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venerdì 18 aprile 2014

TUTTO SUA MADRE, MA SENSUALITA’ A CORTE NON C’ENTRA (QUASI) NULLA




Tutto sua madre
(Francia, Belgio 2013)
Titolo originale: Les garçons et Guillaume, à table!
Regia: Guillaume Gallienne
Sceneggiatura: Guillaume Gallienne
Cast: Guillaume Gallienne, Guillaume Gallienne, André Marcon, Françoise Fabian, Nanou Garcia, Götz Otto, Diane Kruger, Reda Kateb, Clémence Thioly
Genere: etero
Se ti piace guarda anche: Tutto su mia madre, J'ai tué ma mère, Correndo con le forbici in mano, Mine vaganti

La mia reazione alla fine della visione di Tutto sua madre:
“E sta cazzata ai César, gli Oscar del cinema francese, avrebbe battuto La vita di Adele? Davvero? Ce n'est pas possible!”.

Riavvolgiamo il nastro. Facciamo un passo indietro. Facciamo più passi indietro.

Tutto sua madre è il “classico” film sulla confusione sessuale. Un genere in cui si sono specializzati negli anni registi come lo spagnolo Pedro Almodovar e il “nostro” Ferzan Ozpetek, così come più di recente il giovane fenomeno del cinema canadese Xavier Dolan, e pure negli Stati Uniti un esempio di cinema del genere l’ha realizzato Ryan Murphy con il suo non troppo riuscito Correndo con le forbici in mano. Tutto il mondo che fa questi film e la Francia, la raffinata e chic Francia, non combina niente?
A porre rimedio a questa lacuna ci pensa ora Guillaume Gallienne con Tutto sua madre, pellicola tratta da un suo stesso spettacolo/monologo teatrale. L’impianto teatrale è evidente nel film. Non si cerca manco di nasconderlo, visto che lo stesso protagonista parla da un palco. Capisco che le intenzioni dell'autore siano quelle, però il cinema per quanto mi riguarda è qualcosa di differente da uno spettacolo e questo Tutto sua madre non riesce mai a smarcarsi dalla sua ispirazione teatrale. Se non per una singola, bella sequenza cinematografica, quella in cui il protagonista annega in piscina. Fine. Per il resto, il film è troppo poco cinema e troppo tanto teatro per i miei gusti. Già solo per questo motivo, premiare Tutto sua madre con ben 5 premi César (miglior film, attore protagonista, sceneggiatura non originale, montaggio e opera prima) mi sembra un tantinello esagerato, soprattutto considerando il ben di Dio di cui dispone il cinema transalpino attuale.
Questo sarebbe il miglior film francese dell'anno? Ce n'est pas possible!

Al di là del suo impianto teatrale, un’altra cosa che non ho apprezzato del film è la sua comicità. Per essere una commedia, non mi ha fatto granché ridere. Da adoratore del cinema francese, devo ammettere di apprezzare soprattutto le loro pellicole drammatiche, ma di recente ho imparato ad avvicinarmi e, ebbene sì, a divertirmi con l’umorismo francese, non sempre facile da cogliere, non sempre esplosivo, però in grado di regalare delle soddisfazioni, almeno se si ha una certa pazienza. Quello dei francesi è un tipo di comicità molto radical-chic, si prenda ad esempio Quando meno te lo aspetti, talvolta talmente sottile da essere quasi impercettibile. Difficilmente un film francese fa pisciare sotto dalle risate, però le migliori commedie dei cugini qualche sorriso lo sanno regalare comunque, basta vedere Quasi amici. Nonostante tutte queste considerazioni, Tutto sua madre non mi è parso arrivare manco al minimo sindacale di una commedia francese scarsa. Alcune scene pseudo comiche appaiono solo ridicole e basta. Durante le sequenze alle terme dedicate a massaggi e clisteri mi è persino sembrato di intravedere Massimo Boldi, più che il celebrato Guillaume Gallienne. Questo sarebbe il vincitore del César come miglior attore francese dell’anno? Ce n'est pas possible!

