Pop, rock, jazz, metal, roba italiana, artisti nuovi e gruppi vecchi...
Questo e molto altro vi aspettano nella rubrica tutta da leggere e soprattutto da ascoltare dedicata alla musica passata su Pensieri Cannibali nell'ultimo mese.
Ne sono passate parecchie di canzoni nelle mie orecchie nel corso del 2014. Se volessi mettermi a contarle, sarebbe un'impresa pari a quella di contare le stelle nel cielo. Una mission impossible e pure infinita. Tra tutte le migliaia, forse milioni, forse forse miliardi, di canzoni ascoltate, ieri ne abbiamo viste e soprattutto sentite una decina, quelle che sono finite a un passo dalla Top 10, mentre oggi ci ascoltiamo quelle che ce l'hanno fatta a guadagnarsi un posticino in vetta.
Nel 2013 aveva trionfato “Young and Beautiful” di Lana Del Rey. Chi avrà invece conquistato il primo posto quest'anno?
Dischiland è il nome di uno storico negozio di dischi della mia città, Casale Monferrato. Gli rubo dedico il titolo di questo post per fargli un po’ di pubblicità e poi perché non me n'è venuto in mente nessun altro titolo migliore.
Nel qui potete trovare in rassegna alcuni album sentiti nelle ultime settimane qui su Pensieri Cannibali. Buon ascolto e buon giro in questo negozio di dischi.
Beck “Morning Phase”
Carino il nuovo disco di Beck, però c’è un però. È uguale identico a “Sea Change”, quello sì un grande album. Questo, più che “Morning Phase”, dopo una buona partenza finisce per diventare parecchio sbadiglioso e quindi il nostro avrebbe forse fatto meglio a chiamarlo “Sleep Phase”. Sia chiaro, io Beck lo adoro, ho persino “The New Pollution” come suoneria del cellulare, solo preferisco il Beck cazzaro e funkytarro dei primi tempi al serioso scientologista folk in cui si è tramutato adesso. A quando il suo come-beck a com'era una volta?
(voto 6,5/10)
Zen Circus “Canzoni contro la natura”
Quanto sarebbe stato bello sentire gli Zen Circus a Sanremo?
Quanto sarebbe stato bello sentire le parole di un pezzo come “Viva” cantate dal palco dell’Ariston a spazzare via in un colpo solo tutto il buonismo fabiofaziesco?
Non provo vergogna se mi date del pezzente
certo io non ho il cash
ma di essere attraente e circondato da idioti
non me ne frega niente
Di cosa ridete e di cosa urlate
perché festeggiate ancora l'estate
di cosa ballate di cosa vi fate
tutti viva qualcosa sempre viva qualcosa
evviva l'italia
viva la fica
viva il duce
evviva la vita
viva il re
viva gli sposi
viva la mamma
evviva i tifosi
viva la pappa col pomodoro
viva la pace
evviva il lavoro
viva la patria
la costituzione
viva la guerra
tanto vivi si muore
E allora anche io grido viva qualcosa: viva gli Zen Circus!
(voto 7,5/10)
Dente “Almanacco del giorno prima”
“Almanacco del giorno prima” è il primo disco inciso dal cantautore italiano indie Dente per una major, per la precisione la RCA Records/Sony Music.
Uh, quindi anche Dente è diventato commerciale, è diventato un “VENDUTO! VENDUTO! VENDUTO!”, è diventato un dente cariato?
No, non esattamente. Un po’ sì perché adesso lo si sente ogni tanto passare persino in radio, perché ha debuttato alla numero 6 della classifica dei dischi più venduti in Italia e perché ora ha un suono meno lo-fi e più curato, più arrangiato. Cosa che per le sue canzoni non è nemmeno un male. A livello musicale ci muoviamo infatti sulle coordinate di un pop leggero e raffinato, tra organetti alla Blur anni ’90 e melodie stile Badly Drawn Boy, ma decisamente accessibile. Il meglio arriva comunque dai testi, in cui Dente Alighieri ci regala dei piccoli saggi di bravura. Magari a Sanremo ci fosse stato anche uno come lui. Altroché Renga.
