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lunedì 4 marzo 2019

Jack lo squartattore, ma soprattutto lo squartattrici





Vi racconto il mio rapporto con Lars Von Trier attraverso 5 incidenti scelti a caso.
Perché?
Perché è ciò che fa il protagonista del suo ultimo film, La casa di Jack - The House That Jack Built, parlando delle sue vittime. Non che consideri voi le mie vittime ma, insomma dai, ci siamo capiti, no?

sabato 24 maggio 2014

CAN-CAN CANNES




Il vero vincitore del Festival di Cannes 2014?
Il labrador Hagen, che si è portato a casa l’ambito Palm Dog grazie alla sua interpretazione nel film ungherese White God di Kornel Mundruczo, presentato nella sezione Un Certain Regard.


Hagen ha battuto una concorrenza davvero inferocita che comprendeva il meticcio del nuovo film di Jean Luc Godard Adieu au langage, così come anche i cani presenti in Saint Laurent e in Maps to the Stars (e non mi riferisco a Robert Pattinson). Sconfitto pure il quotatissimo Gabriel Garko, presente a Cannes in Incompresa di Asia Argento.
Al di là della Palm Dog, White God (Fehèr Isten) dell'ungherese Kornèl Mundruczò ha pure vinto la categoria Un Certain Regard. Nella sezione Quinzaine des Rèalisateurs c’è stato invece il trionfo del francese Les Combattants dell’esordiente Thomas Cailley.

Passiamo ora più veloci della luce a vedere i premi nella categoria più importante, il Concorso ufficiale.
La Palma d’Oro, consegnata da un sempre più drogato scatenato Quentin Tarantino e da una sempre affascinante Uma Thurman, è finita nelle mani del turco Nuri Bilge Ceylan per Winter Sleep (Kış Uykusu). Considerando che è il regista del soporifero C’era una volta in Anatolia, si preannuncia un mattonazzo di proporzioni epiche.


Il secondo premio più importante, il Gran premio speciale della giuria, è invece stato tutto all’insegna del tricolore. Sophia Loren l’ha consegnato ad Alice Rohrwacher per Le meraviglie. Considerando quanto il suo film precedente Corpo celeste non mi avesse certo entusiasmato, e considerando come il premio alla regia sia andato all’americano Bennett Miller, già autore dei poco fenomenali Truman Capote e Moneyball, i premi assegnati quest’anno dalla giuria capitanata da Jane Campion non è che siano molto in linea con i miei gusti.
Più interessante, per quanto mi riguarda, il premio della giuria andato ex aequo al grande passato (Jean-Luc Godard) e al promettente futuro (Xavier Dolan) del cinema mondiale. Il prix di migliore attore se l’è poi aggiudicato Timothy Spall per Mr. Turner di Mike Leigh e quello di migliore attrice è finito a Julianne Moore per Maps to the Stars.
Premi meritati o meno?
In attesa che questi film passino anche sugli schermi di Pensieri Cannibali, per il momento sono contento giusto per Xavier Dolan, per il resto vi lascio con un dubbioso MAH!

Ah già, quasi dimenticavo. Vi lascio poi pure con l’elenco di tutti i premi.

Concorso ufficiale
Palma d'oro: Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan
Grand Prix: Le meraviglie di Alice Rohrwacher
Migliore Regia: Bennett Miller per Foxcatcher
Premio della Giuria (ex aequo): Mommy di Xavier Dolan e Adieu au langage di Jean-Luc Godard
Migliore attore: Timothy Spall per Mr. Turner
Migliore attrice: Julianne Moore per Maps to the Stars
Migliore sceneggiatura: Andrey Zvyagintsev e Oleg Negin per Leviathan
Palma d'oro per il miglior cortometraggio: Leidi di Simón Mesa Soto
Camera d'or (migliore opera prima): Party Girl di Claire Burger, Samuel Theis e Marie Amachoukeli

Un Certain Regard
Premio Un certain regard: Fehér Isten (White God) di Kornél Mundruczó
Premio della giuria: Force majeure (Turist) di Ruben Östlund
Premio speciale Un Certain Regard: The Salt of the Earth di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado
Premio "d'ensemble": Party Girl di Claire Burger, Samuel Theis e Marie Amachoukeli
Migliore attore: David Gulpilil per Charlie's Country di Rolf de Heer

Semaine Internationale de la Critique
Gran Premio: The Tribe di Myroslav Slaboshpytskkiy
Premio SACD: Hope di Boris Lojkine
France 4 Visionary Award: The Tribe di Myroslav Slaboshpytskkiy

Quinzaine des Réalisateurs
Art Cinema Award: Les Combattants di Thomas Cailley
Premio SACD: Les Combattants di Thomas Cailley
Label Europa Cinema: Les Combattants di Thomas Cailley
Premio Illy per il miglior cortometraggio: Sem coração di Nara Normande e Tião
Menzione speciale: Trece si prin perete di Radu Jude

Premi vari
Palma Queer: Pride di Matthew Warchus
Palma Dog: Fehér Isten (White God) di Kornél Mundruczó
Premio della Giuria Ecumenica: Timbuktu di Abderrahmane Sissako
Premio FIPRESCI (Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) - Concorso internazionale: Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan
Premio FIPRESCI - Un Certain Regard: Jauja di Lisandro Alonso
Premio FIPRESCI - Sezioni parallele: Love at First Fight di Thomas Cailley

martedì 8 aprile 2014

NYMPHOMANIAC – VOLUME 1, UNA VULVATA PAZZESCA




Nymphomanic – Volume 1
(Danimarca, Germania, Francia, Belgio, UK 2013)
Titolo originale: Nymphomaniac: Vol. I
Regia: Lars von Trier
Sceneggiatura: Lars von Trier
Cast: Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Sophie Kennedy Clark, Shia LaBeouf, Christian Slater, Connie Nielsen, Uma Thurman, Felicity Gilbert, Hugo Speer, Ananya Berg
Genere: pop porno
Se ti piace guarda anche: Shame, Kill Bill, Melancholia

Il mondo gira intorno a un’unica cosa. E anche il cinema. Prendete i film di David Lynch, Quentin Tarantino, Woody Allen, Roman Polanski, giusto per dirne alcuni. Girano tutti quasi sempre intorno a quella cosa. Se non ci fosse, penso che manco farebbero film. Di cosa parla la prima scena del debutto di Tarantino, Le iene? Qual è l’ultima frase dell’ultimo di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut? E un film impegnato come il Faust di Aleksandr Sokurov, su cosa ruota?
Cosa dire poi del rock, delle rock band? Pure quelle, tutte nate per un motivo solo.
E poi voi, quando siete nati, da dove siete usciti?


Non scandalizziamoci allora e non facciamo tanto i moralisti se su quella cosa Lars Von Trier, il solo e unico führer del cinema mondiale, ha voluto incentrare la sua doppia mastodontica ultima pellicola, Nymphomaniac. Yes he can.
E non scandalizziamoci nemmeno se Pensieri Cannibali a un film tanto importante ha dedicato una nuova recensione, dopo quella orgasmica di ieri.

Quando ho iniziato l’avventura Nymphomaniac ho pensato: “Se questo film non è una figata pazzesca giuro che mi taglio le palle.” Per i primissimi minuti ho temuto il peggio, per le mie palle. Lars von Trier, da buon bastardo qual è, gioca a infastidire lo spettatore, con un’apertura lenta, quieta, buia e poi, quando meno te lo aspetti, all’improvviso ti spara i Rammstein a tutto volume. Roba che qualche debole di cuore ci potrebbe anche lasciare le penne. Lars von Trier entra poi in una modalità narrativa lineare, schematica, oserei dire quasi semplice. Come in molte grandi storie tradizionali, c’è un narratore, Charlotte Gainsbourg, e c’è un ascoltatore, Stellan Skarsgård. È come se fosse una fiaba, solo con contenuti vietati ai minori. Una porno fiaba.


