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martedì 22 marzo 2016

Daddys' Home, una famiglia con due padri. Ma non ditelo ad Adinolfi!





Daddy's Home
(USA 2015)
Regia: Sean Anders
Sceneggiatura: Sean Anders, John Morris, Brian Burns
Cast: Will Ferrell, Mark Wahlberg, Linda Cardellini, Owen Vaccaro, Scarlett Estevez, Hannibal Buress, Thomas Haden Church, Bobby Cannavale, Bill Burr
Genere: paternalistico
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Ho visto Daddy's Home il giorno della Festa del Papà ed è stato un po' come vedere Miracolo nella 34ª strada il giorno della vigilia di Natale. O qualcosa del genere. Io non credo in tante cose, non credo ad esempio in Babbo Natale anche se - chi lo sa? - magari esiste veramente, però credo che i film vadano visti nel momento giusto. Credo nella “stagionalità” del cinema.
In questi giorni ad esempio si trova in rete il comedy-horror Krampus - Natale non è sempre Natale e io sono pure curioso di guardarlo, ma mi sa che un film del genere fino alle prossime festività invernali non me lo sparerò. Non posso mica tradire la stagionalità del cinema.
Così come i film della serie di Vacanze di Natale. Quelli non possono essere visti in primavera oppure in estate. A dirla tutta, quelli non dovrebbero essere visti mai.
Ci sono poi pellicole che sono buone per un paio di occasioni, ma sono casi rari, come Nightmare Before Christmas, che va benissimo ad Halloween, così come pure before Christmas.
Volete un film ideale per la stagione primaverile appena cominciata?
Beh, è ovvio: Spring Breakers forever, bitches!

domenica 12 luglio 2015

Duri si diventa, ma a guardare questo film ci si ammoscia





Duri si diventa
(USA 2015)
Titolo originale: Get Hard
Regia: Etan Cohen
Sceneggiatura: Jay Martel, Ian Roberts, Etan Cohen
Cast: Will Ferrell, Kevin Hart, Craig T. Nelson, Alison Brie, T.I., John Mayer, Edwina Findley Dickerson, Ariana Neal, Erick Chavarria, Greg Germann, Matt Walsh, Dominique Perry
Genere: moscio
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Ou, brutti ceffi, che ci fate qui sul mio blog?
Se avete voglia di criticare, smammate che mi avete preso nel giorno sbagliato. Pussate via, puzzoni!
Se invece avete voglia di dire quanto Pensieri Cannibali sia una figata di sito - lo so, ipotesi remota - smammate lo stesso, perché i ruffiani non mi sono mai piaciuti. Mi piacciono ancora meno di Ruffini Paolo. E ce ne va.
In pratica, vedete di andarvene affancuore in ogni caso. Tanto oggi si parla di un film troppo duro per voi tipi mosci. Probabilmente anche troppo brutto per voi. Io invece che c'ho il pelo sullo stomaco per vedere questo genere di porcate americanate ce l'ho fatta alla grande. E non mi è nemmeno dispiaciuto troppo. Nonostante si tratti probabilmente di uno dei peggiori Will Ferrell movie in cui mi sia mai capitato di imbattermi in tutta la mia intera vita, è pur sempre un Will Ferrell movie e quindi due risate, due di numero, le fa anche fare. Certo, sempre che non siate i soliti guastafeste che dicono: “No, Will Ferrell no, bleah che schifo, fa solo film volgari!”.
C'avete pure ragione, perché questo Duri si diventa è volgare. Volgare forte. In pratica, il 90% delle battute presenti sono razziste, sebbene in fondo tutto resti sempre all'interno dei confini del politically correct, o incentrate sul sesso in prigione. Perché?

domenica 27 ottobre 2013

CASA DE MI PADRE ES TU CASA




Casa de mi Padre
(USA 2012)
Dirección: Matt Piedmont
Guión: Andrew Steele
Reparto: Will Ferrell, Genesis Rodriguez, Diego Luna, Gael García Bernal, Efren Ramirez, Adrian Martinez, Pedro Armendáriz Jr., Nick Offerman, Dan Haggerty, Molly Shannon
Género: picante
Si te gusta, también se ve: Milagros, Machete, Betty la fea

Mi nombre es Niño Caníbal y yo estoy aquí para decirles acerca de la película Casa de mi Padre, protagonizada por el muy famoso comediante Will Ferrell. Usted no sabe?
También ha protagonizado películas como La historia de un hombre que sabía cómo contar a uno, 2 De boda en boda y dos zapatos para la gloria.
No entiende?
Bien, allora proverò a scrivere un poco in italiano, feliz?