Il terzo aspetto che non mi ha entusiasmato è come viene affrontata la componente omosessuale.
ATTENZIONE SPOILER
L’intero film è costruito intorno al fatto che il protagonista è palesemente gay. Sembra quasi un Woody Allen gay. E invece… no. Al termine scopriamo che non è gay.
Il finale non è che sia così sorprendente, visto che i segnali nel corso della pellicola ci sono e sono ben evidenti. L’amore per le donne del protagonista traspare chiaro ad esempio nella scena in piscina e quando guarda le chiappe crucche di Diane Kruger. La conclusione non arriva quindi così inaspettata, ma se non altro il film ha il pregio, uno dei suoi pochi, di presentare una visione della sessualità fuori da ogni stereotipo. Questo è un bene. Peccato che la chiusura, con tanto di “spiegone” finale di quelli che io non reggo, porti a un matrimonio eterosessuale. Un film a tematica omosex che si chiude con delle nozze etero? Ce n'est pas possible!

Infine, oltre all’identità sessuale, l’altra grande tematica presente nella pellicola è quella del rapporto tra il protagonista e la madre, entrambi personaggi interpretati dallo stesso Guillaume Gallienne, paradossalmente più convincente nei panni di sua mamma che di se stesso. Anche in questo caso, niente di così sconvolgente od originale. Niente che vada al di là di una relazione un po’ troppo identificativa e malata, vicina a quella di Norman Bates per Norma in Psyco, così come in un qualunque episodio della serie Bates Motel, solo in versione meno psyco-criminale. O vicina anche a una puntata di Sensualità a corte. A tratti sembra proprio di essere lì, in mezzo a un battibecco tra Jean Claude e Madre, solo molto meno divertente. Roba che, al massimo, a essere generosi si potrebbe meritare un Telegatto, se solo ci fosse ancora, non certo il César di migliore film dell’anno davanti allo stupendo La vita di Adele.
Parbleu, miei adorati francesi, come avete potuto farmi questo?
Ce n'est pas possible!
(voto 5/10)

giovedì 23 gennaio 2014

THE FILMS OF WALL STREET




Finalmente il 2014 cinematografico potrebbe entrare nel vivo. L’accoppiata Scorsese/DiCaprio farà un ululato di quelli potenti?
Non ci resta che aspettare per saperlo.
Nel frattempo voi tutti potete gustarvi un altro appuntamento con la sola e unica (forse) rubrica che vi introduce tutte le uscite nei cinema italiani del fine settimana, con i miei commenti e quelli dell’inquietante MrFord, il mio blogger nemico preferito. E questa credo sia la cosa più tenera e dolce che potrò mai dirgli in tutta la mia intera vita.

"Sono più muscoloso di te, Sylvester Fordone!"
The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese
Il consiglio di Cannibal: l’ululato che tutti stavamo aspettando, altroché quello di Sandra Bullock!
The Wolf of Wall Street è uno di quei film che meritano di essere visti al cinema. Allo stesso tempo, è uno di quei film che vanno visti in lingua originale poiché, più che una semplice pellicola, è una vera ode alla parola “fuck”. Un’ode che io personalmente dedico al solo e unico (a parte quello di Lost) MrFord.
Decidete allora come preferite guardarlo, ma vedetelo perché presto ci sarà modo di riparlarne in maniera più approfondita su WhiteRussian e soprattutto su Pensieri Cannibali.
Il consiglio di Ford: il vecchio lupo Scorsese torna ad ululare.
Torna sul grande schermo uno dei grandi Maestri del Cinema USA, Martin Scorsese, tra i pochi ad essere riuscito, negli anni, a mettere d'accordo perfino due acerrimi nemici - ma sarà ancora così? - come Ford e il Cannibale.
The wolf of Wall Street si preannuncia una di quelle pellicole scoppiettanti nel segno di passate pietre miliari del vecchio Marty come Casinò, e sono quasi pronto a scommettere che raccoglierà pareri ben più che positivi sia al Saloon che in quel covo di pusillanimi hunger ragazzine che è Pensieri Cannibali.

"C'è poco da fare, expendable Ford. Questa settimana ti diamo tutti merda!"
I, Frankenstein di Stuart Beattie
Il consiglio di Cannibal: You, Fordenstein
Eccola qui, una di quelle porcatone che non vedo l’ora di stroncare e ancor più di stronzare come si deve. Il solito riciclo di idee dal passato, in questo caso si va a scomodare quel mostro di Fordenstein… volevo dire di Fordenstei… oh, non riesco a dirlo: Frankenstein. Ce l’ho fatta.
Una storia vecchia rivissuta con quel tocco fantasy moderno ridicolo alla Underworld/Legion/Priest/Shadowhunters e cagate simili. Fin dal trailer, mi aspetto solo il peggio. Come non mi capita nemmeno quando clicko su una nuova recensione fordiana.
Il consiglio di Ford: The wolf of Wall Street ululì, I Frankenstein non ululà manco per sbaglio.
Schifezza atomica già dal trailer, questa roba pare avere già prenotato un posto nella decina dedicata al peggio di fine anno: onestamente vorrei ignorarlo e passare oltre, ma considerato che un potenziale premiato per il peggio del peggio non si butta mai via, mi sa tanto che prossimamente concederò qualche bottigliata delle migliori.
E, con mio sommo terrore, temo che mi troverò d'accordo con Peppa Kid anche in questo caso.

