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martedì 21 maggio 2013

TOWER OF RECORDS (SHE & HIM, SAVAGES, WILL.I.AM)




Anche se può sembrare, gli She & Him NON sono un gruppo amish.
She & Him “Volume 3”
Quando si parla degli She & Him, in realtà, a nessuno frega niente dell’Him, che tanto per la cronaca è il chitarrista e cantautore M. Ward, ma solo della She. She, lei, Zooey Deschanel, la New Girl della tv, la indie wonder woman per eccellenza, l’attrice, la cantante, l'icona.
E com’è il nuovo disco di Zooey, intendevo degli She & Him?
Il Volume 3 non si scosta dai primi due volumi della loro collezione discografica: ballate pop retrò, molto retrò, stanno cominciando mica a diventare troppo retrò?
Un po’ di maniera comincia ad affiorare nei loro pezzi, che suonano meno spontanei e più meditati rispetto ai primi tempi. Detto questo, le belle canzoncine vintage non mancano e alcune sono un sacco accattivanti, su tutte la sbarazzina “I’ve Got Your Number, Son”, la smithsiana “I Could’ve Been Your Girl” (con tanto di video danzereccio diretto dalla stessa Zooey Deschanel), la lentona “Hold Me, Thrill Me, Kiss Me”, la cover di “Sunday Girl” di Blondie e il ritornello killer di “Somebody Sweet To Talk To”.
Nessuna nuova, buona nuova?
In pratica sì, è la solita Zooey che conosciamo e che amiamo. Pardon, i soliti She & Him che conosciamo e amiamo.
(voto 7/10)



"Lo confessiamo, abbiamo preso il nostro nome dal film dei Vanzina: Selvaggi."
Savages “Silence Yourself”
Da un gruppo che si chiama Savages, cosa aspettarsi?
Se siete cresciuti negli anni Novanta, potrebbero venirvi in mente i Savage Garden, ma direi che qui siamo su tutt’altro pianeta sonoro. Se non siete cresciuti negli anni Novanta, il nome vi farà invece venire in mente qualcosa di selvaggio, primitivo, brutale. Infatti è così, altroché Savage Garden.
Il suono delle Selvagge, perché sì sono 4 ragazze, è viscerale. Lo senti che la musica che sputano fuori nel loro disco d’esordio “Silence Yourself” la sentono. È un sentire che va sentito possibilmente di notte a volume alto, altissimo. Per spaventarsi e spaventare i vicini.
It’s only rock’n’roll, ma non è un rock’n’roll di quelli fun fun yeah yeah. Tra new-wave 80s alla Siouxsie e alternative alla Sonic Youth, è un rock’n’roll cattivo, malvagio. Selvaggio.
(voto 7+/10)




will.i.am “#willpower”
Lo schifo.
Scusa, will. Scusami tanto. Ho sbagliato. Volevo dire: #loschifo
(voto #2/10)



lunedì 9 luglio 2012

Quell’idiota di Cannibal Kid

"Questo blog è più idiota di me: mi piace!"
Quell’idiota di nostro fratello
(USA 2011)
Titolo originale: Our Idiot Brother
Regia: Jesse Peretz
Cast: Paul Rudd, Zooey Deschanel, Elizabeth Banks, Emily Mortimer, Shirley Knight, Steve Coogan, Rashida Jones, Adam Scott, T.J. Miller, Kathryn Hahn, Hugh Dancy, Janet Montgomery, Katie Aselton
Genere: com-media
Se ti piace guarda anche: Fratelli in erba, Role Models, Mosse vincenti, Gigantic, Forrest Gump, Hesher è stato qui

È da idioti guardare Quell’idiota di nostro fratello?
No.
È da idioti perderselo?
Nemmeno.
E, nel caso ve lo steste domandando, è da idioti leggere Pensieri Cannibali?
Sì, un pochino, ma sempre meno di leggere il blog di Mara Carfagna.
Senza offesa. Per gli idioti.

Tornando, o anzi approcciandoci finalmente al soggetto del post, diciamo che Quell’idiota di nostro fratello è il classico film inutile, o almeno dall’utilità molto ridotta. Se lo guardi, passi un’ora e mezza serena e piacevole, senza ridere troppo, ma nemmeno senza stare tutto il tempo a fissare l’orologio in attesa che finisca. Se non lo guardi, puoi comunque continuare tranquillamente con la tua vita, che tanto non ti sei perso niente. Un film medio che non presenta grossi guizzi né cadute di stile, avete capito bene.
"Bella questa poesia di Cannibal: Ambarabà ciccì coccò!
Ah, è una nota filastrocca? Allora è proprio vero che sono un idiota..."
Viene da chiedersi come un cast di attori di ottimo livello decida di girare un film del genere. Tra tutte le sceneggiature che ricevono, cosa può averli convinti a girare questa pellicola piuttosto che un’altra?
Magari un agente distratto che legge gli script al posto loro e poi ne sceglie uno facendo:

Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l'amore
con la figlia del dottore
il dottore si ammalò
e la figlia si sposò
ambarabà ciccì coccò!