Casa de mi Padre es una película muy graciosa, che in spagnolo significa molto divertente, non significa che è molto graziosa. Non è la película más graciosa nella carriera de Will Ferrell, ma no es tan malo tambien. Si ride a tratti, ma la película es un ibrido tra la parodia di una película messicana, il melodramma, il western, il genere criminale e una película seria. Più una parodia che una cosa seria, comunque, a partire dalla parlata di Will Ferrell. Metà del fascino e dello spasso della película sta proprio nel sentirlo (s)parlare in spagnolo, tutto serio e impegnato com’è a fare l’attorone latino americano. È talmente calato nella parte da sembrare davvero un hombre mexicano, non un gringo americano.
Y luego anche los otros actores sono muy in parte. Diego Luna y Gael García Bernal si ritrovano dopo aver fatto insieme Y tu mama tambien y despues c’è anche la muy bonita Genesis Rodriguez. No, no es parente de quella puta de Belen Rodriguez. Però es una muchacha un poco puta tambien. Me gusta. Prima si fa Diego Luna, poi si fa Will Ferrell e pure con il Gael García Bernal  che è suo zio, ha un rapporto un poco incestuoso. Quindi no, non ha niente di che invidiare a quella puta de Belen.

"Mi matrimonio es más guepo que el tuyo, Belen!"

"Ci arrendiamo Cannibal. Non abbiamo capito una parola del tuo post,
possiamo usare il traduttore di Google?"
Un’altra parte del fascino della película sta invece nella sua realizzazione in stile vagamente Grindhouse, come se fosse una versione comica di una película di Robert Rodriguez. Tra le altre note positive vi è inoltre la colonna sonora, che fa respirare l’odore della terra mexicana e che vanta anche una Christina Aguilera in gran spolvero rispetto alle sus últimas canciones de mierda. Suena como una buena cantante, nella canción d’apertura. La musica es protagonizada de un sacco di otros momentos, con varie scene canore che tengono un ritmo bueno e sono tra le cose più piacevoli della visione. Bene anche le scene più comiche, soprattutto le prese per el culo dei mexicani, con il loro prendersela comoda in tutto, con la loro mania di salutare 50 mila volte (un po’ come gli italiani) e con la loro fissa per il fumo. I messicani fumano sempre, anche in punto di morte.

A non convincere molto sono invece il miscuglio tra le parti comiche e quelle serie, non del tutto riuscito, e soprattutto una trama parecchio scontata. Capisco che esta es una parodia delle solite storione latine, però lo siento ma se poteva fare de più. Ao’, com’è che il mio espanol sta finendo per somigliare al romanesco?
Oh, stop speaking that fuckin’ Spanish. Yo no hablo espanol muy bien. Io parlare a mala pena itagliano. Chiudiamola qui.
Fin.
(nota 6+/10)



domenica 21 luglio 2013

WILL FERRELL, STORIA DI UN COMICO CHE SAPEVA CONTARE FINO A 1




Will Ferrell. Mi sono preso una sbandata per Will Ferrell.
Sono diventato gay per Will Ferrell? No.
Sarebbe il caso di diventarlo per Ryan Gosling o Justin Timberlake o un bel maschione del genere. Per Will Ferrell no. Sarebbe lui il primo a prendermi per il culo se lo facessi. Prendermi per il culo inteso in senso non gay.
Per tanto tempo, per anni, l’ho colpevolmente trascurato. Mi aveva fatto morir dal ridere con le sue comparsate nel mitico 2 single a nozze (Wedding Crashers), dove interpretava un tizio che si infiltra ai funerali per rimorchiare, e nell’ancor più mitico, oserei dire leggendario, Zoolander, dove era lo stilista Mugatu. Nelle pellicole in cui era il protagonista assoluto non mi aveva invece convinto del tutto, come il natalizio Elf o come Anchorman - La leggenda di Ron Burgundy, commedia celebratissima negli USA di cui è atteso un sequel in arrivo a breve, o il non troppo divertente Candidato a sorpresa. Forse però era solo che non ero ancora pronto. Non ero pronto per la sua comicità esplosiva, sboccata e volgare fin che si vuole ma anche con lampi di genialità assoluti. E così niente, mi sono recuperato Ricky Bobby un po’ per caso e da lì ho voluto approfondire il mio rapporto con Will Ferrell. In senso sempre non gay.

