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mercoledì 12 marzo 2014

ROMAN POLANSKI IN PELLICCIA




Venere in pelliccia
(Francia, Polonia 2013)
Titolo originale: La Vénus à la fourrure
Regia: Roman Polanski
Sceneggiatura: Roman Polanski, David Ives
Ispirato all’opera teatrale: Venere in pelliccia di David Ives
A sua volta ispirato al romanzo: Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch
Cast: Emmanuelle Saigner, Mathieu Amalric
Genere: sadomaso
Se ti piace guarda anche: Carnage

Ci sono esperienze che ti segnano nel profondo. Ad esempio quando vieni condannato per un reato e la tua libertà personale viene limitata. Il carcere pare che faccia vedere le cose sotto un’altra prospettiva. Soprattutto il rapporto con le docce.
Non posso parlare per esperienza personale perché io in prigione non ci sono mai stato. D’altra parte al giorno d’oggi mica è semplice andarci. È più facile vincere alla lotteria. Oscar Pistorius per il San Valentino dell'anno scorso ha regalato alla fidanzata una scarica di proiettili ed è fuori. Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati condannati per omicidio rispettivamente a 28 e 25 anni, eppure sono fuori.
Silvio…
Silvio non parliamone.
Uno che in galera non c’è andato, ma quasi, è Roman Polanski. Accusato di violenza sessuale su una minorenne, il regista polacco naturalizzato francese tra il 2009 e il 2010 ha passato alcuni mesi agli arresti domiciliari. Un’esperienza che pare averlo segnato nel profondo. Le sue due ultime pellicole sono infatti ambientate entrambe in location uniche, claustrofobiche, con un gruppetto di personaggi che si trovano a condividere lo stesso limitato spazio. Carnage in tal senso è la rappresentazione cinematografica perfetta di cosa significa stare agli arresti domiciliari, sotto forma di accusa/presa per il culo dello stile di vita borghese.

"Perché ho sposato Roman Polanski?
Perché ce l'ha lungo così, ecco perché!"
Con l’ultimo Venere in pelliccia, Roman Polanski cambia location, ma non registro. Anche in questo caso c’è un unico ambiente principale a fare da sfondo al confronto verbale tra i protagonisti. Laddove Carnage era tratto da un’opera teatrale, qui il teatro diventa lo sfondo, e se vogliamo anche il terzo protagonista, della pellicola. Il gioco rispetto al suo film precedente si fa ancora più estremo e, se in Carnage avevamo 4 personaggi, qui ne troviamo solamente 2, oltre al teatro. Un uomo e una donna. Un regista e un’attrice. Lei arriva in ritardo all’audizione per l’adattamento teatrale del romanzo dell’800 Venere in pelliccia e cerca di convincere il regista a darle comunque una possibilità. Sotto le sue insistenze, lui cederà e poi…
Poi niente, il film è tutto qua. Nel rapporto che si instaura tra il regista e l’attrice e tra i loro due personaggi teatrali. Non è troppo difficile trovare un’identificazione tra il protagonista maschile Mathieu Amalric e lo stesso Roman Polanski, anche perché la protagonista femminile è la moglie del regista Emmanuelle Seigner. Una Emmanuelle Seigner strepitosa, sia a livello recitativo che fisico, con i suoi 47 anni portati da vera Venere. È lei la trascinatrice della pellicola, sebbene Amalric venga fuori poco a poco e riesca a impressionare parecchio pure lui.

"Vuoi che mi faccia tua moglie davanti a te?
Sei persino più perverso di quanto immaginassi, Roman!"
Il film è un gioco in cui i personaggi del film si confondono con i personaggi dell'opera che si confondono con Polanski e sua moglie e quindi non si capisce più bene chi interpreta chi e in questo sta il fascino principale della pellicola, fascino esplosivo della Seigner a parte. Il confine tra finzione e realtà non sembra più esistere, così come il confine tra cinema e teatro. Tutto è rappresentazione. Tutto è messa in scena. Più che persone, siamo tutti dei personaggi.
Per giocare a questo gioco, Roman Polanski ha scelto una fonte di ispirazione non casuale. Venere in pelliccia è un romanzo soft-erotico, a quanto pare nemmeno troppo soft, padrino della cultura sadomaso e di tutte le 50 sfumature di grigio venute in seguito. Un testo pruriginoso e malato, terreno ideale per le perversioni del regista. Cosa che è solo un bene, anche perché – diciamolo – i registi, quelli bravi almeno, sono quasi tutti dei gran pervertiti. Tarantino, Lynch, von Trier, Kubrick, Hitchcock, De Palma, Cronenberg, Allen… In mezzo a loro, Polanski un posto da Presidente onorario del club Registi Pervertiti se lo merita tutto.

