Visualizzazione post con etichetta videogame. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta videogame. Mostra tutti i post

mercoledì 28 marzo 2018

Benvenuti nel Jumanji





Jumanji - Benvenuti nella giungla
Regia: Jake Kasdan
Cast: Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart, Karen Gillan, Nick Jonas, Bobby Cannavale, Alex Wolff, Madison Iseman, Ser'Darius Blain, Morgan Turner




SELECT PLAYER

The Rock

Punti di forza: forza, muscoli, steroidi
Debolezze: è un wrestler e ha solo due espressioni: una col sopracciglio sollevato e una col sopracciglio più o meno normale

lunedì 26 marzo 2018

Tomb Raider, sfida tra Lara Croft: meglio Alicia Vikander o Angelina Jolie?





In occasione dell'uscita del nuovo film, Pensieri Cannibali ha deciso di sottoporre al suo del tutto imparziale giudizio le protagoniste cinematografiche del franchise di Tomb Raider: Alicia Vikander VS Angelina Jolie. Chissà chi avrà la meglio?



Bellezza

Alicia Vikander voto: 9/10
Angelina Jolie voto: 5/10

martedì 31 maggio 2016

AmHardcore





Hardcore!
(Russia, USA 2015)
Titolo originale: Hardcore Henry
Regia: Ilya Naishuller
Sceneggiatura: Ilya Naishuller, Will Stewart
Cast: Sharlto Copley, Haley Bennett, Danila Kozlovsky, Tim Roth
Genere: videogammaro
Se ti piace guarda anche: Crank, Lola corre, RoboCop, Chronicle, il video di “Smack My Bitch Up” dei Prodigy
Oppure gioca a: Grand Theft Auto e Doom


Io non ho mai visto un film girato tutto come Hardcore!. Io ho giocato a qualche videogame, soprattutto gli sparatutto alla Doom o quelli criminali alla Grande Theft Auto, che hanno questo stile. Anche se io non è che sono tutto 'sto appassionato di videogame. Io lo ero. Quando io ero un ragazzino, io lo ero. Io adesso non dico che i videogiochi siano roba da poppanti. Io non lo penso. Io penso solo che, personalmente, la mia passione nei loro confronti è andata scemando. Io ho anche il problema del tempo. Quando io mi dedico a una cosa, io lo faccio con tutto me stesso. Io attualmente ho tempo giusto per vedere qualche film, guardare qualche – diciamo anche molte – serie tv, e ascoltare un bel po' di dischi. Io però non riesco più a trovare il tempo di dedicarmi – e intendo in maniera seria – anche ai videogiochi. Io quando giocavo a ISS Pro ad esempio non mi accontentavo di farlo come passatempo e basta. Io volevo diventare un fottuto campione di ISS Pro. E io lo ero, più o meno. È per questo che adesso io & i videogame siamo due mondi separati, è tutta colpa del maledetto tempo.

mercoledì 23 aprile 2014

I GIOCHI CON CUI SONO CRESCIUTO




Il format delle Top 10 sulla crescita (copyright esclusivo di Pensieri ©annibali) aggiunge oggi una nuova puntata, dopo quelle dedicate ai:


Il nuovo appuntamento ha come protagonisti, a partire da un’idea suggerita da AlmaCattleya, i Giochi con cui sono cresciuto.
Ebbene sì! Decidete voi se la serie di Top 10 sulla crescita è ormai arrivata alla frutta o meno. Il prossimo capitolo a questo punto a cosa sarà dedicato, alle pappine che mangiavo da bambino?

Se volete offrire il vostro personale contributo a questa sempre più delirante serie di post, potete farlo sui vostri blog, social network oppure tra i commenti al post. Ma prima, gustatevi i miei magnifici 10 games.


10. Nascondino
Il classico dei classici. Per giocarci non servono console, joypad, connessioni wireless, installazione di app, uno SmartPhone, uno StupidPhone o altro. Basta solo un po’ di spazio e un po’ di fantasia. Ah, i cari vecchi passatempi di una volta! E ancora oggi ci gioco con i miei nipoti, divertendomi come un bimbominkia spensierato.


