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lunedì 10 settembre 2018

Hereditary - Le sedute spiritiche fanno male




Hereditary - Le radici del male
Regia: Ari Aster
Cast: Toni Collette, Gabriel Byrne, Alex Wolff, Milly Shapiro, Ann Dowd, Mallory Bechtel


Wes Craven, Dio del cinema horror, io ti invoco. Aiutami a recensire il film Hereditary - Le radici del male, ti prego.
Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Aiutami a recensire il film Hereditary – Le radici del male, che da solo non ne sono in grado, ti prego.

Wes Craven?
Wes Craven, e che cazzo, mi senti?
Se ci sei, batti un colpo.

BOOOOOOOM

venerdì 6 maggio 2016

Miss You Already - Ci mancherai Cannibal Kid





Il giorno 6 aprile 2016 si è spento improvvisamente all'età di 34 anni Cannibal Kid. Era ancora giovane. O almeno era convinto di esserlo. Ne danno il doloroso annuncio i seguaci del suo celebre poco celebre blog Pensieri Cannibali. Non lascia moglie né figli, ma soltanto una gatta di nome Birba, proprio come quella di Gargamella. Era un blogger stimato, o più che altro odiato. Odiato quando era in vita e veniva definito “un povero pirla”. Adesso che è deceduto tutti dicono che era “un autentico genio dei nostri tempi”. Strano come la morte cambi il modo di vedere le persone.

lunedì 16 giugno 2014

NON BUTTIAMOCI GIÙ, BUTTIAMO GIÙ ‘STO FILM





Mi sto per buttare giù.

No, non provate nemmeno a fermarmi, ormai ho deciso.




Hey?

Heeey?

Non c’è proprio nessuno che vuole fermarmi?

Manco un lettore che dice che non devo farlo?

Nessuno che senza Pensieri Cannibali si sentirebbe più triste e vuoto?

Heeey?

Nessuno, eh?

Vah beh, allora io mi butto. Prima però vi racconto perché ho deciso di compiere questo gesto estremo. La ragione non è perché il mio sito ha avuto un improvviso calo di visite. Quello è normale. Inizia la bella stagione, tutti escono, tutti vanno a prendere il sole e nessuno resta più davanti allo schermo del computer a leggere i poveri, desolati, abbandonati blog estivi.
Non è nemmeno perché ho realizzato che Pensieri Cannibali non ce la farà mai a scalzare il perfido Cineblog dalla prima posizione dei blog di cinema più influenti d’Italia stilata da eBuzzing.
Il motivo non è perché sono stato al centro di uno scandalo di sesso con minorenni come Silvio Berlusconi Pierce Brosnan nel film Non buttiamoci giù, o perché ho una situazione famigliare complicata come Toni Collette, o bisogno di stare al centro delle attenzioni come Imogen Poots, o un cancro (ma sarà davvero così?) come Aaron Paul sempre nel sopra nominato film.
Niente di tutto questo.


La ragione è che la sopra nominata pellicola è stata davvero una delusione. Una delusione così cocente da farmi venire voglia di farla finita, talmente alte erano le mie aspettative nei confronti di Non buttiamoci giù. Per prima cosa per via della tematica suicida che, si veda lo stupendo Il giardino delle vergini suicide, può offrire degli spunti parecchio notevoli. I protagonisti sono infatti 4 tipi che la notte di Capodanno si trovano in cima a un palazzo. Il palazzo preferito dai londinesi per togliersi la vita. Una volta lì, si fanno forza l’uno con l’altro e decidono di fare un patto, un patto suicida: nessuno di loro deve ammazzarsi per almeno sei settimane. Ce la faranno?
Oltre a questo curioso spunto iniziale e alla tematica affrontata, le aspettative elevate che avevo erano dovute anche al cast sopra citato. A parte il solito pessimo insopportabile Pierce Brosnan che interpreta il solito pessimo ruolo da insopportabile sbruffone, gli altri sono degli ottimi attori. Aaron Paul è il mitico Jesse Pinkman della mitica Breaking Bad, un ruolo che purtroppo per lui non so se riuscirà mai a scrollarsi di dosso. Qui ha una parte da mezzo ribelle ex cantante di una grunge band che sembra una versione moscia, ma mooolto moscia del suddetto Pinkman. Più convincente la giovane in fortissima ascesa Imogen Poots, di recente vista anche in Fright Night, Una fragile armonia, Il lercio, That Awkward Moment e in Need for Speed sempre al fianco di Aaron Paul, una che qui ha il ruolo dell’unica davvero fuori di testa tra i 4 promessi suicidi. Poi c’è Toni Collette, attrice spesso grandiosa che qui invece appare più spenta che mai e ripete in tono minore il ruolo da maniaco depressiva che aveva pure in About a Boy – Un ragazzo, altro adattamento da Nick Hornby.