Cosa ho scoperto, con questa mini-retrospettiva sul cinema d’autore (ehm, all’incirca) di Will Ferrell?
Che si tratta effettivamente di cinema d’Autore. Il Ferrell, pur non essendo regista, firma molte delle sue pellicole anche come sceneggiatore, cosa che rende omogeneo il suo parco Opere. Sì, le chiamo Opere, e allora? Ad accomunarle c’è la sua forte presenza, la sua prepotente fisicità, che ricorda moltissimo il batterista dei Red Hot Chili Peppers Chad Smith. Al punto che viene davvero difficile credere non siano due gemelli separati alla nascita.


Will Ferrell somiglia poi pure a George W. Smith, l’ex presidente degli USA che ha imitato a lungo al Saturday Night Live…


Oltre al suo aspetto fisico, buffo in un modo strano, visto che non è il solito comico basso e grassottello bensì tutto l’opposto, in una buona parte dei suoi film è presente un certo tipo di comicità che li contraddistingue. Uno stile umoristico tipicamente americano, non troppo distante da quello di un Adam Sandler, eppure ancora più politically incorrect. Non stupisce allora che diverse sue pellicole siano nell’orbita delle Judd Apatow productions, piene come sono di battute sboccate. Con in più qualche puntatina nel grottesco e nel nonsense, come dimostra una pellicola diversa dal suo repertorio solito, Vero come la finzione.

Se volete anche voi prendervi una cotta, non gay ma se preferite pure gay, per Will Ferrell, ecco quattro pellicole che fanno al caso vostro.

"Tarari and Tarara, Alba and Gigi Dag,
Un Deux Trois, Tarari Comme Ci Comme Ca
One Two Three Tarari the place to be."
A Night at the Roxbury
(USA 1998)
Regia: John Fortenberry
Sceneggiatura: Steve Koren, Will Ferrell, Chris Kattan
Cast: Will Ferrell, Chris Kattan, Molly Shannon, Jennifer Coolidge, Michael Clarke Duncan, Richard Grieco, Dan Hedaya, Loni Anderson, Eva Mendes
Genere: discoFerrell
Se ti piace guarda anche: Zoolander, Scemo & più scemo

La febbre del sabato sera per la generazione degli anni ’90. All’incirca. Più che altro si tratta di una parodia di quel film, citato anche nella scena della celebre passeggiata di John Travolta/Tony Manero, però non stiamo troppo a sottilizzare. A Night at the Roxbury getta uno sguardo sulla dance culture in maniera molto ironica, preconizzando anche la tamarro generation di Jersey Shore.

I due protagonisti sono due fratelli truzzi con un look da boyband alla N SYNC che nella vita hanno in testa solo la disco e come sogno quello di aprire un giorno un locale tutto loro. Per intanto, si accontenterebbero anche solamente di entrare al Roxbury, il club più figo in città, dove però vengono costantemente rimbalzati dal buttafuori Michael Clarke Duncan. Fino a che un giorno incontreranno Richard Grieco e la loro vita cambierà…

Da segnalare assolutamente la colonna sonora del film, che potrebbe benissimo essere stata compilata da Albertino di Radio Deejay o, in alternativa, potrebbe essere la soundtrack di un cinepanettone a caso. È un tripudio di musica disco, ma riassume il meglio (o forse dovrei dire il peggio) della trash dance anni Novanta, con dentro roba come Ace of Base, Faithless, Bamboo, N-Trance, No Mercy, La Bouche e soprattutto “What Is Love” di Haddaway, leitmotiv dell’intera pellicola.
Il film segna l’ingresso trionfale di Will Ferrell come protagonista di una commedia, dopo alcune particine minori e una serie di sketch al Saturday Night Live. Per lui si tratta anche della prima sceneggiatura, firmata insieme al co-protagonista Chris Kattan e a tale Steve Koren, e infatti sono già ravvisabili tutti gli elementi tipici della sua assurda e irresistibile comicità. Ma questo non è altro che il suo primo passo verso la grandezza.
(voto 7-/10)

