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domenica 30 agosto 2015

Cannibal Music - I dischi di agosto 2015





In attesa che nel corso dell'autunno scendano in campo un sacco di pezzi grossi della musica con i loro nuovi lavori, agosto sul fronte delle novità è stato un mese un po' sonnacchioso. Un po', ma non del tutto perché, insieme ad alcuni recuperi dagli scorsi mesi, qualcosina di interessante è comunque arrivata...

Natalie Imbruglia “Male”

giovedì 26 febbraio 2015

CANNIBAL MUSIC - I DISCHI DI FEBBRAIO 2015





L'appuntamento con la rubrica dedicata alla musica del mese prosegue. Nonostante i miei problemi di memoria e di mente in generale, non me ne sono scordato ancora e quindi ecco che, dopo i dischetti ascoltati a gennaio, andiamo a scoprire alcuni degli album passati dalle parti di Pensieri Cannibali nelle ultime settimane.

Verdena “Endkadenz Vol. 1”

I Verdena hanno fatto un altro disco tipicamente verdeniano. Prendete la cosa sia in senso positivo che in senso negativo.
Positivo perché i tre bergamaschi restano sempre la realtà più forte (o forse dovrei dire l'unica?) della scena rock italiana attuale. Questo nuovo impronunciabile Endkadenz Vol. 1 ci conferma una rock band capace di una cura nel suono che non ha pari dalle nostre parti e conosce poca concorrenza pure a livello internazionale, se non altro tra i gruppi chitarristici. In più, nonostante manchi il pezzo bomba alla “Luna” o alla “Valvonauta”, ci sono alcuni highlights notevoli come l'esaltante “Un po' esageri” e la ballatona visionaria “Diluvio”.
Negativo perché, nonostante la maturità nel sound e nella capacità di scrittura raggiunta, questo disco non aggiunge niente di nuovo o di fondamentalmente differente rispetto a quanto già fatto dai tre in passato. Chi li odierà continuerà a odiarli. Chi li amerà continuerà ad amarli. In attesa di sentire anche il Vol. 2 in uscita nei prossimi mesi, questo Endkadenz Vol. 1 non cambia di una virgola ciò che già si sapeva della band. Piaccia o meno, i Verdena sono sempre gli stessi.
(voto 7-/10)

martedì 11 marzo 2014

I DISCHI CON CUI SONO CRESCIUTO




Nuovo giochino/lista su Pensieri Cannibali.
Dopo la serie dedicata a film, dischi, canzoni e programmi tv vergogna, ecco che vi propongo una nuova top 10. Anche questa volta ha a che fare con il tirare fuori i propri scheletri dall’armadio, ma in questo caso non sono scheletri di cui necessariamente vergognarsi.
Quali sono i dischi, o anche solo le canzoni, con cui siete cresciuti?
Ecco la lista dei 10 album fondamentali della mia adolescenza. Come potrete notare sono tutti dischi degli anni ’90. Questo perché è in quel decennio che ho cominciato ad ascoltare musica e in quel periodo mi piaceva sentire soprattutto artisti a me contemporanei. Le band del passato erano roba per i miei genitori e io, da buon teenager ribelle, non volevo averci niente a che fare. Più in là nel tempo avrei poi ampiamente rivalutato un sacco di musica “vecchia”, soprattutto quella degli anni Ottanta, ma nei 90s per me esisteva solo la musica dei 90s.
E dopo questa premessa più o meno inutile, beccatevi la mia top 10 degli album con cui sono cresciuto. Se vi piace l’iniziativa, partecipate pure voi con le vostre liste di dischi o canzoni con cui siete sopravvissuti all'infanzia/adolescenza da postare sui vostri blog, sui social network oppure tra i commenti a questo post.

10. Alanis Morissette “Jagged Little Pill”
Ci sono dischi che segnano una generazione. L’esordio di Alanis Morissette uscito a metà anni ’90 è uno di questi. Difficile spiegare bene il perché a chi scopre la sua musica adesso. Aveva le canzoni giuste, il look giusto, il suono giusto. Aveva un’attitudine rock ribelle ma i suoi pezzi possedevano anche un’immediatezza pop capace di raggiungere qualunque tipo di pubblico. Ascoltato oggi può non sembrare niente di così fenomenale o sconvolgente, eppure chi è cresciuto nei 90s, ovunque fosse e qualunque tipo di musica ascoltasse, non può non essere stato segnato in qualche modo da questo disco.



9. Verdena “Verdena”
Nell’epoca in cui gli album ancora si compravano, non ho mai comprato molti dischi italiani. Nei 90s ascoltavo i vari Afterhours, Bluvertigo e Marlene Kuntz, però nessun gruppo nostrano era riuscito a conquistarmi davvero come le band inglesi o ammerecane. Nessuno fino ai Verdena. Pezzi come “Valvonauta” o “Viba” non ho capito ancora oggi cosa significhino, probabilmente non l’hanno capito nemmeno gli stessi Verdena, però dio bono se spaccavano, i Nirvana de’ noantri. E spaccano ancora.



8. Fugees “The Score”
Per quanto sia cresciuto con dischi prevalentemente rock, il mio cuoricino ha sempre battuto in maniera particolare anche per la musica hip-hop. Tra l’ascolto occasionale di una “Gangsta’s Paradise” di Coolio e una “California Love” di 2Pac, l’album che ha definitivamente sdoganato il genere rap nella mia collezione di dischi è stato “The Score” dei mitici Fugees. Quella con la loro versione super cool di “Killing Me Softly”.



