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domenica 22 giugno 2014

L’APPARTAMENTO SPAGNOLO, MI CASILLAS ES TU CASILLAS




L’appartamento spagnolo
(Francia, Spagna 2002)
Regia: Cédric Klapisch
Sceneggiatura: Cédric Klapisch
Cast: Romain Duris, Audrey Tautou, Cécile De France, Kelly Reilly, Xavier De Guillebon, Judith Godrèche, Cristina Brondo, Federico D’Anna, Barnaby Metschurat, Christian Pagh, Kevin Bishop, Irene Montalà, Iddo Goldberg, Paulina Gálvez
Genere: Erasmus
Se ti piace guarda anche: Santa Maradona, Prima dell’alba, Bambole russe, Rompicapo a New York

L’appartamento spagnolo m’ha fatto venire una gran voglia di Erasmus.
Perché non l’ho fatto, nei tempi ormai ahimè lontani di quando ero uno studente universitario di belle speranze?
Fondamentalmente per la burocrazia. Come viene mostrato in apertura di pellicola, è troppo uno sbattone dover procurarsi tutti i moduli e i documenti per potervi accedere. E se è un casino in Francia, figuriamoci in Italia.
Il protagonista del film Romain Duris, ottimo attore che io avrei scoperto con colpevole ritardo solo con il frizzante Il truffacuori, non si fa però scoraggiare da ciò e parte per un anno in Spagna, a Barcellona. La scusa è quella di completare i suoi studi alla facoltà di Economia. In realtà nel film di università ce n’è ben poca, per lasciare spazio al resto dell’esperienza espanola, soprattutto la vita con i suoi coinquilini. L’economo francese si trova a dividere la casa con una spagnola piuttosto antipatica (Cristina Brondo), con un italiano piuttosto anonimo (Federico D’Anna), con un nordico piuttosto anonimo pure lui (Christian Pagh), con un crucco piuttosto crucco (Barnaby Metschurat), con una belga piuttosto lesbica (Cécile De France in versione mora), con una inglese piuttosto anzi parecchio bona (Kelly Reilly, sempre sia lodata), cui alla fine si aggiunge pure il piuttosto stronzo ma piuttosto simpatico fratello della tipa inglese (Kevin Bishop).

Da un miscuglio di razze del genere ne sarebbe potuto uscire un bello spottone per l’Unione europea da far oggi felici Renzi e la Merkel, e un pochino lo è, sia inteso in senso positivo. Il rischio era anche quello che ne venisse fuori una pellicola ricca di stereotipi sulle varie nazioni e sulle varie culture, con tanto di battute e situazioni scontate. Ne sarebbe potuta uscire insomma benissimo una porcatona come Fuga di cervelli, l’avventura in terra inglese (anche se in realtà l’hanno chiaramente girato a Torino) di Paolo Ruffini. Per fortuna così non è. L’appartamento spagnolo non scade troppo nei cliché, sebbene alcuni personaggi come l’italiano o il tedesco rimangano molto in superficie.
La cosa che più colpisce del film è la sua freschezza, il suo tocco leggero eppure non stupido. È la perfetta fotografia dell’Erasmus generation e allo stesso tempo, nonostante abbia sul groppone già più di 10 anni, riesce ad apparire ancora parecchio attuale. Si sente forte il tocco personale, autentico del regista e sceneggiatore Cédric Klapisch, ricco di invenzioni e trovate registiche che rendono il racconto più dinamico. Merito della riuscita della pellicola va poi al variegato e multinazionale cast, a un’ottima colonna sonora che usa come leitmotiv “No Surprises” dei Radiohead e, nella scena più delirante, ubriaca con “Aerodynamic” dei Daft Punk. E soprattutto regala un finale esaltantissimo. Un vaffanculo al crescere, al prendersi delle responsabilità, a vivere una vita in ufficio. Un vaffanculo a tutto, tranne ai propri sogni.