Un'immagine dal set di Venere in pelliccia?
No, dalla camera da letto di Roman Polanski e consorte.
Così come il regista teatrale protagonista della pellicola sostiene che nell’adattamento di Venere in pelliccia c’è molto di se stesso, possiamo allora immaginare come in questo Venere in pelliccia – The Movie ci sia davvero molto di Roman Polanski. Ci sono la sua vita, i suoi film, il suo rapporto con le donne, tra potere e sottomissione, accuse di maschilismo e punizione.
Possiamo parlare dunque di questa pellicola come di uno dei suoi capolavori?
Non esattamente. Venere in pelliccia ha degli splendidi dialoghi e propone due prove interpretative da standing ovation, ma l’impressione di assistere a un mero esercizio di stile, per quanto splendidamente realizzato, non se ne va mai via. Nonostante alcuni passaggi troppo legati al romanzo/opera teatrale a un certo punto appesantiscano un po’ la visione, la rappresentazione è coinvolgente dall’inizio alla fine. A mancare è un rapporto più diretto con il pubblico. A mancare sono le vere emozioni. Venere in pelliccia è un bel gioco, ma è pur sempre un gioco cui si assiste e non uno in cui si riesce a essere davvero partecipi. Forse perché i protagonisti del film non sono i due protagonisti, e non è nemmeno il teatro. Il vero protagonista è Roman Polanski ed è lui, ben più dello spettatore, a divertirsi come un bambino. Come un bambino perverso.
(voto 6,5/10)

giovedì 14 novembre 2013

iCINEMA




Altra settimana cinematograficamente intrigante, questa, dopo i numerosi film promettenti usciti lo scorso weekend. Da stasera arriva nelle sale una nuova infornata di pellicole dal buon potenziale, incredibile ma vero. Dopo due settimane di uscite niente male nei nostri cinema, verrà confermato il detto: non c’è due senza tre?
Ricordo che siamo sempre in Italia e quindi non ci conterei troppo.
Un altro antico detto comunque questa settimana viene nel frattempo confermato: non c’è rubrica delle uscite cannibali senza Ford. Purtroppo. Il mio blogger nemico anche ‘sta volta ha voluto dire a tutti i costi la sua e quindi ecco a voi i suoi commenti, ad accompagnare gli unici, che molto modestamente, vale la pena di tenere in considerazione: i miei.

"Ero indeciso tra il lancio dell'iPod e quello dell'iPhord,
un generatore automatico di recensioni cinematografiche sballate.
Perché diavolo ho scelto l'iPod?"
Jobs di Joshua Michael Stern
Il consiglio di Cannibal: Jobs, grazie per non aver mai inventato l’iPhord
Quando si parla di un grande personaggio, uno di quelli che hanno cambiato la storia recente, c’è sempre grande interesse.
No, non sto parlando di me. Sto parlando di Steve Jobs e dell’atteso film dedicato alla sua vita.
Com’è? Come non è?
Io l’ho già visto, ma non ve lo dico. Bisogna creare la suspance, come sapeva fare nelle sue presentazioni Jobs, un innovatore al contrario di Ford che è un conservatore. C’è una cosa però ad accomunarli: entrambi possono essere considerati dei visionari. Steve Jobs per le sue invenzioni rivoluzionarie, Ford perché ha delle visioni di gente travestita in modo ridicola che se le dà di santa ragione.
Ah, dite che quella non è una visione, ma un vero sport che si chiama wrestling?
Sarà, in ogni caso la recensione cannibale di Jobs arriverà a breve sui vostri Macintosh. E pure sui vostri PC.
Il consiglio di Ford: meglio un Apple oggi che un Cannibale domani!
Nonostante sia un possessore di Mac e Ipod, non sono mai stato uno di quei pazzi maniaci modaioli totalmente schiavi del marchio Apple, così come non ho mai avuto un particolare coinvolgimento emotivo rispetto alla vita e alle innovazioni di Steve Jobs, per quanto ne possa riconoscere l'importanza per il settore tecnologico ed il suo progresso.
Il film ispirato alla sua vita, dal canto suo, mi ispira meno di una sua possibile recensione cannibalesca a partire dal protagonista, Ashton Kutcher, che non ho mai potuto vedere.
Non credo sarà in cima alla mia lista, ma prima o poi, per dovere di recensore, penso mi toccherà. Un po’ come mi tocca Peppa Kid come co-conduttore di questa rubrica ogni settimana.

