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venerdì 28 agosto 2015

Priscilla, la vagina (più o meno) del deserto





Tesorucci, sono tornata!
Vi ero mancata?
Certo che vi ero mancata, però non è mica colpa mia, eh. È da tanto che non mi facevano più scrivere, dai tempi della rece di Una nuova amica, ma quelle pazze di Pensieri Cannibali mi assegnano un lavoro solo quando c'è da parlare di qualche film ad argomento trans, chissà perché. L'occasione 'sta volta è stata offerta da Arwen Lynch del sito La fabbrica dei sogni che ha deciso, per festeggiare il suo settimo anno di attività, di organizzare una giornata speciale dedicate alla tematica LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Ecco i caruccissimi blog che partecipano all'iniziativa Rainbow Day:



E indovinate allora di cosa parlerò io oggi, mie care?
Ma del film più gaio di tutti i tempi!
Dimenticatevi Dietro i candelabri. Priscilla gli fa il culo. In tutti i sensi.

venerdì 8 maggio 2015

UN MAMMO PER AMICA





Una nuova amica
(Francia 2014)
Titolo originale: Une nouvelle amie
Regia: François Ozon
Sceneggiatura: François Ozon
Tratto dal romanzo: The New Girlfriend di Ruth Rendell
Cast: Romain Duris, Romain Duris, Anaïs Demoustier, Isild Le Besco, Raphaël Personnaz, François Ozon
Genere: transitorio
Se ti piace guarda anche: Transparent, La pelle che abito, Mrs. Doubtfire

Ciao care, come va oggi?
Io sto di-vi-na-men-te. Sono andata a farmi una manicure, che levati. Adesso mi odierete tutte stronzette perché ho delle mani che sono un in-can-to.
E ora mi sento un po' di Katy Perry e sputtaneggio alla grande ballando in camera mia con solo gli slippini indosso. You're hot then you're cold, you're yes then you're no, you're asganaway then what's american boys. Perché mi sento Katy? Perché oggi mi sono voluta coccolare: mi sono presa una pausa dal lavoro e mi sono vista un bel film. No, non uno di quei film che si guardano in compagnia del vibratore, sciocchine. Un film film. Un film serio. A tratti fa ridere, ma serio. Il film si chiama Una nuova amica e dentro c'è un canzone di Katy Perry. A-do-ro Katy e le sue canzoni nei film sono sempre perfette. Calzano come un paio di Louboutin nei miei piedini di fata. L'avete visto Un sapore di ruggine e ossa?
No?
Ma non li vedete i film francesi?
Cosa siete, dei bruti? Dei selvaggi che guardano solo Fast & Furious e le partita della Giuventus?
Lì in Un sapore di ruggine e ossa suonavano “Firework”: belliiiiiiiiiiiiiiissima “Firework”!!! ❤
L'hanno messa pure in The Interview: divertentiiiiiiiiiiiiissimo The Interview!!! XD
Qui in questo nuovo film che mi son vista, Una nuova amica, mettono invece “Hot N Cold”, quindi balliamo, puttanelle!
Forza dai, twerkate con quei sederi!
Sputtaneggiamo, ah yeah!

venerdì 9 agosto 2013

XAVIER DOLAN ANYWAYS




Laurence Anyways
(Canada, Francia 2012)
Regia: Xavier Dolan
Sceneggiatura: Xavier Dolan
Cast: Melvil Poupaud, Suzanne Clément, Nathalie Baye, Monia Chokri, Yves Jacques, Susan Almgren
Genere: transgender
Se ti piace guarda anche: Transamerica, Les amours imaginaires, J'ai tué ma mère, One Day, Blue Valentine

Laurence è questo.


No, ho sbagliato, è questa.


No, ho sbagliato un’altra volta. È tutti è due. È Laurence comunque.

