Il tempo s’è fermato. Non riesco a respirare.
No, non è una metafora di qualcosa di molto profondo. È che sono raffreddatissimo e non riesco proprio a respirare. Per uscire dal coma in cui mi trovo non bastano due aspirine e qualche benactiv inghiottito come fosse una caramella. Ci vuole qualcosa di più forte.
Chiudo gli occhi.
Il tempo s’è fermato. È il 1997. Ho l’ultimo compito in classe di matematica, ma non ho molte speranze. Andrà sicuramente di merda. Quest’anno l’asterisco non me lo leva proprio nessuno. E c’è quella ragazza col piercing al naso che nemmeno sa della mia esistenza. Però chissenefrega. Metto su il nuovo disco che ho comprato, Ok Computer, e mi lascio trasportare dalla musica. Suona strana, aliena. Io mi sento strano, alieno.
Apro gli occhi. Le cose cambiano. Il tempo s’è fermato. Poi è ripartito. Sono successe cose. Si sono conosciute persone. Visti posti. Ascoltati dischi. Si sono dimenticate delle persone. Dimenticati dei posti. Dimenticati dei dischi.
Il tempo non esiste. Il fiume si trova dovunque in ogni istante, alle sorgenti e alla foce, alla cascata, al traghetto, alle rapide, nel mare, in montagna, dovunque in ogni istante e per lui non vi è che presente, neanche l'ombra del passato, neanche l'ombra dell'avvenire. E allora ho considerato la mia vita e ho visto che anch'essa è un fiume, ho visto che soltanto ombre, ma nulla di reale, separano il ragazzo cannibale dall’uomo cannibale e dal vecchio cannibale. Nulla fu, nulla sarà: tutto è, tutto ha realtà e presenza, parafrasando Siddharta (per gli amici Sid Vicious).
Il futuro è un’invenzione di chi non sa vivere il presente, il passato è un peccato di chi non sa dimenticare ciò che è stato e il presente è soltanto una parentesi tra le frasi “yesterday all my troubles seemed so far away” e “domani è un altro giorno, si vedrà,” parafrasando Beatles e Rossella O’Hara.
Il tempo s’è fermato. È il 1997, di nuovo. Esco incazzato da scuola, chè il compito di mate è andato da schifo e la ragazza col piercing al naso mi è passata proprio a un centimetro e manco mi ha degnato di uno sguardo. Mentre mi incammino verso casa, vengo fermato da un tizio uguale a Doc di Ritorno al futuro. “Stai tranquillo per matermatica,” mi fa, “l’asterisco non te lo mettono.” "Sì, certo... come no?" gli rispondo io, prima di aggiungere "Ma tu chi diavolo sei?" Il tizio afferma di venire dal futuro. Per dimostrarmelo mi mostra una copia del 2008 di Tv Sorrisi e Canzoni con allegato un cd dei Radiohead. Io gli dico “Lasciami in pace, una cosa del genere non potrà mai succedere.” Poi mi vuole dare un biglietto con dei numeri del Superenalotto che secondo lui nel 2008 saranno vincenti. Io lo strappo e gli urlo “Tu sei solo un povero pazzo!”
A fine giugno di quello strano anno vado a vedere il cartellone con i voti, cerco e ricerco un asterisco che però non c’è. E va bene, sosia di Doc, su questo ci hai preso, penso sorridendo.
Quindi oggi vado in edicola. Guardo la prima pagina di un quotidiano che strilla del montepremi da 68 milioni di euro raggiunto dal Superenalotto. Non sarebbe male avere i numeri vincenti, penso. Poi guardo tra le riviste: insieme al Tv Sorrisi e Canzoni cos’è che c’è? Il cd di Eros Ramazzotti? Il nuovo imperdibile Gigi D’Alessio? No no. C’è un disco dei Radiohead. Cristo Santo, le cose cambiano in modi che mai ti saresti aspettato. Vallo a sapere.