Forse quello. Oppure i soldi. Alla fine sono sempre quelle le motivazioni di una scelta: il caso o il cash.
Per carità, esistono un sacco di pellicole peggiori, e pure di molto, rispetto a questa. Però nei film brutti magari c’è uno spunto, un’idea che può rappresentare un motivo di interesse. Quell’idiota, o meglio quest’idiota di nostro fratello invece sembra sempre lì lì sul punto di volerti dare un messaggio, essere un qualcosa di più della solita commediola senza pretese, e invece arriva alla fine in maniera innocua. In un certo senso mi ha ricordato vagamente un incrocio tra Forrest Gump ed Hesher, ma privo della paraculaggine del primo e della forza distruttiva del secondo.

Il protagonista, come potrete già farvi un’idea dal titolo, un tipo proprio sveglio non è. È un idiota, ma nemmeno troppo. È un ingenuo, uno che ha una fiducia illimitata nel prossimo, al punto da sembrare un bambinone cresciuto. In una parte del genere avrei visto bene un Renato Pozzetto stile Il ragazzo di campagna, invece gli americani hanno dato la parte al comunque piuttosto efficace Paul Rudd.
Paul Rudd è un po’ come questo film: un attore che mi ha sempre ispirato simpatia, fin dagli esordi con il mitico cult movie anni ’90 Ragazze a Beverly Hills, dopo di ché è comparso in varie cose anche notevoli ma solo in ruoli minori (come in Romeo + Juliet), per poi ritrovare una relativa seconda popolarità negli ultimi tempi grazie alle comedy targate Judd Apatow come 40 anni vergine e Molto incinta. Per quanto mi possa stare simpatico, però, non lo ricordo in nessun ruolo davvero incisivo, in grado di restare nella memoria. Questo film non fa eccezione.

"Cannibal smettila di chiamarci, tanto non lo leggiamo il tuo libro!"
La storia o meglio la non-storia della pellicola si limita a seguire le (dis)avventure del solito idiota protagonista, prima arrestato a causa della sua stupidità, ovviamente, e poi alle prese con le difficoltà di rifarsi una vita una volta uscito dalla gattabuia. Non pensate a un dramma sul reinserimento dei carcerati nella società, non è certo il caso. Non pensate nemmeno a una commedia goliardica esilarante su un pirlone che ne combina di tutti i colori. Come detto, il protagonista è moderatamente idiota, ma non ai livelli di uno Scemo o di un + Scemo.
A causa della sua idiozia, metterà comunque in crisi la vita delle sue 3 sorelle 3 che, magnanime, provano a dargli una mano. Una dopo l’altra, finiranno nei guai per colpa di quell’idiota del loro fratello. Le sorelle sono Elizabeth Banks, come al solito piuttosto anonima, Emily Mortimer, come al solito piuttosto sprecata in una piccola parte (non perdetevela invece nella nuova serie tv The Newsroom dove è quasi protagonista) e una Zooey Deschanel come al solito piuttosto indie-girl e qui pure in versione lesbo! Prima di esultare, premetto che sì, una scena di bacio c’è (con Rashida Jones), però non aspettatevi robe alla Black Swan che rimarrete delusi.

Nonostante l’ottimo cast di contorno e nonostante la presenza di Zooey lesbo, il film non decolla. Ci si può consolare con il fatto che nemmeno precipita, eppure era lecito aspettarsi qualcosa in più. Sono presenti tematiche mica da poco come sesso, droga & country music, carcere, conflitto tra genitori e figli e soprattutto tra fratelli… tanta roba. Eppure è tutto troppo contenuto. Un film dal potenziale politically incorrect che ne esce troppo politically correct. Un film scritto e diretto in maniera anonima da tale Jesse Peretz che sarebbe potuto essere una perla dell’idiozia, come Scemo e + Scemo o Fatti, strafatti e strafighe prima di lui, e invece non lo è.
Mi sono scervellato per tutta la visione come un idiota e alla fine l’ho capito. Il suo difetto principale è proprio questo: per essere un film idiota, non è abbastanza idiota.
(voto 6/10)

domenica 11 dicembre 2011

Zooey Deschanel: Cotta adolescenziale 2011 n. 7

Zooey Deschanel
Genere: indie star
Provenienza: Los Angeles, California, USA
Età: 31
Il passato: Almost Famous - Quasi famosi, Elf, Guida galattica per autostoppisti, American Sunshine, Un ponte per Terabithia, E venne il giorno, Gigantic, (500) giorni insieme… Due album con gli She & Him
Il suo 2011: New Girl, Sua maestà - Your Highness, Our Idiot Brother, il disco natalizio degli She & Him “A very She & Him Christmas”, persino testimonial della Rimmel
Il futuro: New Girl, cinema, musica, e chi la ferma più?
Perché è in classifica: per il suo essere sexy e sfigata al tempo stesso
Potrebbero piacerti anche: Katy Perry, Kat Dennings, Miranda July, Emily Deschanel, Lizzy Caplan, Selma Blair, Mary Elizabeth Winstead

