Una settimana ricca di Stories. Non tanto nei cinema, quanto qui su Pensieri Cannibali. L'ospite della rubrica sulle uscite si chiama infatti Fede Stories, ed è l'autrice del blog... Stories. Un bel sito che si occupa di cinema, serie tv e libri e un po' di qualunque tipo di storie. Anche quelle su Instagram? Chissà.
La brutta storia, di questa e di tutte le altre settimane, è che all'interno della rubrica, oltre ai commenti della guest star di turno e ai miei, siete costretti a beccarvi pure quelli del mio rivale Mr. James Ford. Il motivo? Se no questa rubrica sarebbe persino troppo bella.
Intro di Stories: E’ un grandissimo onore essere ospitata sull’iconica rubrica di Cannibal Kid e James Ford, i due amici-nemici più esemplari della blogosfera cinematografica. Insomma, si tratta di due veri monumenti, un po’ come Sandra e Raimondo per il piccolo schermo italiano… okay, forse dopo questa mi odierete! Iniziamo bene!
Toy Story 4
La reazione dei personaggi di Toy Story all'arrivo di Ford nel loro mondo.
Con tanto di maratona di film action.
Dovete aspettare 85 minuti
prima che si tagli via il braccio
In attesa del mio post speciale con tutte le previsioni della notte degli Oscar, in onda sugli schermi dei vostri PC domani e che vi consiglio di non perdervi, ecco una piccola rassegna stampa, anzi rassegna-blog, delle 10 pellicole candidate al titolo di Miglior Film dell’anno (oltre naturalmente alla mia opinione. E che dovevo fare, auto escludermi?)
Mi spiace non aver citato anche altri amici blogger. Non vi voglio meno bene, è solo che in alcuni casi non ho trovato dove parlavate dei film nominati: Robydick, ad esempio, è vero che recensisci più che altro film di nicchia, ma parlare anche di Inception no? (scherzo, ma neanche tanto :)
E ogni pellicola si becca anche il suo bel poster-parodia annesso (qualcuna pure il video), tanto perché se no si prendono troppo sul serio, ‘sti film.
127 ore
“Danny Boyle non si pone dogmi o limiti di alcun tipo e decide di avvalersi di tutti gli espedienti cinematografici necessari per rendere più avvincente la vicenda di un povero sfigato finito bloccato in una situazione limite.” Dalla mia recensione
“CA.PO.LA.VO.RO!Una brutale (e verissima) storia di sopravvivenza estrema in cui Boyle conferma ancora una volta il suo abnorme talento di regista mettendo un repertorio di virtuosismi formali (gioca con gli spazi dello schermo,la velocita’ del montato, i registri) a disposizione di un racconto umano e avvincente.” Dal blog recentemente scoperto di Palbi
Anche le lesbiche hanno dei problemi
I ragazzi stanno bene
“Una famiglia non convenzionale per un film indie piuttosto convenzionale cui manca forse giusto lo spunto geniale e il colpo da KO ma che ha il grande pregio di farti innamorare dei suoi personaggi e alla fine riesce nell’obiettivo di far esclamare a tutti i kids là fuori (me Cannibal Kid compreso): yeah all right!” Dalla mia rece.
“Gli americani stanno avanti! Da noi (nell'italietta bigotta) una commedia su una famiglia fuori dal comune, senza farla finire in caciara e/o senza pentimenti sessuali, ce la possiamo sognare.” Frank Manila
Il cigno nero
“Un film uscito dritto dai miei sogni più malati” da un mio commento su I cinemaniaci
“I gufi non sono quello che sembra,” si diceva in Twin Peaks. In Black Swan nemmeno la tua immagine allo specchio lo è.” Dalla mia recensione
Sesso lesbo
“Nel cinema, proprio come nella danza, la tecnica non basta: ci vuole anche emozione e passione. Gli ultimi quaranta minuti sono un crescendo incredibile di angoscia che tormenta e allo stesso tempo eccita lo spettatore in modo difficilmente descrivibile, tanto da rendere la visione di Black Swan un’ esperienza indimenticabile in cui è impossibile non lasciarsi trascinare negli incubi e nella disgregazione d’identità del personaggio.” Perso già di suo
“Se il tema è quello del doppio, nel film tutto è dicotomico: realtà e fantasia, luce e buio, bianco e nero, libertà e ossessioni, sorrisi e pianti, vita e morte, certezze e paure. Tutto si nutre di contrasto, la vita stessa entra in contraddizione.” Rossana Morrone
"Il bellissimo e puro cigno bianco opposto al malvagio e sensuale cigno nero, un contrasto mitico ed immortale, reso alla perfezione dalla continua frammentazione di Nina in immagini riflesse da decine di specchi, che la ritraggono sempre diversa, illuminata soltanto da luci artificiali." Eyes Wide Ciak
“Cazzo!
