, farei quasi fatica a dirgli di no. Bathsheba Everdene invece lo rifiuta senza battere ciglio.

"Mi vuoi sposare, Carey?"
"Ma ci conosciamo da appena 5 minuti."
"Che ne dici di andare prima a un cinema, e poi magari sposarci?"
"Basta che non andiamo a vedere un film in costume della BBC. Non li sopporto, quelli."

martedì 30 ottobre 2012

Che lavoro fa secondo voi Kristen Stewart “sulla strada”?

On the Road
(USA, Francia, UK, Brasile 2012)
Regia: Walter Salles
Cast: Sam Riley, Garrett Hedlund, Kristen Stewart, Tom Sturridge, Kirsten Dunst, Elisabeth Moss, Amy Adams, Viggo Mortensen, Steve Buscemi, Alice Braga, Terrence Howard
Genere: stradale
Se ti piace guarda anche: I diari della motocicletta, Into the Wild, The Rum Diary - Cronache di una passione

"Sigh! Dannata Fiammetta Cicogna, voglio essere io la più odiata del reame!"
On the Road è come un Into the Wild, ma senza il wild. Certo, a meno che non vogliate considerare “wild” 10 secondi di micro tettine di Kristen Stewart esibite, una mezza orgia accennata ma non consumata e un paio di altre scene di sesso che di wild hanno ben poco. O a meno che il vostro concetto di wild non coincida con Wild Contronatura Oltrenatura, il programma con Fiammetta Cicogna. Forse l’unica donna al mondo più odiata di Kristen Stewart. Ma perché la povera (povera si fa per dire, visto che al momento è l’attrice più pagata di Hollywood) Kristen Stewart è tanto odiata?
Fondamentalmente, perché è la protagonista della lagnosissima saga di Twilight. Negli ultimi tempi lo è però anche per un’altra ragione: ha tradito il suo amato Robert Pattinson e le foto della sua relazione peccaminosa sono finite su tutte le riviste e i siti di gossip del mondo. Pensieri Cannibali compreso!
In realtà, ci sono due correnti di pensiero riguardo a questo fatto. Le fan twi-hard la odiano perché ha rotto l’idillio (contrattuale?) con RobPattz. Tutti gli altri, tutti quelli che la coppia di Twilight non l’hanno mai sopportata, ovvero tutte le persone sane di mente, la considerano invece un po’ più simpatica da quando ha messo i cornoni a Pattinson.

"Le mie tettine sono state censurate? No, è che sono proprio inesistenti ahah!"
Ma perché quando c’è un film con Kristen Stewart o con Robert Pattinson finisco a parlare più di loro che del film? Sarà perché sono più interessanti come personaggi del gossip che non come attori?
Può essere. In ogni caso, la Stewart in questo On the Road non è che compaia nemmeno più di tanto. La sua parte è quella di Marylou, una ragazza che potremmo definire libertina, oppure scostumata, oppure zoccola. Anche in questo caso, lascio a voi il piacere della scelta. Io sono imparziale. Non mi schiero, che se no poi mi arrivano insulti & minacce da parte delle twi-hard fans. Nei pochi minuti in cui appare, Kristen è nuda (ma non è che sia ‘sto spettacolo così arrapante), oppure tromba, oppure tenta di organizzare delle orge tra i due amici protagonisti, oppure fa delle seghe, oppure fa delle bocche. Insomma, si dà un gran da fare e la dà che è un piacere. Un ruolo in cui sembra particolarmente in parte, molto più ad esempio che nei panni a lei poco consoni della virginale Bella Swan di Twilight, e considerati i ménage à trois che maneggia anche nella sua vita privata, possiamo capire bene il perché.

"Caro Robert Pattinson, la tua cara Kristen non s'è data da fare
solo sul set di Biancaneve e il cacciatore..."
“Ma l’abbiamo finita con ‘sta ca**o di Kristen Stewart?”
Okay, gente. Fate bene a lagnarvi e comunque sì, chiudiamo il capitolo Stewart. Almeno per adesso. Parliamo anche del resto del film. Non che sia tutto ‘sto capolavoro…
Come detto in apertura, prima di divagare sulle tettine quasi impercettibili di Kristen Stewart e su quanto le piaccia fare le cosacce (okay okay, la pianto!), On the Road vorrebbe essere un’esperienza sulla strada in stile Into the Wild. Peccato non ci riesca. Peccato che qui la strada ci venga mostrata, ma non ci venga fatto sentire il suo odore. Questo film è inodore. Non puzza di asfalto, di sudore, di viaggio. È tutto troppo trattenuto, edulcorato, contenuto, perfettino. Il romanzo cult di Jack Kerouac è preso come traccia per un viaggio che in questa pellicola si vede, ma non si sente.
Sarebbe stato interessante se il libro di Kerouac fosse finito tra le mani di un regista più coraggioso e visionario, per capire se ne usciva qualcosa come un Terry Gilliam alle prese con un Hunter S. Thompson, tanto per citare un altro autore beat, ovvero se ne usciva qualcosa come Paura e delirio a Las Vegas. Quello che ne è uscito tra le mani del brasileiro Walter Salles è invece qualcosa di vicino al suo precedente I diari della motocicletta, ma meno interessante, e soprattutto mi ha ricordato parecchio il recente The Rum Diary - Cronache di una passione, pellicola tratta sempre da Hunter S. Thompson diretta dall’anonimo Bruce Robinson.