Who’s that girl?
Is it Jess?
No, it’s Zooey.
Zooey Deschanel non ha più nemmeno bisogno di presentazioni. Ormai è una presenza fissa della mia classifica di cotte adolescenziali, visto che ha inaugurato la prima edizione, quella 2009, con la prima posizione assoluta, mentre nel 2010 occupava la n. 9. In pratica è l’unica ad essere sempre stata presenza in questa chart. Si capisce che mi piace un filo, no?
Il 2011 per lei è stato l’anno della grande emersione dallo status di cult indie al botto nel circuito mainstream, almeno negli Stati Uniti. Zooey è infatti Jess, protagonista e mattatrice assoluta della nuova sitcom New Girl che sta andando molto bene al di là dell’Oceano e sbarcherà presto anche da noi: dal 25 gennaio su Fox Italia.
Se seguite già la serie saprete bene della mania della Deschanel di cantare in qualunque occasione, anche e volentieri la più imbarazzante, e così prosegue a gonfie vele anche la sua carriera musicale con il delizioso duo She & Him, che hanno appena sfornato un bel dischetto di Natale. Io di solito odio le canzoni di Natale, ma cantate da lei metterebbero di buon umore persino il Grinch!
Zooey Deschanel: una nerd chiusa dentro un corpo hot. Cosa chiedere di più? Mito, anzi MITA assoluta!






mercoledì 2 novembre 2011

Losing my religion


Ci sono poche cose che considero Sacre (sì, Sacre con la S maiuScola).
Dite la religione? Dite la Chiesa? Dite Gesù Bambino?
No, ma dico, mi conoscete???
Tra le poche cose che considero Sacre oltre a South Park e al diSco di cui parlerò domani c’è Megan Fox. E cos’altro è quindi un film dei Transformers senza Megan Fox se non una bestemmia delle peggiori?
Tempo addietro, dopo aver appreso la notizia che la Dea Megan sarebbe stata sostituita nella saga cinematografica dei robottoni, mi sono rinchiuso in camera per giorni ad ascoltare in loop Losing my religion dei R.E.M., come Brenda Walsh quando veniva scaricata da Dylan per la biondazza Kelly in Beverly Hills 90210 (tra l'altro nei 90s avevo anch'io uno stereo molto simile)


Tempo di riprendermi da questo shock, che mi è arrivata la notizia che i R.E.M. si erano sciolti. E lì altri giorni chiuso in camera a piangere e ad ascoltare Losing my religion.
No, la visione continuativa di Dirty Dancing per autodeprimersi, no: quella la lascio volentieri a Zooey Deschanel

Ripresomi da tutte queste notizie catastrofiche, incurante che nel frattempo le borse mondiali crollassero e che noi avessimo il culo parato da un ministro che di economia ne capisce meno di Topo Gigio e da un Presidente del Consiglio che magari fosse Topo Gigio, ho provato a trovare la forza e il coraggio per rialzarmi in piedi sulle mie gambe e tentare la visione di questo Transformers 3.

Non pensavo ce l’avrei mai fatta. Non senza la Dea, ma in fondo la saga dei robottoni era partita in maniera carina: la prima parte del primo film grazie alla sceneggiatura ritmata di Roberto Orci e Alex Kurtzman (autori delle serie Hawaii Five-o e insieme a J.J. Abrams  di Fringe) era piuttosto fica e divertente e, soprattutto, rivelava al mondo l’enorme talento di Megan Fox.
Recitare?
No, aprire cofani delle auto.

Già la seconda parte della prima pellicola degenerava poi in una guerra robotica fracassona e inguardabile che mi faceva temere il peggio in vista dell’inevitabile sequel.
E quindi ecco che il secondo episodio era davvero tremendo, una porcata di dimensioni transoceaniche, però c’era ancora Megan Fox, questa volta pure in versione motociclista sexy!, e il film allora si faceva più o meno vedere comunque, nonostante due ore e passa delle solite incomprensibili battaglie robotiche.
Transformers, more than meets the eyes: c’è più di quello che gli occhi vedono.
Megan Fox, not more than meets the eyes: ci basta quello che gli occhi vedono.

Non contento di essere uno dei registi più fracassoni e meno talentuosi del globo e dell’intera storia del cinema, Michael Bay dev’essere però anche una gigantesca testa di cactus, perché quando non vai d’accordo con Megan Fox signi-fica che tu del mondo non hai capito un… cactus.
Ma perché cactus sto usando ‘sta cactus di parola del cactus invece di CAZZO? Mi starò mica transformando in un blogger di quelli che si autocensurano perché se no il presidente del Consiglio Topo Gigio (ma magari!) mi appicca un incendio al blog?