Il giovane regista, sceneggiatore e attore (qui “solo” in veste di regista e sceneggiatore) Xavier Dolan, classe 1989, completa la sua prima trilogia personale sulla confusione sessuale. Dopo il promettente ma poco riuscito esordio J'ai tué ma mère (I Killed My Mother) e il quasi capolavoro Les amours imaginaires (Heartbeats), con questo nuovo lavoro riprende tematica e stili delle sue due precedenti opere e ambisce a realizzare un qualcosa di ancora più ambizioso. Risultato: Dolan esagera nella durata, le quasi tre ore di visione lasciano alla fine sfiancati, non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quanto mostrato con i suoi due primi film, eppure il suo Laurence una visione la merita anyways. Per quanto abbia realizzato una pellicola troppo troppo troppo lunga, il cineasta post-teen canadese si conferma come uno dei registi emergenti più notevoli del panorama mondiale. Possiede un talento visivo enorme che però, come avviene con un altro fenomeno della macchina da presa come Nicolas Winding Refn, non automaticamente si trasforma ogni volta in un film altrettanto enorme. La maledizione dei geni. Avere voglia di dimostrare tutto il proprio potenziale sempre e comunque, rischiando però di finire vittime delle proprie gigantesche ambizioni.

Laurence Anyways è un film più non riuscito che riuscito ma è comunque cinema vivo, che offre alcuni lampi di bellezza, sprazzi di poesia. Xavier Dolan in pratica mescola i difetti evidenziati dal suo primo film J'ai tué ma mère, come un certo eccesso al melodramma urlato, e i pregi del suo secondo meraviglioso Les amours imaginaires, senza però mostrare novità particolarmente rilevanti. Le scene migliori sembrano un’estensione del suo precedente lavoro e anche l’uso delle musiche è assai simile: in apertura viene usata “If I Had a Heart” di Fever Ray, artista già suonata in Les amours imaginaires. Per il resto si va di classici 80s come “Bette Davis Eyes” di Kim Carnes, “Fade to Grey” dei Visage e “Enjoy the Silence” dei Depeche Mode. Il film parte proprio dalla fine degli anni ’80 e poi si va a sviluppare in un arco di tempo di oltre 10 anni, fino ai primi Anni Zero. Uno dei problemi a livello narrativo è proprio l’eccessiva dilatazione del tempo, non sempre necessaria.
ATTENZIONE SPOILER Il penultimo e piuttosto inutile incontro tra i due protagonisti, ad esempio, era davvero necessario? Non bastava l’ultimissimo, ben più riuscito? FINE SPOILER

Di cosa parla il film?
Basta tergiversare e ve lo spiego.
Laurence Anyways è il racconto di un uomo che a 37 anni decide di smetterla di fingere di essere ciò che non è, e diventare quello che ha sempre voluto essere: una donna. Una donna lesbica. La sua fidanzata Fred prende la notizia piuttosto bene. Siamo pur sempre in Canada. Voglio vedere in Italia cosa succede se un uomo dà una notizia del genere alla sua donna. "SVERGOGNAAATO FOSTI!!!"
Lei invece tutto sommato accetta la cosa e i due proseguono, tra alti e bassi, con la loro relazione. Laurence Anyways è sì una riflessione sull’identità sessuale, ma è anche una storia d’amore, molto particolare e dagli sviluppi articolati nel corso del tempo. È quasi un One Day in versione trans.
Il protagonista Melvil Poupaud alle prese con un personaggio uomo/donna del (trans)genere ce la mette tutta e se la cava, anche se devo dire che non mi ha convinto fino in fondo. Sarà per la sua somiglianza con Alessandro Gassman, sarà che non ha un aspetto particolarmente androgino, però non mi è sembrata la scelta ideale per interpretare il complesso Laurence. Meglio la parte femminile del cast, con un’intensissima Fred fatta vivere da Suzanne Clément, Nathalie Baye nei panni della madre del protagonista e la mitica Monia Chokri già rivelazione di Les amours imaginaires qui in un piccolo ruolo.

Laurence Anyways è un grande film. Poteva essere grande nel senso di splendido, invece è solo un film grande per via della sua durata mastodontica. Con dei tagli abbondanti in fase di sceneggiatura e di montaggio, ne sarebbe uscita una chicca. Così com’è risulta eccessivamente pesante ed è un peccato, perché un tema non semplice come quello della transessualità viene qui affrontato in maniera leggera e originale, nelle parti più riuscite, mentre nelle parti meno convincenti si va a finire nel melodrammone, nel polpettone difficile da digerire.
Arrivati a questo punto, è ancora più imprevedibile stabilire cosa ci possa riservare l’autore Xavier Dolan in futuro. Può davvero fare di tutto, talento e ambizione certo non gli mancano. Il suo prossimo film sarà ancora giocato sul tema dell’orientamento sessuale, con protagonista l’attore super androgino Caleb Landry Jones, quello di Antiviral, eppure io ho l’impressione che a questo punto della sua giovane ma già ricca carriera sarebbe più interessante vederlo confrontarsi con un tipo di storia differente. Alle prese con una vicenda di bullismo per il videoclip di “College Boy” della storica band francese Indochine, Dolan ad esempio ha tirato fuori una delle cose più potenti viste negli ultimi mesi.