(voto 6,5/10)
Stromae “Racine Carrée”
Per qualcuno Stromae è quello di “Alors on danse”, tormentone tamarro dell’estate 2010. Per qualcun altro Stromae è quello che si è presentato ubriaco all’ultimo Festival di Sanremo (per chi non se ne fosse reso conto, stava recitando). Per me, Stromae è un camaleonte. Ogni volta che sento un suo pezzo, mi fa un’impressione differente. Non sono ancora riuscito a inquadrarlo del tutto, e il suo pregio principale è proprio questo. Tra electro, rap, pop, cantautorato e suono dal tocco tradizionalmente francese fuso con sonorità moderne, il suo secondo disco “Racine Carrée” conferma quest’impressione. Stromae, uno nessuno e centomila. Formidable.
(voto 7/10)
Katy B “Little Red”
Katy B è tipo la più bella voce inglese in circolazione insieme a quelle di Adele ed Ellie Goulding. Per questo suo secondo album, Katy ha deciso di offrire due versioni. La prima tradizionale con le tracce staccate, in cui si può godere la accresciuta maturità nella composizione rispetto al passato e il tocco più intimo e delicato delle canzoni. La seconda versione è invece totalmente mixata, non remixata, significa soltanto che tutte le tracce fluiscono le une nelle altre e significa anche che sono ottanta minuti filati di dubstep-pop senza pause in cui si può apprezzare maggiormente il tiro elettronico dell’album. Indovinate quale delle due versioni io preferisco di più?
(voto 8/10)
St. Vincent “St. Vincent”
Avevo amato parecchio i dischi precedenti di St. Vincent, stralunata artista con uno stile tra Kate Bush e Bjork. Con questo nuovo mi sono invece trovato in difficoltà. L’ho sentito la prima volta e non mi ha detto niente. L’ho sentito diverse altre volte, e ancora niente. A un certo punto è finalmente scattato qualcosa. Non so se è dipeso dall’assuefazione che si è creata sentendolo un sacco o dal reale valore del lavoro, ma questo è davvero un album di quelli per cui si può dire che "cresce ascolto dopo ascolto". E se adesso mi sembra “solo” buono, chi può dire cosa ne penserò dopo che sarà passato per le mie orecchie qualche altra decina di volte?
(voto 7,5/10)
Drowners “Drowners”
L’esordio dei newyorkesi Drowners è uno dei dischi rock’n’roll più freschi che sento dai tempi del debut album degli Strokes. Un paragone non casuale, visto che lo metti sul giradischi (si fa per dire) e la band newyorkese è la prima che ti viene in mente. I Drowners sono allora un gruppo derivativo, molto derivativo, che non fa niente di nuovo ma lo fa bene. E sì, suonano come gli Strokes, solo come gli Strokes ai tempi in cui erano davvero fighi. Non che adesso siano degli sfigoni, intendiamoci, però un disco come “Is This It” non l’hanno mai più fatto…
(voto 7/10)
Broken Bells “After the Disco”
Quando i titoli dicono già tutto. After the disco. Il disco perfetto da suonare dopo essere stati in disco. Oppure anche senza essere stati in disco – ormai chi ci va più in disco? – è il disco ideale per la domenica mattina. Non è un disco da sabato sera unz unz. È un disco con echi Bee Gees, si senta il singolone “Holding On For Life”, ma più echi da ballatone dei Bee Gees, non da quelli disco stile La febbre del sabato sera. After the disco, il titolo dice già tutto. E se dico disco ancora una volta entro ufficialmente nel Guinness dei primati per il maggiore abuso di una parola sola in una singola mini-recensione.
Porco disco.
Sììì, sono nel Guinness!
(voto 6,5/10)
Levante “Manuale distruzione”
L’album d’esordio di Levante, la nuova promessa - così pare - del cantautorato femminile italiano, ha un bel titolo: "Manuale distruzione". E come suona?
Gradevole quanto sentire la mia gatta quando è in calore.
(voto 4/10)
Infine, su Spotify potete ascoltarvi la playlist con i pezzi che ascolto di più in questo periodo.
Riguardo alla partita non diciamo niente, per scaramanzia.
Facciamo parlare giusto la musica e, visto che si tratta della finale, per l’occasione due brani da ogni nazione invece di uno solo.
Dalla Spagna vi propongo i Pegasvs, indie band davvero interessante a livello musicale, con un nome che a pronunciarlo vi scioglierà la lingua e con un video del tutto allucinogeno e psychedelico.
