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mercoledì 9 marzo 2011

Italian Subs Addicted

Subsonica “Eden”
Genere: electro pop rock
Provenienza: Torino
Se ti piacciono ascolta anche: Massive Attack, Motel Connection, Amari, Does It Offend You, Yeah?, Skream

Fucile puntato sui Subsonica. La prima anticipazione del disco, quell’Eden che dà il titolo all’album, è infatti solo una potenziale bella canzone con una melodia non male, però ha un ritmo stanco, un po’ sulla linea degli ultimi spenti Massive Attack di “Heligoland” (sto ancora sbadigliando al pensiero di quel disco). Tanto che viene da chiedersi: ma che diavolo hanno tanto da ballare i tizi nel video su questo lentone? Ma soprattuto mi chiedo: il resto dell’album seguirà questo pericoloso (che fa rima con noioso) sentiero?


Il pericolo sembra scampato, almeno per ora. I Subsonici sono cresciuti, invecchiati, maturati (forse), ma una certa freschezza per fortuna l’hanno mantenuta. E quindi in “Serpente” compaiono dei bassi paurosi dubstep, l’ultima passione del batterista Ninja. Tra le dichiarazioni pre-uscita album è infatti emerso come ogni subsonico volesse provare un suono diverso, con Boosta che voleva ad esempio fare pezzi vecchio stile alla Paolo Conte con tanto di piano a coda (ma per favore, Boosta!), mentre il Ninja per fortuna ci ha messo il suo zampino con suoni più attuali. Anche perché per un gruppo electronico non rinnovarsi è un peccato mortale da non commettere (io però sul versante dubstep avrei spinto molto di più).
“Il diluvio” viene giù come pioggia gelata, è il pezzo più spettacolare del disco (e pure tra i migliori della loro intera carriera), un bel delirio drum’n’bass che riporta ai primi due mitici album del gruppo di Torino; in particolare mi ricorda “Cose che non ho”, solo più esaltante.
“Prodotto interno lurido” pesta maranza unz-unz-unz-unz, una sorta di mantra politicheggiante: “Libera l'Italia subito dal prodotto interno lurido lurido”.


“Benzina Ogoshi” è il pezzo con il testo più autoironico mai prodotto dai solitamente poco autoironici subsonici: “Non siete riusciti a bissare il Microchip Emozionale” (una grande verità, tra l’altro). Bello electro rock tirato yeah yeah yeah.
In un pezzo più poppeggiante come “Sul sole” si intravedono i limiti vocali di un Samuel poco versatile (non me ne vogliano i fan/le fan), per fortuna compensati da un’ottima produzione come nella lenta e ipnotica “Quando”, uno di quei pezzoni che scommetto spezzerà diversi cuori.
“Istrice” come singolo funziona decisamente più della prima anticipazione “Eden”; un pezzo in pieno stile subsonico che non sorprende ma fa il suo (s)porco dovere.


Cercavi un posto “Tra gli Dei”? Il disco procede non male, meglio di quanto previsto, però adesso un posto tra gli Dei mi sembra esagerato. Per quello, se mai ci arriverete, dovrete aspettare ancora. “La funzione” segna la collaborazione con i Righeira, ma non sembrano lasciare un segno particolare e il pezzo è quello che mi convince di meno: andate a la playa che è meglio, oh oh oh oh oh. La rarefatta “L’angelo” chiude il cerchio sulla falsariga del pezzo d’apertura.
Se dopo aver sentito la prima anticipazione temevo suonassero stanchi come gli ultimi Massive Attack ed ero quindi già pronto a scaraventarli nell’Inferno con una bella rece al vetriolo, i Subs mi hanno piacevolmente smentito e hanno fatto un disco con qualche momento non del tutto riuscito ma assolutamente vivo, per un viaggio niente male in questo Eden. L’Inferno può attendere.
(voto 6,5)
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