"Hey, ma nessuno ha chiamato Ford?"
"Perché, è ancora vivo? No dai, non è possibile."
Last Vegas di Jon Turteltaub
Il consiglio di Cannibal: last movie, before death? (scherzo, ma non troppo!)
Queste pellicole con i vecchini mi fanno tenerezza: Michael Douglas, Morgan Freeman, Kevin Kline e l’iper-attivo Bob De Niro (quanti suoi film sono già usciti nel 2014 e siamo appena al 23 gennaio?). Manca solo James Ford e poi ci sono tutti!
Se per Ford e per i suoi arzilli amici del pensionato questo Last Vegas potrebbe diventare un nuovo cult assoluto, per quanto riguarda il sottoscritto, dopo la tutto sommato gradevole sorpresa lo scorso anno di Uomini di parola, da questo Una notte da leoni della terza età mi aspetto una pellicola gradevole. Niente di imperdibile, ma potrebbe essere guardabile.
Il consiglio di Ford: last Vegas, quella del Cannibale quando si deciderà a passare una notte da leoni con Ford!
Considerato il recente e da queste parti molto ben accolto Il grande match, non mi perdo certo l'ennesimo revival che potrebbe darmi l'occasione di tornare finalmente dalla parte opposta della barricata rispetto al mio finto giovane rivale, che ultimamente - sarà che sta invecchiando - finisce per snocciolare opinioni cinematografiche che ricordano quelle di un apprendista Expendable.

"Non ho capito cosa vuoi infilarmi, però tu puoi farmi di tutto, Diane Krukka!"
Tutto sua madre di Guillaume Gallienne
Il consiglio di Cannibal: il Fordino speriamo diventi tutto sua madre e niente suo padre!
Questa singolare storia che racconta di un ragazzo che imita sua madre potrebbe riecheggiare la giovinezza di Norman Bates o di James Ford e invece no. Si tratta di una promettente pellicola francese che potrebbe rappresentare la sorpresa della settimana.
Mai sottovalutare il cinema transalpino e chissà che questo non si riveli un altro ennesimo gioiellino sfornito dai nostri cugini di talento.
Il consiglio di Ford: spero che il Cannibale non sia tutto sua madre. Per sua madre, povera donna!
Pellicola francese che non sono ancora riuscito a decifrare fino in fondo: potrebbe rivelarsi una molto piacevole sorpresa oppure la classica proposta finto radical buona giusto per qualche tempesta di bottigliate.
Quello che è sicuro è che sarà comunque più interessante di quelle italiane, sempre più lontane per quanto riguarda la qualità espressa dalle comunque interessanti proposte transalpine.
Un paragone che ricorda il rapporto tra Pensieri Cannibali e White Russian. E per una volta farò la parte del francese.

"Sei più rigido di un palo. Hai preso lezioni di ballo da Ford o da Bobo Vieri, vero?"
Tango libre di Frédéric Fonteyne
Il consiglio di Cannibal: Ford non libre
Solita storia carceraria che sembra essere più nelle corde di Ford che nelle mie. Considerata poi la sua recente passione danzereccia in seguito alla visione di Battle of the Year con il suo alter ego Josh Holloway (tra l’altro ora protagonista pure delle nuova pessima serie Intelligence), questo potrebbe essere il film fordiano della settimana. Per quanto mi riguarda, anche se come detto sopra il cinema transalpino non va mai sottovaluto, credo che per una volta lo sottovaluterò. O meglio, lo ignorerò proprio.
Il consiglio di Ford: lucha libre, altro che tango!
Vale lo stesso discorso fatto per Tutto sua madre, nonostante sulla carta la materia trattata sia decisamente consona al Saloon. Da un lato una vocina mi dice che potrebbe essere perfino la sorpresa della settimana, dall'altro resta il dubbio che qualcosa possa non funzionare a dovere ed il tutto rivelarsi come una sòla di proporzioni cannibalesche.
In questo caso, potrei sempre incolpare il mio rivale e costringerlo a battersi con il sottoscritto in un bel match di lucha libre, con tanto di maschere messicane.