Von Trier fa tanto il ribelle, il trasgressivo, ma alla fine pure lui ha bisogno di disciplina. Ancora una volta, si affida quindi a una struttura molto letteraria con una suddivisione in capitoli, come già successo in altri suoi film, da Le onde del destino ad Antichrist, passando per Dogville. La pellicola è inoltre divisa in due parti, come La vita di adele, un lavoro che in quanto a sesso esplicito non ha nulla da invidiargli, e come Kill Bill. Nymphomaniac è il Kill Bill del sesso. Pure qui abbiamo capitoli girati con stili differenti, uno ad esempio è in bianco e nero, e anche qui viene affrontato il discorso dell’iniziazione all’azione, sebbene virata in termini sessuali, con la protagonista che come maestro di vita ha B al posto di Pai Mei, e ha un rapporto di amoreodio nei confronti di un uomo, qui Jerome, laddove là era Bill. E poi pure qui abbiamo la sposa Uma Thurman.
Uma Thurman che tra l’altro compare nel terzo capitolo che compone la pellicola, “Signora H.”, quello più grottesco e ilare. Perché sì, in questo film si ride, anche. Lars von Trier aveva dato prova di essere un commediografo, un buon commediografo con un senso dell’umorismo tutto particolare, già con Il grande capo e pure in questo Vulvume 1 di Nymphomaniac emerge spesso il suo sguardo ironico e beffardo. Può non sembrare, ma Lars von Trier è un simpaticone, in fondo in fondo.


Spesso Lars von Trier è stato accusato di misoginia. Solo perché le donne nei suoi film subiscono torture, punizioni divine, atrocità e umiliazioni assortite? Può darsi. Eppure Melancholia, ad andare a guardarlo bene, presentava una visione piuttosto femminista del mondo. Qui, ancora una volta, Lars il presunto misogino ha voluto raccontare la storia di una donna. La protagonista di Nymphomaniac è Joe la ninfomane, interpretata da giovane dalla promettentissima esordiente Stacy Martin, e da “vecchia” da Charlotte Gainsbourg, arrivata ormai alla terza pellicola vontrieriana, Santa Donna che riesce a sopportarlo. Che allora il burbero regista non sia più così burbero come si diceva in passato, quello capace di traumatizzare la povera Bjork che dopo Dancer in the Dark non ha mai più girato un film?
Nonostante la presenza di una protagonista femminile, in Nymphomaniac possiamo trovare molto di von Trier. Il danese ha messo qui dentro tutta la sua visione della figa vita, delle donne, dei rapporti tra uomini e donne, certo, ma non solo. Lars attraverso quest'opera si è tolto parecchi sassolini dalle scarpe e ha risposto velatamente alle accuse di antisemitismo piovutegli addosso a Cannes attraverso una frase affidata al protagonista maschile, un uomo ebreo interpretato da Stellan Skarsgård: “Siamo sempre stati antisionisti, che non è la stessa cosa dell'essere antisemita.”


In un altro momento del film, von Trier lascia invece spazio al suo rapporto con Dogma 95, il movimento cinematografico da lui stesso fondato insieme a Thomas Vinterberg e che prevedeva alcune regole per le riprese delle pellicole (niente luci, scenografie, colonna sonora, etc.). Regole così radicali che persino gli stessi creatori del manifesto le hanno ben presto abbandonate. La stessa cosa capita nel film con Joe e B (l’altra attrice rivelazione Sophie Kennedy Clark, novella Kirsten Dunst) che fondano un club per ninfomani, la Piccola Congrega, seguendo il motto “Mea vulva mea maxima vulva”. Tra le regole di questo Fight Club del sesso, non si può farlo con lo stesso partner più di una volta e non ci si può innamorare. Non ci si deve innamorare.
“Contro cosa vi ribellavate?” chiede Stellan Skarsgård.
“L’amore,” risponde Charlotte Gainsbourg.
Con una regola tanto rigida, presto il club inevitabilmente si sfalderà, così com’è successo nella realtà al Dogma 95.


Con Nymphomaniac, Lars von Trier svela inoltre finalmente la sua vera ambizione: quella di diventare il nuovo Tinto Brass. Altroché Cinema d’autore. Lui vuole fare Porno d’Autore. In questo film il regista danese è più diretto che mai. Non si rivolge a un pubblico d’elite. In Nymphomaniac ci sono varie scene di sesso esplicito, eppure Lars non lambisce i territori dell’hardcore, né dall’altra parte tende a una visione pop porno patinata e glamour alla Playboy o alla Brazzers. Utilizza sempre il suo stile nudo e crudo ma, nonostante la tematica affrontata, non esagera nemmeno come ci si sarebbe potuti immaginare, sarà perché la versione arrivata nei cinema italiani è censurata e non è il director’s cut del regista. L’unico momento in cui si è forse fatto prendere un po’ la mano è la galleria di cazzi, un momento di quelli in cui von Trier si ricorda di essere un gran bastardo ed è come se dicesse: “Vi aspettavate un film pieno di fica? E io invece vi regalo una bella e variegata rassegna di bigoli!”.


Per quanto lontano dall'essere patinato, Lars von Trier ci ha regalato il suo film più "commerciale". Oltre alla scelta di fare un film sul sesso e il sesso si sa vende sempre, il regista è qui molto diretto ed esplicito anche nel modo di affrontare l’argomento, evita di essere criptico come in passato e utilizza passaggi che non lasciano grosso spazio all’immaginazione, oltre a momenti quasi didascalici in cui ricorre a delle metafore che possono essere comprese da tutti, non solo dal pubblico snob dei festival cinematografici. La caccia di una preda sessuale viene così paragonata alla pesca, nel primo capitolo dell’opera, "Il pescatore provetto", in cui v’è inoltre un uso fighissimo di “Born to Be Wild” degli Steppenwolf, brano celeberrimo e già strausato dal cinema – qualcuno ha detto Easy Rider? – ma che nelle mani del danese trova una nuova vita. Così come il “Waltz no. 2” di Dmitri Shostakovich, già sapientemente utilizzato da Stanley Kubrick in Eyes Wide Shut, ritorna in Nymphomaniac come tema ricorrente e fa sempre la sua porca figura, senza che appaia abusato.


In un paio di altri capitoli, von Trier cerca inoltre di convincerci che un cuore ce l’ha persino lui. Forse. Nel secondo capitolo “Jerome” si dà spazio a quello che pare essere il grande amore nella vita di Joe la ninfomane e che ha le sembianze di un Shia LaBeouf finalmente convincente e lontano anni luce dalle hollywoodianate alla Transformers per cui è diventato celebre. Ma di questo suo lato B, di questo suo lato indie l’attore ci aveva già dato dimostrazione con il video di “Fjögur” dei Sigur Rós.
Nel quarto capitolo, “Delirium”, viene invece fuori il toccante rapporto di Joe con il padre, un Christian Slater ancora più sorprendente e inedito di Shia LaBeouf, con alcuni momenti che lambiscono i territori del melodrammatico. Per questa parte, la più emotivamente forte del lavoro, Lars von Trier ha scelto il bianco e nero, come se lo considerasse il capitolo più hardcore, e per mitigare le emozioni ha deciso di epurare l'immagine dai colori, quasi per nascondere la vergogna di essere diventato troppo sentimentale.