I Selfie fino a una decina di anni fa.
Nonostante il godurioso finale sulle note di “Que viva la noche” di tali Sonia y Selena (le Paola & Chiara della Spagna), L’appartamento spagnolo è anche un film che lascia sospesi, con la voglia di saperne di più di questi personaggi, di vedere come proseguiranno le loro storie. Qualcosa di analogo a quanto capita con Prima dell’alba. Proprio come in quel caso, è un vero piacere sapere di avere davanti ancora due episodi che continueranno a raccontarci di Romain Duris, della sua lagnosa ex Audrey Tautou (che avrebbe poi ritrovato pure in Mood Indigo - La schiuma dei giorni di Michel Gondry) e dei suoi coinquilini spagnoli.
L’Erasmus finisce, la vita va avanti. Come?
Lo scopriremo presto, con i prossimi due capitoli internazionali: Bambole russe e il nuovissimo Rompicapo a New York...
(voto 8/10)

giovedì 26 settembre 2013

SCONTRO SUL (BLING) RING DEL CINEMA




"Io con il furto a casa di The Rock non c'entro niente.
E' Ford che ci teneva a entrare nella casa del suo mito..."
Questa settimana si ritorna a fare sul serio. Arriva nei nostri cinema Bling Ring della Sofia Coppola e si preannuncia come un appuntamento da non perdere, che il film piaccia o meno.
Per il resto c’è qualcosina d’altro che potrebbe non essere male e poi c’è il Male.
Non mi riferisco al mio blogger rivale Mr. Ford, che continua a infestare questa altrimenti magnifica rubrica sulle uscite cinematografiche con i suoi pareri non richiesti.
Mi riferisco a Moccia.
Il male.
Lo schifo.
La fine del mondo?
No, la fine del cinema.

"Ma porca pupazza, quanto ancora c'è da aspettare per la rece cannibale?"
Bling Ring di Sofia Coppola
Il consiglio di Cannibal: tutti sul (bling) ring della Coppola, non sul ring del wrestler Ford
A questo film dedicherò un post molto abbondante, quindi per il momento non dico niente.
Nell’attesa della recensione cannibale, andate a vedervi il film che poi ne riparliamo.
L’opinione di Ford?
Francamente me ne infischio.
Il consiglio di Ford: dovrò sfoderare le bottigliate più toste mai viste su un ring? O gli occhi faranno "bling bling"?
Il film della Coppola è una delle scommesse più incerte della stagione: conoscendo la storia della regista, potrebbe rivelarsi una sòla da competizione o una sorpresa clamorosa.
Un po’ come fu per Spring breakers.
The bling ring mi avrà sorpreso allo stesso modo? Restate sintonizzati e presto lo saprete!

"Il mondo sta per finire. Vuol dire che anche WhiteRussian finirà, evviva!"
La fine del mondo di Edgar Wright
Il consiglio di Cannibal: il mondo finirà solo dopo un sanguinoso scontro tra Ford e Cannibal
Terzo capitolo della cosiddetta trilogia del cornetto firmata da Edgar Wright e interpretata da Simon Pegg e Nick Frost, dopo L’alba dei morti dementi e Hot Fuzz. Per quanto mi ispiri simpatia, per quanto si rivelerà certamente divertente, in giro non mi sembra di aver sentito un grosso entusiasmo nei confronti di questo apocalittico terzo episodio, anche da parte dei fans hardcore del trio britannico. Allora è proprio il caso di dire, con una di quelle frasi fatte che tanto piacciono alle persone anziane e quindi anche a Ford: mi sa che questo film non sarà la fine del mondo. Comunque una visione ci sta tutta!
Il consiglio di Ford: la fine di Cannibal, ovvero la prossima Blog War.
La premiata ditta Wright/Pegg/Frost gode da tempo dello status di leggenda del Saloon grazie a quelle due meraviglie di Shaun of the dead e Hot fuzz, vere e proprie pietre miliari del genere che ad ogni visione riescono a farmi rotolare a terra dalle risate come la prima volta.
Inutile dire che il terzo ed ultimo capitolo della trilogia del cornetto è atteso da queste parti come pochi altri titoli in questo periodo, e la speranza è che mantenga gli standard - altissimi - dei primi due: se così fosse, potrei perfino dimenticare tutte le castronerie che escono dalla penna del Cannibale ogni settimana.