Scusate la parola poco fine, ma è quello che ho detto tra me e me con un filo sottile di voce appena è finito il film.
Sì. perché ca**o (una volta scritto per intero basta ed avanza) raramente un film mi ha fatto sentire così sperduta, ma anche sedotta, raramente sentivo il mio corpo tremare d'inquietudine, ma anche di piacere. Raramente ciò che sentiva il mio corpo era lo stesso di quello che sentiva la mia mente.” AlmaCattleya
A voi americani è piaciuto The Queen, vero?
Il discorso del re
“Il signor Hooper ha deciso che la confezione deve essere la prima regola, e così anche lo sproloquio - ma dovrebbe davvero risultare divertente, o coraggioso, quel continuo "merdafottitistronzo" per ricacciare indietro la balbuzie!? - pare una cosetta da sala da the.” Mr. James Ford dixit.
“Fino a che i toni rimangono leggeri le cose funzionano ancora. Le note dolenti arrivano quando questa vicenda viene trattata con solennità e drammaticità mentre, soprattutto se vista all’interno del contesto dello scoppio di una guerra mondiale, appare piuttosto irrilevante per non dire idiota.” Dalla mia recensione.
“Il discorso del re è il film perfetto, tecnicamente parlando, ma in quanto a emozioni è un pochino scarno e la carenza si sente, eccome se si sente e la vogliamo dire tutta, la prossima volta un pò meno english - style, perchè a lungo andare si muore di noia da una certa in poi..” DNA Cinema
“Questo film insegna a chiunque abbia difficoltà simili al protagonista a non abbattersi, ad avere fiducia in se stessi e a non tirarsi indietro... perché magari ci si perde dietro certe paure per anni e poi all'improvviso la vita ti chiama a prove ben più grandi.” Silvia alias Vorrei essere un personaggio austeniano
Cazzo sì!
Il Grinta
“Il tempo ci sfugge e a volte anche il senso delle cose.” E anche il senso dei film. Dalla mia recensione.
“Il Grinta torna a far splendere un genere che ha fatto epoca, regalandoci dei protagonisti imperfetti, burberi e per questo affascinanti, grazie anche a degli attori in stato di grazia.” DNA Cinema
"Tutto come da copione: ci sono i buoni, i cattivi, le sparatorie, i cavalli, la prateria, gli indiani, i saloon, la ferrovia…e la scontatezza! Zero brividi." CinLarella
Inception
“Nolan ci tiene per la manina e ci mostra una costruzione stratificata su ben 5 piani 5, roba che Matrix gli fa una sega.” Cannibal Kid
“Nolan, che potremmo definire un equilibrista, non fosse ancora e sempre per quelle sue dannate doti visive, qui realizza il suo numero più incredibile: coniugare alla perfezione la velocità di un action movie, la tensione di un thriller, una storia d’amore tragico, la forza e l’impatto di un blockbusterone hollywoodiano con tanto di effetti speciali destinato alle grandi masse, con un tocco d’autore e una girandola di piani narrativi da far venire il mal di testa a quelle stesse grandi masse. Eppure il film funziona su tutti questi livelli rendendo Inception un’Opera sfaccettata e complessa e allo stesso tempo unica.” Sempre dalla mia recensione
Meglio fumati
“Di Caprio è uno che nella vita non ha un cazzo da fare, visto che può passare il tempo a farsi le seghe mentali vivendo con sua moglie in una specie di realtà virtuale creata dentro i sogni (al posto di scoparla come sarebbe legittimo e sacrostanto).” Sciuscia
“Se dovessi spararla veramente grossa, direi che Inception è il Lost del Cinema.” Mr. James Ford
“Un gioco di prestige affascinante e pienamente riuscito.” Lucien
“Al contrario del 3D - soluzione semplice e grossolana che nulla aggiunge al mezzo cinema se non un po' di spettacolarità in più - Nolan ha puntato sulla tridimensionalità della storia, sul fatto che la nostra mente, per sua natura, può concepire mondi e situazioni infiniti, può espandersi pur rimanendo confinata in uno spazio irraggiungibile e inaccessibile che è il nostro cervello. Ed è qui il fulcro del film: qual è la realtà che conta?” da Eyes Wide Ciak
“Uscendo dalla sala dopo aver assistito alla proiezione di "Inception" non si può non avvertire un senso di disorientamento e instabilità:come quando sognamo di cadere nel vuoto e ci risvegliamo bruscamente in un mondo che ci sembra ostile e solo dopo un po' razionalizziamo che ogni sensazione di gioia ,paura e persino dolore era solo nella nostra mente.” Alesya
The Wrestler, ma con la boxe
The Fighter
“Un Christian Bale davvero oltre, enorme, gigantesco, in grado di impossessarsi del resto del film.” Io
“Non il film sulla “Facebook generation”, come qualche campagna di marketing ha provato a venderlo, né tantomeno un film rivolto a chi passa le ore sui social network, bensì qualcos’altro: il film manifesto della nostra epoca.” Dal mio post-recensione.