Ricky Bobby - La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno
(USA 2006)
Titolo originale: Talladega Nights: The Ballad of Ricky Bobby
Regia: Adam McKay
Sceneggiatura: Will Ferrell, Adam McKay
Cast: Will Ferrell, John C. Reilly, Leslie Bibb, Gary Cole, Sacha Baron Cohen, Michael Clarke Duncan, Jane Lynch, Molly Shannon, Amy Adams, Greg Germann, Jack McBrayer, David Koechner, Mos Def, Evlis Costello
Genere: autoFerrell
Se ti piace guarda anche: Hot Rod - Uno svitato in moto, Driven

Ricky Bobby è, come dice il sottotitolo italiano, La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno. Perché è ignorante? No, perché Ricky Bobby è un pilota abituato ad arrivare sempre primo. Il film prende in giro in maniera spassosa e tipicamente willferrelliana il mondo delle corse automobilistiche, il circuito NASCAR in particolare, ma anche gli appassionati di Formula 1 e di motori in generale potranno trovare spunti esilaranti. Così come può far divertire alla grande anche a chi non gliene frega una cippa delle auto. Ricky Bobby è soprattutto una specie di parodia dei film sulla classica parabola di ascesa al successo e poi discesa negli inferi del dimenticatoio, tipica dei film sportivi alla Rocky così come di quelli non sportivi, mi viene in mente ad esempio Boogie Nights, per quanto ambientato nel mondo del porno.
Il risultato? Non agli straordinari livelli del fenomenale Hot Rod - Uno svitato in moto, ma comunque una visione più che divertente. A suo modo, è poi un film profondo. Tra alti e bassi, rettilinei e curve, corriamo a fianco di Ricky Bobby e ripercorriamo la straordinaria vita di questo campione magistralmente interpretato da un Will Ferrell in stato di grazia.
(voto 6,5/10)

"Sì, è vero. Cannibal Kid sceglie gli abiti appositamente per noi."
Blades of Glory - Due pattini per la gloria
(USA 2007)
Titolo originale: Blades of Glory
Regia: Josh Gordon, Will Speck
Sceneggiatura: Jeff Cox, Craig Cox, John Altschuler, Dave Krinsky
Cast: Will Ferrell, Jon Heder, Jenna Fischer, Amy Poehler, Will Arnett, William Fichtner, Craig T. Nelson, Romany Malco, Nick Swardson, Andy Richter, Rob Corddry, Luke Wilson
Genere: ice ice Ferrell
Se ti piace guarda anche: Dodgeball, Io vi dichiaro marito e marito

Blades of Glory è un serio candidato al titolo di film più gay della storia. O perlomeno se la gioca con il recente Behind the Candelabra.
Perché?
Perché i protagonisti Jimmy e Chazz sono i due pattinatori su ghiaccio più bravi e famosi del mondo. Non vi sembra già una cosa abbastanza gay?
Tra i due fenomeni di questo sport c’è una accesissima rivalità, non solo per essere i numeri 1 assoluti, ma anche perché rappresentano uno l’opposto dell’altro. Jimmy, interpretato dal facia da pirla Jon Heder, quello di Napoleon Dynamite, è tutto preciso, perfettino nelle esecuzioni, tanto quanto Chazz, il nostro eroe di giornata Will Ferrell, è invece più ribelle e folle nelle sue esibizioni. Il diavolo e l’acqua santa, in pratica. La loro rivalità è talmente accesa che i due finiscono per fare a botte dopo una gara e vengono così radiati dalle competizioni. Vengono radiati come pattinatori singoli, ma c’è una possibilità per loro di ritornare in gara…
In coppia.
E così i due saranno costretti a diventare un duo. Il primo duo composto da due uomini nella storia del pattinaggio. Come potete ben immaginarvi, ciò porterà a vari momenti molto gay…
Come in Ricky Bobby, ma anche in Dodgeball, anche in questo caso la vicenda assume i contorni della parodia delle solite storione sportive e il tipo di umorismo è pressappoco lo stesso. Sono inoltre presenti un sacco di momenti memorabili, in particolare le esibizioni in coppia di Jimmy e Chazz.
D’ora in avanti sono loro i miei pattinatori su ghiacchio preferiti, altroché Carolina Kevin Kostner.
(voto 6,5/10)