Fatto sta che Michael Gay, meno astuto di una volpe, decide di cacciare Megan Fox (fatevi il segno della croce ogni volta che pronuncio il suo nome, mi raccomando) e la sostituisce con una modella di Victroia’s Secret.
Rosie Huntington sti cazzi Whiteley è una gran figa è tutto, ok, però Megan Fox è Megan Fox! Che poi come attrice Megan non sarà chissà quale volpe ok, però in confronto a questa modella aspirante attrice cagna fa la figura di Meryl Streep. O come minimo di una Meryl Strip.
Dobbiamo sorbirci 2 ore e mezzo di robottoni con le loro merda di avventure senza senso alcuno? Almeno ridatece Megan, eccheccazzo!
E invece no. C’è questa Rosie ecc ecc che per quanto topa non buca lo schermo. Se vedi passare per strada lei e Carey Mulligan fianco a fianco, magari l’occhio cade per primo (ma non è mica detto) sulla slanciata e più appariscente Rosie sti Huntington cazzi Whiteley. Al cinema però Carey Mulligan buca lo schermo. Ti paralizza. Rosie no. Fine del discorso. Non dico che una modella non possa diventare una buona attrice e magari Rosie con un regista un minimo decente potrebbe anche imparare a recitare, altrimenti potrebbe sempre riciclarsi a fare un’altra nobile e ancora più antica professione e lì sono sicuro che se la caverebbe più che bene.

Non ho parlato della trama e dei contenuti del film?
Mi avete davvero chiesto una roba del genere?
Ebbene, di contenuti io non ne ho trovati e more than meets the eyes una sega: puoi anche vedere oltre gli eyes finché vuoi, ma questa pellicola è il vuoto totale. La trama poi se c’era, io non l’ho colta e arrivato alla fine di un film del genere mi chiedo: ma sono io l’alieno o è tutto il mondo ad essere impazzito?
Una roba come questa riempie i cinema, fracassa record d’incassi (mentre a me fracassa solo qualcos’altro), e la gente che si entusiasma per film del genere poi se guarda The Tree of Life o Melancholia, non capisce.
Cosa cazzo c’è di tanto difficile da capire? Al di là dei simbolismi, sono film sul mondo, sulla morte, sulla vita. Sulla vita di tutti noi.
Questo è un cazzo di film su dei cazzo di robottoni di merda che a quanto pare hanno vissuto fianco a fianco dell’uomo in tutte le fasi più importanti della storia recente e io sinceramente non c’ho capito una mazza. Queste sono le cose che non capisco.

Ma di cosa mi stupisco? È più facile far capire alla gente delle cose senza senso che non delle cose logiche. Come la religione. In Italia, secondo stime approssimative, soltanto tra il 6 e il 15% della popolazione si dichiara ateo. Quindi tra l’85 e il 94% degli italiani crede senza batter ciglio all’esistenza di un essere superiore, di un essere soprannaturale. Una cosa assolutamente rispettabile e molto bella, per carità, però allo stesso tempo anche una cosa del tutto assurda e irrazionale. La stessa percentuale di persone probabilmente ritiene plausibile un film con degli orribili robottoni parlanti che si transformano in delle auto e decidono i destini del mondo, ma non capisce un “semplice” film di Terrence Malick o Lars Von Trier.
Non so se il mio discorso è comprensibile. Probabilmente a un numero di italiani compreso tra l’85% e il 94% no. Però la visione di questo Transformers 3 mi ha reso ancor più consapevole del fatto che la maggior parte delle persone sono davvero fuori di testa e gli unici normali mi sa che sono i pazzi.

E poi perché far durare quasi 3 ore un film che su carta ha una trama (sempre se ce l’ha) lunga quanto un haiku giapponese?

Robot
figa
macchine

No, ho sbagliato. È più corto di un haiku!

E poi han preso Patrick Dempsey, dico il Dr. Stranamore di Grey’s Anatomy, l’uomo zerbino di Meredith Grey, nella parte del super cattivone? Andiamo, se mettevano Pupazzo Gnappo o il Gabibbo erano più credibili di lui.
E poi anche Shia LaBeouf che si fa tutte ste fighe? Non parlo di Shia LaBeouf l’attore hollywoodiano fico e famoso, ma di Shia LaBeouf nel film nella parte di un nerd che in quest’ultimo episodio è pure disoccupato.
The Tree of Life non ha senso? Melancholia non ha senso? Eddai, per favore. Transformers 3 sì che non ha senso.
Un insulto al cinema, all’intelligenza umana (ma anche a quella robotica) e, soprattutto, un insulto a Megan Fox.