Amm-sesso e non con-sesso che questo Nymphomaniac sia un film sul sesso, stiamo quindi parlando del film sul sesso definitivo?
In pratica sì, però non tutto convince fino in fondo. Dopo 4 primi capitoli impeccabili, come collegamento al Volume 2 della sua opera Lars von Trier ci presenta un quinto capitolo, “The Little Organ School”, abbozzato e con una metafora musicale giocata sulla polifonia di Bach leggermente telefonata. Nymphomanic parte quindi come una scopata epica e si conclude con un coito interrotto. Una scelta credo voluta da parte di quel bastardone di Lars von Trier, in modo da lasciare ancora con il desiderio acceso, per un secondo volume che promette di essere un’altra esperienza da non perdere, in grado di regalarci una visione più completa dell'insieme. Già nel primo volume comunque c’è di che godere, godere parecchio, anche se devo ammettere che a inizio visione mi sbagliavo. Nymphomaniac non è una figata pazzesca, come immaginavo. Nymphomaniac è una vulvata pazzesca.
(voto 9,5/10)

lunedì 7 aprile 2014

NYMPHOMANIAC, IL CINEORGASMO




Aah.

Sì, così.

Aaah.

Bravo Lars.

Aaaaah.

Sììì.

Sììì, o cazzo, sì.

Continua… dai dai, più veloce adesso, dai dai, più veloce.
Forza!

No, hey, ora rallenta, stallone non Sylvester.
Più piano.
Un po’ più piano…
Ancora un po’ di più…
P i ù  p i a n o
P     i      ù         p      i      a      n      o
Più...
Oh sì, è così che mi piace.


Embè, perché mi guardi male?


Oookay, me ne sto un po’ senza dire niente, che quelli che parlano mentre lo fanno ammazzano tutta l’atmosfera.





Aaah…

Almeno aaah posso dirlo?
Mi è consentito dire almeno questo?

Aaaaah

Aaaaaaaaaah

AAAAAAAAAAAH

AAAAAAAAAAAH

CAZZO AAAAH O CAZZO AAAAAAAAH

Ci sono, ci sono, ci sono ci sono ci sono sono sono sono sono ooooooooo

OMIODDIO SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII’


Sì, Lars sì. Così si fa.
Che scopata, Lars, che scopata!
Bravo, Lars. Non dare retta a chi ti critica. Sono solo invidiosi del tuo enorme...
talento.

E adesso, che ci fai ancora nel mio letto?
Che altro vuoi?
Le coccole?
Sul serio?
Rivestiti, che la visione del tuo culo flaccido ora che gli effetti dell’alcol stanno svanendo non mi sembra più tanto allettante. E poi la parte del romantico non fa per te. Ci rivediamo tra qualche settimana, per il Volume 2… volevo dire per un’altra scopat… volevo dire per un altro appuntamento galante.
Che altro c’è, adesso?

Ah già, scusami. I soldi per il taxi li trovi sul comodino.
Ora levati dalle palle, Lars, e lasciami fumare una sigaretta post orgasmica in santa pace!


Nymphomanic – Volume 1
(Danimarca, Germania, Francia, Belgio, UK 2013)
Titolo originale: Nymphomaniac: Vol. I
Regia: Lars von Trier
Sceneggiatura: Lars von Trier
Cast: Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Sophie Kennedy Clark, Shia LaBeouf, Christian Slater, Connie Nielsen, Uma Thurman, Felicity Gilbert, Hugo Speer, Ananya Berg
Genere: pop porno
Se ti piace guarda anche: Shame, Kill Bill, Melancholia
(voto 9,5/10)

venerdì 22 novembre 2013

LARS E UNA NINFOMANE TUTTA SUA


Dopo le varie video anticipazioni e i poster orgasmici dedicati all’intero cast, ecco il primo orgasmico trailer ufficiale di Nymphomaniac, il nuovo orgasmico film di Lars Von Trier.
Così si fa, capito Darren Aronofsky?

domenica 26 maggio 2013

C’EST LA VIE (D’ADELE)


Festival di Cannes 2013, ultimo atto.
Detto così, sembra che qui a Pensieri Cannibali si sia seguito l’evento cinematografico giorno per giorno, film dopo film. Non è esattamente così. Purtroppo non ero presente sulla Croisette, ma se il prossimo anno qualche giornale, rivista, sito e/o compagnia di catering volesse sponsorizzarmi la trasferta, mi offro ben volentieri! GRAZIE

Poco fa si è tenuta la cerimonia di chiusura della manifestazione, condotta dalla madrina Audrey Tautou, arrivata direttamente dal magico mondo del cinéma. Quali sono stati i verdetti della giuria, presieduta quest’anno dall’ormai bollito, almeno come regista, Steven Spielberg?
Le sue decisioni saranno state ai livelli del mediocre Lincoln o addirittura del tragico War Horse?
Scopriamolo subito…

Miglior attore
Bruce Dern per Nebraska di Alexander Payne.
Attore dalla carriera lunghissima visto anche ne Il grande Gatsby versione 1974, dove interpretava la parte di Tom Buchanan. In più, è pure il paparino di Laura Dern, la musa numero 1 del cinema di David Lynch. Sarà stato un premio meritato? Boh, di certo Alexander Payne, quello di Paradiso amaro e Sideways, è un regista che sa tirare fuori il meglio dai suoi attori.

Miglior attrice
Berenice Bejo per The Past di Asghar Farhadi (il regista iraniano di Una separazione). Pollice su, per la francesina rivelazione di The Artist.

A presentare il premio per la miglior sceneggiatura c’è Asia Argento, con un tono di voce da femme fatale dark che sembra stia per avere un orgasmo da un momento all’altro. E mentre la nostra Asia si distrae, l’award va a Thian zu Ding per la pellicola A Touch of Sin del cinese Jia Zhang-ke. Che tutti conosciamo, nevvero?

"Un saluto dall'Italia, Mr. Spielberg!"

Premio della Giuria
Like Father. Like Son, del giapponese Hirokazu Koreeda, regista noto per aver affrontato spesso nei suoi film il tema del lutto. Un allegrone, in pratica. Yatta!

Il Prix de la mise en scène per il miglior regista va… al messicano Amat Escalante per Heli.

Kim Novak, e dico la donna che visse due volte Kim Novak, consegna il Gran Premio della Giuria a Inside Llewyn Davis. Nonostante generalmente non sopporti un granché i fratelli Coen, questo film a tematica musicale con Oscar Isaac, Justin Timberlake e Carey Mulligan mi incuriosisce assai.




Palma d’Oro
La Dea Uma Thurman consegna il premio più ambito a…
Il favorito della vigilia: La vie d'Adele, pellicola francese firmata dal regista tunisino Abdellatif Kechiche. Non ho visto i film precedenti del regista, che ho lì lì da recuperare, però una pellicola con scene lesbo tra la splendida e bravissima Léa Seydoux e la rivelazione Adèle Exarchopoulos, entrambe molto commosse durante la premiazione, sulla fiducia la Palma d’Oro se la merita tutta.
Certe che al giorno d’oggi a chiamarsi Adele si vincono Grammy, Oscar, Mtv Awards e ora pure la Palma d’Oro.




La Palma d’Oro alla gnoccaccine, premio consegnato in esclusiva da Pensieri Cannibali, va invece a…
Emma Watson

"Thank you, Cannibal!"