"Pensi anche tu che con questa t-shirt sia più sexy delle tipe di Spring Breakers?"
Fratellastri a 40 anni
(USA 2008)
Titolo originale: Step Brothers
Regia: Adam McKay
Sceneggiatura: Will Ferrell, Adam McKay
Cast: Will Ferrell, John C. Reilly, Mary Steenburgen, Richard Jenkins, Adam Scott, Kathryn Hahn, Andrea Savage, Seth Rogen
Genere: bamboccionFerrell
Se ti piace guarda anche: Cocco di nonna, 40 anni vergine

E veniamo a quello che per me è il Capolavoro comico assoluto di Will Ferrell, nonché uno dei film più spassosi che io abbia visto negli ultimi anni. Fratellastri a 40 anni è una lunga sequenza di momenti da pisciarsi sotto dal ridere, dall’inizio alla fine, ma è anche un film a suo modo coraggioso. Oserei quasi dire che è un affronto, un massacro dell’American Way of Life. Fare soldi, fare carriera, mettere su famiglia? Non è quello che hanno in mente i due protagonisti, Will Ferrell e la sua spalla comica ideale John C. Reilly, che si ritrovano fratellastri a 40 anni. I loro genitori, vedovi entrambi, si innamorano e si sposano e tutti e 4 vanno a vivere insieme, sotto lo stesso tetto.

Da commedia semplice e cazzara quale comunque è, Fratellastri a 40 anni si trasforma così in una comicissima esaltazione del non crescere, del non prendersi responsabilità, del più puro bamboccionismo. Sì, Will Ferrell e John C. Reilly in questo film sono due bamboccioni, i due più grandi bamboccioni immaginabili, ma il loro è anche un vaffanculo gridato in faccia all’American Dream e alle convenzioni.
Pur muovendosi all’interno della commedia americana goliardica tradizionale, Fratellastri a 40 anni è quindi una pellicola a suo modo controcorrente, che nemmeno nel finale si addolcisce. Un mio personale nuovo piccolo grande cult della comicità, con cui Will Ferrell si guadagna definitivamente un posto d’onore tra i miei comici del cuore. Sia detto anche, massì, in senso un po’ gay.
(voto 7,5/10)

Post pubblicato con i minimal poster creati da C[h]erotto anche su L'OraBlù: parte 1 e parte 2.

domenica 16 giugno 2013

VERO COME LA FINZIONE, L’ULTIMO POST CANNIBALE


Vero come la finzione
(USA 2006)
Titolo originale: Stranger Than Fiction
Regia: Marc Forster
Sceneggiatura: Zach Helm
Cast: Will Ferrell, Maggie Gyllenhaal, Emma Thompson, Dustin Hoffman, Queen Latifah, Tony Hale, Tom Hulce, Linda Hunt, Kristin Chenoweth
Genere: letterario
Se ti piace guarda anche: Ruby Sparks, The Truman Show, Il ladro di orchidee, Essere John Malkovich, Synecdoche New York
(voto 6,5/10)

Post pubblicato anche su L'OraBlù, insieme al nuovo minimal poster realizzato da C[h]erotto.



"Non la so fare Yesterday dei Beatles. Se vuoi però ti suono un pezzo dei Modà."
"Ma lo sai che s'è fatto proprio tardi? Devo scappare..."
Stava scrivendo un altro dei suoi post. L’ennesimo per quel suo blogghetto, Pensieri Cannibali. Non è che fosse un sito eccezionale o chissà cosa, però gli piaceva impegnarsi per realizzare dei pezzi che fossero un minimo originali. Magari anche interessanti. Stava scrivendo dell’ultimo film che aveva visto, Vero come la finzione. In quel periodo si era preso una fissa per le pellicole con Will Ferrell, chissà perché. Nessuno lo sa, nemmeno io che sono il narratore onnisciente. Onnisciente un paio di palle. Ci sono cose che nemmeno noi possiamo sapere. Saremo narratori onniscienti, saremo una razza superiore alla vostra, stupidi umani, ma non siamo Dei. Ci andiamo vicino, eppure non lo siamo del tutto.