Transformers 3
(USA 2011)
Titolo originale: Transformers: Dark of the Moon
Regia: Michael Bay
Cast: Shia LaBeouf, Rosie Huntington-Whiteley, Patrick Dempsey, Josh Duhamel, John Turturro, Tyrese Gibson, Frances McDormand, John Malkovich, Alan Tudyk, Kevin Dunn, Ken Jeong
Genere: robot wars
Se ti piace guarda anche: gli altri “capolavori” di Michael Bay Bad Boys, The Rock, Armageddon, Pearl Harbor…
(voto 0/10)

venerdì 14 ottobre 2011

Game of str*nz

Your Highness
(USA 2011)
Regia: David Gordon Green
Cast: Danny McBride, James Franco, Natalie Portman, Zooey Deschanel, Justin Theroux, Damian Lewis, Toby Jones, Charles Dance
Genere: trash fantasy
Se ti piace guarda anche: Strafumati, La storia fantastica, Shrek, Il signore dei piselli (Il signore degli anelli ridoppiato)

Dopo Il signore degli anelli.
Dopo Game of Thrones (in arrivo in Italia dall'11 novembre su Sky Cinema 1 HD).
Ecco a voi una nuova rivoluzione per il genere fantasy.

Sì, sta cippa!

Your Highness parte da (abbastanza) buone intenzioni, visto che si propone l’obiettivo di parodiare il genere puntando su un umorismo “fumato”, e infatti il regista David Gordon Green è proprio quello della commedia Strafumati, solo che l’effetto comico è qui molto meno riuscito. Si sarà strafumato l’erba sbagliata, questa volta? Forse per la prossima farà allora meglio a cambiare spacciatore. O magari cambiare proprio droga.
Per intanto D.G. Green (lo scrivo così perché fa molto J.R.R. Tolkien o George R.R. Martin) ha sfornato un film che ha il difetto non da poco di fare poco ridere, ma allo stesso tempo riesce nell’impresa pure questa non semplicissima di evitare l’effetto porcata totale. In più occasioni la pellicola rischia di scivolare dal trash spassoso dritto nelle profondità spettrali del trash di peggior livello, eppure alla fine si salva dal disastro completo. Più o meno.

Il protagonista di questo film, che ha già fatto il suo bel flop negli Usa e da noi è ancora inedito, è Danny McBride, quello di Eastbound & Down, una serie comedy trash-tamarra divertente ma molto, troppo americana per arrivare con successo anche dalle nostre parti. Il tipo di umorismo di questo McBride ricorda infatti un po’ quello di Will Ferrell, e quindi se a un primo impatto può far ghignare, a breve stufa. O almeno, a me il Ferrell Will non parente di Farrell Colin diverte ben poco.
Intorno a questo strambo comico si è radunato un cast di quelli impressionanti, una compagnia dell’anello da Oscar che ci si domanda cosa faccia riunita in un filmetto del genere. Il cavaliere interpretato da James Franco si chiama Fabius, come l’omonimo fotomodello interpretato da Fabio De Luigi a Mai dire gol, e come già dimostrato in Strafumati, ma anche in piccole parti in Notte brava a Manhattan e The Green Hornet, ha una propensione naturale per le parti comiche, il Franco James non parente di Franco Nero né di Franco Francisco dittatore spagnolo.


La promessa sposa di Fabius con cui sono previste delle nozze reali alla William & Kate del medievale è Zooey Deschanel, attrice supercult dalle parti di questo blog e ormai in quasi tutto il globo visto che sta spopolando con la nuova sitcom New Girl (per chi fosse preoccupato: per questioni legate alla programmazione sportiva Usa, la serie è al momento in pausa ma tornerà in onda l’1 novembre); la Zooey interpreta il personaggio di una principessa rinchiusa per anni in una torre che quindi non conosce le convenzioni sociali e, pensate, non possiede nemmeno un iPhone; peccato che dopo essere stata introdotta in maniera divertente, passi purtroppo in secondo piano.
Se Zooey è stata piuttosto sprecata, un po’ meglio ma non troppo va con l’altra grande attrice cult dei Pensieri cannibali: Natalie Portman arriva infatti solo dopo quasi un’ora di film, da perfetta eroina salva i cavalieri che faranno l’impresa e in un sol colpo ridà anche linfa a una pellicola che si stava già spegnendo. La veste comica di Natalie è solo parziale, visto che interpreta una guerriera tosta che crede fermamente nella sua missione di vendetta e si prende molto sul serio. Proprio per la capacità di dare credibilità al suo personaggio pur in un contesto così cazzaro ne nascono le situazioni più divertenti.
Però certo che avere Natalie + Zooey e sprecarle così…
Cioè, vogliono dare 121 anni di carcere all’hacker-eroe che ha diffuso le foto di Scarlett Johansson nuda, e un regista che mi spreca così Natalie e Zooey lo facciamo girare a piede libero?
Non c’è davvero giustizia nel mondo.
Come dite? Mentre questo povero hacker rischia di passare 2 vite dietro alle sbarre, pure Amanda, Raffaele, Omar e Michele sono a piede libero?
Azz, aspettate che mo’ metto la sicura alla porta che ho paura. Non si sa mai.