Laurence Anyways è allora un potenziale capolavoro mancato, ma poco importa. Xavier Dolan ha solo 24 anni, da qui in poi fondamentalmente può fare quel cazzo che gli pare, e a me tanto piace anyways.
(voto 6,5/10)



mercoledì 30 maggio 2012

Chloe Sevigny ha il p**e?

Hit & Miss
(serie tv UK, stagione 1, episodio 1)
Rete britannica: Sky Atlantic HD
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Paul Abbott
Cast: Chloe Sevigny, Jonas Armstrong, Karla Crome, Reece Noi, Erin Shanagher
Genere: transgender
Se ti piace guarda anche: Transamerica, Leon, Nikita

Se non le cose non cambiassero,
non ci sarebbe mai stata nessuna farfalla.

Una nuova serie made in Britain con protagonista la mia preferita Chloe Sevigny?
Bene, bene.
Ed è pure in versione killer?
Ottimo.
Oh, e subito nella seconda scena Chloe Sevigny si spoglia?
Perfetto. Non che sia la prima volta che si sveste per ragioni di copione, però fa sempre piacere vederla come mammina l’ha fatta.
Chloe si toglie il reggiseno. Wow, bel senso.
Si toglie pure la parte sotto. Ancora meglio. E però…
Cos’è quella roba lì in mezzo alle gambe?

°___°

Momento WTF dell’anno. Forse dell’intera Storia della tv. Forse dell'intera Storia mondiale.
Chloe Sevigny ha... il p**e.
(solo nella serie eh, nella realtà non credo)

"Oh cacchio, mi ero dimenticata di dirvelo?"

"Hey, ma ce l'ha quasi più grande di Michael Fassbender!"
Fin dai primissimi minuti, questa nuovissima serie creata da Paul Abbott, l’autore di Shameless (UK and USA), e appena partita nel Regno Unito sa spiazzare e sorprendere.
Niente è ciò che sembra. Non in questo Hit and Miss.
Chloe Sevigny interpreta un transgender, un uomo che sta diventando donna ma ha ancora il pene. Di professione fa il/la killer professionista. Uno a questo punto si immagina che sarà il/la solito/a killer/killeressa solitario/a. Infatti è così/ì.
Fino a che un giorno scopre di avere un figlio. La sua ex compagna è morta e lui/lei ha un figlio. Un figlio maschio, specifichiamo. Lui, il figlio, non è transgender. Per chi non lo sapesse: essere transgender non è una cosa ereditaria.
Un figlio che ha tre fratelli: un ragazzo e una ragazza all’incirca teenagers, più una bambinetta. 4 pargoli che sono stati affidati a lui/lei, cioè a Chloe, dalla sua ex. Ce la farà a gestirli, a mandare avanti la neo-particolarissima-famiglia e allo stesso tempo continuare la sua vecchia vita da impassibile e spietata killer a pagamento?


Un’idea di partenza bella tosta per una serie dal forte sapore cinematografico. L’interpretazione di Chloe Sevigny poi è davvero pazzesca. Roba da Emmy, Golden Globe e pure Oscar immediati. Riesce infatti a risultare perfettamente credibile come trans, mica come la Elena Anaya del maldestro thriller almodovariano La pelle che abito. A tratti sembra persino Antony di Antony & the Johnsons. Allo stesso tempo però è sexy. Intendo sexy come donna. O come uomo? O come trans?
Il pilot di Hit and Miss è davvero folgorante, uno dei più promettenti e originali visti negli ultimi mesi, quindi il mio consiglio è: hit it and don’t miss it!
Mi resta il dubbio riguardo a come si possa sviluppare la storia nei prossimi episodi, 6 in totale (la durata delle serie british è tradizionalmente breve), sebbene il finale della prima puntata bello cattivo lasci presagire che la serie difficilmente cadrà nelle trappole del buonismo.
E mi sorge poi un altro dubbio: questa serie mi trasformerà mica nel nuovo Marrazzo?
Chloe Sevigny comunque rimane sempre una gran bella f**a. Anche con il ca**o.
(voto 7,5/10)

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