7. Muse “Showbiz”
Il primo concerto a cui sono stato. Milano. Alcatraz. Muse. Quando ancora nessuno se li filava. Quando in Italia, ma un po’ anche nel resto del mondo, li ascoltavamo soltanto io e il mio amico Carlo Maria. E chi li aveva fatti conoscere i Muse al mio amico Carlo Maria? Io ovviamente. I tre inglesi capitanati da Matthew Bellamy avrebbero poi venduto milioni di copie e sarebbero finiti a suonare a Wembley e a farsi Kate Hudson, però come direbbe Pippo Baudo: “I Muse li ho inventati io”.



6. Sonic Youth “A Thousand Leaves”
Una volta non si chiamava indie, si chiamava alternative rock. Quando ho conosciuto i Sonic Youth, sono davvero diventato alternative rock. Sono davvero diventato indie.

Mamma, sono diventato indie!
Ma se dormi ancora col tuo orsetto Yoghi! [Articolo 31 cit.]



5. Prodigy “The Fat of the Land”
Oltre che una testa di radio e oltre che una testa di ca**o, sono una testa elettronica. Sono cresciuto con una cultura musicale orientata verso il rock, però ho sempre creduto ci fosse qualcosa di più e qualcosa di diverso da una formazione chitarra-basso-batteria. A farmi avvicinare al mondo della musica electro c’hanno allora pensato i Prodigy, gruppo capace di fondere un’attitudine punk-rock da Sex Pistols a suoni da rave-techno per impasticcati. Cosa ci poteva essere di più figo?



4. Blur “Blur”
Un grandissimo album, “Blur” dei Blur, come d’altra parte tutti i dischi della band di Damon Albarn. Al di là del valore dell'LP nel complesso, se devo indicare una sola canzone capace di scaraventarmi indietro nel tempo, questa è “Song 2”. Non servono DeLorean, flussi canalizzatori o 88 miglia orarie. Bastano meno di due minuti ed eccomi lì di nuovo, un kid di appena 15 maledettissimi anni.



3. Nirvana “Nevermind”
Uno dei più grandi rimpianti della mia vita è quello di non aver vissuto “in diretta” il periodo dei Nirvana. L’ho mancato giusto per un soffio. Ai tempi dell’esplosione di “Smells Like Teen Spirit” avevo appena 9 anni e Kurt Cobain non sapevo manco chi fosse. Il mio idolo ai tempi era Robbbertobbbaggio, come lo chiamava Biscardi. Kurt Cobain l’ho conosciuto solo dopo la sua morte e, al di là delle sue splendide canzoni, mi avrebbe affascinato, e mi affascina tutt’oggi, come nessun altro personaggio, musicale e non. Per me Kurt resterà sempre un gigantesco meraviglioso punto interrogativo. Il simbolo di un disagio esistenziale che, anche quando tutto il mondo ti acclama, non puoi scrollarti di dosso. Mai.



2. Radiohead “Ok Computer”
La prima volta che ho ascoltato “Paranoid Android” è stata come la prima volta che ho fatto all’amore o la prima volta che ho visto 2001: Odissea nello spazio. Un’esperienza rivelatrice capace di farmi rivalutare tutto ciò in cui credevo prima, con la sola differenza che 2001 e Paranoid Android sono durate molto più a lungo. Quando poi è arrivato l’intero album Ok Computer, il mondo così come lo conoscevo è cambiato un’altra volta ancora.



1. Oasis “(What’s the Story) Morning Glory?”
Non il mio album preferito, non il più bello, non il migliore, bensì quello più importante per la mia adolescenza musicale. “(What’s the Story) Morning Glory” della band dei fratelli Gallagher è stata la prima musicassetta che ho comprato, ed era il giorno in cui ho compiuto 14 anni. È il disco che mi ha cambiato la vita e mi ha fatto diventare un drogato perso di musica. Per qualche tempo gli Oasis sono stati la mia band favorita, poi sono arrivati i loro rivali Blur e goodbye Gallagher.
Nonostante il tempo sia passato e con il tempo i miei ascolti siano cambiati, siete stati davvero importanti per me, cari Noel e Liam e, anche se siete due bastardi come pochi, vi vorrò sempre un mondo di bene.

lunedì 18 giugno 2012

Euro 2012: Italia VS Irlanda, Croazia VS Spagna

Match precedenti
Giornata 1 (Polonia - Grecia, Russia - Repubblica Ceca)
Giornata 2 (Olanda - Danimarca, Germania - Portogallo)
Giornata 3 (Spagna - Italia, Repubblica d'Irlanda - Croazia)
Giornata 4 (Francia - Inghilterra, Ucraina - Svezia)
Giornata 5 (Grecia - Repubblica Ceca, Polonia - Russia)
Giornata 6 (Danimarca - Portogallo, Olanda - Germania)
Giornata 7 (Italia - Croazia, Spagna - Repubblica d'Irlanda)
Giornata 8 (Ucraina - Francia, Svezia - Inghilterra)
Giornata 9 (Grecia - Russia, Repubblica Ceca - Polonia)
Giornata 10 (Portogallo - Olanda, Danimarca - Germania)