Ecco lo scatto che incriminerebbe Gabriele Paolini.
Ormai fare sesso con Lindsay Lohan è illegale in 15 stati, tra cui l'Italia.
The Canyons di Paul Schrader
Il consiglio di Cannibal: Ford, gettati in un canyon!
Un film scritto da Bret Easton Ellis con protagonista Lindsay Lohan?
Ma questa è la versione cannibale dell’accoppiata Stallone + Schwarzy tanto amata da Ford.
The Canyons è stato disprezzato dalla critica americana e veneziana e so che probabilmente si rivelerà una roba davvero trash. Spero però che sia almeno talmente trash da raggiungere il sublime, anche se temo non sarà così. Questa è una pellicola quindi che mi preoccupa parecchio visto che Bret è uno dei pochi idoli che mi sono rimasti a non avermi mai ancora deluso. Non più di tanto, se non altro.
Quanto a Ford, da lui rimarrei deluso se cominciasse a dire delle cose furbe!
Il consiglio di Ford: Cannibal, facciamo una gita in un canyon, così posso dire che sei scivolato!
Paul Schrader non mi è mai dispiaciuto, come sceneggiatore così come regista. Eppure questo suo nuovo lavoro, accolto come una sorta di rivelazione dalla rivista cinematografica online più radical chic d'Italia - www.spietati.it - e soprattutto atteso dal mio rivale mi preoccupa non poco.
Sono sicuro che lo vedrò, ma starò ben attento a tenere in forma le bottiglie in caso di eventuale delusione.

"Carnage sopravvalutato? Ford, mettiti gli occhiali!"
Venere in pelliccia di Roman Polanski
Il consiglio di Cannibal: meglio di un inguardabile Ford in pelliccia da tamarro alla Kid Rock
Nuovo film di Roman Polanski di cui non so molto e di cui non voglio nemmeno sapere troppo. Perché non mi interessa?
Tutt’altro, semmai perché mi incuriosisce e preferisco rimanga avvolto nel mistero fino a che lo vedrò. Le premesse in ogni caso sono piuttosto buone, considerando che Polanski a me sembra in buona forma registica, dopo l’ottimo L’uomo nell’ombra e il valido Carnage, che non era un capolavoro ma non era nemmeno malaccio come vi dirà quello sfordito di Ford.
Il consiglio di Ford: quest'inverno sto pensando di farmi una pelliccia di Goi. Roba da ultima moda.
Ho sempre avuto un'ottima opinione di Polanski, uno dei grandi Maestri del Vecchio Continente. Eppure, a seguito della visione di Carnage - forse il suo lavoro più sopravvalutato -, ho cominciato a nutrire gli stessi dubbi che mi attanagliarono dopo aver visto A dangerous method di Cronenberg: non è che il vecchio Roman mi si è rammollito come fosse un Cucciolo Eroico qualsiasi?
Spero proprio di no, e che questo film non mi costringa a dispensare colpi su colpi come fu per Cosmopolis del collega canadese.

"Hey, sono finita su Pensieri Cannibali solo una volta, e per sbaglio.
Questa non vi sembra una reazione un tantinello eccessiva?"
Il paradiso degli orchi di Nicholas Bary
Il consiglio di Cannibal: il paradiso dei Ford è l’inferno per i cannibali
Tratto da un romanzo di Daniel Pennac, questo film promette di confermarci l’ottimo periodo del cinema francese, che raramente delude. Da Il paradiso degli orchi mi aspetto allora grandi cose, un film surreale al livello del recente La schiuma dei giorni di Michel Gondry e magari anche meglio. In più c’è l’attrice del momento, la grande Bérénice Bejo che la prossima settimana vedremo anche in Il passato. Speriamo bene, che ci sono le premesse per un film bello radical-chic che potrebbe rivelarsi il paradiso dei cannibali e l’inferno dei ford.
Il consiglio di Ford: l'orco Ford contro il pusillanime Cannibal.
Di Pennac ho un ricordo molto vago risalente ai tempi del liceo e qualche spruzzata derivata dal nostro Stefano Benni, e poco più. Onestamente, ho sempre pensato che fosse sopravvalutato almeno quanto gli ultimi film di Polanski e Cronenberg, ma forse dovrei dargli una spolverata, prima di esserne davvero sicuro.
Questo film, comunque, mi puzza parecchio di roba da fighetti come il mio rivale, e credo che rimarrà al palo almeno quanto La schiuma dei giorni, che ancora giace in attesa di visione temendo un'insostenibile porcata finto essai.