"Basta con 'sti blog! E' ora di tornare alle macchine da scrivere..."
Vero come la finzione è un film diverso dai soliti con Will Ferrell. Non è una delle sue tipiche esilaranti stronzatone comiche, come il geniale Fratellastri a 40 anni, o i vari Ricky Bobby e Blades of Glory. Questa volta aveva voluto fare il serio, come Adam Sandler quando ha girato Ubriaco d’amore o Reign Over Me.
Vero come la finzione è una commedia drammatica o, se preferite, un dramma dai risvolti di commedia. Un dramedy, o anche una commedia grottesca. Uno di quei film con una sceneggiatura che sembra firmata da Charlie Kaufman, solo che non lo è. Rispetto alle pellicole girate da Spike Jonze, Michel Gondry o dallo stesso Kaufman, questo è un cinema meno indie e più, come dire?, tradizionale. Un grottesco atipico, di quelli contaminati con la commedia hollywoodiana classica, d’altra parte la regia è del mestierante Marc Forster e la sceneggiatura è firmata da Zach Helm, quello del pessimo Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie (sorry Natalie, ma pure tu ogni tanto toppi). Un incrocio di cose, intrigante sebbene non riuscito fino in fondo, che ricorda molto Ruby Sparks. E Ruby Sparks è venuto dopo… che gli autori si siano per caso ispirati un pochino a questo film? La tematica è simile, quella della realtà e della finzione che si mescolano, come si può intuire dal titolo della pellicola. Pure in questo caso abbiamo un personaggio letterario che prende vita, come Ruby Sparks. O forse non è che prenda vita dalla letteratura. Il personaggio è vivo, vero, e una narratrice racconta ciò che gli capita e lui a un certo punto se ne accorge. Si rende conto di essere al centro di una narrazione, controllato e spiato ovunque come Truman in The Truman Show. Una di quelle tipiche situazioni che portano alla schizofrenia.

"...o anche ai diari personali."
Cannibal Kid stava scrivendo di questo film, questo Vero come la finzione per un nuovo post su Pensieri Cannibali, si stava impegnando, se solo avesse saputo che…
...che quello sarebbe stato il suo ultimo post. Proprio così. Quello che non conosceva era il motivo. Perché sarebbe stato il suo ultimo post per Pensieri Cannibali? Stava per morire? Oppure il blog avrebbe chiuso? Un potente portale cinematografico stava per acquisirlo? La rete Internet era sul punto di collassare? Il mondo così come lo conoscevamo stava per finire?
In qualunque caso, quello sarebbe stato il suo ultimo post. Una volta saputo ciò, decise che doveva impegnarsi di più, doveva scrivere qualcosa di davvero memorabile. Doveva lasciare una traccia che nessuno avrebbe dimenticato mai. Impresa mica facile. Quando ci si sforza troppo è ancora più difficile riuscire a tirare fuori qualcosa che lasci davvero il segno.
Ci voleva una frase storica, qualcosa tipo: “Non può splendere il sole per sempre.” O “La vita è come una scatola di cioccolatini spiaccicata a terra.” Oppure “Al mio segnale, scatenate il Paradiso!”. O ancora “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare… Maria de Filippi in fiamme lanciare dei rapper al largo dei bastioni di Canale 5.”

"Ultimo post cannibale? Questa sì che è una bella notizia!"
Qualcosa in grado di rimanere per sempre. Ma non gli veniva in mente nulla. Continuava a pigiare i tasti sulla tastiera e gli uscivano solo fiumi di parole memorabili quanto “Fiumi di parole” dei Jalisse. Si sentiva un personaggio letteralmente in cerca di autore come Will Ferrell nel film. Sentiva come se non fosse il reale padrone del suo destino, il capitano della sua anima… uh bella, questa frase. Peccato l'avessero già usata nella poesia Invictus.
Fu allora che realizzò una cosa. Non sarebbe riuscito a scrivere qualcosa di tanto bello e memorabile quanto la poesia Invictus. Certo non in quel momento. Non con quella pressione addosso. In fondo, perché quello doveva essere l’ultimo post che scriveva? Chi lo diceva? Soltanto una stupida voce narrante onnisciente fuori campo che parlava da chissà dove. Cosa ne poteva sapere?
Figuriamoci se quello che stava scrivendo in quel momento sarebbe davvero stato il suo ultim

"NOOOOOOOOOOO! E adesso come farò senza Pensieri Cannibali?"

martedì 6 novembre 2012

Candidato Kinder sorpresa

6 novembre 2012.
Cosa succede, il 6 novembre 2012, ovvero oggi?
Ci sono le elezioni.
Quali elezioni?
Le primarie del PD? Le primarie del PDL?
Ma no, di quelle frega giusto ai diretti interessati. Le elezioni in questione sono nientepopodimeno che le presidenziali americane. Oh yes.
Democratici contro Repubblicani.
Barack Obama contro Mitt Romney.
Il Bene contro il Male.
Non sarà stato il salvatore della patria o del mondo intero, però Obama ha rappresentato un netto passo in avanti rispetto alla disastrosa amministrazione dell'American Idiot Bush, ha portato a casa una storica riforma sanitaria che Romney non vede l’ora di cancellare e insomma, sapete già da che parte sto io. La stessa parte della girl Lena Dunham.