“David Fincher è riuscito, grazie anche alla ottima sceneggiatura di Aaron Sorkin, ad imbastire una pellicola che alterna il biografico al legal thriller senza tralasciare gli aspetti più ammiccanti ad un pubblico giovanile legati alla vita universitaria.” Laboratorio di cinema
È venuto fuori che il tizio che ha inventato
Facebook è tipo una colossale
testa di cazzo
“Raramente un film mi ha provocato più fastidio di questo, perché il personaggio Zuckerberg mi ha fatto girare le palle dall'inizio alla fine (rappresenta in pratica tutto quello che mi fa schifo in un essere umano), ma The social network è uno dei migliori film che io abbia visto negli ultimi mesi.” Hobina
“Ciò che rende questa storia una GRANDE storia non è semplicemente il suo raccontare abilmente e con passione una parabola di disagio e riscatto sociale , di vendetta ed ambizione , di genio ed egoismo , di amicizie e tradimenti come tante se ne possono trovare , ma riuscire a fotografare con inquietante verosimiglianza le speranze e le angoscie di un'intera generazione , quella degli anni 00', che non è mai stata più tecnologicamente all'avanguardia e più disperatamente avvezza alla solitudine.” Alesya
“Non esiste un sinonimo di geniale sufficientemente appropriato/ampio/esteso per definire questo film.” Queen B
“Per fortuna la storia decolla e il merito per quanto mi riguarda lo do tutto (o quasi) all’orsetto Lots’o grandi abbracci: per me è il più grande cattivo nella storia della Pixar.” Dalla mia rece
“Una storia straordinaria in grado di commuovere grandi e piccini, ovvero tutti coloro che nella loro vita hanno avuto giocattoli con cui giocare.” Perso già di suo
"Toy story 3 è un film magico e dalla bellezza sconcertante, tecnicamente perfetto ed emozionalmente strabiliante: la crescita e il distacco visti, analizzati ed affrontati dal punto di vista dei giocattoli. Quasi impossibile, anche per noi "grandi", trattenere almeno una lacrima." Mr. Ford
Winter's Bone
La gente povera è deprimente
“La bellezza di Winter’s Bone è difficile da spiegare a parole. Bisogna viverlo, cogliere tutti i piccoli dettagli disseminati, immergersi nella sua atmosfera da thriller country che ti rimane incollata alla pelle nei giorni successivi la visione.” Dalla mia recensione
“Un film, in cui è riservato un ruolo particolare alla donna. Abbiamo dinanzi una società matriarcale, dove le donne sono le 'custodi' della casa, dove le donne picchiano, difendono il proprio uomo, difendono un' unione, prendono decisioni.” Rossana Morrone
“Questo è il western ora, questo è il new southern gothic ora. […] Capolavoro assoluto.
Vi prego in ginocchio, come se sparassi: correte a vederlo.” Malpertuis
Se ti piace guarda anche: Toy Story 1 e 2, Small Soldiers, Up
Trama semiseria
Da piccoli tendiamo a credere a delle cose assurde: a Babbo Natale, al catechismo, alla Bibbia e al fatto che i nostri giocattoli abbiano una vita propria e si animino quando non li vediamo. Se crescendo ci rendiamo conto di come alcune cose non abbiano davvero alcun senso, altre invece si rivelano essere assolutamente vere: i giocattoli ad esempio hanno una vita davvero pazzesca e piena di avventure quando non li guardiamo, hanno fatto 2 film documentario che ben lo testimoniano e questo è il terzo.