E qui giungiamo al terzo e più importante punto di forza, almeno potenzialmente, della pellicola. Non buttiamoci giù è tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby, autore di due miei cult assoluti, sia letterari che cinematografici, come Alta fedeltà e il citato About a Boy – Un ragazzo. È vero che negli ultimi tempi c’erano stati alcuni segnali preoccupanti, riguardo agli adattamenti delle sue opere. La serie tv About a Boy è una robina poco divertente, ma si tratta di una sitcom americana, quindi non è che ci si potesse attendere più di tanto. Poi c’era stato il caso di È nata una star, ma in quel caso si trattava di un abominevole adattamento italiano con Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo di un suo racconto, quindi pure in quell’occasione il fallimento lo si poteva tenere in conto. Con Non buttiamoci giù il caso è diverso. È una produzione inglese della BBC Films, diretta dal regista francese Pascal Chaumeil del grazioso Il truffacuori, sceneggiato da Jack Thorne, ovvero il creatore dell’ottima serie teen fantasy inglese The Fades, e in più lo stesso Nick Hornby figura tra i produttori.


Nonostante tutte queste ottime premesse, che avevano innalzato in me aspettative troppo elevate, il film è una ciofeca colossale. Non funziona per niente. Una storia come questa sulla carta mixa uno spunto drammatico con un tocco leggero da commedia, ma non convince su nessuno dei due fronti. Come dramma è troppo superficiale per emozionare, commuovere o far riflettere. Come comedy non riesce a far ridere. Non ci prova nemmeno più di tanto a farlo. È un film ibrido che non sa quale direzione prendere e l’unica strada che riesce a imboccare è quella del buonismo. Non ho letto il libro da cui la pellicola è tratta, però dentro questo film non c’ho trovato quasi niente dello stile ironico, cattivo, incisivo cui Hornby mi aveva abituato. C’ho visto solo una versione annacquata e deprimente dello stile di Hornby. Ok che è un film sul suicidio, però non dovrebbe far venire voglia allo spettatore di togliersi la vita. Invece è quanto successo a me. Mi trovo qua in cima all’edificio più alto di Londra Casale Monferrato (che non è poi molto alto) e mi sto per buttare giù.
Non provate a fermarmi!


Heeey?


Manco un’anima pia?


Proprio nessuno che cerca di farmi cambiare idea?

Ma non vi mancherò?

Non vi mancherà Pensieri Cannibali?

No, vero?


Non buttiamoci giù
(UK, Germania 2014)
Titolo originale: A Long Way Down
Regia: Pascal Chaumeil
Sceneggiatura: Jack Thorne
Ispirato al romanzo: Non buttiamoci giù di Nick Hornby
Cast: Pierce Brosnan, Toni Collette, Imogen Poots, Aaron Paul, Tuppence Middleton, Rosamund Pike, Sam Neill, Joe Cole
Genere: suicida
Se ti piace guarda anche: Hotell, Ma che colpa abbiamo noi, 50 e 50
(voto 5/10)

"Una dichiarazione su questo post, Scarlett!"
"Non sono Scarlett e comunque questo post mi ha fatto venire voglia di suicidarmi!"

lunedì 5 maggio 2014

NON DICO ALTRO




"Che cacchio hai da ridere?"
"Non lo so, ma di sicuro non è per una battuta letta su Pensieri Cannibali."
Non dico altro
(USA 2013)
Titolo originale: Enough Said
Regia: Nicole Holofcener
Sceneggiatura: Nicole Holofcener
Cast: Julia Louis-Dreyfus, James Gandolfini, Toni Collette, Catherine Keener, Tracey Fairaway, Eve Hewson, Tavi Gevinson, Ben Falcone, Michaela Watkins, Amy Landecker, Anjelah Johnson-Reyes, Rob Mayes
Genere: indie comedy
Se ti piace guarda anche: Afternoon Delight, 5 anni di fidanzamento