No, non è una metafora di qualcosa di molto profondo. È che sono raffreddatissimo e non riesco proprio a respirare. Per uscire dal coma in cui mi trovo non bastano due aspirine e qualche benactiv inghiottito come fosse una caramella. Ci vuole qualcosa di più forte.
Chiudo gli occhi.
Il tempo s’è fermato. È il 1997. Ho l’ultimo compito in classe di matematica, ma non ho molte speranze. Andrà sicuramente di merda. Quest’anno l’asterisco non me lo leva proprio nessuno. E c’è quella ragazza col piercing al naso che nemmeno sa della mia esistenza. Però chissenefrega. Metto su il nuovo disco che ho comprato, Ok Computer, e mi lascio trasportare dalla musica. Suona strana, aliena. Io mi sento strano, alieno.
Apro gli occhi. Le cose cambiano. Il tempo s’è fermato. Poi è ripartito. Sono successe cose. Si sono conosciute persone. Visti posti. Ascoltati dischi. Si sono dimenticate delle persone. Dimenticati dei posti. Dimenticati dei dischi.
Il tempo non esiste. Il fiume si trova dovunque in ogni istante, alle sorgenti e alla foce, alla cascata, al traghetto, alle rapide, nel mare, in montagna, dovunque in ogni istante e per lui non vi è che presente, neanche l'ombra del passato, neanche l'ombra dell'avvenire. E allora ho considerato la mia vita e ho visto che anch'essa è un fiume, ho visto che soltanto ombre, ma nulla di reale, separano il ragazzo cannibale dall’uomo cannibale e dal vecchio cannibale. Nulla fu, nulla sarà: tutto è, tutto ha realtà e presenza, parafrasando Siddharta (per gli amici Sid Vicious).
Il futuro è un’invenzione di chi non sa vivere il presente, il passato è un peccato di chi non sa dimenticare ciò che è stato e il presente è soltanto una parentesi tra le frasi “yesterday all my troubles seemed so far away” e “domani è un altro giorno, si vedrà,” parafrasando Beatles e Rossella O’Hara.
Il tempo s’è fermato. È il 1997, di nuovo. Esco incazzato da scuola, chè il compito di mate è andato da schifo e la ragazza col piercing al naso mi è passata proprio a un centimetro e manco mi ha degnato di uno sguardo. Mentre mi incammino verso casa, vengo fermato da un tizio uguale a Doc di Ritorno al futuro. “Stai tranquillo per matermatica,” mi fa, “l’asterisco non te lo mettono.” "Sì, certo... come no?" gli rispondo io, prima di aggiungere "Ma tu chi diavolo sei?" Il tizio afferma di venire dal futuro. Per dimostrarmelo mi mostra una copia del 2008 di Tv Sorrisi e Canzoni con allegato un cd dei Radiohead. Io gli dico “Lasciami in pace, una cosa del genere non potrà mai succedere.” Poi mi vuole dare un biglietto con dei numeri del Superenalotto che secondo lui nel 2008 saranno vincenti. Io lo strappo e gli urlo “Tu sei solo un povero pazzo!”
A fine giugno di quello strano anno vado a vedere il cartellone con i voti, cerco e ricerco un asterisco che però non c’è. E va bene, sosia di Doc, su questo ci hai preso, penso sorridendo.
Quindi oggi vado in edicola. Guardo la prima pagina di un quotidiano che strilla del montepremi da 68 milioni di euro raggiunto dal Superenalotto. Non sarebbe male avere i numeri vincenti, penso. Poi guardo tra le riviste: insieme al Tv Sorrisi e Canzoni cos’è che c’è? Il cd di Eros Ramazzotti? Il nuovo imperdibile Gigi D’Alessio? No no. C’è un disco dei Radiohead. Cristo Santo, le cose cambiano in modi che mai ti saresti aspettato. Vallo a sapere.