La politica però è un argomento noioso e quindi evitiamo di addentrarci troppo in queste questioni. E allora parliamo di cinema. Se sabato abbiamo discusso di Game Change, sulla corsa alle passate elezioni di Obama contro McCain e Sarah Palin, spazio oggi a una campagna comedy (almeno nelle intenzioni degli autori), con un altro film firmato sempre da Jay Roach.

"Cannibal, da quando collabori con Mr. Ford le visite al tuo blog sono crollate!"
Candidato a sorpresa
(USA 2012)
Titolo originale: The Campaign
Regia: Jay Roach
Cast: Will Ferrell, Zach Galifianakis, Jason Sudeikis, Dylan McDermott, Sarah Baker, Katherine LaNasa, Dan Aykroyd, John Lithgow, Brian Cox, Karen Maruyama, Grant Goodman, Kya Haywood, Josh Lawson
Genere: satira politica
Se ti piace guarda anche: Veep, Il dittatore, Parto col folle

Nonostante il titolo, non è che ci siano grosse sorprese, in questo Candidato a sorpresa.
Si tratta di una commedia che scorre via piacevole e regala anche qualche sorriso. Non è che ci si rotoli per terra dalle risate, però qualche frecciata fa centro. Se la parte comedy non funziona alla grandissima, però si salva ancora, a convincere meno è la parte politica.
Fare satira politica l’è ‘na bruta bestia. Non è facile, per niente. Qui da noi, era facile quando c’era Berlusconi al centro dell’arena. Con l’austerità del governo Monti, anche la nostra satira è entrata in crisi, in epoca di recessione. Facile ironizzare sulle mille (dis)avventure del Berluska, meno trovare spunti sugli altri. Anche perché il governo Monti è fatto di tecnici, nemmeno di politici, quindi come si fa a fare satira politica su dei tecnici?
Quando la satira è approdata al cinema, poi, abbiamo avuto di recente risultati disastrosi. Tanto per dire un film qualunque, dico solo l’inguardabile Qualunquemente di Antonio Albanese.

"Con questa foto puntiamo a conquistare il pubblico di cinofili.
Dite che Pensieri Cannibali è un blog per cinefili? Sicuri sicuri?"
Per quanto riguarda la satira americana, qui entriamo in un territorio locale minato le cui dinamiche non sono del tutto comprensibili a uno sguardo “straniero”. La serie comedy della HBO Veep, incentrata sulla vita di un’immaginaria vice presidentessa degli Stati Uniti stile Sarah Palin, ad esempio, subito subito non risulta molto divertente. Una volta che si è entrati nei suoi meccanismi, però, comincia a far davvero ridere.
Con questo film le risate fornite da Will Ferrell e Zach Galifianakis sono invece poche dall'inizio alla fine, ma a non convincere è soprattutto una certa timidezza della pellicola nel voler davvero pigiare sull’acceleratore del politically incorrect. Una cosa capitata di recente anche al comunque più riuscito Il dittatore con Sacha Baron Cohen: entrambi i film partono bene, sembrano davvero intenzionati ad attaccare il sistema politico americano e poi alla fine si tirano indietro e non danno il colpo di grazia.

Candidato a sorpresa purtroppo non sorprende. È una visione piacevole e carina, ma un film di satira politica, di vera satira politica, non può e non deve essere piacevole e carino. Deve essere scomodo, urtante e urticante. Come sapeva essere Daniele Luttazzi nei suoi interventi migliori. Quando gli permettevano di andare in tv, almeno.
Un aspetto comunque interessante del film è che in questa campagna non c’è un buono e un cattivo. Se ci si poteva aspettare un candidato democratico integro e dai forti valori morali contrapposto al solito repubblicano malefico. Le cose non sono così. Anzi, è quasi il contrario.