Riassunto dei premi del Festival di Cannes 2013 per chi non aveva voglia di leggersi tutto il post
Palma d'oro: “La Vie D'Adele” di Abdellatif Kechiche
Gran Prix: “Inside Llewyn Davis” di Ethan e Joel Coen
Premio alla regia: Amat Escalante per “Heli”
Premio della giuria: “Like Father, Like Son” di Kore-Eda Hirokazu
Miglior attore: Bruce Dern per “Nebraska” di Alexander Payne
Migliore attrice: Berenice Bejo per “Le Passé” di Asghar Farhadi
Miglior sceneggiatura: Jia Zhangke per Tian Zhu Ding (A Touch Of Sin)
Palma d'oro al miglior cortometraggio: Safe di Moom Byoung-gon
Menzione speciale al cortometraggio: Hvalfjordur (Whale Valley / Le Fjord des Baleines) di
Gudmundur Arnar Gudmundsson
Camera d'Or: Ilo Ilo di Anthony Chen (Quinzaine des Réalisateurs)

E Paolo Sorrentino? E Toni Sorvillo? E La grande bellezza? E i film di Ozon, Polanski, Soderbergh e Jim Jarmush? E il fischiato Solo Dio perdona di Refn?
Per loro niente. Potrà Dio perdonare Steven Spielberg?

lunedì 20 maggio 2013

QUELLO CHE SO SULL’AMORE NON L’HO IMPARATO DA MUCCINO


Quello che so sull’amore
(USA 2012)
Titolo originale: Playing for Keeps
Regia: Gabriele Muccino
Sceneggiatura: Robbie Fox
Cast: Gerard Butler, Jessica Biel, Catherine Zeta-Jones, Dennis Quaid, Uma Thurman, Judy Greer, Noah Lomax, Iqbal Theba, James Tupper, Jason George
Genere: ruffianata
Se ti piace guarda anche: La ricerca della felicità, La dura verità

Quello che so sull’amore mette in scena molto bene quella che è (o dovremmo dire è stata?) la parabola di Gabriele Muccino a Hollywood. Il protagonista del film è un ex calciatore britannico che all’inizio suscita grande curiosità negli USA, per poi finire presto nel dimenticatoio, in una maniera non troppo dissimile a quanto capitato al Gabriele nostro (nostro???).

"Dopo essere stato nominato in questo film, Beckham ha deciso di ritirarsi.
Sarà un caso?"
Il Muccino senior è un regista italiano che a sorpresa era riuscito a intrigare parecchio dall’altra parte dell’Oceano grazie a L’ultimo bacio, un melodrammone dall’intensità tipicamente mediterranea, ma girato con occhio internazionale. Una ruffianata accattivante, però una ruffianata accattivante ben fatta. Will Smith decideva così di chiamare il Muccino a dirigerlo in La ricerca della felicità, una ruffianata di quelle brutte forti che però riesce a conquistare i botteghini e con cui Willy il principe di Bel-Air si aggiudica persino una generosissima, inventatissima nomination agli Oscar. Nonostante per quanto mi riguarda il film sia terribile, Gabriele Muccino riesce a conquistare Hollywood. Will Smith parla di lui in maniera entusiastica e sembra che tutti vogliano lavorare con il regista venuto dall’Italia. Anche perché se è riuscito a far beccare una nomination a Willy, può farla avere a chiunque…

Il suo secondo colpo a Hollywood Sette anime è un’altra schifezza, ben lontana dai primi simpatici lavori italiani del Muccino, Ecco fatto e Come te nessuno mai. A livello commerciale si rivela meno fortunato rispetto a La ricerca della felicità e a qualunque altro film con Will Smith, però è ancora un mezzo flop. Le quotazioni di Muccino cominciano a scendere e lui si prende una pausa italiana per dirigere il pessimo sequel de L’ultimo bacio, Baciami ancora, questo qui…


A Hollywood comunque credono ancora in lui, anche se magari un po’ meno di prima. Gli offrono così la regia di una commedia romantica molto classica, con un cast magari non di superstar dagli incassi garantiti come Will Smith, magari non di attori di serie A, ma di serie B. Che la serie B hollywoodiana è roba mica da buttar via. Ci sono Gerard Butler, Jessica Biel, Catherine-Zeta Jones, Dennis Quaid, Judy Greer e una da Champions League, almeno quando è allenata dal Coach Tarantino, come Uma Thurman, e gli danno per di più un budget di quelli medi per gli standard hollywoodiani, ma mica noccioline: $35 milioni.
La produzione di quella che sembra una commediola come tante dovrebbe filare via liscia, invece Muccino entra in crisi e, per lo stress nella realizzazione di una pellicola tanto complicata (ma dove?) ingrassa come un porco.


"Quel Muccino me lo magnerei allo spiedo, gnam!"
Risultato finale?
Il film cinematograficamente fa pena, ciò era già preventivabile, ed è pure un floppone a livello commerciale, con appena $13 milioni incassati negli USA. In Italia, per via di un intramontabile campanilismo, la pellicola non va nemmeno malaccio, con oltre €4 milioni raggranellati, eppure i tempi d’oro de ‘na vorta sono lontani. Gabriele Muccino ha fatto flop, da qualunque parte lo si guardi, e per giunta si ritrova anche ad essere un cicciobombo, non cannoniere.

La critica t’ha bastonato, il pubblico t’ha ignorato, il cibo t’ha ingozzato e io che devo fa’ a questo punto, caro Muccino?
Mi spiace infierire. Sarebbe persino troppo facile. Criticare te ormai è un po’ quasi come criticare i Modà. Allo stesso tempo, non si riesce nemmeno a parlarne bene. Manco sforzandosi tanto. Ah Gabrié, io vorrei proprio fare il bastian contrario e spezzare una lancia a tuo favore. Ma come se fa?
Quello che so sull’amore è un film pessimo, imbarazzante sotto tutti i punti di vista, dalle interpretazioni (terribile in particolare Dennis Quaid e cagna as usual Jessica Biel) alla pessima colonna sonora, e per giunta è una di quelle ruffianate tutte buoni sentimenti che scatenano solo i miei peggiori sentimenti.

"Da Tarantino a Muccino... me viene da piagne, li mortacci sua!"
Già l’idea di raccontare la storia di un ex calciatore britannico che negli Stati Uniti si ricicla come allenatore di una squadra di soccer di bambini appariva un disastro annunciato. Le pellicole sportive sono spesso una grossa incognita, ma se non altro quelle sulla sacra triade degli sport americani composta da Baseball, Football e Basketball almeno in patria si rivelano spesso e volentieri fortunate, almeno da un punto di vista commerciale. Quando si sceglie di parlare di calcio al cinema, il rischio di autogoal è invece fortissimo.
Il soccer comunque è giusto un contesto vago, attorno al quale è costruita la classica, sdolcinatissima commediola sentimentale e per di più famigliare. Se con i film sentimentali il rischio di cadere nello zuccheroso è alto, con le pellicole famigliari il rischio diabete è quasi certo. Quello che so sull’amore non fa niente per evitare tale pericolo, un po’ come l’ingrassatissimo Muccino quando siede a cena. Il copione segue anzi passo per passo il manuale della perfetta pellicola sdolcinata, concentrandosi in maniera superficiale e banale sul rapporto padre/figlio come già fatto nella hit mucciniana La ricerca della felicità.
La colpa, va detto, più che di un Muccino che si limita a dirigere in modalità zombie, è di una sceneggiatura a dir poco scandalosa. Anziché approfondire la parabola discendente dell’ex calciatore fallito come fatto in tutt’altra maniera da un film con un protagonista vagamente simile come The Wrestler, assistiamo a una semplice romcom, con il bel protagonista Gerard Butler conteso da TUTTE le donne del film. Tutte lo cercano, tutte lo vogliono: Catherine Z, Uma, persino la nerdosa Judy Greer e, naturalmente, anche la sua ex Jessica Biel.