Recensione cannibale
Ci sono un sacco di persone che giudicano “Capolavoro” qualunque cosa faccia la Pixar. Io non sono uno di loro. Un po’ perché alcuni loro film sono delle cagate immani: Gli Incredibili ad esempio nulla mi toglie dalla testa che sia una delle peggiori pellicole mai girate, e non solo nell’ambito dell’animazione, anche se la mia percezione può essere stata alterata dal fatto che il giorno precedente avessi visto Donnie Darko, quello sì Capolavoro vero, e quindi qualsiasi cosa avessi visto dopo mi sarebbe sembrata pessima. Però Gli Incredibili è davvero terribile.
Altri film sono invece ottimi a tratti ma complessivamente non mi sembrano affatto impeccabili.
I primi minuti di Up sono poesia pura, magia assoluta, si librano nel cielo con una grazia infinita. Però il resto non è certo su quel livello, come ad esempio tutta la parte avventurosa che sa di già visto anche per un bambino di 5 anni e un sacco di inseguimenti inutili che sembrano essere stati aggiunti giusto per allungare il minutaggio e fare felice magari il pubblico dei più piccoli (che poi ai bambini piaceranno davvero ‘ste scene rocambolesche o le apprezzeranno più che altro i papà nostalgici degli action vecchio stile?). Anche Wall-E è un altro film che alterna momenti sublimi a un sacco di parti noiose e inutili. Posso insomma avanzare una critica che alcuni (ma non certo io) rivolgono invece ai film di Sofia Coppola: sarebbero dei capolavori se fossero dei corti, ma come lungometraggi rimangono belli ma non stupendi.
Riguardo ai vecchi Toy Story, il primo episodio mi era sembrato carino ma nulla più (vedi mia vecchia recensione), complici anche le canzoni insopportabili di Randy Newman (che in italiano poi sono davvero atroci). Questo contributo filmato dei Griffin penso renda bene l’odiosità del suo stile.
Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa è poi un sequel poco riuscito: riprende le tematiche del primo senza nuove idee e ho fatto fatica ad arrivare alla fine senza addormentarmi in continuazione.
Arrivando infine a Toy Story 3 - La grande fuga, l’unico nominato agli Oscar di miglior film di cui non avevo ancora parlato, la prima parte mi sembra un po’ sulla falsa riga del numero 2, poi per fortuna la storia decolla e il merito per quanto mi riguarda lo do tutto (o quasi) all’orsetto Lots’o grandi abbracci: per me è il più grande cattivo nella storia della Pixar (dominata da troppi buoni per i miei gusti) nonché uno dei migliori nell’intera storia Disney, roba da competere con le regine malvagie delle vecchie fiabe pre-computer grafica. L’altro guizzo del film è il Buzz Lightyear in caliente versione spagnola, mentre per il resto ci sono dei momenti sì strappalacrime ma forse persino troppo ruffiani, come lo zuccheroso finale con il ragazzo che prima di partire per il college si mette a giocare con la bimbetta e i vecchi giocattoli, per la serie “ma nemmeno in un film di fantascienza, mia cara Disney”.
Un film quindi in pieno standard Pixar, con momenti molto belli ma anche diverse fasi di stallo. E come al solito qualcuno l’ha legittimamente definito un capolavoro. Per me l’unico fattore davvero X di questo film però è come detto Lots’o, in grado di far entrare nella saga dei giocattoli persino tematiche politiche e riflessioni sul controllo (che sia da parte di un orsetto tiranno o di un bambino-padrone), oltre ad essere un vero anti-eroe tragico, diventato cattivo fino al midollo perché l’amata padrona (sta pu**anella) l’ha abbandonato e rimpiazzato. Naturalmente, quei bas**rdi della Disney gli faranno fare una brutta fine, ed è questo il motivo per cui non riesco ad amare davvero fino in fondo i film Pixar e preferisco invece i prodotti Dreamworks (o almeno, solo alcuni, perché altri sono davvero mediocri).