9. He-Man
Proprio così. Non solo il mio blogger rivale MrJamesFord è cresciuto con dei miti trash action anni ’80, ma in piccola parte pure il piccolo me. Anche se io lo dico con una notevole vergogna. Tra i miei giochi preferiti di quando ero un bambinetto, oltre a far correre gare immaginarie alle mie macchinine, facevo combattere tra loro i pupazzi della linea Masters of the Universe. Ovviamente già allora mi schieravo dalla parte dei cattivoni, capitanati da Skeletor, però volevo bene pure al mio He-Man esplosivo. Esplosivo nel senso che gli mettevo delle cariche dinamitarde, e faceva il botto. Un gioco pericolosissimo che oggi, nell’epoca del politically correct imperante in cui viviamo, sarebbe ritirato immediatamente dal mercato.


8. Brivido
Il primo gioco da tavola presente in questa lista è Brivido, un piccolo cult anni ’80 che mi metteva davvero i brividi. Con un po’ di immaginazione, sembrava di essere protagonisti di un film horror. Paura!


7. Videogame portatili Tiger
Oltre alle console, dal Nintendo alla Playstation (che avevo), e dall’Atari al Sega (che non ho mai avuto), gli altri videogame con cui mi trastullavo da bambino erano quelli portatili della Tiger. Io e mia sorella ne avevamo un sacco, da Mega Man a Double Dragon, da Gauntlet a Castlevania. E costavano parecchio. Adesso sembrano giusto delle cose da primitivi con una grafica da denuncia, ma all’epoca erano troppo fighi.


6. Tango e Super Tele
Le partite al campetto di calcio a volte si disputavano con il pallone di cuoio, nelle occasioni speciali, altre più semplicemente con il Tango o il Super Tele o quelle altre robe talmente leggere che, dopo 2 minuti di partita al massimo, volavano fuori dallo “stadio” e finivano in casa di qualcuno, tra bestemmie e imprecazioni varie. E poi c’erano le risse, gli insulti, i “con te non gioco più”, le alleanze e le amicizie che si creavano e si distruggevano nel giro di un rigore o di un gol assegnato o non assegnato. Quanti lieti ricordi!


5. Hotel e Monopoli
Il Monopoli è storico, ci abbiamo giocato tutti. In qualunque epoca voi siate cresciuti, o stiate ancora crescendo, è un classico intramontabile. Io però preferivo Hotel, la sua versione yuppie e tipicamente anni Ottanta.


4. Grand Theft Auto
Grand Theft Auto ha segnato una rivoluzione nel mondo dei videogame. Altroché passatempo per bambini, con GTA sono diventati dei film per adulti. Dico film perché le missioni del gioco sono al livello delle sceneggiature di Hollywood, a volte persino superiori. I nuovi episodi con grafica super fica sono fichi, però il primo episodio uscito nel 1997, con scrausissima visuale dall’alto, conteneva al suo interno già tutte le idee fondamentali della saga. E poi le colonne sonore di questa serie: che bomba!


3. Trivial Pursuit
Nonostante non abbia mai amato molto i quiz televisivi, dei quiz da tavolo sono invece sempre stato un patito. Ancora oggi! Potete sfidarmi infatti con la app QuizDuello (mi trovate con il nickname Cannibal Kid), la versione per SmartPhone di questo tipo di giochi. Il quiz più avvincente e combattuto (e anche difficile) resta comunque il caro vecchio Trivial Pursuit. Nella sezione Spettacolo sono sempre stato un fenomeno, mentre nelle altre categorie ero e sono ancora decisamente più una scarpa.
Il Trivial Pursuit è poi una splendida metafora della vita: la cosa più importante è conquistare il triangolino.


2. Super Mario Bros. 3
I giochi del Nintendo meriterebbero una Top 10 a parte, ma per il momento ho deciso di scegliere un titolo solo.
Il primo Super Mario Bros. era mitico, il secondo invece era un po’ una schifezza, ma il mio preferito era il 3.
Nel 3 Mario si poteva trasformare in un procione e volare! Che poi i procioni non mi risulta che volino, quindi peeerché?
Come ho scoperto solo ora grazie a Wikipedia, si tratta di un richiamo al Tanuki, animale del folklore giapponese. Al di là di questo, il gioco non sono mai riuscito a finirlo e ciò resterà per sempre impresso come uno dei più grandi fallimenti della mia vita.