Gruppo C
Italia – Repubblica d’Irlanda
Ore 20:45

Oggi è il giorno della verità. Quale verità? Quella che la nostra squadra quest’anno fa schifo, Pirlo, De Rossi e Marchisio a parte? Può darsi, oppure può anche darsi che questa sera gli Azzurri ci dimostreranno il contrario. Vedremo…
Nel frattempo, per ingannare l’attesa, la sfida si sposta sul campo dei fantasiosi pronostici cannibali.
Per iniziare in maniera culturale e non solo cul come al solito, l’Italia si gioca la carta di Dante Alighieri:

Ahi serva Italia, di dolore ostello,nave sanza nocchiere in gran tempesta,non donna di province, ma bordello!
Dante Alighieri, Purgatorio, Divina Commedia

"Oh, ma che è sto casino? Sono arrivate le fan degli One Direction?
Vi prego, portatemi dei tappi per le orecchie. Subito!
Ed è gol per l’Italia, a cui risponde però a tono live dall’Aldilà l’irlandese James Joyce:

Quando un'anima nasce in questo paese le vengono gettate delle reti per impedire che fugga. Tu mi parli di religione, lingua e nazionalità: io cercherò di fuggire da quelle reti.
James Joyce, Dedalus

E con questa citazione a tema, pure l’irlandese va in rete. Grande partenza da entrambe le parti: 1 – 1.

Tutti gasati, gli irlandesi tornano all’attacco con la band irlandese più popolare del momento: gli One Direction.


Stanno spopolando in tutto il mondo, Italia compresa, peccato solo che…
facciano schifo! Ma tanto!
(okay, fan degli One Direction, via pure agli insulti nei miei confronti!)

La boyband irlandese infila quindi la palla dentro la sua rete con un clamoroso autogoal tra gli insulti del Trap e l’Italia si ritrova senza sforzo in vantaggio, con la possibilità di allungare con la sua scelta musicale.
Gli Azzurri selezionano dalla playlist, anzi visto che siamo italiani chiamiamola “lista gioco”, i Verdena… ed è gol! 3 – 1 per l’Italia!


Risultato cannibale: Italia – Repubblica d’Irlanda 3 – 1
L’Italia vince e convince grazie alle reti di Dante Alighieri e Verdena e all’autogol gentilmente concesso da quegli scarponi degli One Direction. Per la deludente Irlanda c’è la rete della bandiera siglata da James Joyce.

"Mi infilo i guanti da cucina: c'è da preparare un bel biscottone!"
Gruppo C
Croazia – Spagna
Ore 20:45

Sull’altro campo, l’Italia deve sperare in una vittoria della Spagna. O comunque deve augurarsi che gli spagnoli si accontentino di mangiare merengues e non preparino un bel biscottone impastato assieme ai croati.

Per mostrare che sono in buona fede, gli spagnoli partono subito in attacco a livello cinematografico. La selezione cinematografica quest’oggi propone Cella 211, ottimo thriller carcerario girato da Daniel Monzón.
Tiro molto potente, per il potere croato non c’è niente da fare. Gli spagnoli vanno subito in vantaggio, con i croati che non sanno proprio come replicare.

E allora la Spagna continua ad attaccare sparando la bomba Ska-P.
L’azione dei madrileni è rapida e scatenata e infila la difesa croata come burro. Ma senza biscottone. Forse…


La Croazia replica stancamente con la canzone in gara all’Eurovision di quest’anno, “Nebo” della stella locale Nina Badrić. Se non avete il coraggio di premere play, vi anticipo che è una roba stile Laura Pausini croata. Fate voi se volete sentirla…
Niente da fare dunque per una pessima Croazia, la Spagna vince dos a zero.


Risultato cannibale: Croazia – Spagna 0 – 2
Niente biscottone, almeno sul campo cannibale, con la Spagna che vince grazie alle reti di Daniel Monzón e Ska-P. Sul campo vero, spagnoli e croati si metteranno invece a preparci un poco dolce dessert?

martedì 13 marzo 2012

I soliti idioti. È normale, la volgarità per far ridere è normale

I soliti idioti: Il film
(Italia 2011)
Regia: Enrico Lando
Cast: Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Madalina Ghenea, Valeria Bilello, Marco Foschi, Miriam Leone, Giordano De Plano, Gianmarco Tognazzi
Genere: (solito) idiota
Se ti piace guarda anche: I soliti idioti - La serie, Scemo e più scemo, S.P.Q.R.

Prendo un impegno: cercherò di scrivere una recensione del film de I soliti idioti senza dire mai: “Dai, cazzo!”.
Da adesso in poi.
Ce la farò?
Mi sa di no, cazzo!

Il film dei soliti idioti non cambierà di una virgola ciò che già pensavate di loro.
Se non vi piacevano prima, dopo la pellicola vi sembreranno ancora più idioti.
Se già vi piacevano, com’è nel mio caso, vi ritroverete davanti a un filmetto guardabile, che a tratti fa ridere ma che è privo degli spunti geniali intravisti qua e là all’interno della serie trasmessa da EmmeTiVì.
È chiaro che il vero cinema è un’altra cosa. Quanto proposto dal Nongio e dal Biggio con questo grande salto su grande schermo è più che altro un’estensione di quanto già fatto in tv e in teatro: un super episodio speciale allungato degli sketch cui ci hanno abituati.
In particolare, la trama (esilissima) della pellicola è incentrata sulle vicende dei loro due personaggi più noti, iconici e divertenti: Father and Son, ovvero Ruggero e Gianluca De Ceglie. Ruggero, interpretato da un Nongio truccato in maniera molto più verosimile di, per dire, Leonardo DiCaprio in J. Edgar, non rappresenta tanto un uomo quanto un’entità. Un incrocio tra un romano doc e un certo imprenditore milanese fissato con le volgarità e con le puttane. Si può intravedere un minimo di critica sociale, in questo, ma per lo più I soliti idioti finiscono per fotografare alcuni soliti (idioti) comportamenti italioti per provocare la risata facile. Così facendo ottengono un effetto positivo, perché in fin dei conti un po’ di sano umorismo disimpegnato è sempre il benvenuto. L’effetto negativo di contro è che così facendo lo sberleffo socio-politico, pur presente, rimane troppo sottotraccia e lo spessore delle loro gag è parecchio ridotto. Almeno nella pellicola.
Nei loro sketch per la tv sono infatti presenti anche personaggi più incisivi, come Padre Boi e Padre Giorgio che con le prese per il culo dedicate al mondo della Chiesa non è che ci vadano giù tanto leggeri.