"Coraggio piccolo, questa era l'ultima volta che ci vedevamo un film di Muccino.
Un altro non glielo fanno più fare..."
Come andrà a finire?
Eddai che lo sapete già. Eddai, che se vi aspettate anche solo la benché minima sorpresa, avete sbagliato film.
Gabriele Muccino invece non ha sbagliato film. Credo che una pellicola del genere possa far bene, non solo al suo girovita, ma anche al suo ego. Adesso che ha capito che a Hollywood non è tutto rose e fiori, può tornare a occuparsi di qualche progetto più personale qui nella sua terra. I tempi in cui riusciva a dirigere e a scrivere in maniera decente sono lontani, Baciami ancora l’ha confermato, però quando ha girato sceneggiature di altri i risultati sono stati ancora peggiori. Adesso che più in basso di così non può scendere, sia sul piano artistico che su quello commerciale, il Muccino può solo risalire. Sognando un happy ending hollywoodiano di quelli che tanto ama.
(voto 4/10)



lunedì 15 aprile 2013

GIRL, YOU’LL BE A CANNIBAL SOON



Vi erano mancate le Blog Wars?
NOOOOOOOOOO!
Nemmeno un pochino?
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Pazienza. Io e il mio blogger rivale Mr. James Ford abbiamo pensato di prepararne comunque una nuova. Se pensate che il clima tra Corea del Nord e Stati Uniti si stia facendo bellicoso, non avete visto niente. Noi due abbiamo intenzione di fare di peggio.
Per la prima guerra bloggara del 2013, la prima dal lontano novembre 2012, abbiamo deciso di fare le cose in grande. Con addirittura una battaglia doppia. Questa prima parte si gioca sul terreno delle nostre attrici preferite tipo di tutti i tempi, mentre la seconda settimana prossima vedrà i nostri attori favoriti gli uni contro gli altri.
Una guerra lunga e che promette di stremare voi lettori ancor più di noi guerrieri.
Dopo simili premesse, siete pronti?
Si parte con le mie donzelle preferite: ecco la top 10 delle attrici cannibali.
Cannibal Kid

Finalmente ho capito per quale motivo questo 2013 pareva così strano: non tanto per le sorprese in positivo di inizio stagione - che sono riuscite insolitamente a mettere d'accordo il sottoscritto ed il qui presente Peppa Kid almeno nella maggior parte dei casi - o per la penuria di proposte dell'ultimo mese e mezzo, quanto per la mancanza di una vera, dura, sanguinosa e senza pietà Blog War, da troppo tempo assente dalla blogosfera.
Dunque, per ripagare tutti voi dell'attesa, io e quel pusillanime del Cucciolo eroico abbiamo deciso di sfornare una battaglia raddoppiata, costruita attorno alle figure attoriali che più hanno significato per noi nel corso della formazione cinematografica che ci ha guidato fino ad ora, che occuperà ben due settimane con quattro sessioni decisamente intensive.
E dato che siamo due cavalieri - o meglio, un barbaro ed uno scudiero -, abbiamo deciso di dare spazio prima ai nostri idoli in rosa: dunque preparatevi, perchè oggi e domani assisterete ad una vera e propria "catfight".
Mr. James Ford

1. Natalie Portman

"Se non finivo nella lista cannibale mi ammazzavo..."
CANNIBAL KID È lei o non è lei? Certo che è lei. La mia regina tra le regine non poteva che essere Natalie Portman.
C’è poco da fare. Ci sono attrici che bucano lo schermo e altre che si bucano e basta. L’attrice israeliana fa di certo parte della prima categoria, fin dalla primissima apparizione su grande schermo alla tenera età di 13 anni in Léon. Primo film, prima enorme intepretazione e primo cult movie e di lì in poi ne arriveranno parecchi altri: Heat - La sfida, Mars Attacks!, La mia vita a Garden State, Closer, V per vendetta e Il cigno nero. Un’attrice che non si è mai risparmiata anche a livello fisico, con performance strepitose, enormi ed estreme. Un’attrice di una bravura senza pari e poi, il che non guasta, mora, bionda, rasata o con parrucca rosa, è sempre il top della topa.
Se Ford o qualcun altro ha da obiettare qualcosa su Natalie Portman, sappia che per la prima volta su Pensieri Cannibali scatterà la censura, quindi attenti!
Interpretazioni top: Il cigno nero, Closer
"Ford, beccati 'sta mossa da karate cannibal kid"
MR. FORD Senza dubbio la Portman è una delle attrici più dotate della nostra generazione, un'interprete bravissima che fin dai suoi esordi ha regalato al pubblico performance strepitose - su tutte quella de Il cigno nero -: rispetto agli standard fordiani, però, la brava Natalie risulta un pò troppo sciapetta per bucare lo schermo come vorrebbe il sottoscritto, e perfino nelle sue vesti più umane - vedasi Hesher, che il mio altrettanto sciapetto antagonista ha clamorosamente dimenticato di citare - non riesce a conquistarmi fino in fondo.
CANNIBAL KID Natalie Portman non riesce a conquistarti fino in fondo?
Tranquillo Ford, è perfettamente anormale.
MR. FORD Mi conquista quanto una tavola da surf molto espressiva. Almeno dal punto di vista estetico.

2. Jessica Chastain

"Bin Laden è sistemato, ora c'è soltanto da fermare Ford..."
CANNIBAL KID Venuta fuori da non si sa dove, credo dal Paradiso o qualcosa del genere, Jessica Chastain in una manciata di anni e con una manciata di interpretazioni si è imposta come una delle attrici più versatili del panorama cinematografico mondiale. Dalla bionda svampita di The Help alla mora darkona de La madre si fa fatica a credere sia la stessa attrice, eppure dalle sue performance grandiose si riconosce subito che è lei. E poi nel giro di pochi mesi è stata protagonista di un trio di film strabilianti come The Tree of Life, Take Shelter e Zero Dark Thirty che altre attrici, come molte delle cagne presentate domani da Ford, possono sognarsi in un’intera carriera o in cartolina.
Se ha fatto tutto questo in pochissimo tempo, chissà cosa riuscirà a fare ancora. Sky’s the limit per Jessica Chastain, ormai più che una semplice attrice una fede religiosa.
Interpretazione top: Zero Dark Thirty
"Quel Ford è proprio un bruto scorbutico, ecco."
MR. FORD Jessica Chastain è la nuova diva del Cinema made in USA, e su questo non ci piove.
Si è accattivata a colpi di charme - se vogliamo essere eleganti - sia il grande pubblico che la critica più radical chic, prestando corpo, volto e anima a pipponi terribili come The tree of life e filmoni giganteschi come Zero Dark Thirty, passando attraverso a film per tutti di ottima fattura come The help o di pessima come La madre.
Ancora una volta, però, il buon Peppa non cita un'interpretazione che per lui avrebbe dovuto essere epifanica, ovvero quella di Lawless, dove compare come mamma l'ha fatta. Ma evidentemente il buon Cuccioletto è etereo come il suo compagnone Terrence.
CANNIBAL KID Lawless è il suo film peggiore. Il suo unico finora a essersi beccato un’insufficienza su Pensieri Cannibali. E il fatto che nemmeno la sua apparizione nuda riesca a salvarlo la dice lunga sulla riuscita della pellicola… E il fatto che il suo film peggiore non sia nemmeno così pessimo la dice lunga sulle ottime scelte fatte finora dalla Dea Chastain.
MR. FORD Fortunatamente non siamo qui a parlare di film, altrimenti ti toccherebbero sonore bottigliate per aver criticato Lawless - un film che è una bomba - anche rispetto ad una merdina come La madre, tanto per rimanere in tema Chastain.
CANNIBAL KID Non lo so, l’unico momento in cui mi sono svegliato dal coma causato da Lawless è stato quando sono apparse le tette di Jessica…
MR. FORD Che poi non sono queste gran tette: per quelle si dovrà aspettare domani, con la mia lista!