"Lo so di essere più bella di Bella, bella lì!"
Anziché farci viaggiare, viaggiare come il cinema migliore e più intrippato sa fare, il film si limita a mostrarci una serie di scene a mo’ di elenco. Sam Riley (Ian Curtis dei Joy Division in Control) e Garrett Hedlund (il protagonista di Tron: Legacy che qui si Tron: Ba la Stewart) sono discretamente in parte, eppure nessuno dei due convince fino in fondo. In particolare Garrett Hedlund aveva per le mani un personaggio idolesco come pochi, quello di Dean Moriarty, e non è riuscito a renderlo idolesco al 100%. Tutti gli altri personaggi sfilano sullo sfondo del rapporto mooolto bromantico tra i due protagonisti, Kristen Stewart compresa.
OKAY, OKAY: è l’ultima volta che la menziono.
Tra una comparsata della “mad woman” Elisabeth Moss, dell’amichetto di Pattinson Tom Sturridge, di Aragorn Viggo Mortensen e della iena boardwalk Steve Buscemi, il personaggio più interessante e vivo è quello interpretato da Kirsten Dunst, comunque anch’esso ben poco sviluppato.

"Cannibal scrittore? Ma chi si crede di essere, il nuovo Kerouac?"
A essere resa solo in parte è come detto soprattutto la dimensione del viaggio. On the Road è un film pulitino, poco wild, poco trippy. Una pellicola che vorrebbe essere cult quanto il romanzo da cui è tratta, ma manca clamorosamente il bersaglio. Le premesse del già poco convincente trailer sono dunque mantenute e direi che non è una cosa positiva. Soprattutto considerando che il tutto viene dilatato per 2ore e 20minuti che all’inizio partono pure in maniera piuttosto decente, ma ben presto diventano alquanto estenuanti e passano non come un’emozionante avventura on the road, bensì come un lungo viaggio di quelli che non vedi l’ora di essere di nuovo a casa. Magari per vederti un bel film. Di quelli senza Kristen Stewart.
(voto 5,5/10)


venerdì 13 maggio 2011

Aspettando che qualcuno aspetti un post su Aspettando per sempre

Waiting for Forever
(USA 2010)
Regia: James Keach
Cast: Tom Sturridge, Rachel Bilson, Matthew Davis, Scott Mechlowicz, Blythe Danner, Richard Jenkins, Nikki Blonsky, Jaime King, Nelson Franklin
Genere: romantico psycho
Se ti piace guarda anche: Elizabethtown, La mia vita a Garden State, (500) giorni insieme

Trama semiseria
Avete presente Tutti pazzi per Mary? E avete presente in particolare il tizio che segue Mary ed è ossessionato da lei? Non parlo di quel simpatico umorista del Ben Stiller, bensì dell’altro pazzo cui spuntano tutte le bolle sulla faccia… Ecco, il protagonista di questo film è analogamente ossessionato da Rachel Bilson (mica scemo), la sua amichetta d’infanzia di cui è da sempre innamorato e che continua a seguire in tutti i suoi spostamenti, senza che lei lo sappia. Fino al giorno in cui infine si farà avanti e… cosa succederà?
Lei ricambierà il suo amore oppure ricambierà una bella denuncia per stalking?

Recensione cannibale
Waiting for Forever è un film sull’attesa, anzi sull’arte di saper aspettare il proprio momento. È anche un film romantico, ma non mieloso, una commedia sentimentale ma non il solito chick flick, una pellicola indie ma senza troppe pretese alternative. Insomma, Waiting for Forever è semplicemente una bella visione, piacevole, una storia carina e a tratti emozionante, senza in canna il colpo vincente per diventare un cult totale come (500) giorni insieme, eppure in grado comunque di incantare con semplicità.

Tutto risulta più facile quando nel cast hai la magnifica Rachel Bilson, ovvero la mai dimenticata Summer di The O.C., o almeno è così che io vedo il mondo. Però la riuscita del film sta anche nel toccare corde e argomenti inconsueti rispetto a molte altre pellicole di tipo più o meno sentimentale in circolazione, con un tema pesante come la perdita dei genitori in tenera età, che porterà il protagonista a sviluppare una forma maniacale di ossessione nei confronti della ragazza, l'unica rimasta a dargli conforto in quel tragico momento. Peccato che lei andrà avanti con la sua vita e la seguirà dappertutto. Esatto, è proprio come immaginate: il protagonista è uno stalker psicopatico, ma uno psicopatico in una maniera tenera, per quanto ciò non sia semplicissimo da immaginare, non uno psicopatico di quelli odiosi. A interpretarlo troviamo il valido Tom Sturridge, giovane attore britannico già segnalatosi in I love radio rock, mentre nei panni del boyfriend della Bilson troviamo Matthew Davis, meglio noto come il prof. Alaric nella serie The Vampire Diaries, ma qui in inquietante e irriconoscibile versione pelata.

Nonostante i temi affrontati, il film non concede comunque l'innocenza del suo corpo al melodramma. Sì, a un certo punto tenta un flirt con il thriller, ma per fortuna abbandona questa strada appena imboccata e quindi ritorna sui sentieri più congeniali di una commedia indie leggera e allo stesso tempo profonda, in grado di toccare con tatto temi importanti come amore, follia, perdita, ossessione, identità.
Volendo trovargli un difettuccio, la risoluzione della parte finale avviene in una maniera leggermente meccanica e affrettata, però l’ultima sequenza riesce ancora una volta in maniera semplice (ma non semplicistica) a regalare un’emozione. Cosa che in questi tempi apatici non è certo da buttare.
Aspettate di vederlo e poi capirete. Oppure aspettate di vedere per capire che mi sbaglio. L’importante è l’attesa, perché prima o poi finisce.
Un po' come la paralisi di Blogger di questi ultimi due giorni...
(voto 7+)


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