Deliziosa indie comedy romantica su un uomo e una donna divorziati che si conoscono a una festa e si piacciono. Più o meno, si piacciono. All’inizio non molto, anche perché lui non è un fuscello e lei è più quella che ti fa dire "Mah, è simpatica!" piuttosto che "Wow!", ma poi cominciano a frequentarsi.
Ottimi i dialoghi e splendida l’intesa tra i due protagonisti, una spettacolare Julia-Louis Dreyfus, la protagonista della spassosa serie Veep, e un gigionissimo James Gandolfini, l’ex Tony Soprano qui a una delle sue ultime interpretrazioni. In più ci sono un paio di comprimarie d’eccezione, Catherine Keener e Toni Collette per una volta non nella parte della matta bensì della psicologa, e un paio di giovani fanciulle da tenere d’occhio, la figlia di Bono Vox, Eve Hewson, già vista in This Must Be the Place, e la bionda Tavi Gevinson, che sembra la sorellina minore di Michelle Williams ed è troooppo adorabile.
Si ride, si riflette un pochino, e poi si ride ancora. Insomma, date un’occhiata a questo film. Non dico altro.
(voto 7/10)




Ah, no. Aggiungo giusto una cosa, per chi ha già visto il film.
ATTENZIONE SPOILER
La cosa migliore della pellicola, oltre alle virtù sopra enunciate, è la sua morale. O meglio, la sua anti-morale.
Nel 90% delle commediole americane tradizionali, il messaggio che viene dato è che, per trovare la felicità, una persona deve cambiare ciò che è. Prendiamo I sogni segreti di Walter Mitty, il più evidente simbolo odierno dell’American comedy moralista classica. Se vuole smetterla di essere uno sfigato e realizzarsi, il protagonista deve rinunciare alla sua vita, a quello che è, per andare sull’Himalaya o a nuotare con dei simpatici squaletti.
Ma vaffanculo, Ben Stiller! Vacci te a rischiare la vita in un modo tanto stupido, che l’unica cosa che trovi è la morte, non certo la felicità!
In questo film invece i protagonisti continuano a ripetere sempre gli stessi errori. Sono dei divorziati che dai loro precedenti matrimoni falliti non hanno imparato un granché. La pellicola ci dice però che va bene così. James Gandolfini non deve cambiare. Non deve dimagrire. Non deve cominciare a usare i comodini. Non deve smettere di essere un orso. Lui può trovare la felicità anche così. Senza nemmeno dover andare sull'Himalaya.
Basta, adesso davvero non dico altro.




Un'ultima cosa...
No dai, basta!
Non dico altro.

martedì 3 dicembre 2013

C’ERA UNA VOLTA UN’ESTATE, IL FILM PIU’ FUORI STAGIONE DELLA STAGIONE




C’era una volta un’estate
(USA 2013)
Titolo originale: The Way Way Back
Regia: Nat Faxon, Jim Rash
Sceneggiatura: Nat Faxon, Jim Rash
Cast: Liam James, AnnaSophia Robb, Steve Carell, Toni Collette, Sam Rockwell, Maya Rudolph, Allison Janney, Rob Corddry, Amanda Peet, River Alexander, Zoe Levin, Nat Faxon, Jim Rash
Genere: estivo
Se ti piace guarda anche: Adventureland, Camp, Dirty Dancing

C’era una volta un’estate è una storia di formazione giovanile estiva che in qualche modo mi ha ricordato Dirty Dancing. Un Dirty Dancing senza le cazzo di scene di danza, diciamo. Anzi, una scenetta di ballo c’è pure qui, però è piuttosto simpatica. Per il resto ci sono parecchie differenze: in questo caso il protagonista è un ragazzino, ha una mezza storiella romantica ma niente di paragonabile alla travolgente passione di Baby per Patrick Swayze, non siamo negli anni Sessanta bensì nel presente e insomma adesso che ci penso i due film non hanno quasi niente in comune.
E allora perché mai mi ha ricordato Dirty Dancing?
Perché il protagonista, proprio come Baby, vive un’estate che è “the time of his life”.