E poi un'altra compagine molto piacevole e con un video parecchio carino: i Sidecars.
Dall’Italia ci sentiamo invece il nuovo pezzo bello fresco per l’estate degli Zen Circus, “Milanesi al mare”.
Poi, per darci la carica… Laura Pausini? Eros Ramazzotti? Emma Marrone?
Ma va, ci sono i potentissimi Bloody Beetroots (o meglio, il potentissimo Sir Bob Cornelius Rifo), con il nuovo singolo accompagnato da un insano video, “Rocksteady”.
Dopo gli Oscar cannibali cinematografici e i Cannibal Telefilm Awards, potevo forse lasciare scoperto il campo musicale? Ennò, certo che no e allora ecco qui una bella cerimonia di premiazione anche per il meglio (e il peggio) dell’annata sonora.
Quali sono i verdetti del 2011?
Il rock è morto. Punto. Se fino a qualche anno fa era più un chiedersi: “Il rock è morto?” ormai il punto interrogativo se n’è andato via. Per il rock chitarristico l’annata era anche partita bene con il doppio discone dei Verdena, ma poi di altri segnali positivi ne sono arrivati ben pochi. Come osserva un pezzo di Repubblica, nonostante vari movimenti di protesta abbiano segnato il 2011, canzoni rock simbolo della protesta non ce ne sono proprio state. Il ’68 non è mai stato tanto lontano.
Anche il concetto di album per com’era tradizionalmente inteso in passato è ormai un’idea alquanto superata e desueta, almeno quanto lo è la stessa parola “desueta”. Ci sono stati ottimi dischi, come il concept fortemente politico di PJ Harvey o i doppi mastodontici di M83 e dei già citati Verdena, però ormai all’idea di album si sta sostituendo sempre più quella di playlist. È un processo inevitabile. Qualcuno potrà dire che negli ultimi anni non abbiamo avuto figure in campo musicale in grado di avere lo stesso impatto di Elvis Presley o dei Beatles, ma io dico che non è vero.
Shawn Fanning, il creatore di Napster, ovvero il primo programma di file-sharing diffuso a livello mondiale, è stato un po’ l’Elvis del nuovo millennio. È lui ad aver cambiato la fruizone della musica tutta. Senza nemmeno suonare uno strumento. E Steve Jobs è stato un po’ il John Lennon (capitalista) di questi anni, con l’iPod che è diventato qualcosa più di un semplice strumento per ascoltare la musica, ma è diventato esso stesso il soggetto della musica.
In un articolo uscito sul Mucchio (rivista a rischio chiusura che potete sostenere QUI), si diceva che se chiedi a un ragazzo di oggi cosa ascolta, non ti dirà i Coldplay o Jovanotti (meno male?), ma ti dirà che ascolta l’iPod.
È così che va la musica oggi. Le playlist stanno diventando più importanti degli album, che pure non stanno scomparendo, ma si stanno evolvendo. In ambito hip-hop ad esempio spesso le cose più interessanti non vengono fuori nei dischi ufficiali, spesso troppo “leccati” e iper-prodotti, ma nei mixtape, che presentano rime più bastarde e scorrette e basi che campionano qualunque cosa, in maniera lecita o meno. Lo stesso vale per l’elettronica, con mixtape, bootleg remix e dj set che sono delle vere e proprie opere d’arte a parte. O ancora i Radiohead, sempre un passo avanti a tutti, che con l’ultimo poco compreso The King of Limbs hanno gettato lì una manciata di canzoni che sono state solo la base di partenza per un work in progress che è continuato con altre tracce, collaborazioni, remix.
Insomma, la musica non è certo finita. È finita una sua vecchia concezione, ma quella nuova non per forza dev’essere negativa o peggio di prima. Non ci sarà una colonna sonora ufficiale dei movimenti di protesta, non ci saranno gruppi rock nelle classifiche o dischi fondamentali per la rabbia adolescenziale come Nevermind in circolazione, però sono presenti scene emergenti ormai sul punto di esplodere anche a livello mainstream (cosa che comunque non è necessariamente un bene), come quella dubstep, e un sacco di dischi, album, mixtape, playlist, singole canzoni che magari non cambieranno la storia della musica però di certo valgono la pena di essere ascoltate. La musica figa è viva e vegeta ed è ben presente. Almeno nelle orecchie di chi la vuole cercare.