"Prendi appunti, Clint Eastwood!"
La scelta di concentrarsi soltanto su alcuni personaggi e non su tutti è comunque giusta e per ovvie ragioni inevitabile. Soprattutto per evitare la natura troppo sketchosa degli episodi tv e cercare di dare un senso all’operazione cinematografica. Rischio evitato solo in parte, visto che i personaggi di contorno rimangono appunto un contorno piuttosto superfluo. Gli omosessuali ad esempio regalano alcuni momenti divertenti, però sono presenti giusto attraverso una serie di videoclip musicali che, se all’interno dello show televisivo hanno un senso, all’interno di una pellicola cinematografica, o presunta tale, appaiono piuttosto campati per aria.
Tra gli altri personaggi ci sono anche il metallaro Sebastiano e la tizia del “sciono sciubito da lei”, la cui presenza era obbligatoria, considerata la popolarità, però pure loro non trovano un adeguato inserimento all’interno della storia.
Superflui anche gli (im)moralisti. Però la loro presenza è normale. Così come la volgarità. La volgarità per far ridere è normale. È normale, Marialuce!

La scelta di presentare solo alcuni personaggi era quindi obbligatoria. Si può però discutere sulle scelte che sono state fatte: è infatti un peccato aver lasciato fuori alcuni dei personaggi più divertenti della serie tv, come i già citati preti, i bambini di “mamma esco” Nicolò e Gigetto, l’attualissimo Precario, i palestrati del “quindi quindi” con la partecipazione di Rocco Tanica, i morti di sonno, il nichilista, l’amica cieca e soprattutto il mitico Mafioso.


Chissà se qualcuno di loro non troverà meritato spazio in un sequel che, dopo il successo di questa prima pellicola, per forza di cose arriverà. Volendo fare proprio gli sboroni, si sarebbe potuto anche rischiare l’inserimento di qualche nuovo personaggio a sorpresa. Un rischio che il supermegaproducer galattico Pietro Valsecchi, dietro pure al successo nei cinema di Checco Zalone, forse non ha voluto correre con i suoi idioti al pericoloso esordio al cinema. Un’occasione al proposito era data dall’inserimento del figlio segreto di Ruggero, peccato che pure questo personaggio si risolva in un’unica macchiettistica gag. Stessa sorte per le altre guest-star del film come la vj e attrice Valeria Bilello in versione prostituta e Gianlucamarco Tognazzi in versione avvocato, così come la solita gnocca da commedia all’italiana, la rumena Madalina Ghenea, non va oltre il ruolo della solita (smutandissima) gnocca da commedia all’italiana.


"Cannibal, che minchia di film guaddi?"
C’è una corrente di pensiero che bolla tutte le cose volgari come stupide. Idiote, appunto. Però, come non mi stancherò mai di ripetere, i cinepanettoni non fanno schifo perché sono volgari. Fanno schifo perché non hanno al loro interno una minima idea di cinema e presentano sempre la solita (idiota) solfa di scenette.
Se i soliti idioti vengono criticati perché sono volgari, non mi sta bene. Se questo film viene criticato invece per la seconda questione, ci sta benissimo. A livello cinematografico, il livello qui presente è infatti parecchio basso, per quanto comunque superiore rispetto alle solite (idiote) porcate con De Sica, Boldi, Pieraccioni, Salemme… La regia infatti è piuttosto anonima e lo spunto di sceneggiatura è di quelli che il Nongio e il Biggio possono aver tirato fuori e sviluppato interamente nella durata di un solo aperitivo: la storiella è quella di Ruggero che cerca di evitare le nozze del figlio Gianluca e, per cercare di vincere una scommessa fatta con un suo amico coattone, deve portarlo a Roma a farlo trombare con una strafiga del mondo dello spettacolo. Tutto questo (tutto questo si fa per dire), mentre i personaggi secondari si apprestano a partecipare al matrimonio. Fine della tramona.

Un aspetto positivo sono invece la fotografia, così come nella serie televisiva curata più di alcuni film “d’autore” italici, un trucco che come detto fa sfigurare persino quello delle produzioni hollywoodiane, e una piacevole colonna sonora. Le canzoni sono firmate dagli stessi idioti, in particolare dal Francesco Mandelli che ha piazzato come tema ricorrente la piacevole “I don’t like you anymore” della sua band, gli Orange, più alcune canzoncine “idote” originali. La ciliegina sulla torta è però la presenza della ballad “No distance left to run” dei Blur, che il Nongio da bravo britpopparo che si rispetti ha pensato bene di utilizzare nel momento più drammatico (si fa per dire) della pellicola.