Fatto. Eccomi tornato.
A completare il notevolissimo cast ci sono Damian Lewis, il protagonista della sfortunata ma ottima serie Life oggi nella ancor più ottima nuova serie Homeland, e Justin Theroux, regista e sceneggiatore noto più che altro per le sue parti da attore in Mulholland Drive e Strade perdute di David Lynch (e ho detto David Lynch!) nonché come nuova fiamma di Jennifer Aniston (e ho detto Jennifer Aniston!).

Se la parte avventurosa di questo Your Highness è una mezza vaccata ma non una vaccata totale, la parte più deludente è paradossalmente quella comica. Si ride infatti con il contagoccia e ridere con il contagoccia è un’espressione senza senso visto che al limite si può piangere con il contagoccia. Senza senso un po’ come tutto il film. Per fortuna però qualche momento in cui si ride o almeno si sorride c’è, come la scena con il mago ranocchio maniaco sessuale. Quella davvero esilarante.
Però Portman + Deschanel + Franco = meriterebbero di recitare insieme in un capolavoro, invece hanno scelto di farlo in una semi-porcheria. Certo, non un film all’altezza del suo maestoso cast, ma alla fine comunque le premesse già dal trailer facevano temere una catastrofe e quindi consoliamoci perché tutto sommato poteva andare peggio: non sarà Strafumati, però almeno non è nemmeno Strastufati.
A testimonianza di ciò c’è il fatto che Bossi, durante la visione di questo Your Highness ha fatto soltanto 11 sbadigli. Uno in meno rispetto a quelli di ieri nel corso del discorso alla Camera di Vostra Bassezza Berlusconi. Ma non so quanto questo possa giocare a favore del film…
E a proposito, adesso vado visto che devo andare a votare la fiducia.
A Natalie Portman, naturalmente, che avete capito?
Dopo i suoi ultimi film piuttosto deludenti (Thor, Amici amanti e…, questo) è entrata un pochino in crisi. Volete che la sfiduci?
Ma non ci penso nemmeno.
(voto 5+/10)

sabato 1 ottobre 2011

Indie killed the video star (capitolo I)

New Girl
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: Fox
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Elizabeth Meriwether
Cast: Zooey Deschanel, Max Greenfield, Jake M. Johnson, Lamorne Morris, Hannah Simone, Ian Wolterstorff, Damon Wayans Jr.
Genere: indie sitcom
Se ti piace guarda anche: Bored to death, Flight of the Conchords, 2 Broke Girls, Happy Endings, My life as Liz, (500) giorni insieme


There’s a new girl in town, ma non è che sia proprio new new. Per il popolo indie infatti Zooey Deschanel è già un po’ la Lady Gaga e allo stesso tempo pure un po’ la Nicole Kidman della scena. Se dal punto di vista musicale domina con i suoi She & Him, al cinema tra i suoi vari film si è ritagliata ruoli via via sempre più cult, partendo da Almost Famous, passando per i “piccoli” American Sunshine, Flakes e Gigantic, per arrivare al cult degli stracult dei supercult, ovvero (500) giorni insieme, una delle commedie più riuscite e sorprendenti degli ultimi anni che ha portato una gran fortuna a tutta la troupe, dal regista che è passato subito ai blockbusteroni con un ingaggio per la nuova saga di Spider-Man, per la piccola kick-ass hit-girl Chloe Moretz e per il protagonista Joseph Gordon-Levitt, ormai idolo delle folle mondiali (o quasi). E naturalmente per lei, Zooey, irresistibile in quel film quanto qui in questa nuova sitcom, già un mega successo negli USA, che rischia di sdoganarla definitivamente anche all’infuori del circuito indie.
Nooo, Zooey, rimani tra noi indie kids forever, pleeease!

Alcuni tentativi di fare il grande salto c’erano già stati, in film più o meno commerciali come Elf, Un ponte per Terabithia (splendido!), Yes Man e E venne il giorno, però adesso Zooey sembra sul punto di fare il botto. Quello vero. Il problema per lei adesso sarà allora quello del rischio di rimanere incasellata sempre dentro lo stesso ruolo, quello della tipa alternativa simpatica, stramba e un po’ fuori di testa. Un po’? Un po’ tanto, ok, ma il divertimento è proprio quello. Vedere Zooey fare delle cose che la gente normale non farebbe mai, o forse farebbe ma non in maniera tanto spassosa. Come piangere davanti al divano guardando Dirty Dancing; non sarà né la prima né l’ultima tipa (e forse non solo tipa) a farlo, ma come lo fa lei nessun altro.
Zooey rischia però di essere identificata in un ruolo preciso come Hugh Laurie con il Dr. House, o l’attore che faceva Fonzie con Fonzie, o Charlie Sheen nella parte del puttaniere, o Berlusconi nella parte del puttaniere. Insomma, il rischio di cadere nello stereotipo è alto, ma comunque non stiamo a guardare troppo al futuro e godiamoci il presente. Un presente in cui Zooey è la mattatrice assoluta di questo show. Goffa e per questo esilarante. Stralunata e per questo mitica. In grado di andare ben oltre la soglia del nerd eppure – o magari proprio per questo? - incredibilmente sexy.