1. ISS Pro Evolution
Secondo Lars von Trier, l’umanità si divide in due gruppi: quelli che tagliano prima le unghie della mano sinistra e quelli che tagliano prima quelle della destra. La sua teoria è che chi taglia prima le unghie della mano sinistra è più spensierato, tende a godersi di più la vita perché fa prima le cose più semplici e lascia le difficoltà per ultime.
Secondo me, l’umanità si divide in altri due gruppi: chi preferisce giocare a Fifa e chi preferisce ISS Pro, anche noto come International Superstar Soccer Pro Evolution o come P.E.S.. Chi gioca a Fifa, non capisce niente di videogiochi, di calcio e più in generale della vita. Chi gioca a ISS Pro invece è un essere evoluto.
Poi, va beh, c’è anche una terza categoria, quella di chi non ha mai giocato a nessuno dei due, ed è la categoria di persone che probabilmente non sono cresciute sulla Terra.

venerdì 8 marzo 2013

RALPH FACCIO BRUTTO

Ralph Spaccatutto
(USA 2012)
Titolo originale: Wreck-It Ralph
Regia: Rich Moore
Cast: Ralph, Vanellope, Felix, Calhoun, King Candy, Taffyta Muttonfudge, Markowski
Genere: vintage
Se ti piace guarda anche: Monsters & Co., Toy Story, Megamind

Dura la vita per i cattivi. Se sei quello buono, che fa sempre la cosa giusta, che si comporta sempre alla maniera giusta, che dice sempre la cosa giusta, tutti gli appluasi e la gloria sono per te. Se sei quello cattivo, quello che non ci sta a dire quello che la gente vuole sentirsi dire, a fare quello che la gente vuole tu faccia, ti buttano giù. Nel caso di Ralph, ti buttano davvero giù. Ogni giorno, a ogni partita, Ralph il cattivone viene lanciato giù dal grattacielo, mentre Felix Aggiustatutto, l’eroe del videogame Felix Aggiustatutto, appunto, è portato in trionfo. Ralph invece ogni sera se ne va via solo soletto e torna nella sua discarica, senza niente e senza nessuno. Dura la vita per i cattivi.

"Ho paura. Temo che Cannibal possa demolirci peggio di Ralph..."
La prima parte di Ralph Spaccatutto è molto bella e anche qualche scena qua e là rende il film davvero una chicca. In quanto produzione Disney Animation, così come capita anche a molte pellicole della casa “gemella” Pixar, le parti splendide sono però compensate da altre parti più “commerciali”. Come al solito, quindi, nella seconda parte il film abbonda un po’ troppo di scene avventurose e bimbesche, oltre a meri riempitivi come la sequenza videoclip sulle note di “Shut Up and Drive” di Rihanna. Peccato, perché questo Ralph Spaccatutto è un gioiellino, ma essendo anche un blockbusterone che deve accontentare tutti i tipi di pubblico, finisce per essere un gioiellone mancato. D’altra parte c’hanno speso pur sempre quasi $ 200 milioni per realizzarlo. Io mi chiedo dove li spendano, $ 185 milioni per realizzare una pellicola come questa. La cura per i dettagli certo è pazzesca, le animazioni sono ottime, però $ 185 milioni non vi sembrano un tantino esagerati per un film realizzato al computer? Chi è che se li è intascati?