Come detto all’inizio, questo è un film, ma più che altro un episodio allungato della serie tv, che non farà cambiare di una virgola l’opinione che già avevate dei soliti idioti. Per chi li segue dal lontano 2009 su Mtv, comunque, per quanto la visione scorra tranquilla, appare più che altro come una buona possibilità sfumata. Un po’ perché alcune gag, pur divertenti, ormai sono state ripetute allo sfinimento, persino all’ultimo Sanremo (argh!). E poi soprattutto perché se lo show rappresenta una sorta di versione de’ noantri di Little Britain ed è quindi qualcosa di diverso rispetto al solito (idiota) panorama televisivo italiano, la pellicola non riesce a trovare una via alternativa alla solita (idiota) comicità cinematografica italiana.
Un’occasione persa e quindi per la prossima volta vedete di impegnarvi di più soprattutto in fase di sceneggiatura, miei cari Nongio e Biggio. La trama è un ovvio pretesto per le situazioni comiche, okay, però potevate sforzarvi per cercare di tirare fuori qualcosa di più elaborato del solito (idiota) schemino da cinepanettone natalizio.
Non fate i pigri. Dai, cazzo!
(voto 5+/10)

E visto che tanto ormai non sono riuscito a mantenere fede all’impegno preso a inizio post, vi lascio con una “Dai cazzo nucleare” dei Verdena featuring I soliti idioti.

giovedì 19 gennaio 2012

CANNIBAL MUSIC AWARDS


Dopo gli Oscar cannibali cinematografici e i Cannibal Telefilm Awards, potevo forse lasciare scoperto il campo musicale? Ennò, certo che no e allora ecco qui una bella cerimonia di premiazione anche per il meglio (e il peggio) dell’annata sonora.
Quali sono i verdetti del 2011?
Il rock è morto. Punto. Se fino a qualche anno fa era più un chiedersi: “Il rock è morto?” ormai il punto interrogativo se n’è andato via. Per il rock chitarristico l’annata era anche partita bene con il doppio discone dei Verdena, ma poi di altri segnali positivi ne sono arrivati ben pochi. Come osserva un pezzo di Repubblica, nonostante vari movimenti di protesta abbiano segnato il 2011, canzoni rock simbolo della protesta non ce ne sono proprio state. Il ’68 non è mai stato tanto lontano.
Anche il concetto di album per com’era tradizionalmente inteso in passato è ormai un’idea alquanto superata e desueta, almeno quanto lo è la stessa parola “desueta”. Ci sono stati ottimi dischi, come il concept fortemente politico di PJ Harvey o i doppi mastodontici di M83 e dei già citati Verdena, però ormai all’idea di album si sta sostituendo sempre più quella di playlist. È un processo inevitabile. Qualcuno potrà dire che negli ultimi anni non abbiamo avuto figure in campo musicale in grado di avere lo stesso impatto di Elvis Presley o dei Beatles, ma io dico che non è vero.
Shawn Fanning, il creatore di Napster, ovvero il primo programma di file-sharing diffuso a livello mondiale, è stato un po’ l’Elvis del nuovo millennio. È lui ad aver cambiato la fruizone della musica tutta. Senza nemmeno suonare uno strumento. E Steve Jobs è stato un po’ il John Lennon (capitalista) di questi anni, con l’iPod che è diventato qualcosa più di un semplice strumento per ascoltare la musica, ma è diventato esso stesso il soggetto della musica.
In un articolo uscito sul Mucchio (rivista a rischio chiusura che potete sostenere QUI), si diceva che se chiedi a un ragazzo di oggi cosa ascolta, non ti dirà i Coldplay o Jovanotti (meno male?), ma ti dirà che ascolta l’iPod.
È così che va la musica oggi. Le playlist stanno diventando più importanti degli album, che pure non stanno scomparendo, ma si stanno evolvendo. In ambito hip-hop ad esempio spesso le cose più interessanti non vengono fuori nei dischi ufficiali, spesso troppo “leccati” e iper-prodotti, ma nei mixtape, che presentano rime più bastarde e scorrette e basi che campionano qualunque cosa, in maniera lecita o meno. Lo stesso vale per l’elettronica, con mixtape, bootleg remix e dj set che sono delle vere e proprie opere d’arte a parte. O ancora i Radiohead, sempre un passo avanti a tutti, che con l’ultimo poco compreso The King of Limbs hanno gettato lì una manciata di canzoni che sono state solo la base di partenza per un work in progress che è continuato con altre tracce, collaborazioni, remix.
Insomma, la musica non è certo finita. È finita una sua vecchia concezione, ma quella nuova non per forza dev’essere negativa o peggio di prima. Non ci sarà una colonna sonora ufficiale dei movimenti di protesta, non ci saranno gruppi rock nelle classifiche o dischi fondamentali per la rabbia adolescenziale come Nevermind in circolazione, però sono presenti scene emergenti ormai sul punto di esplodere anche a livello mainstream (cosa che comunque non è necessariamente un bene), come quella dubstep, e un sacco di dischi, album, mixtape, playlist, singole canzoni che magari non cambieranno la storia della musica però di certo valgono la pena di essere ascoltate. La musica figa è viva e vegeta ed è ben presente. Almeno nelle orecchie di chi la vuole cercare.