La forza di New Girl è tutta nella girl Jess interpretata da Zooey, che naturalmente canta pure la sigla, ma è anche il suo limite. I personaggi maschili dei suoi tre coinquilini finora non convincono infatti appieno, d’altra parte sono costretti a vivere nell’ombra della protagonista. Sono talmente secondari che la puntata pilota è stata girata con Damon Wayans jr., solo che il giovane rampollo della dinastia dei Wayans (i suoi zii sono gli autori dei primi Scary Movie, mentre suo padre è quello della serie Tutto in famiglia) è già uno dei protagonisti dell’altra divertente sitcom Happy Endings, e quando questa è stata confermata a sorpresa per una seconda stagione ha dovuto restarci, anche perché non è che possa recitare in tutte le sitcom d’America; al suo posto è stato quindi messo Lamorne Morris, ma la differenza non è che si noti. Così come la presenza della migliore amica della protagonista, che pure è una top-model, passa assolutamente in secondo piano.
Perché New Girl è Zooey. Jess è Zooey. Zooey è Zooey.
E Zooey è un mito. Un mito indie e ormai forse non solo.
Nooo Zooey, non farlo! Non diventare commerciale. Resta con noi piccolo minuto popolo indie a giocare sempre e per sempre, sempre e per sempre…
(voto 7+/10)

venerdì 5 agosto 2011

A big big love

Zooey Deschanel insieme a ehm... Gheddafi
Gigantic
(USA 2008)
Regia: Matt Aselton
Cast: Paul Dano, Zooey Deschanel, John Goodman, Edward Asner, Jane Alexander, Robert Stanton, Zach Galifianakis
Genere: indie movie
Se ti piace guarda anche: Il calamaro e la balena, I Tenenbaum, (500) giorni insieme

Ci sono quei personaggi che nella vita reale non esistono. Non possono esistere. Ci sono solo sulle pagine del New Yorker o nei film di Wes Anderson o in altre pellicole indie come questa. Paul Dano è quel giovane spilungone che si è segnalato nella parte del porno-nerd nell’ottima comedy La ragazza della porta accanto, quindi in quella di silenzioso nichilista della famigliuola di Little Miss Sunshine (a proposito di stralunati personaggi troppo assurdi per essere veri) e quindi è riuscito a tenere testa al Petroliere Daniel Day-Lewis. In questo Gigantic, Paul Dano è un ragazzo di 28 anni che lavora in un negozio di materassi e come sogno nel cassetto ha, fin da quando ne aveva 8 di anni, quello di adottare un bambino cinese. Chissà perché proprio cinese? Un tipo di quelli che non si incontrano tutti i giorni, in pratica, né nella realtà ma nemmeno in un indie movie perfetto per il Sundance Festival che prende il titolo da un pezzo dei Pixies.

In tutta questa sborrata alternativa, poteva forse mancare proprio lei, la Zooey Deschanel, la principessa della scena indie da che mondo è mondo?
Certo che no e anche questa volta riesce a illuminare la pellicola come solo lei sa fare. Tra l’altro pure il suo personaggio non è che sia proprio “normale normale”: è una ragazza confusa (ma va?), fulminata (ri-ma va?), una che vive con il ricco padre, sogna di iscriversi a un corso di chef sebbene non sappia minimamente scaldare neanche un tè e per il momento lavoricchia a una sorta di show televisivo condotto dalla sorella. Perché sì, ci troviamo in una famiglia molto benestante, molto Upper East Side, molto Tenenbaum e il padre è un John Goodman al suo primo ruolo decente da… ha mai avuto un ruolo decente John Goodman, a parte l’esilarante sitcom Pappa e ciccia? Ah sì, adesso sta facendo la quarta stagione della serie tv Damages (consigliatissima!).

L’incontro tra queste due anime folli e in pena avviene naturalmente nel modo più assurdo possibile, con lei che passa a comprare un materasso da 14.000 $ (!!!) per il padre, ci si stende sopra e finisce per addormentarsi, proprio all’interno del negozio di Paul Dano. Da qui inizia tra loro una complessa e tormentata storia, una di quelle molto ma molto…
Indie.
Esatto, ormai l’avete capito. Questo è un bignamino del perfetto film indipendente americano, in cui i due protagonisti fanno faville, mentre il contorno è abbozzato ma non troppo interessante, come una noiosa parte dedicata al padre del protagonista, con i soliti incidenti di caccia e cazzate varie che solo in un indie movie possono capitare.
Come ciliegina sulla torta c’è però un barbone interpretato da Zach Galifianakis (sì, quello con il grosso grasso cognome greco idolo di Una notte da leoni), che vuole uccidere Paul Dano. Ma peeerché il ragazzo vuole ammazzare il più quieto e tranquillo ragazzo del mondo?
Per rendere davvero Gigantic questo film manca però una colonna sonora particolarmente memorabile (grave mancanza, questa!), qualche battuta folgorante e un pizzico di consapevolezza in più nel saper dove voler andare a parere. Un piccolo film imperfetto, perfetto comunque per 'n pomeriggio/'na serata molto ma molto indie.
(voto 6,5)

venerdì 31 dicembre 2010

Album 2010 - n. 15 She & Him "Volume Two"