3. Uma Thurman

"Non ho bisogno di queste per sconfiggere Ford. Mi basta un taglierino..."
CANNIBAL KID Il connubio Quentin Tarantino-Uma Thurman è uno dei più fenomenali e fortunati tra regista e attrice nella storia del cinema. In Pulp Fiction, Uma inventa un nuovo tipo di femme fatale ed entra nella storia del cinema ballando insieme a John Travolta e ballando da sola (e facendosi) sulle note di “Girl, you’ll be a Woman Soon”. Nei due volumi di Kill Bill è mattatrice assoluta e il Quentin le ha regalato uno dei ruoli più cazzuti che un’attrice si possa sognare. Lei l’ha ripagato con un’interpretazione maiuscola e, chissà, questi sono affari loro, magari anche in altri modi…
L’unico limite che le posso riconoscere è che quando non lavora con Tarantino il suo livello si abbassa, ma questa è una cosa che capita a tutti o quasi quelli che hanno girato con lui. Uma si è comunque riuscita a ritagliare altre ottime interpretazioni in film come Gattaca, Lo sbirro il boss e la bionda, Cowgirl - Il nuovo sesso e Analisi finale, ma se poi verrà ricordata soprattutto come musa tarantiniana pazienza, anche perché non è una delle sue musa ma è la sua Musa per eccellenza.
Quanto a Ford e alle sue critiche, io non mi scomodo nemmeno e lascio che sia la Sposa e soprattutto la sua katana a occuparsene.
Interpretazioni top: Pulp Fiction e Kill Bill
"Vi prego, ditemi che quel Ford è più fatto di me quando scrive, vero?"
MR. FORD Uma Thurman, lo ammetto, mi è sempre stata simpatica. Ho l'impressione che sia una tipa tutto sommato pane e salame - anche perchè trovo che qualsiasi figa di legno farebbe fatica a lavorare con Tarantino - e molto yeah, eppure tolte le collaborazioni proprio con il ragazzaccio - o ex - di Knoxville ho sempre pensato che non potesse rendere ad un livello decente con altri registi.
Per usare un paragone calcistico, direi che la buona Uma è un pò come Neymar, che fuori dal campionato brasiliano ha ben poco da dire al calcio giocato.
CANNIBAL KID E’ già qualcosa, Ford, visto che domani nella tua lista vedremo una delle poche (probabilmente l’unica) che manco Tarantino è riuscito a far sembrare un’attrice valida…
MR. FORD Non mi pare, comunque, che la buona Uma sia l'attrice del secolo, Tarantino o no.
CANNIBAL KID Ma intanto le sue parti in Pulp Fiction e Kill Bill resteranno per sempre impresse nella Storia del Cinema.

4. Nicole Kidman

"La mia carriera d'attrice s'è arenata?
Pazienza, posso sempre fare il meteo a Studio Aperto."
CANNIBAL KID Tralasciando gli ultimi spenti e botulinati anni, Nicole Kidman tra gli anni ’90 e i primi Anni Zero è stata la più fenomenale attrice in circolazione. Inizialmente nota come moglie di Tom Cruise, piano piano ma nemmeno troppo piano ha cominciato a oscurare persino il marito scientologista. All’inizio non mi convinceva nemmeno troppo, ma quando l’ho vista in Da morire di Gus Van Sant sono rimasto folgorato e la sua interpretazione è letteralmente da far morire di invidia tutte le colleghe, quelle dell’elenco fordiano di domani in particolare.
Da lì in poi la Cannibal Kidman si è ripetuta alla grande in una serie di performance e di film eccellenti: Eyes Wide Shut, Moulin Rouge!, Dogville, Ritratto di signora, The Others, The Hours. Poi purtroppo il calo, in attesa magari di rivederla in futuro ad alti livelli, ma fino al 2003 è stata probabilmente l’attrice migliore del mondo. Ford invece può vantare ancora oggi un altro primato insuperato: quello di blogger più vecchio inside della blogosfera!
Intepretazione top: Da morire


"Domani c'è la lista di Ford? Mi sento già male!"
MR. FORD Per quanto le sue doti da (ex) grande attrice siano riconosciute anche dal sottoscritto, non solo la Kidman non ha mai rappresentato un mio ideale fisico femminile, ma l'ho anche sempre considerata terribilmente antipatica, una specie di concentrato di spocchiosità da figa di legno, nonostante - questo va ammesso - l'abbia considerata perfetta per i suoi ruoli nei due filmoni Dogville e Eyes wide shut, senza contare l'altrettanto interessante Moulin Rouge.
Ad un certo punto, però, il botulino deve averle dato alla testa decisamente più che a tutti gli Expendables messi insieme, e dunque è iniziato per lei l'inesorabile declino: un po’ come per il mio antagonista, per il quale i bei tempi di Cannibal Kid paiono ormai tramontati oltre l'orizzonte del fighettissimo Marco Goi.
CANNIBAL KID Rispetto all’accantonamento del mio nickname, è una scelta come già spiegato imposta da Blogger. Però dovresti apprezzarla. Mi accusi sempre di non voler crescere e riappropriarmi del mio vero nome è un primo passo per farlo, un po’ come Jovanotti quando ha deciso di passare a Lorenzo Cherubini. Ford, quando ti deciderai pure tu a venire allo scoperto con il tuo nome e crescere un po’, dannazione?
MR. FORD Potremmo fare un patto: tu accetti senza paura di farti una serata di bevute in giro con il sottoscritto, ed io passo dritto dritto al mio vero nome anche sul blog, che ne dici!?
CANNIBAL KID Tanto io il tuo vero nome lo so già, Ermenegildo! ahahah