Se per gli album come ancora tradizionalmente sono intesi non sarà stata quindi un’annata eccezionale, nemmeno tutto è stato da buttare. Anzi. Per le artiste donne è stato sì davvero un anno fenomenale, mentre a latitare e a cazzeggiare un po' troppo sono state le band e gli artisti maschili. Questi comunque sono i miei top 40 dischi del 2011.

(clicca sul titolo per ascoltarli)

1. Zola Jesus “Conatus
2. Florence + the Machine “Ceremonials
3. Katy B “On a mission
4. Sepalcure “Sepalcure
5. Adele “21
6. Lykke Li “Wounded Rhymes
7. M83 “Hurry Up, we’re dreaming.
8. PJ Harvey “Let England Shake
9. Verdena “Wow
10. Cults “Cults

11. The Horrors “Skying
12. Tyler, the Creator “Goblin
13. Cliff Martinez e Autori Vari “Drive Soundtrack
14. Anna Calvi “Anna Calvi
15. Radiohead “The King of Limbs
16. James Blake “James Blake
17. Joan as Police Woman “The Deep Field
18. Bon Iver “Bon Iver
19. St. Vincent “Strange Mercy
20. Lady Gaga “Born This Way

21. Austra “Feel it break
22. Shabazz Palaces “Black Up
23. Beirut “The Rip Tide
24. The Weeknd “House of Balloons
25. Little Dragon “Ritual Union
26. Chelsea Wolfe “Apokalypsis
27. Girls “Father, Son, Holy Ghost
28. EMA “Past life martyred saints
29. tUnE-yArDs “w h o k i l l
30. The Rapture “In the grace of your love

31. Vaccines “What did you expect from the Vaccines?
32. Chase and Status “No More Idols””
33. Ghostpoet “Peanut Butter Blues and Melancholy Jam
34. Anna Aaron “Dogs in spirit
35. Malachai “Return to the Ugly Side
36. Katie Kate “Flatland
37. Pictureplane “Thee Physical
38. Selebrities “Delusions
39. Danger Mouse & Daniele Luppi “Rome
40. Feist “Metals

Qui di seguito trovate invece il riassuntone delle mie 40 canzoni preferite, sempre del 2011.

1. College feat. Electric Youth “A real hero
2. Lana Del Rey “Video Games”/”Born to Die
3. Adele “Someone like you
4. Jessie J feat. B.o.B. “Price Tag
5. Gil Scott-Heron & Jamie XX “Take care of you
6. M83 “Midnight City
7. Amy Winehouse “Our day will come
8. Rihanna feat. Calvin Harris “We found love
9. Azealia Banks “212
10. Foster the People “Pumped up kicks

11. Lykke Li “I follow rivers
12. Blawan “Getting me down
13. Nero “Promises
14. Black Keys “Lonely Boy
15. Bloody Beetroots feat. Dennis Lyxzén “Church of noise
16. Oh Land “White Nights
17. Young The Giant “My Body
18. S.C.U.M “Whitechapel
19. Ida Maria “Quite Nice People
20. Woodkid “Iron

21. Spector “Never fade away
22. Katy Perry “The one that got away
23. Drums “How it ended
24. A$AP Rocky “Purple Swag
25. Philter “Revolver
26. Noah & the Whale “Waiting for my chance to come
27. Sleeper Agent “Get it daddy
28. Grimes “Vanessa
29. CSS feat. Bobby Gillespie “Hits me like a rock
30. Washed Out “Amor fati

31. Only Son “Magic
32. Dillon “Tip tapping
33. Ms. Dynamite “Neva soft
34. Emeli Sandé “Heaven
35. Airborne Toxic Event “Changing
36. Arctic Monkeys “Suck it and see
37. Does it offend you, yeah? “The monkeys are coming
38. Ed Sheeran “The A Team
39. Cerebral Ballzy “Don’t tell me what to do
40. Beyonce “Countdown

E adesso via a una serie di premi vari, senza dimenticare anche i peggiori dell’anno!

IT’S RAINING MAN AWARD (Miglior artista uomo)
1. James Blake
2. Bon Iver
3. David Lynch
4. Josh T. Pearson
5. Miles Kane



IT’S RAINING WOMEN AWARD (Miglior artista donna)
1. Adele
2. Florence Welch (Florence + the Machine)
3. Zola Jesus
4. PJ Harvey
5. Lykke Li


BAND-AID AWARD (Miglior gruppo)
1. Radiohead
2. Verdena
3. The Horrors
4. The Drums
5. Girls


LA MEGLIO ITALIA (Miglior artista/band italiano)
1. Verdena
2. Zen Circus
3. I Cani
4. Dente
5. Aucan


Canzone italiana dell’anno
Zen Circus “I qualunquisti”


TRUZZO AWARD (Miglior artista/band electro)
1. Austra
2. Balam Acab
3. Nero
4. Justice
5. Modeselektor



DUBSTEP AWARD (Miglior artista/band… dubstep)
1. Sepalcure
2. Katy B
3. Chase & Status
4. Blawan
5. Burial



YO FRATELLO! AWARD (Miglior artista/band hip-hop)
1. Tyler, the Creator
2. A$AP Rocky
3. Shabazz Palaces
4. Drake
5. Lil Wayne



MARIAH CAREY ME FA ‘NA PIPPA AWARD (Miglior artista/band R&B)
1. The Weeknd
2. Frank Ocean
3. Beyoncé
4. Raphael Saadiq
5. FM Laeti