She & Him "Volume Two"
Genere: pop retrò
Provenienza: Somewhere, USA
In classifica perché: “Una mente come la tua bene aperta può creare tutto un nuovo mondo” dice Zooey Deschanel (cantante degli She & Him, nota del blogger) nel film Un ponte per Terabithia. Anche dischi come questo possono farlo.
Se ti piace ascolta anche: Rilo Kiley, M. Ward, Tilly and the Wall, Connie Francis, Peggy Lee
Pezzi cult: "In the sun", "Over it over again"
Leggi la mia recensione



venerdì 10 dicembre 2010

Cotta adolescenziale 2010 - n. 9 Zooey Deschanel

Zooey Deschanel
Genere: indie girl
Provenienza: Los Angeles, USA
Età: 30
Nel 2010 sentita: con i suoi She & Him nel disco “Volume 2”
La vedremo in: Your Highness, My Idiot Brother
Perché è in classifica: per quell’aria da aborabile pazza
Sul suo stile: Katy Perry, Mary Elizabeth Winstead, Evan Rachel Wood, Emily Deschanel

La numero 1 dell’anno scorso quest’anno ha perso qualche posizione, più che altro perché sul grande schermo dopo quel piccolo grande capolavoro di “(500) giorni insieme” non si è vista e poi perché non posso mica ripetere la stessa identica classifica, no? Se per il 2011 Zooey ha già un paio di commedie in cantiere, quest’anno però non se n’è stata certo con le mani in mano e ha pubblicato il secondo album della sua indie band, gli She & Him, perché sì, Zooey è anche una cantante e pure di quelle brave. Gli She & Him hanno replicato la magia dell’esordio con un “Volume 2” deliziosamente retrò che si suona che è un piacere e lei, nonostante sia scesa in classifica, diventa sempre più bella.

sabato 10 luglio 2010

flash, weekend edition (Beavis & Butthead, She and Him, Machete...)

Sembra che su Mtv possano prossimamente tornare (dopo 13 anni di assenza) Beavis & Butthead con una stagione tutta nuova


"Eheheeheh che figata Beavis, non vedo l'ora, ehehehehe"

Sempre a proposito di Mtv, è da lì che arriva il programma scult della settimana: America’s most smartest model. Avete presente quella scena in Zoolander in cui Derek e Hansel cercano di accendere un computer? Bene, in questo reality un gruppo di modelli/modelle viene messo alla prova in gare di intelligenza/cultura, con risultati ovviamente disastrosi. Un’umiliazione continua, come le Velone che cercano di fare le fighe. Che senso hanno se no programmi come questi?

Gli She & Him di è lei o non è lei, certo che è lei: Zooey Deschanel hanno fatto un nuovo video per "Thieves", uno dei pezzi migliori del loro ultimo very delicious album. Certo, il b/n sgranato del video non rende minimamente giustizia alla bellezza di Zooey, ma per stavolta dobbiamo accontentarci...


Chi ha visto Grindhouse/Planet Terror, avrà notato che tra i finti trailer cinematografici presenti ce n'era anche uno di Machete. Bene, ora il film sta per diventare realtà per mano di Robert Rodriguez e questo è il trailer vero (con Jessica Alba, Robert De Niro, Michelle Rodriguez, Steven Seagal e l'esordiente?! Don Johnson)


Nuovo video -non so perché ma direi piuttosto estivo- di Sheryl Crow



Martina Topley Bird è una collaboratrice abituale dei Massive Attack con cui ha un contratto Co.Co.Pro, e anche lavorato con Tricky, Gorillaz, Queens of the Stone Age etc. Adesso ci propone il disco "Some place simple" in cui ripropone in pregevole e delicata chiave (per lo più acustica, ma non solo) alcuni pezzi del suo repertorio solista. Lo trovate QUI

mercoledì 10 marzo 2010

Piccoli film

I videoclip alle volte sono dei piccoli film. Quando poi la cantante del gruppo in questione, gli She & Him, è anche un’attrice, non può che uscirne qualcosa di trooooppo cinematografico. Zooey Deschanel (“500 giorni insieme”) è mattatrice assoluta in questo breve musical alla “Glee” diretto da Peyton Reed (il regista di “Abbasso l’amore” e “Yes Man”). La canzone è perfetta per la primavera. Se solo la neve lasciasse posto al sole...

I Vampiri hanno invece deciso di accontentare tutti, ospitando in contemporanea nel loro nuovo video i rapper RZA e Lil Jon, il teen idol Joe Jonas dei Jonas Brothers (le sento fin da qui le urla di voi teenagers impazzite) e uno dei miei attori preferiti, Jake Gyllenhaal, qui in versione demenzialmente cattivissima.

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