(Giappone 2013)
Titolo originale: Jigoku de naze warui
Regia: Shion Sono
Sceneggiatura: Shion Sono
Cast: Hiroki Hasegawa, Gen Hoshino, Akihiro Kitamura, Jun Kunimura, Fumi Nikaidô, Tak Sakaguchi, Tomochika, Shin'ichi Tsutsumi
Genere: cinefollia
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Il Dio del Cinema agisce per vie misteriose.
Sia lodato il Dio del Cinema!
Questo in pratica è il credo del protagonista del nuovo film del regista genio giapponese Shion Sono, Why Don't You Play in Hell?
Hirata, questo è il nome del protagonista della pellicola, è quello qui sotto.
Hirata è un ragazzo che fa il regista, o almeno ci prova, ed è a capo di una improvvisata troupe cinematografica chiamata Fuck Bombers, composta, oltre che da lui, anche da un esperto in carrellate, da una tipa fissata con le riprese a mano e da un attore che dovrebbe essere il Bruce Lee giapponese.
Hirata prega il Dio del Cinema affinché un giorno gli faccia avere l'opportunità di girare un grande film. Qualcosa che resti nella Storia.
Passano gli anni e non succede niente. Fino a che...
Fino a che il suo destino non si incrocerà con quello di Muto, un boss della yakuza, la mafia giapponese, che vuole girare una pellicola per far diventare sua figlia Mitsuko una star cinematografica, almeno agli occhi della moglie che sta per uscire di prigione. E' così che Hirata avrà l'opportunità di girare il grande film che tanto desiderava fare. Il Dio del Cinema agisce per vie davvero misteriose, ve l'ho detto.
La trama vi sembra un po' troppo incasinata?
Così è e in effetti il film è un casino. Ma un bel casino. Un gran bel casino che, per quanto incasinato, è piuttosto comprensibile in tutti i suoi passaggi o, se non altro, appare di più semplice comprensione rispetto ad altri deliri-figate firmati dal regista Shion Sono in passato, come lo spassoso fantasioso j-horror Ekusute - Hair Extensions, il pugno allo stomaco Cold Fish o il soft-porno Guilty of Romance. I suoi altri lavori ancora mi mancano ma li sto recuperando poco a poco, anche perché la visione di un film di Shion Sono (oppure si scrive Sion Sono senza h, chissà chissà?) è sempre un'esperienza strepitosa, che va gustata al momento giusto.
Il suo prossimo lavoro che voglio recuperare è la sua personale visione del Giappone post-tsunami Himizu, film in cui c'è la sua nuova attrice musa Fumi Nikaidô, qui in Why Don't You Play in Hell interprete di Mitsuko, proprio la ragazza che innesca i vari meccanismi che portano alla realizzazione del film nel film.
Tra l'altro, che figa è, Fumi Nikaidô?
Se mai dovesse capitarvi l'occasione di baciarla, state però attenti, che può rivelarsi un'esperienza pericolosa...
Pericolo o meno, come non innamorarsi di lei, guardando Why Don't You Play in Hell??
Perché è comparso Spank?
Perché in alcuni momenti di questo nuovo film di Shion Sono sembra di assistere a un episodio di Hello Spank girato da Quentin Tarantino, ecco perché. Lampi continui di trovate geniali e inaspettate illuminano la pellicola dall'inizio alla fine, senza soste. Una cosa che non capita spesso di vedere. Un sacco di film propongono il loro meglio all'inizio, si giocano subito tutte le loro idee migliori, per poi finire con il fiatone. In Why Don't You Play in Hell? questo non succede. Dopo averci impressionato con una serie di invenzioni registiche continue, dopo averci fatto ridere con momenti di comicità tipicamente giapponese quasi da anime, dopo aver fatto scorrere fiumi di sangue, dopo averci presentato un sacco di personaggi che sembrano non avere niente a che fare tra loro, nella seconda parte del film Shion Sono mette ordine al caos, seppure a modo suo, e riesce a dare una coerenza all'insieme.
Why Don't You Play in Hell è un crescendo di follia e genialità che esplode in un gran finale tutto da non perdere. Tutto da vedere, respirando a pieni polmoni questa boccata d'aria fresca di cinema anarchico, eppure con una sua precisa struttura. Nonostante sia un divertissement comedy-action e l'attitudine cazzara la faccia da padrona, Why Don't You Play in Hell? è anche un sincero e appassionato atto d'amore nei confronti della Settima Arte. Un vero e proprio sacrificio sull'altare dedicato al Dio del Cinema.
Why Don't You Play in Hell è un crescendo di follia e genialità che esplode in un gran finale tutto da non perdere. Tutto da vedere, respirando a pieni polmoni questa boccata d'aria fresca di cinema anarchico, eppure con una sua precisa struttura. Nonostante sia un divertissement comedy-action e l'attitudine cazzara la faccia da padrona, Why Don't You Play in Hell? è anche un sincero e appassionato atto d'amore nei confronti della Settima Arte. Un vero e proprio sacrificio sull'altare dedicato al Dio del Cinema.
Sia lodato il Dio del Cinema!
(voto 8/10)