Se per gli album come ancora tradizionalmente sono intesi non sarà stata quindi un’annata eccezionale, nemmeno tutto è stato da buttare. Anzi. Per le artiste donne è stato sì davvero un anno fenomenale, mentre a latitare e a cazzeggiare un po' troppo sono state le band e gli artisti maschili. Questi comunque sono i miei top 40 dischi del 2011.
DUBSTEP AWARD (Miglior artista/band… dubstep)
1. Sepalcure
2. Katy B
3. Chase & Status
4. Blawan
5. Burial
YO FRATELLO! AWARD (Miglior artista/band hip-hop)
1. Tyler, the Creator
2. A$AP Rocky
3. Shabazz Palaces
4. Drake
5. Lil Wayne
MARIAH CAREY ME FA ‘NA PIPPA AWARD (Miglior artista/band R&B)
1. The Weeknd
2. Frank Ocean
3. Beyoncé
4. Raphael Saadiq
5. FM Laeti
PREMIO TORO SEDUTO (Miglior artista/band indie)
1. Girls
2. Little Dragon
3. Youth Lagoon
4. Pains of Being Pure at Heart
5. Dum Dum Girls
ROCK'N'ROLL MAYBE IS NOT TOTALLY DEAD AWARD (Miglior artista/band rock)
1. Vaccines
2. Black Keys
3. The Kills
4. Yuck
5. Arctic Monkeys
VIVA LE POP-PE (Miglior artista/band pop)
1. Metronomy
2. Lady Gaga
3. Rihanna
4. Nicola Roberts
5. Oh Land
TROPPO AWANTI AWARD (Miglior esordiente)
1. Katy B
2. Anna Calvi
3. James Blake
4. Chelsea Wolfe
5. Vaccines
I HAVE SEEN THE FUTURE (Artisti da tenere d’occhio nel 2012)
1. Lana Del Rey
2. Azealia Banks
3. Niki & the Dove
4. Spector
5. Emeli Sandé
BEST LINE (Miglior verso, non animalesco)
"It's always darkest before the dawn" da Shake It Out di Florence + the Machine
ex aequo
"I'm Ray Charles to the bullshit" da She Will di Lil Wayne feat. Drake
COOL MAN (Uomo più fico)
1. Jared Leto (30 Seconds to Mars)
2. Jamie Hince (The Kills)
3. Drake
4. Theo Hutchcraft (Hurts)
5. Jay-Z & Kanye West
HEY SEXY LADY (Donna più fica)
1. Katy Perry
2. Lana Del Rey
3. Rihanna
4. Lykke Li
5. Cher Lloyd
RIDAMMI INDIETRO I SOLDI DEL CD CHE MI SONO SCARICATO GRATIS AWARD (Delusione dell’anno)
1. Bjork
2. Coldplay
3. Foo Fighters
4. Red Hot Chili Peppers
5. Panic! At the Disco
I TAPPI NELLE ORECCHIE NON SONO ABBASTANZA AWARD (Peggior album)
1. Lou Reed & Metallica “Lulu”
2. Vasco Rossi “Vivere o niente”
3. Laura Pausini “Inedito”
4. Superheavy “Superheavy”
5. Hugh Laurie “Let Them Talk”
PREMIO VALIUM (Disco più noioso)
Noel Gallagher “Noel Gallagher’s High Flying Birds”
SE LA SENTO NELL’AUTORADIO PREFERISCO SCHIANTARMI AWARD (Peggior canzone)
1. Michel Telò “Ai se eu te pego”
2. Vasco Rossi "Manifesto futurista della nuova umanità"
3. Vasco Rossi "Eh...già"
4. Bob Sinclar feat. Raffaella Carrà "Far l'amore"
5. Don Omar feat. Lucenzo "Danza Kuduro"
SE LO VEDO SU MTV PREFERISCO SCHIANTARMI ANCHE SE NON SONO IN AUTO AWARD (Peggior video)
Rebecca Black “Friday”
(i migliori video cannibali del 2011 invece li trovi QUI)
AL PEGGIO NON C’E’ MAI FINE MA QUESTI AWARDS SONO FINITI AWARD (Peggior artista)
1. Vasco Rossi
2. Jennifer Lopez
3. Justin Bieber
4. Zucchero
5. Uno a caso di Amici di Maria de Filippi
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