PREMIO TORO SEDUTO (Miglior artista/band indie)
1. Girls
2. Little Dragon
3. Youth Lagoon
4. Pains of Being Pure at Heart
5. Dum Dum Girls



ROCK'N'ROLL MAYBE IS NOT TOTALLY DEAD AWARD (Miglior artista/band rock)
1. Vaccines
2. Black Keys
3. The Kills
4. Yuck
5. Arctic Monkeys



VIVA LE POP-PE (Miglior artista/band pop)
1. Metronomy
2. Lady Gaga
3. Rihanna
4. Nicola Roberts
5. Oh Land



TROPPO AWANTI AWARD (Miglior esordiente)
1. Katy B
2. Anna Calvi
3. James Blake
4. Chelsea Wolfe
5. Vaccines



I HAVE SEEN THE FUTURE (Artisti da tenere d’occhio nel 2012)
1. Lana Del Rey
2. Azealia Banks
3. Niki & the Dove
4. Spector
5. Emeli Sandé


BEST LINE (Miglior verso, non animalesco)
"It's always darkest before the dawn" da Shake It Out di Florence + the Machine
ex aequo
"I'm Ray Charles to the bullshit" da She Will di Lil Wayne feat. Drake

COOL MAN (Uomo più fico)
1. Jared Leto (30 Seconds to Mars)
2. Jamie Hince (The Kills)
3. Drake
4. Theo Hutchcraft (Hurts)
5. Jay-Z & Kanye West


HEY SEXY LADY (Donna più fica)
1. Katy Perry
2. Lana Del Rey
3. Rihanna
4. Lykke Li
5. Cher Lloyd


RIDAMMI INDIETRO I SOLDI DEL CD CHE MI SONO SCARICATO GRATIS AWARD (Delusione dell’anno)
1. Bjork
2. Coldplay
3. Foo Fighters
4. Red Hot Chili Peppers
5. Panic! At the Disco


I TAPPI NELLE ORECCHIE NON SONO ABBASTANZA AWARD (Peggior album)
1. Lou Reed & Metallica “Lulu”
2. Vasco Rossi “Vivere o niente”
3. Laura Pausini “Inedito”
4. Superheavy “Superheavy”
5. Hugh Laurie “Let Them Talk”


PREMIO VALIUM (Disco più noioso)
Noel Gallagher “Noel Gallagher’s High Flying Birds”

SE LA SENTO NELL’AUTORADIO PREFERISCO SCHIANTARMI AWARD (Peggior canzone)
1. Michel Telò “Ai se eu te pego”
2. Vasco Rossi "Manifesto futurista della nuova umanità"
3. Vasco Rossi "Eh...già"
4. Bob Sinclar feat. Raffaella Carrà "Far l'amore"
5. Don Omar feat. Lucenzo "Danza Kuduro"


SE LO VEDO SU MTV PREFERISCO SCHIANTARMI ANCHE SE NON SONO IN AUTO AWARD (Peggior video)
Rebecca Black “Friday”

(i migliori video cannibali del 2011 invece li trovi QUI)

AL PEGGIO NON C’E’ MAI FINE MA QUESTI AWARDS SONO FINITI AWARD (Peggior artista)
1. Vasco Rossi
2. Jennifer Lopez
3. Justin Bieber
4. Zucchero
5. Uno a caso di Amici di Maria de Filippi



PREMIO SPECIALE “MI MANCHERAI”
Amy Winehouse

lunedì 2 gennaio 2012

Musica cannibale 2011: Album n. 10 - 1


Sì, lo so. Siamo entrati nel 2012. Non è che sono rimasto ancorato al passato, però le classifiche del 2011 qui su Pensieri Cannibali sono tante e il bilancio dell’anno ormai vecchio non è ancora terminato. Quindi teniamoci per la manina e vediamo (ma soprattutto ascoltiamo) insieme la Top 10 dei miei dieci album preferiti del 2 0 1 1, mentre potete anche recuperare con un semplice click le posizioni dalla 40 alla 31, dalla 30 alla 21 e dalla 20 alla 11.

10. Cults “Cults”
Genere: pop che più pop non si puòp
Provenienza: Manhattan, New York, USA
In classifica perché: l’hanno scorso c’erano i Best Coast, quest’anno a fornirmi la mia razione quotidiana di musica indie pop preferita c’hanno pensato loro. Magari non avranno un enorme spessore musicale e magari tra qualche mese me ne sarò già dimenticato, però le canzoncine dal sapore retrò dei Cults sono state le più irresistibili e cult dell’annata. Parere personale delle mie orecchie.
Se ti piace ascolta anche: Foster the People, Best Coast, Tennis, Summer Camp, Youth Lagoon
Pezzi cult: Abducted, Go Outside


9. Verdena “Wow”
Genere: rock (poco) italiano
Provenienza: Albino (Bergamo), Italia
In classifica perché: il disco italiano dell’anno, almeno il mio disco italiano dell’anno. Un doppio album pieno di suoni e di creatività esagerata, per un trip notevole più che riuscito e dal forte sapore wow. Viva l’ambizione, viva i Verdena, viva l’Italia (almeno per una volta).
Se ti piace ascolta anche: Zen Circus, Motorpsycho, Smashing Pumpkins, Afterhours, Il teatro degli orrori, Tre allegri ragazzi morti, Ministri
Pezzo cult: Scegli me (un mondo che tu non vuoi)
Leggi la mia RECENSIONE