È vero, tecnicamente saranno un po’ più grezzi, però perlomeno danno maggiore spazio a personaggi più anticonvenzionali e cattivi (e hanno colonne sonore migliori, a parte Up che svetta con le musiche di Michael Giacchino). I primi 2 episodi di Shrek, per quanto pure questi tutt’altro che perfetti e pieni di scene riempitivo, ci hanno infatti presentato un ribaltamento di ruoli e un personaggio rivoluzionario: senza il successo dell’orco verde è difficile immaginarsi l’arrivo di personaggi villain nel mondo mainstream come ad esempio il Dr. House, Jack Sparrow dei Pirati dei Caraibi o la Sue Sylvester di Glee (almeno quella perfida dei primi tempi). Una tendenza confermata da Dragon Trainer con il suo stralunato protagonista indie nerd che vive in un mondo di vichinghi a lui del tutto alieno. Nella lotta agli Oscar per il film d’animazione, Toy Story 3 vincerà al 200%, ma io la mia preferenza l’assegno all’improbabile cacciatore di draghi. Perlomeno spero però che a ritirare il premio per la Pixar ci sia l’orso Lots’o. Senza di lui la grande fuga sarebbe stata un grande flop.
L'attrice con il nome più pazzesco dell'anno nella scena più pazzesca interpretata quest’anno nel film più pazzesco visto quest’anno.
5. Orsetto Lots-O, Toy Story 3
Non fatevi ingannare dalle sue morbide apparenze, Lots-O è il personaggio più totalmente bastardo dentro della saga di Toy Story, forse dell’intera produzione Pixar tutta. Per questo è il mio preferito.
4. Sylvie Testud, Lourdes
Ottimo film, Lourdes. Ma a spiccare è soprattutto la protagonista Sylvie Testud, costretta su una sedia a rotelle e poi miracolata. Perlomeno fino a che non sente “Felicità” di Albano & Romina…
Un serio (sebbene serio non sia proprio il termine più appropriato) pretendente al titolo di personaggio più divertente di tutti i tempi e non solo in tv. Signore e signori: Robert Sheehan, alias Nathan Young della serie tv britannica Misfits.
Cast: Woody, Buzz Lightyear, Mr. Potato, Rex, Bo Beep
Visto che sono arrivati già al terzo capitolo, che sta facendo tra l’altro incassi da favola soprattutto negli Stati Uniti, ho deciso di colmare una mia lacuna personale e recuperare il primo mitico Toy Story, che ancora mi sfuggiva. Una grave mancanza? Credevo di sì, ma dopo averlo visto devo dire che non era poi così grossa. Intendiamoci, il film è assolutamente simpatico e carino, ma capolavoro (come molti l’hanno definito)? Andiamo, non mi sembra proprio.
Mi rendo conto che per il 1995 potesse visivamente sembrare molto avanti, però io continuo a preferire i cartoni in 2 dimensioni rispetto a questi in computer grafica. Sono old-style? Forse un pochino. Detto questo però, penso comunque che la stessa Pixar farà successivamente cose molto più divertenti (Alla ricerca di Nemo), profonde (Wall-E) e addirittura toccanti fino alle lacrime (Up).
Toy Story racconta piuttosto prevedibilmente una storia di giocattoli che si animano quando i proprietari non sono presenti. Una ferma convinzione che avevo anch’io a 6 anni, così come credo la gran parte dei bambini di quell’età. Agli autori del film va quindi attribuito il merito di aver trasformato una fantasia infantile in una pellicola. Tutto qui. Niente di più.
Va anche riconosciuto come la coppia di protagonisti, il cowboy old-style Woody che viene rimpiazzato dal nuovo e più fico Buzz Lightyear, funzioni decisamente bene. Una sorta di metafora giocattolesca del passaggio dal cinema d’animazione vecchia scuola alla nuova. I personaggi secondari invece non sono particolarmente divertenti, a differenza di altre pellicole Pixar che riusciranno a fare di meglio. Eccezion fatta per i mostruosi giocattoli “cannibali” e mutanti, presenti nella cameretta del bambino pestifero che prova in tutti i modi a fare fuori i toys toys toys, I’m looking for the good time, come canterebbe Sabrina Salerno.
Nel film (posso dire purtroppo) invece della Sabrinona nazionale canta invece Randy Newman, autore dei siparietti musicali (evitabilissimi) che intermezzano le avventure. Uno che già in originale ha una voce lagnosa e di difficile sopportazione ma che con l’orripilante versione italiana dei suoi pezzi fa davvero venir voglia di mettersi le mani tra i capelli. Per me che la colonna sonora di un film è un elemento assolutamente fondamentale, un punto che fa perdere molti punti a questo Toy Story.
Nel coro di esaltazione che circonda questo cartoon, a me è sembrato un primo passo riuscito ma non troppo, per una Pixar che solo grazie al vecchino di Up saprà davvero emozionarmi e volare via, verso l’infinito e oltre!
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