"Da quando esiste quel blog, non bevo più white russian.
Portatemi una Cochina Light, per favore."
Redemption – Identità nascoste di Steven Knight
Il consiglio di Cannibal: per Ford non ci può essere nessuna redemption
Questa potrebbe non essere la classica porcheria action cui Jason Statham, dopo i fasti degli spettacolari Crank, ci ha ormai abituati negli ultimi anni. A firmare la regia c’è infatti Steven Knight, che quest’anno ha girato anche Locke con Tom Hardy, uno dei film più apprezzati all’ultimo Festival di Venezia, dov’è stato presentato, se non sbaglio come di solito fa Ford, fuori concorso.
Questo Redemption promette di essere di un action più intimista dei soliti, vagamente in stile Refn e potrebbe essere una discreta sorpresa. Anche se il fatto che possa piacere pure a Ford rientra tra i suoi punti deboli.
Il consiglio di Ford: una redemption è impossibile, per un caso disperato come Peppa Kid.
Personalmente, ho trovato questo film una vera - e piacevole - sorpresa.
Il nostro Jason Statham - in assoluto l'unico, vero, action hero di questi anni - presta legnate, fisicità e carisma ad una tamarrata più riflessiva del solito, ottimamente realizzata e clamorosamente sopra le righe almeno in un paio di occasioni, che hanno reso l'attore inglese ancora più expendable agli occhi del sottoscritto.
Non sarà il film dell'anno, ma nel suo genere rappresenta senza dubbio una delle cose migliori viste di recente.
Recensione fordiana a brevissimo.

"Ma nooo! Dovevate colpire la casa di Ford, non la nuova dimora cannibale!"
Sotto assedio – White House Down di Roland Emmerich
Il consiglio di Cannibal: White Russian Down
Per un action thriller che potrebbe sorprendere in positivo come Redemption, eccone un altro che potrebbe rivelarsi o una porcata di medio livello, o una porcata epocale. Spero più la seconda, visto che di porcheruole solo medie ultimamente in giro ce ne sono già troppe, come il recente R.I.P.D.. Qui ci troviamo di fronte a un potenziale nuovo Attacco al potere – Olympus Has Fallen, con in più la regia di squalità di Roland Emmerich, esperto di schifezze fracassone numero 2, subito dietro all’idolo fordiano Michele Baia. Non è nemmeno malvagio il cast, capitanato dal più espressivo degli attori inespressivi ovvero Channing Tatum, ma la puzza di americanata sovrasta persino l’odore di Ford dopo che è stato sommerso dai pannolini sporchi del Fordino.
Il consiglio di Ford: Cannibal Kid down.
Lo spettro dell'agghiacciante Attacco al potere - Olympus has fallen aleggia pesantemente su questo lavoro del catastrofico - in tutti i sensi - Emmerich, che promette di essere una delle cose più americane - nel senso brutto del termine - della stagione.
L'unica speranza è che il tutto sia stato preso con una discreta dose di ironia, e che dunque si finisca per vedere l'ennesimo giocattolone a stelle e strisce parzialmente innocuo.
Staremo a vedere.
Nel frattempo, non considero tanto innocuo il fatto di temere questo titolo almeno quanto lo starà temendo Radical Kid.

"Piuttosto che vedere il nuovo film di Moccia, sono venuta a lezione di corsa!"
Universitari – Molto più che amici di Federico Moccia
Il consiglio di Cannibal: Io e Moccia – Molto più che nemici
Negli ultimi tempi Ford si sta rammollendo e addolcendo sempre di più, e così io sono alla costante ricerca di altri nemici da combattere. E sconfiggere. Con Vasco ormai messo peggio persino di Ford, con Michael Bay che si mette in testa di fare il Cinema d’Autore, con Berlusconi che ormai è più noioso di un film di Wong Kar-wai, è ora di rispolverare il mio antico odio antimocciano. Federico Moccia, er pejo der pejo. A suo modo comunque una garanzia: quando vorrò massacrare un film, mi piazzerò su Universitari – Molto più che amici, e così io e Moccia torneremo ad essere più nemici di me e Ford.
Il consiglio di Ford: Io e Cannibal - Amici per Moccia
Moccia, uno dei peggiori insulti al Cinema mai esistito, è uno dei pochi registi in grado di spingere il sottoscritto e Peppa Kid dallo stesso lato della barricata per combattere le oscenità che porta in sala.
Questo Universitari, ovviamente, non sarà da meno: io ed il mio antagonista usuale, dunque, potremmo per l'occasione organizzare una bella Blog War anti-Moccia.