5. Jennifer Lawrence

"Dichiaro pubblicamente che questa è la miglior lista di attrici mai vista!"
CANNIBAL KID La Katniss Kid Jennifer Lawrence da queste parti è stata esaltata fin da tempi insospettabili, quelli di Un gelido inverno - Winter’s Bone, quando erano ancora in pochi a filarsela e a volersela fare. Dopodiché è diventata sempre più una beniamina cannibale con Hunger Games e il recente Il lato positivo, oltre a essere diventata pure patrimonio dell’umanità. La splendida 22enne ha una carriera enorme davanti ma è già riuscita in un paio di imprese mica da poco: la prima è stata conquistare un Oscar. La seconda è però davvero una roba che non è riuscita prima a nessun’altra attrice e donna al mondo: mettere d’accordo senza riserve sia me che Ford. Vi sembra poco?
Interpretazione top: Il lato positivo
"Dì a Ford che non provi a inserirmi domani nella sua listaccia,
altrimenti la faccio pagare a te, intesi?"
MR. FORD Nei quattro giorni di Blog War attoriale che vi attendono questa e la prossima settimana, troverete solo una persona in grado di mettere d'accordo perfino i due acerrimi nemici per antonomasia della blogosfera: la splendida - in tutti i sensi - Jennifer Lawrence.
Praticamente lanciata dal sottoscritto ai tempi del magnifico Winter's bone, la giovanissima attrice ha scalato in fretta tutte le graduatorie conquistando proprio quest'anno la statuetta per la migliore interpretazione femminile grazie alla memorabile performance fornita ne Il lato positivo. Bella, brava, intensa e anche umana - vedasi la sua caduta proprio al ritiro del suddetto premio -: peccato che il mio rivale abbia dato più spazio al pessimo Hunger games che non ai film veramente validi interpretati dalla fanciulla qui presente.
Del resto, lo chiamo Katniss Kid per un motivo, no!?
CANNIBAL KID Veramente Winter’s Bone era stato esaltato su Pensieri Cannibali mesi prima che tu Ford ci arrivassi… Quanto a Hunger Games, è sicuramente più interessante di saghette da te tanto amate come quelle di Harry Potter e Twilight e, mentre nell’Italietta è stato snobbato, negli Usa è stato apprezzato da pubblico e critica ed è entrato a far parte della pop culture. Oltre ad avere il merito di aver trasformato Jennifer in una star mondiale e già solo per questo merita quindi il massimo respect.
MR. FORD Più che entrare nella pop culture, mi pare entrato di diritto nella trash culture! Praticamente sarà il prossimo Twilight, purtroppo per noi spettatori seri!
CANNIBAL KID Jennifer, non ascoltare le bestemmie di questo infedele!

6. Kirsten Dunst

"Nel Settecento eravamo già più tecnologici di Ford nel 2013!"
CANNIBAL KID Kirsten Dunst nei panni di Lux Lisbon ne Il giardino delle vergini suicide è la cosa più bella che io abbia mai visto. Come direbbe il cantante preferito di Ford, Eros Ramazzotti: più bella cosa non c’è.
Al di là del fatto che la adoro a livello fisico, Kirsten Dunst è un’attrice spesso e volentieri, almeno quando si impegna, fenomenale. Da ragazzina era già un’idola in film come Intervista con il vampiro e Jumanji, poi crescendo è ancora migliorata, sia fisicamente che come attrice, e le sue gigantesche performance in Melancholia e Marie Antoinette sono lì a testimoniarlo. Senza dimenticare anche le sue parti in Se mi lasci ti cancello, Elizabethtown e la saga che l’ha sdoganata presso il grande pubblico, quella di Spider-Man.
Kirsten, grazie di esistere.
Ford, ma perché esisti? Ahahah!
Interpretazioni top: Il giardino delle vergini suicide, Melancholia
"Il commento di Ford c'ha fatto proprio venire voglia di suicidarci!"
MR. FORD Ennesimo esempio di quanto sciapi e orientati verso il legno massiccio siano i gusti del mio antagonista: la Dunst, partita alla grande con Intervista col vampiro e Il giardino delle vergini suicide, si è persa per strada negli ultimi anni preoccupandosi solo di mostrare le tette - ottime, ma c'è di meglio - alla seconda persona al mondo che la venera come una dea, Lars Von Trier.
Considerato che l'altra è il nostro egomaniaco Coniglione, non so quanto possa essere considerato esempio di sanità mentale consegnare le chiavi del proprio cuore di spettatore ad una come Kirsten.
CANNIBAL KID Persa per strada? A me pare che tu stesso avessi riconosciuto le sue buone interpretazioni in Marie Antoinette e pure in Melancholia e ora ti stia rimangiando tutto. Ma magari è solo la mia mente malata che se lo sta immaginando…
MR. FORD La tua mente è sicuramente malata, e su questo non c'è Dunst che tenga! Detto questo, Marie Antoinette mi era piaciuto come film, ma la buona Kirsten non fa nulla per essere ricordata. Per quanto riguarda Melancholia, invece, l'unica cosa che si può ricordare è appunto il suo seno, dato che il resto del film è una cialtronata immonda.

7. Naomi Watts

"Oh, finalmente hanno messo Ford in prigione. Pare l'abbia catturato
Jessica Chastain con l'aiuto dell'agente Jodie Foster."
CANNIBAL KID Dopo un periodo di gavetta, Naomi Watts viene scelta da David Lynch, e ho detto David Lynch mica James Ford, per il suo Mulholland Drive. Mai scelta fu tanto azzeccata. Il suo volto nuovo, affascinante ma con un che di inquietante allo stesso tempo, è perfetto. Come si dice nel film: “E’ lei la ragazza.” La sua prova in Mulholland Drive è qualcosa di trascendentale, così come la pellicola, uno dei capolavori fondamentali della nostra epoca. In seguito la Naomi si è confermata con altri ottime parti in The Ring, 21 grammi, Funny Games e La promessa dell'assassino, mentre negli ultimi anni, nonostante la nomination agli Oscar per The Impossible, mi sembra si sia un pochino spenta. In attesa che arrivi un nuovo David Lynch a riaccendere la fiamma del fuoco (cammina con me, non con Ford).
Interpretazione top: Mulholland Drive
"Il mio sogno più grande? Girare un film sui misteri della mente di Ford.
Ma credo sia un'impresa proibitiva persino per me..."
MR. FORD Naomi Watts - ennesimo esempio di figa di legno del genere che tanto pare piacere al nostro Mastro Geppetto Kid -, è stata a mio parere una vera e propria meteora: passati i fasti del meraviglioso Mulholland drive, infatti, per l'aspirante diva si sono aperte le porte per numerose occasioni mai davvero sfruttate - King Kong di Peter Jackson su tutte, tolta la bellissima sequenza del ballo -, e di conseguenza si sono aperte per lei le porte di un viale del tramonto clamorosamente simile a quello che sta percorrendo Pensieri cannibali, passato da iperattivo blog supergiovane intento a discorrere di più argomenti a infighettata confezione impigrita dalla fama e guidata da un nocchiero non più ribelle: un pò come i Misfits, che da Nathan è finita tra le mani di Rudy.
"Ti prego! Qualunque cosa, ma domani non farmi assistere alla decina fordiana!"
CANNIBAL KID A me sembra che tra Naomi Watts, fresca di nomination agli Oscar, e Pensieri
Cannibali, fresco di post strepitosi uno dietro l’altro, l’unico che si è davvero attapirato sei tu, Ford. Sono sicuro che sei un ottimo padre, ma da quando è nato il Fordino la tua recensione più interessante è stata quella di un documentario su Mr. Olympia… Devo dire altro?
MR. FORD Dunque stai ammettendo di aver apprezzato un post realizzato su un documentario costruito attorno a Schwarzy!? Attenzione, che tra un pò finirà che dovrò adottarti come figlio adolescente! Ahahahahah!
CANNIBAL KID Mi sa che tu e Julez state diventando peggio di Brad Pitt e Angelina Jolie…
MR. FORD Dì la verità, che vuoi già chiamarci papà e mamma! Ahahahahahah!