8. PJ Harvey “Let England Shake”
Genere: P(J)olitico
Provenienza: Bridport, Dorset, Inghilterra
In classifica perché: il disco più osannato dell’anno dalla critica è un album effettivamente grandioso, intenso, importante, politico ma in una maniera personale, in grado di infiammare l’animo. Uno dei miei dischi dell’anno, anche se non il primo in assoluto. Però a voler essere obiettivi, è questo probabilmente che sarà ricordato come il capolavoro musicale del 2011.
Se ti piace ascolta anche: EMA, Chelsea Wolfe, Anna Calvi, Cat Power
Pezzo cult: The Glorious Land
Leggi la mia RECENSIONE


7. M83 “Hurry up, we’re dreaming.”
Genere: colonna sonora dei (bei) sogni
Provenienza: Antibes, Francia
In classifica perché: dopo i Verdena, altro giro altra corsa altro doppio album super intripposo. Un lungo viaggio tra atmosfere dilatate e fantasia pura, questa è la musica degli M83, questa è la magia di questo doppio disco. O doppio sogno?
Se ti piace ascolta anche: Zola Jesus, Smashing Pumpkins, Air, Radio Dept., Beach House, Neon Indian, Youth Lagoon, My Bloody Valentine, Washed Out, Tycho, Toro y Moi, Twin Sister
Pezzi cult: Midnight City, Wait
Leggi la mia RECENSIONE


6. Lykke Li “Wounded Rhymes”
Genere: strange pop
Provenienza: Ystad, Svezia
In classifica perché: riesce a mettere insieme tutte le sfaccettature migliori del pop, dai coretti “Ah ah follow” di I Follow Rivers al pop porno di Get Some alle profondità depressive abissali di Sadness is a Blessing. Per la musica di oggi, Lykke Li is a blessing.
Se ti piace ascolta anche: Oh Land, Lana Del Rey, Florence + the Machine, Bat for Lashes, Marina & the Diamonds, Fever Ray, jj, St. Vincent, Sia
Pezzo cult: I Follow Rivers
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5. Adele “21”
Genere: strappalacrime
Provenienza: Londra, Inghilterra
In classifica perché: se non vi vengono i brividi o persino le lacrime con canzoni come Someone like you e Don’t you remember, significa che siete prosciugati dentro. Oppure non avete non un’anima. Oppure volete fare i fighetti che se la tirano perché Adele ha venduto troppe copie ed è commerciale e quindi vi vergognate ad ammetterlo, però in gran segreto di nascosto al buio, anche voi piangete ascoltando le sue canzoni.
Sgamati!
Se ti piace ascolta anche: Amy Winehouse, Duffy, Alicia Keys, Joss Stone, Aretha Franklin
Pezzi cult: Don’t you remember, Someone like you
Leggi la mia RECENSIONE



4. Sepalcure “Sepalcure”
Genere: dubstep
Provenienza: New York, USA
In classifica perché: è un disco sbucato fuori dal nulla che a sorpresa si è installato dentro la mia testa e non vuole più uscire fuori. Di solito mi stufo rapidamente dei dischi, anche di quelli belli, ma dentro questo ogni volta ci sento talmente tante cose diverse che oggi faccio fatica a immaginare la mia vita senza questi suoni. Esagero? Sì, come al solito, ma giusto un pochino.
Se ti piace ascolta anche: Burial, Scuba, Joy Orbison, Pinch & Shackleton, Balam Acam, Aphex Twin, AraabMUZIK
Pezzo cult: Pencil Pimp


3. Katy B “On a Mission”
Genere: dubstep pop
Provenienza: Londra, Inghilterra
In classifica perché: è come fare un tuffo per tutti i vari locali di Londra senza nemmeno doversi muovere di casa. Nel suo disco d'esordio, la vellutata voce di Kathleen Brien attraversa con nonchalance il dubstep, il pop, il garage, il grime, la drum’n’bass e qualunque altro sound made in UK di oggi, per il disco più fun fun fun dell’anno.
Se ti piace ascolta anche: Azealia Banks, Ellie Goulding, Charli XCX, Emeli Sandé, Ms. Dynamite, Magnetic Man, Benga, Radio Rinse FM
Pezzi cult: Easy please me, Broken Record, Go away
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2. Florence + the Machine “Ceremonials”
Genere: pop Sacro
Provenienza: Londra, Inghilterra
In classifica perché: come ho già detto nel corso della mia recensione e visto che adesso non c’ho voglia di trovare un nuovo slogan altrettanto incisivo: “Questo non è un disco. È la messa pagana cui volevo partecipare da tutta una vita. E queste non sono canzoni. Sono delle porco *** di preghiere.”
Se ti piace ascolta anche: Marina & the Diamonds, Lykke Li, Zola Jesus, Bat for Lashes, Oh Land, Lana Del Rey, Clare Maguire, Paloma Faith
Pezzo cult: Seven Devils
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1. Zola Jesus “Conatus”
Genere: Zola Jesus Christ Superstar
Provenienza: Phoenix, Arizona, USA (ma di origini russe)
Al primo posto nella mia classifica perché: amo lei Zola Jesus (vero nome Nika Roza Danilova), amo la sua voce, amo questo disco. Questo è il suono che più di ogni altro ha rappresentato il mio 2011. E che so’ scemo, se no mica l’avrei messo alla mia personale numero 1?
Se ti piace ascolta anche: Bat for Lashes, Austra, Siouxsie and the Banshees, The Knife, Fever Ray, M83, Bjork
Pezzo cult: Seekir
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