"Che fai a testa in giù?"
"Stavo leggendo la recensione al contrario di Upside Down."
Pur nei limiti che un’operazione commerciale con dietro un investimento del genere comporta, Ralph Spaccatutto è un film che sa parlare al cuore, che emoziona, che commuove. E quindi chissenefrega dei $ 185 milioni. Basta parlare di $oldi. Qui ci sono dei sentimenti in ballo. Ralph è un eroe malinconico di quelli che fanno stringere il cuore e non da meno è la bambinetta co-protagonista. La divertentissima Vanellope von Schweetz è un glitch.
Frena, frena: che cos’è un glitch?
Non sapete cos’è un glitch?
Non sapete davvero cos’è un glitch? Ma in che mondo vivete???
Comunque, nemmeno io lo sapevo. Non prima di aver visto questo film. Per dirla con il linguaggio informatico, un glitch è un bug, un errore di sistema. Per dirla in linguaggio più informale, un glitch è uno scherzo della natura, uno storpio, un diverso, un emarginato.
All’interno del videogame di auto, una variante di Super Mario Kart, in cui vive, Vanellope (un nome più semplice no, eh?) è quindi vista come un’appestata. Proprio come Ralph. Dall’incontro tra due solitudini ne esce un’unione irresistibile. No, non un’unione di tipo sessuale, che andate a pensare? Lei è una bambinetta e questo è un film Disney. E anche se non fosse un film Disney, che diavolo andate a pensare?



"Ma ti sembra questa una cosa da dire
in un post che leggeranno anche i più piccoli?"
Non aspettatevi un film rivoluzionario. Non è che questo Ralph Spaccatutto spacchi le regole delle pellicole d’animazione cui ci siamo abituati negli ultimi anni. Da Shrek in poi, è infatti stato tutto un fiorire di cartoni incentrati sul cattivo o sul mostro, da Monsters & Co. a Megamind e Cattivissimo me. Ralph prosegue in questa perfida tradizione, aggiungendo però una coppia di stralunati personaggi cui è impossibile non voler bene, a meno che non siate dei pezzi di strudel. A loro si aggiungono inoltre quel romantico di Felix l’aggiustatutto e la sua innamorata, Calhoun, una dura dal cuore tenero uscita da un gioco violentissimo di quelli di ultima generazione tipo Call of Duty.
È sempre così. Film d’animazione o non film d’animazione, sono sempre i personaggi a portare una storia a un livello superiore. Quando ci sono i personaggi giusti, è fatta. Ed è questa l’arma principale di Ralph Spaccatutto per spaccare il resto della concorrenza. L’altro punto di forza sta nello splendido omaggio al mondo dei videogame. Questo non è un film-videogame di quelli alla Wachowski o alla Michael Bay o ancora come il recente Gangster Squad. Questo è un film sui videogame, non un film-videogame. C’è differenza. Anche se può non sembrare, passa un’enorme differenza.

La pellicola cita e omaggia soprattutto i videogiochi del passato, quelli degli anni ’80/’90, quelli vintage: Street Fighter, Mortal Kombat, Sonic, Super Mario, Pac-Man e naturalmente Donkey Kong, di cui Ralph è un po’ la versione umana. Ci sono però anche citazioni più contemporanee, con un cameo di Skrillex in versione dj, che non suona un pezzo dubstep bensì il classico della Disco “Celebration” dei Kool & the Gang, e poi c’è una presa per i fondelli dei giochi attuali come Halo o il citato Call of Duty, quelli in cui è assente la magia dei cari, vecchi videogames di una volta. Ed è spettacolare l’attenzione riservata ai particolari, con alcuni personaggi dei vecchi games che si muovono scattosi contro i movimenti fluidi di quelli moderni.

"Evvai, sono stato premiato con una medaglia e soprattutto un bel voto cannibale!"
Come Toy Story, anche Ralph è poi pure una riflessione sulla natura effimera del successo, su come tutto sia destinato a essere superato, su come tutti siamo destinati a essere dimenticati. Fondamentalmente, questo film non rappresenta niente di nuovo o che non si sia già visto in altre pellicole d’animazione. Il punto è proprio che non vuole esserlo. Ralph il film è come Ralph il personaggio, l’anti eroe di un videogioco sorpassato, che però possiede un fascino vintage che nessuna tecnologia moderna può replicare. Come il fruscio della puntina su un vinile. Come Pulp Fiction che passa per la prima volta davanti ai tuoi occhi su un VHS di discutibile qualità. Come un infinito livello di Super Mario Bros., finito solo dopo aver sudato sette camicie.
Il titolo del film però è sbagliato: non doveva essere Ralph Spaccatutto, perché Ralph spacca e basta.
(voto 7+/10)

Post pubblicato anche su The Movie Shelter.



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com