"Ma secondo te Renzi batterà Berlusconi alle primarie del PDL?"
"Guarda che il primo è in quelle del PD e il secondo non si candida più."
"Certo, certo..."
Will Ferrell è il candidato democratico senza scrupoli che farebbe di tutto per vincere, campagne contro l’avversario costruite su menzogne comprese: ad esempio, accusa il povero Galifianakis di essere in combutta con al-Qaeda, mossa che qualche repubblicano aveva cercato di fare nella passata campagna elettorale contro Obama. La caratteristica principale del democratico Will Ferrell è però la sua passione per le donne e il sesso, che lo portano a essere una versione estrema di Bill Clinton, o anche una versione soft di Silvio Berlusconi.
All’altro angolo del ring, in questa campagna elettorale per conquistare un posto nel governo americano, troviamo l’improbabile repubblicano Zach Galifianakis, un tipo ingenuo e bonaccione piazzato in maniera strategica da due miliardari senza scrupoli interpretati da Dan “Ghostbuster” Aykroyd e John “Trinity” Lithgow. Ma man mano che la campagna entrerà nel vivo, anche Galifianakis scoprirà il suo lato oscuro…
Tra i due, non c’è quindi un buono in senso assoluto. Perché nella politica reale, un buono in senso assoluto è davvero difficile da trovare. Peccato che nel film alla fine non ci sia nemmeno un cattivo in senso assoluto e quindi la critica al sistema mossa dalla pellicola risulta essere un bagno nell’acqua di rose.
Per concludere questo dibattito più cinematografico che politico, Candidato a sorpresa è un film carino. Peccato solo che Hello Kitty o i Barbapapà possono essere carini. La satira politica deve essere spietata.
(voto 6-/10)


sabato 16 aprile 2011

Il film di riserva

I poliziotti di riserva
(USA 2010)
Titolo originale: The Other Guys
Regia: Adam McKay
Cast: Mark Wahlberg, Will Ferrell, Eva Mendes, Steve Coogan, Michael Keaton, Lindsay Sloane, Samuel L. Jackson, Dwayne “The Rock” Johnson
Genere: parodia poliziesca
Se ti piace guarda anche: Poliziotti fuori, Scuola di polizia, Red, Hot Fuzz, Una pallottola spuntata, Bad Boys

(Nonostante il grande successo negli USA, in Italia è uscito direttamente in home-video, ma per una volta non è un grosso peccato)

Avete presente i tipici poliziotti eroici? Sì, insomma: quelli su cui di solito vengono girati i film. Questa pellicola ci tiene invece da subito a dire che non ci parla di loro, bensì di quelli sfigati, nelle retrovie, gli other guys del titolo originale, quelli che di solito nessuno si caga. E se nessuno lo fa un motivo ci sarà, visto che poi ne esce un film come questo che è tutto fuorché memorabile. Non è nemmeno orribile, a tratti riesce persino a far ridere, solo che sembra sforzarsi troppo di essere divertente a tutti i costi e per farlo ci mette dentro situazioni esasperate e battute sui personaggi più discussi del momento (tipo i protagonisti di Jersey Shore), come fanno in maniera abituale film parodia orribili come Disaster Movie, Date Movie, Epic Movie, Etc movie.

Questa volta a essere preso di mira è il genere poliziesco, in una maniera non riuscita come nell’inglese Hot Fuzz, ma nemmeno in una maniera del tutto fallimentare come nei "capolavoroni" sopra citati. Diciamo che questo I poliziotti di riserva viaggia nel mezzo. La storia è del tutto trascurabile ed è il solito intreccio vagamente poliziottesco senza nessuna idea. A funzionare un po’ di più sono invece le dinamiche personali tra i due protagonisti, due sbirri che più diversi non si può: Mark Wahlberg è uno tosto, persino troppo visto che spara a qualunque oggetto sospetto in movimento; mentre Will Ferrell è (apparentemente) il poliziotto sfigato, precisino e inquadrato, quello insomma che tutti prendono per il culo. Apparentemente ho detto, perché in realtà il Ferrell nasconde un passato da pappone, una moglie gnocca (Eva Mendes come detto in occasione di Last Night non è tra le attrici che più mi ispirano sesso, però per lo sbirro coglione Will Ferrell è decisamente troppo e qui poi lei è decisamente in salute) e tutte le donne sono attratte in maniera sorprendente da lui. Su questo fascino misterioso che esercita la pellicola si gioca tutte le sue (uniche) carte divertenti, per il resto è davvero una roba che lascia il tempo che trova.
Come i suoi protagonisti, un film da vedere giusto come riserva.
Ma forse neanche…
(voto 4,5)

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