Un gruppo di giovani che non troverà mai più un lavoro.
Vittime della crisi?
No, hanno in curriculum un film di Moccia.

"Ti ha mandato un messaggio Ford?"
"Ma figurati: Ford don't text!"
Sarebbe stato facile di Graziano Salvadori
Il consiglio di Cannibal: sarebbe stato facile prendersela con il cinema italiano, anzi lo è davvero
Basta guardare il trailer. Ma ‘sta roba può essere considerato un film?
Sembra un video amatoriale, di quelli brutti, caricato da un ragazzino che usa per la prima volta la macchina da presa e poi, tutto eccitato, pensando di aver realizzato un capolavoro, lo carica su YouTube. Amici e parenti possono guardarlo e fargli pure i complimenti, l’intero pubblico nazionale però se lo può anche risparmiare. Se a demolire Moccia o qualche opinione dell’altro mondo di Ford ci provo gusto, con una roba del genere sarebbe troppo facile e non mi darebbe nemmeno una particolare soddisfazione. Quindi, caro “regista” Salvadori, mi sa che per ora sei salvo.
Il consiglio di Ford: vedere questo film è un'impresa tutt'altro che facile.
Fortunatamente questa settimana le uscite estere danno un po’ di respiro a noi poveri italioti, perchè dopo Moccia arriva una cosa che arrivare a definire film riesce davvero difficile.
E scrivere un parere in merito quasi impossibile.
Passo oltre, e faccio finta di non essere mai venuto a conoscenza dell'uscita di questo "titolo".

"Lo sai che il titolo originale di questa pellicola è L'inconnu du lac?"
"Allora è un film sardo, altroché francese..."
Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie
Il consiglio di Cannibal: Ford, lo sconosciuto di Lodi
Un thriller francese a tematica gay? Azz, sembra una cosa piuttosto originale.
Un film originale che esce nelle nostre sale?
C’è quasi da aver il sospetto che ci sia qualcosa sotto, come quando Ford tira fuori una opinione più o meno condivisibile. Le possibilità di avere una visione se non altro curiosa e diversa dalle solite in ogni caso ci sono, poi se il film sarà effettivamente “un capolavoro” come definito da Libération (non ho mica detto WhiteRussian) è tutta un’altra storia…
Il consiglio di Ford: Marco Goi, lo sconosciuto di Casale.
Come spesso accade quando si tratta di Cinema francese, ci troviamo di fronte ad un titolo potenzialmente interessante in grado di farci rimpiangere di essere nati da questa parte delle Alpi.
Non sarà in cima alla mia lista di visioni per questa settimana, ma senza dubbio il Saloon aprirà le sue porte al lavoro di Guiraudie appena possibile.
Aprirebbe le porte per una bevuta anche a Peppa Kid, ma quello se ne sta sempre rinchiuso in cameretta con il suo migliore amico, il Coniglione Donnie.

"Piuttosto che vedere il nuovo film di Moccia,
pure noi siamo venuti a scuola di corsa!"
Vado a scuola di Pascal Plisson
Il consiglio di Cannibal: oggi non vado a scuola, oggi chiodo!
Dal titolo, sembra un film horror.
Invece no, è un documentario francese che racconta le drammatiche storie di un gruppo di bambini di varie parti del mondo, tra cui il povero Fordino da Lodi, costretto a crescere con i miti di Hulk Hogan, Schwarzy e Europe manco fossimo ancora negli anni Ottanta. Preparate i fazzoletti, vi aspetta una visione davvero commovente.
Il consiglio di Ford: tornare a scuola? Volentieri, ma solo potendo sfogare un po’ di bullismo su Cannibal!
La classe, firmato da Cantet qualche anno fa, era stato una sorpresa magnifica, ed onestamente porto ancora i segni di quella visione: considerata la qualità cui i nostri cugini transalpini ci hanno riservato negli ultimi anni, potrei quasi pensare di aggiungere questo nome alla lista, quasi sicuro di non rimanere deluso.
Staremo a vedere.
Intanto mi consolo con il fatto che a deludermi sempre resteranno le opinioni del mio sgradito compare Kid.


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