Avete capito bene, questo è un film estivo e quei furboni della distribuzione italiana hanno deciso di farlo arrivare nei nostri cinema in questi giorni, in concomitanza con l’arrivo del grande freddo e a ridosso del Natale.
Peeerché?
Ma cosa c’è, dentro il loro cervello?
Se già io c’ho le scimmie urlatrici, loro cos’hanno?
Tra l’altro i furboni, giusto per farsi ulteriormente del male, hanno deciso di sottolineare come fosse un film di ambientazione estiva trasformando il titolo originale The Way Way Back in C’era una volta un’estate.
Vorrei davvero sapere cosa passa nella mente di un titolista o di qualcuno che si occupa della distribuzione cinematografica nel nostro paese in certi momenti. Davvero non ne ho idea… Prima di prendere certe decisioni, gli passerà tutta la loro vita davanti agli occhi?

Fatto sta che avrei potuto aspettare la prossima estate per guardarlo, ma non ce l’ho fatta e me lo sono visto in una fredda, gelida serata di novembre e mi è anche piaciucchiato abbastanza, però so che avrebbe reso al massimo nel periodo più caldo dell’anno che no, direi proprio che non è questo. Odio guardare i films fuori dalla loro stagione naturale ma che volete farci, mi sono fatto contagiare dai dettami della schizofrenica industria cinematografica nazionale.
Vabbè, vogliamo parlare del film, oppure no?

No, cazzeggiamo ancora un po’, che tanto anche la pellicola è parecchio giocata sul cazzeggio. Tra le altre cose viene trattato un argomento ostico come quello del divorzio e della reazione di un ragazzo al disgregarsi della propria famiglia, però il tutto è condotto con toni leggeri e senza scadere mai nel pesante o nel patetico. È un film estivo. Non una commedia goliardica sboccata, quanto una pellicola intimista e dal lieve tocco indie, ma è pur sempre un film estivo, quindi molto sciallato.
La regia d’esordio dell’accoppiata di attori comici formata da Nat Faxon e Jim Rash non si nota in maniera particolare e anche la sceneggiatura, firmata sempre da loro due, non ha trovate così geniali o originali. La pellicola va venire alla mente parecchi altri film estivi, al di là di Dirty Dancing, e soprattutto ricorda molto da vicino Adventureland, gioiellino di Greg Mottola con Jesse Eisenberg e Kristen Stewart. Anche qui abbiamo un ragazzino timido e introverso che vivrà l’estate della sua vita lavorando in un parco acquatico (laddove in Adventureland era un luna park senza acqua) e anche qui abbiamo qualche problema famigliare e qualche lieve risvolto sentimentaleggiante, ma niente di troppo smielato.

La cosa che fa breccia nel cuoricino di noi spettatori sensibili è allora l'avvicinarsi della pellicola al suo protagonista (il giovane Liam James già visto nella serie The Killing, dov’è il figlio della Linden) in maniera delicata, senza forzare mai la mano. Con grande calma di fa fare conoscenza di questo giovanotto insicuro che si trova a dover fare i conti con il nuovo compagno della madre (Toni Collette, qui alle prese con il ruolo per lei anormale di una persona normale). Nuovo compagno interpretato da uno Steve Carell mai tanto stronzo. Ruolo in cui è parecchio convincente. A me non sta simpaticissimo, Steve Carell, e quando fa i ruoli da buono non mi ha mai convinto granché e ora ho capito perché: deve fare il villain. È quella la sua vocazione.

"Ti tengo d'occhio, Cannibal."

Tutto il cast comunque è piuttosto convincente, da un Sam Rockwell che resta sempre sottoutilizzato dal cinema che conta, passando a una scatenata alcolizzata Allison Janney, ora come ora super impegnata in tv in Masters of Sex e nella sitcom Mom, fino alla sempre adorabile e cariiiiiiiinissima AnnaSophia Robb, la giovane Carrie Bradshaw di The Carrie Diaries, nonché mai dimenticata protagonista femminile di Un ponte per Terabithia, gioiellino di film che io l♥vv♥ troppo.

E poi?
Poi basta. È un film gradevole come un bel bicchiere di tè freddo. Potete guardarlo adesso e non è male, almeno se ve lo sorseggiate nel calduccio di casuccia vostra con il caminetto acceso e delle babbucce da bimbiminkia ai piedi. Però devo avvertirvi che mette addosso una gran malinconia, per l’estate ormai decisamente alle spalle e per quel periodo in cui avevi 14 anni e tutto ti sembrava più importante, intenso e nuovo di adesso. Il secondo avvertimento è che ho l’impressione che questo film visto d’estate sia ancora meglio. Quindi per una volta vi consiglio di non fare come me. Meglio aspettare qualche mese, per godervelo di più. Mai dare retta alla distribuzione italiana.
(voto 6+/10)



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