8. Winona Ryder

"Sì, me li ha tagliati Edward..."
CANNIBAL KID Wainona, why not?
Winona Ryder mi piace perché la sua carriera e la sua vita privata sono state sempre segnate da Schegge di follia. Possiede un fascino da ragazza della porta accanto acqua e sapone, eppure allo stesso tempo ha un che di sinistro e dark. Non a caso è diventata musa di Tim Burton in pellicole come Beetlejuice (dove è una teen idola assoluta) e in Edward mani di forbice, ma anche la sua apparizione ne Il cigno nero è alquanto inquietante. Altri ruoli memorabili ce li ha regalati tra gli altri in Dracula, Great Balls of Fire e Giovani, carini e disoccupati. Per chi è cresciuto negli anni ’90 è un’attrice cult, ma dopo il ritorno in grande stile ne Il cigno nero credo che qualche bel ruolo in futuro potrebbe ancora arrivarle. Per lei il canto del cigno è insomma molto lontano, mentre per il sempre più spento daddy Ford è sempre più vicino…
Interpretazione top: Edward mani di forbice
"Edward, nella mia vita ho incontrato solo un altro più inquietante di te.
Un certo Mr. James Ford..."
MR. FORD Ricordo che ai tempi del liceo avevo una discreta cotta per Winona Ryder, una delle attrici simbolo degli anni novanta: le sue interpretazioni in Beetlejuice ed Edward mani di forbice l'avevano resa una sorta di musa per tutti gli aspiranti depressi grunge del periodo, ma ricordo che riuscì a colpirmi anche nel sopravvalutato Ragazze interrotte.
Poi, piano piano, il mio entusiasmo per lei si è affievolito proprio come accade per tutte le cose profondamente legate ad un periodo ancora lontano dalla maturità, come i dischi o i film che a sedici anni mi facevano impazzire e che ora mi paiono decisamente superati.
Il buon Cannibale, invece, è rimasto chiuso in una capsula del tempo: dev'essere per questo che appare fuori tempo massimo ben più del vecchio Ford! Ahahahahaha!
CANNIBAL KID Se gli idoli degli anni ’90 sono superati, cosa dire di quei tuoi decrepiti eroi trash degli anni ’80? Già che c’eri non avresti fatto meglio a rimuovere quelli, come ha fatto il resto del mondo?
MR. FORD Ma io sono un eroe trash degli anni '80! Come faccio ad eliminare la mia stessa categoria!?!?
CANNIBAL KID Non preoccuparti che ci penso io, a eliminarla.

9. Jodie Foster

"Ammettilo Hannibal: Cannibal è davvero tuo figlio!"
CANNIBAL KID Bambina prodigio rivelatasi con Taxi Driver di un certo Martin Scorsese, dopo il primo Oscar vinto per Sotto accusa Jodie Foster diventa Clarice Starling ne Il silenzio degli innocenti e ci regala una delle parti più incredibili nella storia del cinema. I suoi duetti con Anthony Hopkins/Hannibal Lecter, il secondo cannibale più celebre del mondo dopo il sottoscritto, sono una roba da manuale. Una roba che da sola azzera qualunque interpretazioncina fornita dalle pupille fordiane che vedremo domani. Una roba insuperabile anche per se stessa. Da allora in poi ha infatti anche fornito qualche altra buona prova in Contact, Nell, Panic Room, in versione suora nel sottovalutato The Dangerous Lives of Altar Boys, Inside Man, Carnage, etc., però per me resterà sempre Clarice Starling.
Adesso vorrei continuare a parlare di questo straordinaria interpretazione più a lungo, ma sto per avere un vecchio amico per cena stasera. Un certo Ford.
Interpretazione top: Il silenzio degli innocenti
"Hey, cos'è questo rumore di fondo fastidioso?
Ah, è solo Ford che parla..."
MR. FORD Jodie Foster è l'ennesimo volto da meteora della lista cannibalesca, decisamente meno incisiva
di quella che vi attende domani con le ben più pregne - in tutti i sensi - attrici fordiane: partita alla grandissima con Taxi driver, consacrata dall'ottimo Sotto accusa e lanciata nell'Olimpo da Il silenzio degli innocenti, la buona Jodie si è poi persa per strada come se fosse una Mel Gibson al femminile, tanto da arrivare a dirigere lo stesso fosse Mel in una delle pellicole peggiori degli ultimi anni, Mr. Beaver.
Ma non siamo qui a parlare del suo talento dietro la macchina da presa, quindi mi limiterò ad affermare che per la Foster i tempi di Clarice Sterling sono decisamente parte del passato remoto, un pò come Cannibal Kid è ormai un rudere della blogosfera a confronto del troppo potente wrestler Ford.

"Golden Globe alla carriera? Beccati questa, Mr. Ford!"
CANNIBAL KID Meteora Jodie Foster???????
Questa è una delle fordianate più grosse mai sentite! Davvero epocale.
Come si può definire una meteora un’attrice con una carriera, pur tra alti e bassi, notevolissima dagli anni Settanta a oggi, nonché da decenni una delle interpreti più apprezzate di Hollywood, con quattro nomination e due Oscar ricevuti in decadi diverse? Talmente una meteora che ai Golden Globe quest’anno le hanno pure dato il premio alla carriera. Per di più di recente è stata ottima in Carnage di Roman Polanski e sarà anche nel nuovo film del regista di District 9, quindi la sua carriera appare tutt’altro che al termine.
Parla poi di meteore Ford che domani ci proporrà delle attrici appena venute fuori che manco hanno ancora fatto mezzo film decente…
Ford sì dovrebbe stare rinchiuso in un manicomio di massima sicurezza, altroché Hannibal Lecter!
MR. FORD Ti mancava, questo clima da Blog War, vero!? Comunque continuo a ricordarti che Jodie Foster è la mente dietro il da te tanto amato Mr. Beaver. E dovrei aver detto tutto.
CANNIBAL KID Un film non riuscito solo per colpa di un inverosimile Mel Gibson. Con un Robin Williams al suo posto sono convinto non sarebbe stato troppo male. E poi la smetti di insultare i film con Jennifer Lawrence?




10. Chloe Sevigny

"I commenti di Ford mi lasciano sempre senza parole..."
CANNIBAL KID Negli anni ’90 Chloe Sevigny è stata la it girl e paladina assoluta del cinema indie americano. A differenza di tanti altri che poi si sono sputtanati a Hollywood, lei ha poi sempre mantenuto intatta la sua aura alternativa. È anche per questo che la adoro particolarmente. La sua più che una filmografia è un piccolo bignami del meglio cinema indie degli ultimi due decenni, dagli esordi con Kids e Gummo, ai ruoli in The Last Days of Disco, American Psycho, Boys Don’t Cry, Party Monster, Demonlover, Dogville… Negli ultimi tempi il meglio l’ha invece offerto in tv, in American Horror Story: Asylum ma soprattutto nella serie inglese Hit & Miss, dove si è dimostrata un’attrice superlativa. Oltre che un’icona cannibale.
Ma so già che per quel commercialone di Ford sarà troppo radical-chic…
Interpretazioni top: Kids, Hit & Miss
"Oh no, la lista cannibale è finita.
Al pensiero che domani ci sarà quella fordiana mi sento mancare..."
MR. FORD Chloe Sevigny, più che radical chic, mi è sempre parsa una di quelle attrici buone giusto per chi pensa che l'alternativismo riesca a dare spessore e profondità ad un film - o a una serie - senza bisogno d'altro: peccato che la maggior parte dei titoli che hanno visto la ragazza brillare siano in realtà robetta da poco o molto sopravvalutata - The last days of disco, Boys don't cry -, certamente non destinati a fare la storia del Cinema e renderla un'icona dello stesso. Come Peppa Kid, che vorrebbe tanto essere un'icona per tutti voi, ed invece finisce sempre per risultare una sorta di richiamo vivente da bottigliate.
CANNIBAL KID Ma stai zitto, Ford. Che lo so che in gran segreto dopo Sylvester Stallone, Schwarzenegger, Kid Rock e i Kiss la tua icona di riferimento sono io. Certo, con una compagnia del genere non mi sento molto sicuro per la mia incolumità fisica…

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