Stai lontana da me di Alessio Maria Federici
Il consiglio di Cannibal: Miss Ford, stai lontana da me
Commediola con Enrico Brignano (argh!) e Ambra Angiolini (doppio argh!!), stai lontana da me!!!
Il consiglio di Ford: stai lontana da me, commedia all'italiana!
Non sprecherò neppure una cattiveria all'indirizzo del mio antagonista per questo supposto film. Neanche una.

"Auto di Ford, la prossima volta stai lontana da me!"

"'Mmazza, che fatica! Abbiamo messo su peso, eh Mastronarda?"
L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi
Il consiglio di Cannibal: Ford, l’ultima ruota del carro dei blogger
Un titolo che è già tutto un programma, ma che questa settimana non è del tutto esatto. L’ultima ruota del carro è infatti Stai lontana da me, questa è solo la penultima ruota del carro. Considerando però che Elio Germano di solito se la cava bene e che il film nel suo attraversare vari decenni della storia recente italiana sembra un La meglio gioventù di serie B, e oggi come oggi un La meglio gioventù di serie B può anche essere preso per il meglio cinema nostrano, ci sono i presupposti perché non sia tanto male.
Andando però a vedere che la protagonista femminile è Alessandra “Cesarona” Mastronardi, già agghiacciante presenza del Woody Allen romanesco, questo potrebbe anche rivelarsi La peggio gioventù.
E Ford?
Beh, lui è La peggio terza età.
Il consiglio di Ford: l'ultima ruota del carro del Cinema. L'Italia.
Come se non bastasse la porcata di cui sopra, ecco l'ennesima proposta "troppo italiana" made in Italy.
Comincio a non ricordare più l'ultima volta in cui mi è parso che un film nostrano valesse l'attesa e l'hype per la sua uscita.
Se si continua così, finirò per essere più curioso delle sparate cannibali che delle produzioni tricolori.

"Accoppiarsi con MrFord non è stata proprio l'idea migliore della mia vita.
Questi sono i risultati..."
Wolf Children di Mamoru Hosoda
Il consiglio di Cannibal: per tutti i cannibal children (e non solo)
In chiusura, segnalazione doverosa per tutti i fan degli anime (e non solo), nonostante il film non arrivi nel weekend ma sia stato programmato nelle sale italiane per una sola giornata, ieri mercoledì 13 novembre. Per chi se lo fosse perso nei cinema, credo che presto in rete ci sarà qualche modo per rimediare…
Wolf Children è il nuovo film di Mamoru Hosoda, regista dello spettacolare e divertentissimo Summer Wars nonché discepolo di Hayao Miyazaki, e rischia quindi di essere la pellicole d’animazione migliore dell’anno.
Speriamo di riuscire a vederlo. E speriamo di non vedere più Ford presente su questo blog.
Scherzo Ford, sei sempre il mio nemico preferito, dopo gente del calibro di Moccia e Brignano.
Il consiglio di Ford: il tempo dei lupi. Ovvero quello della distribuzione italiana.
E mentre impazzano vere e proprie merde prodotte dalle nostre parti, ecco che uno dei film d'animazione più importanti ed interessanti dell'anno viene relegato ad una sola giornata di programmazione.
Complimenti, ragazzi. Davvero.
Passando oltre, e sperando di avere tutti la possibilità di recuperare questo interessantissimo Wolf children grazie alla rete, azzardo nell'affermare che il lavoro di Hosoda potrebbe addirittura mettere d'accordo perfino il sottoscritto e Peppa Kid.
Una cosa davvero non da poco.

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