"Noi dinosauri siamo come il cinema action anni '80:
non ci estingueremo mai. Forse..."
A spasso con i dinosauri di Neil Nightingale, Barry Cook
Il consiglio di Cannibal: ma Ford non si era estinto prima dei dinosauri?
Il Natale è per fortuna finito da un bel pezzo, le bambinate nei cinema purtroppo no. Dopo Peppa Pig, continuano ad arrivare ogni settimana senza sosta delle pellicolette d’animazione intente a risucchiare i soldi e pure i neuroni ai poveri genitori costretti ad accompagnare i figlioletti in sala. O il contrario, come al povero Fordino potrebbe toccare con il suo bimbominkioso padre, che non vede l’ora di andare a spasso con i suoi coetanei, i dinosauri.
Il consiglio di Ford: bei tempi, quelli dei dinosauri. Certe grigliate che non vi dico!
Filmetto costruito attorno al 3D e al buonismo da favola Disney - quelle riuscite male - che già dal trailer mi puzza di schifezzona commerciale con tutti i crismi pronta a spillare soldi alle famiglie che nel weekend finiscono riscucchiate nei buchi neri che sono i centri commerciali con multisala annesso.
Onestamente, e lo dico da padre, lo eviterei come la peste. Piuttosto ripiegando su un vecchio classico Disney o qualche bel documentario di National Geographic. L'importante è che non sia firmato da Malick! Ahahahahahahah!

"Ecco Ford. Diceva sarebbe arrivato in Harley,
e invece guardalo lì sul suo triciclo!"
Tutta colpa di Freud di Paolo Genovese
Il consiglio di Cannibal: tutta colpa di Ford
Tutta colpa di Ford se ne capisco di cinema ancora meno di una volta. Già non me ne intendevo un granché, ma da quando mi sono imbattuto nel mio blogger rivale le cose sono persino peggiorate. Ormai mi ritrovo spesso a essere in accordo con lui e questo è sinonimo solo di una cosa: pessimo gusto.
Riguardo all’odio nei confronti del cinema italiano, su cui siamo quasi sempre concordi, quello però non credo sia un caso di pessimo gusto. Quello è solo buon senso. Tutto questo pippone psicanalitico o semplicemente psicopatico per dire: io da questo nuovo film di Paolo Genovese, il regista di Immaturi, mi tengo a distanza di sicurezza.
Il consiglio di Ford: tutta colpa di Cannibal.
Tutta colpa di Cannibal se ultimamente ci troviamo sempre più spesso ad essere d'accordo. Io l'avevo avvisato: quando ci si confronta con figure estremamente sagge e carismatiche - nonchè più anziane - si finisce per subire, volenti o nolenti, l'influenza del proprio Maestro. E così ora mi ritrovo questo Peppa Kid che vorrebbe essere un duro e addirittura comincia a volersi allenare correndo tutti i giorni senza potergli dire che difficilmente, per lui, si apriranno le porte del Saloon dei duri.
Quello che posso dire, però, è che come al solito il Cinema italiano è davvero desolante.
Chiedete pure a Paolo Genovese.

Attenti che, dopo l'assunzione di droghe pesanti,
il coniglione cannibale potrebbe apparire anche a voi.
Red Krokodil di Domiziano Cristopharo
Il consiglio di Cannibal: un film italiano (forse) da non bocciare totalmente
Finalmente un film italiano che tratta un argomento interessante: le droghe pesanti.
Il krokodil pare infatti sia una delle sostanze stupefacenti più stupefacenti in circolazione. Dovrei provarla. Solo in questo modo potrò riuscire a reggere un altro anno di commenti fordiani!
Il consiglio di Ford: ci vuole un certo regime di alcool e droghe, per poter sopportare una rubrica settimanale a quattro mani con Cannibal Kid!
Onestamente, a fronte di una settimana priva di proposte, una chance a questo titolo l'avrei anche data. Forse.
Ma considerati Scorsese e la Francia tutta, mi sa tanto che passerò la mano.
E intanto, per resistere ai deliri egoriferiti del mio rivale, aumenterò le dosi di White Russian.

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